
Tour de France 2025 - Analisi del percorso
Ecco la nostra guida con tutti i segreti, i trabocchetti e i punti chiave del percorso della Grande Boucle: attendono il gruppo una settimana di pianura e vallonato e tante montagne nelle altre due
Ormai ci siamo: il Tour de France 2025 sta per iniziare e noi vi proponiamo come sempre una dettagliatissima analisi del percorso. Anche se le prime giornate si svolgono al nord, in verità di 11 tappe che precedono i Pirenei solo 4 sono per velocisti puri e talvolta anch'esse non mancano di ostacoli: in mezzo a queste ci sono 4 tappe molto mosse con arrivi su strappi, le prime montagne sul Massiccio Centrale e una tappa mossa con finale pianeggiante a Tolosa. Tutte le grandi montagne (Pirenei, Ventoux e Alpi) sono invece inserite in 6 tappe di alta montagna, concentrate in soli 9 giorni. Il tracciato si preannuncia dunque intrigante e povero di giornate davvero insignificanti, anche se un po' più di km a cronometro non avrebbero guastato.
Per un'analisi teorica e concettuale del percorso vi rimandiamo all'editoriale pubblicato dopo la presentazione del percorso ad ottobre: La tradizione ben declinata del Tour de France 2025. Per conoscere tutti i segreti del percorso, i dettagli delle salite e i possibili trabocchetti, trovate tutto qui sotto tappa per tappa. Come di consueto sono stati raccolti i dati di quasi tutte le asperità - anche minime - che movimentano il percorso, nonché corretti eventuali errori presenti nei dati ufficiali, a partire dalle stime sui metri di dislivello che sono decisamente enfatiche, soprattutto per le prime tappe nel nord della Francia.

Le tappe nel dettaglio
Sabato 5 luglio - 1a tappa: Lille Mètropole - Lille Mètropole (184.9 km)

Frazione per velocisti, con alcune insidie da non sottovalutare. Il percorso risente infatti dell'aria fiamminga e lambisce colline note al mondo del ciclismo per gare come Gent-Wevelgem e 4 jours de Dunquerke. È sicuramente troppo isolata la tosta Côte de Notre-Dame-de-Lorette per poter significare qualcosa; si dovrà invece stare molto attenti nella sequenza che prevede il Mont Cassel (1.9 km al 3.5%; con 1.3 km di pavè), il ritorno ai suoi piedi nei pressi del Mont des Récollets (2.5 km al 3%, max 7%), il Mont des Cats (1.8 km al 3.5%, max 11%) e il Mont Noir (1.3 km al 6.3%, max 10%). Quest'ultimo “muretto” termina a circa 45 km dal traguardo, una distanza ampia che lascia spazio per recuperare terreno a corridori attardati ed organizzare una volata a ranghi compatti; si tratta comunque di un tratto di 40 km, tortuoso e complicato che richiama appunto atmosfere fiamminghe e potrebbe anche risvegliare l'animo dei corridori più combattivi. Dopotutto c'è in ballo la prima maglia gialla e cercare di mettere in difficoltà i velocisti meno resistenti potrebbe consentire di eliminare qualche pretendente dalla sfida. Il ritorno verso Lille è piuttosto lineare, sono un po' più tortuosi gli ultimi 10 km in area urbana; ad ogni modo l'ultima curva a sinistra si trova ad 1.4 km dall'arrivo, che saranno perfettamente rettilinei.
Domenica 6 luglio - 2a tappa: Lauwin-Planque > Boulogne-sur-Mer (209.1 km)

È già il momento della tappa più lunga del Tour, che presenta anche un tracciato molto nervoso, potenzialmente foriero di spettacolo. Sono decisamente eccessivi i 2500 metri di dislivello indicati sul roadbook, mentre più verosimilmente sono meno di 2000. Tuttavia è vero che di pianura ce n'è poca per tutto il giorno, con continue ondulazioni che si fanno particolarmente toste nei km finali. Da segnalare che ai tanti saliscendi corrisponde un tracciato nervoso anche da un punto di vista planimetrico. Il GPM di Côte de Cavron-Saint-Martin (1.1 km al 5.9%, max 10%) apre una prima fase piuttosto intensa di cui vanno ricordati le salite a Haut de Lebiez (700 mt al 6%, max 10%), Lebiez (circa 2 km al 4%, max 10%), Hénoville (2.8 km al 4%, max 8%), Hucqueliers (600 mt all'8%, max 14%), la Motte (700 mt al 9%, max 12%), Mont Fayel (2 km al 4.5%, max 12%) e Montebreuil-sur-Mer (900 mt al 5%, max 7%, con passaggio in pavè), tutte concentrate in meno di 50 km. Dopo 10 km pianeggianti si arriva ad Etaples (600 mt al 4%, max 11%), dove inizia un tratto di salita a gradoni fino a Mont Voyenne (3.5 km al 2.9%, max 11%); un'altra dozzina di km più semplici portano ai piedi della tosta Côte du Haut Pichot (ignorando il dato ufficiale, 1.1 km al 9.9%, max 15%), posta a 30 km dal traguardo. Sarà il primo punto veramente determinante, anche se servono 20 km prima di incontrare nuove difficoltà. Negli ultimi 10 km si concentrano la terribile Côte de Saint-Étienne-au-Mont (1 km al 10.6%, max 16%) seguita dalla comunque arcigna Côte d'Outreau (800 metri all'8.8%, max 13%), che termina ad appena 5.3 km dall'arrivo. II finale è lineare con un paio di km pianeggianti che precedono l'ulteriore salita al traguardo nel centro storico (1.2 km al 4.1%, max 10%).
Lunedì 7 luglio - 3a tappa: Valenciennes - Dunkerque (178.3 km)

Il percorso torna a sorridere alle ruote veloci, ma il finale potrebbe riservare qualche sorpresa. Il tracciato non riserva particolari difficoltà per 140 km, poi si torna sul Mont Cassel (da un versante diverso dal sabato) che ignorando il dato ufficiale si può misurare in 2.2 km al 4.5%, con punte al 7% e 400 metri di pavè. La vetta sarà a 30 km dal traguardo, dunque non lontanissima e l'avvicinamento al mare avviene su strade rettilinee pericolosissime se ci fosse vento nella giusta direzione. A parte questo rimane una tappa assolutamente per velocisti con un finale molto veloce: l'unica curva a destra si trova a 1.5 km dall'arrivo, i quali sono mossi da qualche semicurva che nasconde il traguardo alla vista fino agli ultimi metri.
Martedì 8 luglio - 4a tappa: Amiens Métropole - Rouen (174.2 km)

In un'alternanza tra pianura e vallonato, è ancora il momento di una tappa complicata, forse ancor più della seconda: nel finale è infatti concentrato un numero superiore di salite, mediamente più lunghe e spesso comunque ripide. Anche in questo caso il dislivello ufficiale (2050 metri) è iperbolico, mentre si attesta più realisticamente intorno a 1700 metri. Non mancano salitelle nemmeno nei primi 100 km, ma è negli ultimi 70 che le cose si fanno veramente intricate. Una prima ascesa porta a Fresne-l'Archeveque (2 km al 4.5%, max 7%), seguita da una quindicina di km abbastanza semplici ma mossi; si sale quindi la Côte Jacques Anquetil (3.8 km al 3.6%; primi 2.6 km al 4.5%, max 7%) seguita poco dopo dalla salitella di Quévreville-la-Poterie (circa 1.5 km al 4%, max 8%). Dopo il traguardo volante di Saint-Adrien inizia la fase decisiva, che concentra negli ultimi 30 km 4 ascese che possono smuovere la corsa e fare non poca selezione. Apre le danze la Côte de Belbeuf (1.3 km al 9.1%, max 13%), forse la più dura, seguita da 3 km di falsopiano che possono essere molto pericolosi; dopo una breve discesa si incontra la Côte de Bonsecours (900 mt al 7.2%, max 10%), seguita anche questa da 1 km di falsopiano. Con quasi 4 km di discesa si entra a Rouen, dove si affronta la più pedalabile Côte de la Grand'Mare (1.8 km al 5%, max 9%) seguita da una breve discesa e un ulteriore strappo di 400 metri al 7%; si scende di nuovo in città con qualche contropendenza, poi la strada comincia a salire al 4/5% per circa 500 metri fino all'imbocco formale della Rampe Saint-Hilaire (800 mt al 10.6%, max 15%) che termina a soli 5.2 km dall'arrivo. Anche in questo caso in vetta si trovano oltre un km di falsopiano (2%) che complica ulteriormente le cose prima di riscendere in centro; un ulteriore strappo di 500 metri al 5% termina presso l'ultima curva a destra, a 250 metri dal traguardo.
Mercoledì 9 luglio - 5a tappa: Caen - Caen (Cronometro individuale - 33.0 km)

Gli uomini di classifica sono ancora sul pezzo per una giornata fondamentale di questo Tour, ovvero l'unica cronometro di una certa lunghezza prevista in queste tre settimane. Il tracciato non è perfettamente pianeggiante, ma di salite propriamente dette non ce ne sono, quindi il tracciato risulterà comunque piuttosto veloce e adatto agli specialisti. Si incontrano tratti un po' più tortuosi e ricchi di rilanci in partenza, a metà cronometro e al traguardo. Per il resto ci sono lunghi tratti privi di difficoltà in cui spingere in posizione aerodinamica, dove si possono scavare distacchi importanti.
Giovedì 10 luglio - 6a tappa: Bayeux - Vire Normandie (201.5 km)

Ancora occhi aperti per gli uomini di classifica, in un'altra tappa lunga ed esigente dove potrebbe succedere qualcosa. Le salite sono più lunghe rispetto alle altre due tappe mosse già percorse, ma sono un po' più disperse lungo il percorso, con un finale invece leggermente più agevole. Va anche detto che alcune delle asperità più impegnative sono già nei primi km, quindi sarà una tappa estremamente dispendiosa fin dalla partenza. Ufficialmente sono segnalati 3550 metri di dislivello, ma forse è più ragionevole credere che sia inferiore a 3000. Dopo 30 km mossi da piccole ondulazioni, si sale la Côte du Mont Pinçon (5.6 km al 3.7%, divisi a metà da un tratto in discesa, max 9%); poco più avanti si incontra la dura Côte de la Rançonnière (ignorando il dato ufficiale, 2.5 km al 7.5%, max 15%; seguita da altri 2 km in lieve ascesa). Non c'è GPM, ma spicca senz'altro anche la salita verso la Batonnière (4.3 km al 4%). I successivi 60 km sono un continuo su e giù - si segnala una salita più lunga a Ger (2.7 km al 4.3%) - che precedono la fase più impegnativa della tappa: si incontra a 63.5 km dall'arrivo la durissima Côte de Mortain (ignorando il dato ufficiale, 1.7 km al 9.8%, max 13%), seguita poco dopo dalla salitella di Saint-Barthélemy (circa 2 km al 3%, max 10%). Dopo una lunga discesa si sale la Côte de Juvigny-le-Tertre (2.2 km al 7.3%, max 10%), che termina a 47 km dal traguardo. Una salitella di 2.8 km al 3.5% (5/6% spezzato da una breve discesa) precede la Côte de Saint-Michel de Montjoie (3.7 km al 4.5%; dopo 800 metri al 6% con punte al 10% si incontrano 600 metri in lieve discesa, prima della vera salita di 2.5 km di al 5.5%, max 9%) che termina a 27 km dall'arrivo. Dalla vetta si arriva a Vire con una quindicina di km ondulati prevalentemente in discesa; nel centro cittadino si affronta una salita di 1.3 km al 3.5% (max 8%) fino a Porte-Horloge, poi con 5 km pianeggianti si arriva ai piedi della determinante Côte de Vaudry (1.2 km al 7.2%, max 11%) che termina ad appena 4.4 km dall'arrivo. La discesa anche stavolta inizia dopo alcuni metri di falsopiano e termina a 2.3 km dal traguardo; sono di nuovo in salita gli ultimi 700 metri al 10.2% (max 14%).
Venerdì 11 luglio - 7a tappa: Saint-Malo - Mûr-de-Bretagne/Guerlédan (197.0 km)

Altra tappa molto lunga ma sicuramente meno esigente, che comunque si chiuderà in salita tagliando fuori i velocisti ancora una volta. Il tracciato è più mosso di quanto non sembri dall'altimetria per tutta la sua lunghezza, ma rispetto al giorno precedente non si incontrano salite realmente complicate fino agli ultimi 20 km. Va detto che fino al traguardo volante di Plédran (posto in cima a una salitella di circa 1.5 km al 4%) si correrà vicino al mare, motivo per cui i saliscendi potrebbero essere induriti dalla presenza del vento. Si entra nel vivo con la Côte du village du Mûr-de-Bretagne (1.6 km al 4.1%, max 7%), che precede di poco la classica salita di Mûr-de-Bretagne (2 km al 6.9%, max 15%) che sarà percorsa due volte come nel 2018 e nel 2021. Dopo il primo transito sul traguardo si incontra lo strappo di Saint-Mayeux (1.3 km al 6.4%, max 11%) che complica ulteriormente le mosse a 11.5 km dall'arrivo. Questi saranno quasi tutti tortuosi e in lieve discesa, fino all'imbocco della seconda ascesa al traguardo.
Sabato 12 luglio - 8a tappa: Saint-Méen-le-Grand - Laval Espace Mayenne (171.4 km)

Dopo 4 giornate a dir poco complicate, torna un'occasione per i velocisti, ma non senza qualche difficoltà. Il problema per gli sprinter più puri non saranno tanto le lievi ondulazioni che muovono tutto il tracciato, chiuse dal facilissimo GPM della Côte de Nuillé-sur-Vicoin (900 mt al 3.8%), quanto il finale: a 3 km dall'arrivo termina un primo zampellotto (1 km al 2.5%, max 5%) che porta ad una rotonda su cui si farà inversione a U per tornare a ritrovo sullo stesso viale; si supera il ponte sulla Mayenne e a 1.4 km dall'arrivo la strada inizia a salire con una media intorno al 3% e punte anche al 5/6% prima della flamme rouge. Una volata dunque da sudare, da non lanciare troppo presto, dove questa lieve pendenza potrebbe creare qualche sorpresa.
Domenica 13 luglio - 9a tappa: Troyes - Troyes (199.0 km)

Tappa stavolta veramente dedicata ai velocisti puri, leggermente mossa nella prima metà, ma nonostante questo priva di GPM. La vera difficoltà potrebbe essere il vento se dovesse tirare forte e nella giusta direzione. Il finale presenta qualche insidia negli ultimi 3.5 km, con due rotonde ravvicinate; a poco più di 2 km dal traguardo si trova una secca curva a sinistra, mentre un'altra destra immette nel rettilineo finale di 1600 metri. Da qui la strada è in lieve ascesa (2%) fino alla flamme rouge, poi si fa pianeggiante, perfetta per uno sprint.
Lunedì 14 luglio - 10a tappa: Ennezat - Le Mont-Dore/Puy de Sancy (165.3 km)

Il Massiccio centrale offre il terreno per la prima tappa (quasi) di montagna che in 165.3 km accumula almeno 4000 metri di dislivello (stavolta il dato ufficiale è meno esagerato dei giorni precedenti) pur senza mai affrontare salite particolarmente lunfhe. La maggiore difficoltà sarà data dalla totale assenza di pianura che potrebbe dar vita ad una corsa altamente spettacolare fin dalla partenza e particolarmente selettiva, anche se i più forti probabilmente non riusciranno a staccarsi se non nella rampa finale verso il traguardo. La strada inizia a salire verso Chatel-Guyon (1.2 km al 5%) dopo appena 3 km, antipasto alla dura Côte de Loubeyrat (4.1 km al 6.3%, con una rampa iniziale di 600 metri al 13%, max 18%), seguita anche dalla salitella di Charbonnières-les-Varennes (1.6 km al 4.1%); tosta è anche la salita a Tourtoule (4.2 km al 6%, con un tratto di circa 1.5 km al 10%), seguita da quella più semplice a Chanat-la-Mouteyre (2.2 km al 5.7%). Scesi a Clermont-Ferrand si sale la Côte de la Baraque (4.8 km al 7.4%, max 9%; seguita da 1.5 km in falsopiano), sfiorando il Puy de Dome, immediatamente seguita dalla Côte de Charade (5.1 km al 6.8%, max 9%) e dalla Côte de Berzet (3.4 km al 7.4%, tratto di circa 2.5 km al 9%, max 11%). Finisce qui una prima sequenza di salite piuttosto ripide, che, entrando nelle montagne, viene sostituita da un percorso sempre nervoso ma con salite mediamente più lunghe e pedalabili. La stessa Côte de Berzet è in verità il tratto più duro della lunga ascesa al Col de la Moreno (in tutto 15.5 km al 3.2%; in vetta il valico si raggiunge in 1.6 km al 6%, max 9%). Al termine della discesa, le salitelle di La Baraquette (1.5 km al 4.2%) e Saint-Martin (1.3 km al 6%, max 10%) precedono il Col de Guery: in tutto sono 9.6 km al 4.3%, composti da 3.5 km al 4.2%, 2 km abbondanti di falsopiano e un tratto finale di 3.7 km al 6.7% (max 9%). Segue subito dopo la salita al Col de la Croix Morand (3.4 km al 5.7%, max 7%). Una lunga discesa consente di respirare per una dozzina di km, ma poco dopo Murol (700 mt al 4%) si incontrano le prime rampe della salita al Col de la Croix Saint-Robert (in tutto 17 km al 3.4%): si inizia con la dura salita verso Montaleix (3.3 km al 7%, max 11%), seguita da quella a Rocher de l'Aigle (2.3 km al 5.3%, primo km al 9%, max 11%); 5 km di lieve discesa spezzati da un paio di zampellotti (max 8%), portano ai piedi degli ultimi 5.5 km al 6% (max 8%). Lo scollinamento avviene a soli 9.9 km dal traguardo, quindi già qui potrebbe forse succedere qualcosa, anche perché al termine della discesa inizia subito la salita verso il traguardo ai piedi del Puy de Sancy di 3.3 km all'8%, con punte fino al 13% nei primi 500 metri.
Martedì 15 luglio - Riposo
Mercoledì 16 luglio - 11a tappa: Toulouse - Toulouse (156.8 km)

Dopo il giorno di riposo i velocisti hanno teoricamente un'occasione da sfruttare (una delle ultime), ma i km finali intorno a Tolosa sono a dir poco movimentati, complicatissimi da gestire o con il terreno per attaccare. Nei primi 70 km sono rilevanti solo la Côte de Castelnau-d'Estrétefonds (1.4 km al 6.6%, max 10%) e la salitella di Castelmaurou (2.8 km al 3%), poi il tracciato si fa progressivamente più ondulato, con 5 strappetti nei 25 km che precedono il traguardo volante. La fase decisiva arriva però nel tratto successivo, a partire dalla Côte de Montgiscard (un po' più dura del dato ufficiale, 1.8 km al 5.8%, max 9%), subito seguita dalla Côte de Corronsac (anche questa sottostimata, 900 metri al 7.5%, max 10%) e da tre salitelle senza GPM a Mervilla (1.6 km al 5.7%, max 10%), Rebigue (1.7 km al 3.5%, max 7%) e Vigoulet-Auzil (1.7 km al 5.3%, max 12%). Tutto questo è il preambolo per la Côte de Vielle-Toulouse (a sua volta sottostimata, di 1.4 km al 7%, max 10%), ma soprattutto per la Côte de Pech David (800 metri al 12.4%, con punte che sfiorano il 20%), un vero muro ad appena 8.8 km dall'arrivo. Meno di 7 km separano la fine della discesa dal traguardo e un paio di curve a gomito ai -5.2 km e ai -4.1 km complicano l'inseguimento del gruppo. Se sarà volata, una rotonda sarà l'ultimo ostacolo prima del rettilineo finale di 500 metri. Ma forse non sarà volata.
Giovedì 17 luglio - 12a tappa: Auch - Hautacam (180.6 km)

È il momento della prima tappa pirenaica, a partire dalla quale inizia un nuovo Tour, infarcito di grandi montagne. In questa tappa le principali difficoltà si concentrano nel finale, ma l'avvio è comunque piuttosto ondulato, con 5 salitelle nei primi 40 km a complicare lo sgancio della fuga. Più lineare è la parte centrale della tappa con solo due brevi ascese, di cui la seconda è la Côte de Labatmale, primo GPM di giornata. Quasi 30 km di fondovalle la separano dalla prima vera salita di questo Tour, il Col de Soulor (ignorando il dato ufficiale, 12 km al 7.6%, con punte all'11% in avvio e nel tratto centrale di quasi 6 km all'8.5%). La lunga discesa è spezzata dalla breve ma arcigna ascesa al Col des Bordères (ignorando ancora i dati ufficiali, 3.3 km all'8%, max 13%). Difficile credere in ogni caso che la prima frazione di montagna si apra molto lontano dall'arrivo, quindi il punto chiave non può che essere Hautacam, tante volte primo giudice nella storia della Grande Boucle: 13.5 km al 7.8% sono già di per sé nel complesso temibili, ma la salita a Hautacam ha la caratteristica di essere piuttosto irregolare nella pendenza, fatto che si traduce in numerosi passaggi a doppia cifra che la rendono particolarmente arcigna e selettiva; a circa 4.5 km dalla vetta termina il tratto più ripido di circa 3.5 km al 9.7% (max 13%); un'altra rampa di quasi 1 km con punte fino al 13% termina invece a 2.5 km dall'arrivo, nei quali la pendenza tende a calare fino al 6/7% dopo la flamme rouge.
Venerdì 18 luglio - 13a tappa: Lodenvielle - Peyragudes (Cronometro individuale - 10.9 km)

Frazione importantissima che può scavare solchi importanti in classifica, essendo praticamente una cronoscalata. La gestione sarà fondamentale perché la pendenza andrà ad aumentare man mano che ci si avvicina al traguardo. Dopo 700 metri pianeggianti si incontra lo strappetto di Aravielle (circa 300 metri al 6%), seguito da oltre un km di discesa, con altri 700 metri pianeggianti di arriva ad Armenteule dove inizia formalmente la salita a Peyragudes di 8 km al 7.8%. La prima parte è abbastanza pedalabile, poi inizia un tratto di circa 3.5 km (tra il primo e il secondo rilevamento intermedio) costantemente tra l'8% e il 9%. Un tratto più facile porta al bivio per il Peyresourde, prima di incontrare una prima rampa di circa 1 km al 10% (max 14%). La strada poi spiana di nuovo al 6/7% fino all'ingresso nell'altiporto, dove inizia l'ultima impennata con punte fino al 16%.
Sabato 19 luglio - 14a tappa: Pau - Luchon-Superbagnères (182.6 km)

Giornata campale: una classica cavalcata pirenaica di oltre 180 km con circa 5000 metri di dislivello, che se corsa col piglio giusto può scavare distacchi davvero importanti. Dopo 70 km di fondovalle apre le danze il consueto Col du Tourmalet (19 km al 7.4%): si pedale quasi sempre tra il 7 e il 9%, eccetto alcuni tratti un po' più semplici; la musica cambia dopo il penultimo tornante, quando mancano poco meno di 2 km al traguardo e si supera quota 2000 metri, con la pendenza che si alza in doppia cifra e ci rimane costantemente (media 10%, max 13%). Finita la discesa si torna subito a salire verso il Col d'Aspin (in tutto 12.5 km al 5.2%) con quasi 6 km di salita irregolare in fondovalle (4% di media, max 9%) seguiti da un paio di km quasi pianeggianti prima dei 5 km finali al 7.8% (max 10%). 12 km di discesa per arrivare ad Arreau e si torna a salire di nuovo verso il Col de Peyresourde, con 10 km di fondovalle (media 2.7%, max 10%) che precedono la vera salita di 7.8 km al 7.9% (max 11%). Dopo 14 km di discesa e un paio di km di falsopiano inizia immediatamente la lunga salita finale a Superbagnères (16.2 km al 7.1%), misteriosamente privata dei primi km nel dato ufficiale; la pendenza non è regolare: in avvio si incontra uno strappo di 1.3 km al 9.5% (max 12%), mentre i successivi 2.5 km sono più pedalabili (media 4%) fatta eccezione per un breve strappo (max 11%); iniziata anche formalmente la salita, la strada alterna tratti al 5/6% ad altri intorno al 9/10%; quando mancano 6 km al traguardo la pendenza si fa più stabilmente arcigna, formando un tratto di circa 3.5 km all'8.5%; la pendenza torna al 6/7% per circa 1500 metri, poi torna in doppia cifra negli ultimi 1200 metri (media 9.8%, max 11%).
Domenica 20 luglio - 15a tappa: Muret - Carcassone (169.3 km)

La seconda settimana è chiusa da una tappa che si allontana dai Pirenei ma non manca di offrire difficoltà importanti, anche se appare una tappa destinata alle fughe in cui i big potrebbero riprendere fiato. Si sommano quasi 2500 metri di dislivello in meno di 170 km. Dopo 15 km iniziano già le prime sensibili ondulazioni: si contano almeno 9 salitelle, di cui l'ultima porta al traguardo volante di Saint-Félix-Lauragais (circa 2.5 km al 3.5%). A Revel si entra nella fase calda della corsa con la Côte de Saint-Ferréol (2.6 km al 5.4%; ultimi 1.8 km al 6.5%, max 8%), subito seguita dalla lunga Côte de Sorèze (6.4 km al 5.7%, max 8%; dopo il GPM ci sono quasi 4.5 km di ulteriore salita pedalabile fino alla Croix de Montalric). Dopo 10 km di discesa e una dozzina di km ondulati si arriva al punto chiave della corsa, la salita al Pas du Sant: dopo quasi 2 km pedalabili (media 3%) inizia la rampa di 3 km al 9.5% (un po' meno ripida del dato ufficiale), molto regolare nella pendenza (max 11%); dopo il GPM non c'è discesa, ma al contrario sale ancora in modo irregolare per quasi 11 km al 2.5% fino al Col de Fontbruno (in tutto 15.5 km al 4%). Anche se mancano 42 km all'arrivo, va detto che la lunga discesa, interrotta di frequente da falsopiani e contropendenze, termina soltanto a 10 km dall'arrivo. Motivo per cui la dura rampa del Pas du Sant non sarà solo determinate per il successo di tappa, ma comunque un punto in cui anche gli uomini di classifica non potranno sottovalutare le mosse degli avversari. Da segnalare infine che il traguardo sarà in lieve ascesa, con l'ultimo km che ha una pendenza media dell'1.5%.
Lunedì 21 luglio - Riposo
Martedì 22 luglio - 16a tappa: Montpellier - Mont Ventoux (171.5 km)

L'ultima settimana è inaugurata dal più classico dei classici: la tappa unipuerto con traguardo sul Mont Ventoux, scalato dal versante di Bedoin. C'è poco da dire su una tappa che sarà però comunque importante e attesissima da tutti. Per 135 km il percorso è fondamentalmente pianeggiante o lievemente ondulato, senza offrire alcuno spunto degno di nota. Poi la strada inizia ad essere costantemente in falsopiano, per poi trasformarsi in salita dopo Bédoin, quando mancano 20 km al traguardo. Superato un primo tratto di circa 4 km al 5%, la strada spiana per alcuni metri in località Saint-Estève, dove la strada impenna e inizia formalmente la salita di 15.7 km all'8.8%: le pendenze più arcigne sono nella prima parte nel bosco di oltre 9 km al 9.5% (max 13%) che termina poco prima di Chalet Reynard; qui il paesaggio inizia ad aprirsi e diventare lunare e anche se la pendenza cala notevolmente (tra il 6% e l'8%) è il forte vento che dà il nome alla vetta a rendere complicatissima la scalata. A 5 km dalla fine si incontra il tratto più semplice (5% per alcune centinaia di metri) poi la pendenza aumenta progressivamente, per tornare in doppia cifra negli ultimi 1500 metri (10.3% di media, max 12%).
Mercoledì 23 luglio - 17a tappa: Bollène - Valence (160.4 km)

Dopo tanta sofferenza, i velocisti ritrovano pane per i loro denti nella frazione cuscinetto davvero semplice della seconda metà di Tour. Sono disseminati nei primi km alcuni semplici colli, come il Col de l'Aspre (1.8 km al 3%), il Col du Serre de Turc (circa 1 km al 4% preceduto da un lungo falsopiano al 2/3%) e il Col du Pertuis (5.1 km al 4.7%, max 8%). Dopo un lungo fondovalle a scendere si sale a Marsanne (5.1 km al 2.5%, max 6%) e al Col de Tartaiguille (4.9 km al 3.6%, max 7%). Gli ultimi 40 km sono appena ondulati, privi di reali difficoltà e consentiranno alle squadre dei velocisti di alzare l'andatura, recuperare i fuggitivi e organizzare lo sprint. L'ostacolo più importante saranno le quattro rotonde presenti dai -4 km ai -2 km, mentre l'unica curva a sinistra è posta a 600 metri dall'arrivo.
Giovedì 24 luglio - 18a tappa: Vif - Courchevel/Col de la Loze (171.5 km)

Non è lunghissima, ma i connotati del tappone ci sono: quasi 5500 metri di dislivello sommati in sole tre lunghissime salite ad altitudini elevate. In partenza si risale la valle dell'Oisans, che in alcuni tratti è essa stessa praticamente salita (si segnala un tratto di 15 km al 2.5% di media). Dopo Allemond un primo dente di 1 km al 5% (max 8%) supera il dislivello della diga del Verney e un paio di km dopo un altro dente di 1 km al 4% precede l'imbocco del Col du Glandon (21.7 km al 5.1%), il primo gigante di questa tappa; la pendenza media è a dir poco ingannevole, visto che due sensibili tratti di discesa fanno perdere quasi 200 dei metri di dislivello guadagnati: il primo troncone è misurabile in circa 5.5 km all'8.4% (max 11%) ed è seguito da quasi 2 km di falsopiano; 1500 metri di ripida discesa anticipano il tratto più ripido di quasi 5 km al 9% (max 13%) che procede in modo irregolare; la pendenza poi cala progressivamente fino al 5% fino a chiudere questo secondo troncone dopo complessivi 8.8 km al 7.1%; un nuovo tratto in discesa di circa 1500 metri al 4% precede l'ultimo strappo di 2.7 km al 7.4% (max 10%) con cui si arriva al GPM. Dopo 20 km di discesa e un primo tratto in lieve ascesa si arriva a La Chambre dove inizia subito il Col de la Madeleine (19.2 km al 7.9%): si tratta di una salita molto più regolare della precedente, dove la pendenza oscilla quasi sempre tra il 7% e il 10%; i passaggi in doppia cifra (max 12%) sono concentrati nei primi 13 km, mentre dopo Saint-François-Longchamp la pendenza si fa ancora più costante, stabilmente al 7/8% fino in vetta. Non meno importante è la discesa lunghissima (25 km) e, soprattutto, molto tecnica con cui si scende nella Tarantaise. Arrivati in fondo ci sono soltanto 10 km di fondovalle, peraltro mossi da un paio dentelli, con cui si attraversa Moûtiers; una prima salitella di 1.5 km al 4.5% anticipa l'ingresso a Brides-les-Bains, dove inizia la salita al Col de la Loze dal versante di Courchevel (26.4 km al 6.5%), lunghissima ma non particolarmente ripida, eccetto qualche rampa nella fase finale: la prima parte fino a Courchevel Village è un po' più ripida (quasi 12 km al 7.1%; ultimi 1800 metri al 9%), poi si fa pedalabile fino al bivio per l'altiporto, alternando per oltre 9 km (media del 5.6%) tratti al 6/7% a rispiani al 3%; qui si imbocca la ciclabile per il valico, che impenna subito per 1300 metri al 10.5% (max 17%); dopo 500 metri di discesa e 400 di falsopiano si incontra un tratto di 2 km all'8.7% con due rampe al 12%; a ridosso della flamme rouge la strada si fa quasi pianeggiante, prima di un ultimo strappo di 700 metri al 9% (max 13%). Non dimentichiamoci che queste ultime rampe in doppia cifra sono tutte oltre i 2000 metri di quota.
Venerdì 25 luglio - 19a tappa: Albertville - La Plagne (129.9 km)

All'ultima tappa di montagna (solo ora) ASO ci propone il tappino, che in 130 km accumula oltre 4500 metri di dislivello con 5 GPM. Le salite sono mediamente più brevi rispetto al giorno precedente e tutto il percorso risulta più nervoso e interpretabile. Sono quasi pianeggianti i primi 7 km, poi inizia la Côte d'Héry-sur-Ugine (11.3 km al 5.1%): questa si compone di un primo tratto regolare di circa 5.5 km al 5% (max 7%), una breve discesa e un tratto finale un po' più tosto di oltre 5 km al 6.1% con punte fino al 10%. 3 km di discesa tecnica portano all'imbocco del classicissimo Col des Saisies (un po' più duro del dato ufficiale, 13.9 km al 6.5%): la salita parte subito cattiva con un tratto di 5.5 km all'8.2% (max 10%) fino a Crest-Voland; attraversando la località si riesce a respirare per quasi 1 km (2.5% di media), poi si torna a salire per 4 all'8% (max 10%); 1500 metri quasi pianeggianti (addirittura in lieve discesa per un lungo tratto) precedono un ultimo strappo di 2 km al 6.3% (max 9%). 16 km di discesa veloce e un paio di km di falsopiano (2.2%) portano a Beaufort dove si inizia la salita al duro Col du Pré (12.6 km al 7.7%), che a 64 km dal traguardo si presenta come la salita perfetta per tentare il ribaltone in classifica: dopo un primo tratto di oltre 4 km al 6.9% (max 9%) e 700 metri quasi pianeggianti, inizia il segmento più duro di tutta la tappa che in 7.5 km al 9.4% (max 12%) porta al GPM. Questo può essere il momento perfetto per attaccare, anche perché dopo soli 2 km di discesa tecnica la strada torna a salire, prima per raggiungere il Col de Méraillet (1.3 km al 4%) e dopo 2 km quasi pianeggianti per valicare il Cormet de Roselend (5.9 km al 6.3%; primi 3 km al 7.7%, max 9%) sfiorando quota 2000 metri. Con quasi 20 km di discesa, a tratti anche tecnica, si arriva a Bourg-Saint-Maurice; da qui servono 13 km di fondovalle a scendere molto veloce (talvolta vera discesa al 4/5%) per raggiungere Aime e l'imbocco della salita finale. Si arriva a La Plagne con 19.1 km al 7.2%, dalla pendenza molto regolare: dopo 1.5 km si incontrano alcuni metri al 5% che precedono la parte un po' più dura della salita, che tiene per circa 13 km una media del 7.8% (max 10%); gli ultimi 4 km sono invece più ricchi di tratti di respiro, motivo per cui, nonostante qualche passaggio al 9%, la media si attesta al 6.8%.
Sabato 26 luglio - 20a tappa: Nantua - Pontarlier (184.2 km)

La 20a tappa non sarà quest'anno una frazione decisiva, anche se non deve essere sottovalutata nemmeno dagli uomini di classifica, essendo molto nervosa dall'inizio alla fine. Tuttavia la distanza che separa le salite più dure dal traguardo ci suggerisce che sia destinata ad una fuga di cacciatori di tappa. Ad ogni modo è piuttosto lunga ed accumula quasi 3000 metri di dislivello. Si parte subito in salita, raggiungendo il Lago di Sylans con 1.7 km al 5%; dopo Saint-Germain-de-Joux una prima salitella di 1.3 km al 5.5% precede la salita al Col de la Croix de la Serra (12.1 km al 4.1%, max 9%) che alterna tratti un po' più duri (6-8%) a falsopiani. Segue una salita di circa 15 km composta dalla Côte de Valfin (5.7 km al 4.2%), seguita da 5 km di falsopiano e un altro tratto in salita verso Château-des-Prés (4.4 km al 4.3%). I successivi 60 km sono una sorta di lunga discesa intervallata da strappetti e falsopiani. Al termine di questi, si imbocca la salita cruciale della tappa, la Côte de Thesy (3.6 all'8.9%; primi 2.2 km al 10.2%, max 12%), tostissima, ma posta a 62.6 km dall'arrivo. Va detto però che di pianura ce ne sarà poca: vanno segnalate in modo particolare le salite a Mont Serin (3.7 km al 3.5%), al GPM della Côte de Longeville (ignorando l'inizio formale, sono 3.7 km al 5.3%, max 9%) e la salitella di Rousillon (4.4 km al 3.5%, max 9%) che termina a soli 10 km dal traguardo. Da sottolineare anche un tratto in lieve ascesa di circa 1 km al 2% prima della flamme rouge.
Domenica 27 luglio - 21a tappa: Mantes-la-Ville - Paris Champs-Elysées (132.3 km)

Anche all'ultimo giorno il Tour ci riserva novità, replicando in piccolo il tracciato della prova olimpica dell'anno passato. Non sono banali già le prime ondulazioni del tratto in linea, su tutte i due GPM della Côte de Bazemont (1.7 km al 7%) e della Côte du Pavè des Gardes (700 mt al 9.7%). Giunti sul traguardo si affronteranno tre giri tradizionali, con la lieve pendenza fino all'Arco di Trionfo su lastricato, il ritorno e il sottopasso del Louvre. Seguiranno a questi tre giri più ampi, che dopo il sottopasso deviano per andare ad affrontare la Côte de la Butte Montmartre (1.1 km al 5.9% in pavè). Lo scollinamento avviene a soli 6.1 km dal traguardo, con strada in discesa o in falsopiano a favore fino all'ingresso nel rettilineo d'arrivo.