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Roglic, pronto riscatto sul muro di Trevi

09.03.2018 16:24

Lo sloveno della LottoNL vince la terza tappa della Tirreno-Adriatico e si rifà del tempo perso ieri. Thomas nuovo leader, domani arrivo in quota


Quale modo migliore per riscattarsi da una caduta che ha fatto perdere più di un minuto e mezzo in classifica se non andando a vincere in grande stile la tappa immediatamente successiva? Ieri Primoz Roglic aveva visto compromesse le sue speranze di alta classifica quando il gruppo si è spezzato sul circuito di Follonica e lui è arrivato al traguardo con un ritardo di 1'42", oggi il portacolori del Team LottoNL-Jumbo si è brillantemente rifatto sul durissimo muro finale di Trevi conquistando il primo successo stagionale e diventando il primo corridore sloveno a vincere una tappa della Tirreno-Adriatico. Il distacco accusato ieri ha sicuramente aiutato Roglic ad essere un po' meno controllato dai rivali, ma oggi Primoz ha dimostrato di essere in grande condizione anche perché altrimenti sarebbe stato impossibile per lui reggere un attacco di più di un chilometro su certe pendenze.

Bagioli e Mosca ancora all'attacco
L'avvio di tappa è stato quasi in fotocopia rispetto a ieri: stavolta non c'era un gran premio della montagna dopo neanche cinque chilometri, ma le squadre Professional invitate da RCS Sport a questa Tirreno-Adriatico si sono subito lanciate all'attacco. Al primo chilometro di gara c'erano già in avanscoperta l'olandese Dennis Van Winden della Israel Cycling Academy, il russo Stepan Kurianov della Gazprom-Rusvelo, il giapponese Sho Hatsuyama nella Nippo-Vini Fantini accompagnato dal compagno di squadra Nicola Bagioli in maglia verde di leader dei gpm ed infine Jacopo Mosca della Wilier-Selle Italia, in fuga tutto il giorno anche nella tappa di ieri.

Il quintetto di testa dopo solo dieci chilometri di corsa aveva già più di cinque minuti e mezzo di vantaggio, ma la strada davanti a loro era ancora lunghissime: la tappa misurava infatti la bellezza di 239 chilometri, una distanza ideale per prepararsi alla Milano-Sanremo ma di sicuro non per una fuga che è partita subito dopo il via ufficiale. Il vantaggio massimo dei battistrada è stato di circa 8'40", salvo poi stabilizzarsi a lungo attorno ai sette minuti e mezzo: nel frattempo Nicola Bagioli è riuscito a passare in testa ai tre gran premi della montagna di Roccastrada, Passo del Lume Spento e La Foce sommando altri 15 punti ai 5 già presi ieri, mettendosi nella posizione di favorito per aggiudicarsi la maglia verde di miglior scalatore.

Majka perde terreno per una caduta
Il gruppo principale tirato dalla BMC è andato via a ritmo regolare per circa 170 chilometri con Stefan Küng primo ad entrare in azione nonostante una spalla slogata nella caduta di ieri e con il neozelandese Patrick Bevin anch'esso abbastanza attivo per i compagni di squadra nonostante vestisse la maglia azzurra di leader della classifica generale. Solo negli ultimi 60 chilometri, nel plotone c'è stata l'accelerazione decisa che ha disintegrato molto rapidamente il vantaggio di Bagioli, Hatsuyama, Kurianov, Mosca e Van Winden: ai meno 45 il gap era di 5'50", ai meno 30 invece era calato ancora a 3'40" e quindi nel giro di appena cinque chilometri da dietro avevano recuperato ancora più di un minuto.

A 27 chilometri dal traguardo in gruppo c'è stata una caduta con il tedesco Simon Geschke (Sunweb) che ha riportato le conseguenze peggiori e la sua corsa è terminata lì con una clavicola fratturata; ma è andata male anche a Rafal Majka che è rimasto coinvolto nella mischia e che si è trovato a dover recuperare, un po' acciaccato e il plotone che non sembrava intenzionato a fare particolari sconti. Dopo circa dieci chilometri di inseguimento Majka, con Bodnar al suo fianco, non era ancora riuscito a riprendere la coda del gruppo principale e così la classifica ha perso un potenziale protagonista: il polacco infatti si è rialzato sul primo passaggio sul muro di Trevi raggiungendo il traguardo con ampio ritardo dai migliori.

Nel finale grande lavoro del Team Sky
L'impegnativo finale di tappa prevedeva, come detto, una prima scalata del muro di Trevi le cui prime rampe più dure si trovavano a circa 13 chilometri all'arrivo: alla fuga della prima ora era rimasto un vantaggio di appena 20", il promettente Nicola Bagioli non ha voluto arrendersi facilmente ma a 11.6 chilometri dal traguardo, a 500 metri dal passaggio sulla linea d'arrivo, è stato raggiunto e superato da Edoardo Zardini (Wilier) che aveva provato ad attaccare senza però riuscire a fare veramente la differenza nei confronti della prima parte del plotone, ormai ristrettasi ad una sessantina di unità. Gli italiani in fuga hanno comunque raggiunto entrambi il loro obiettivo: Bagioli ha rafforzato la maglia verde, Mosca ha preso la maglia arancione della classifica a punti grazie ai traguardi volanti.

In pianura è stato il Team Sky a prendere in mano le operazioni alla testa del plotone e anche Michal Kwiatkowski s'è messo a disposizione dei compagni di squadra nonostante un finale che poteva essere adatto alle caratteristiche del polacco. Un timido allungo di Steve Morabito non ha impedito alla prima parte del gruppo di presentarsi compatta agli ultimi 2500 metri tutti in salita: il treno biancoazzurro si è schierato tutto davanti in testa dove si è affacciata anche la Bahrain-Merida mentre, tutto solo, ha guadagnato posizioni anche Primoz Roglic.

Roglic anticipa tutti e va a vincere
A 1200 metri dalla conclusione, in uno dei tratti più duri del muro finale, è arrivata l'accelerazione proprio dello sloveno del Team LottoNL-Jumbo: non uno scatto secco, ma una progressione brutale a cui non è riuscito a resistere Davide Villella (Astana) che aveva provato a seguirlo e che ha finito con il fare il buco a tutto la prima parte del gruppo. A quel punto Roglic ha continuato la propria azione guadagnando metro dopo metro, dietro invece è tornata a lavorare la Sky con il solito ritmo elevato ma regolare: è proprio in questa fare che Roglic ha costruito il proprio successo perché è riuscito a tenere alta l'andatura ma senza strafare visto che di fronte a sé aveva ancora una terribile rampa al 20% di pendenza.

Primoz Roglic è riuscito a contenere il tentativo di rimonta del britannico Adam Yates, anche lui danneggiato in ottica classifica dalla caduta di ieri: il corridore della Mitchelton-Scott ha piazzato un grande scatto nelle ultime centinaia di metri, ma al traguardo ha accusato comunque un ritardo di 3". Terzo a 6" è arrivato il belga Tiesj Benoot (Lotto Soudal) che conferma il grandissimo stato di forma dopo il successo alla Strade Bianche ed un'evoluzione che lo potrebbe portare a ben figurare anche nelle classiche delle Ardenne.

Geraint Thomas è il nuovo leader della corsa
In casa Team Sky il capitano di giornata è stato Geraint Thomas che ha aspettato anche lui le ultime centinaia di metri per entrare in azione lanciato ad un grande forcing di Gianni Moscon. Il gallese ha perso il confronto diretto con Yates e Benoot, ma è riuscito a tagliare il traguardo in quarta posizione a 7" da Roglic anticipando di tre importantissimi secondi sulla prima parte del gruppo dei migliori: questo piccolissimo gap ha permesso a Thomas si conquistare la maglia di leader della Tirreno-Adriatico seppur a pari tempo con Greg Van Avermaet che ha perso 9" rispetto al gallese, ma ha pur sempre fatto meglio del rivale Peter Sagan di una ventina di secondi.

I corridori arrivati a 10" da Roglic sono stati, nell'ordine, Rigoberto Urán, Mikel Landa, Gianni Moscon, Romain Bardet, Wilco Kelderman, Bob Jungels, Jaime Rosón e Chris Froome; a seguire si sono registrati invece distacchi che non lasciano ben presagire in vista della prossime giornate. A 16" sono arrivati Vincenzo Nibali e Davide Formolo, ritardo di 24" per Damiano Caruso, Fabio Aru e un raffreddato Tom Dumoulin, il colombiano Miguel Angel López ha perso 36" con il sudafricano Louis Meintjes un paio di secondi più indietro. Oltre a Majka, è uscito completamente di classifica anche Rohan Dennis, secondo l'anno scorso: l'australiano della BMC ha perso ben 7'29" oggi.

Domani arrivo in salita
Domani la Tirreno-Adriatico propone l'arrivo in quota a Sassotetto, salita vera e non un semplice muro e per questo motivo i valori in campo potranno essere molto diversi rispetto a quelli odierni: si parte con Geraint Thomas e Greg Van Avermaet appiati in testa, ma il belga sarà destinato a cedere, poi a 3" troviamo Chris Froome, a 8" regge ancora Damiano Caruso, a 9" ci sono invece Michael Kwiatkowski e Bob Jungels mentre dietro i distacchi aumentano sensibilmente con Kelderman a 19", Formolo a 30", Dumoulin a 33", Uran a 39" e più indietro Landa a 44", Nibali a 49", Aru a 53", Bardet a 58" assieme a Yates mentre López perde già 1'13", comunque meno del vincitore di oggi Roglic che è a 2'07".
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