Professionisti

I 10 interrogativi del 2019

02.01.2019 12:11

Una nuova stagione di ciclismo è alle porte: ecco alcune previsioni per l'anno appena iniziato


Vincenzo Nibali vincerà il suo terzo Giro d’Italia? Ci sarà qualche squadra che riuscirà a contrastare il Team Sky al Tour de France? La nazionale italiana ritornerà ad indossare la maglia iridata? E poi ancora, Fabio Aru tornerà ad essere protagonista nei grandi giri? Questi sono solo alcuni degli interrogativi per la stagione di ciclismo che stiamo per vivere. Proviamo, quindi, a rispondere a dieci quesiti; a fine stagione tireremo le somme, con la speranza, ovviamente, di averne prese il più possibile.

Peter Sagan riuscirà a sfatare il tabù della Milano-Sanremo?
Alla partenza della Classicissima è sempre molto complicato pronosticare il vincitore. Ma il favorito numero uno tendenzialmente risponde al nome di Peter Sagan. Da anni, il corridore della Bora Hansgrohe ha come grande obiettivo la classica monumento di apertura, non riuscendo sinora a portarsela a casa. Nelle ultime tre annate, con la maglia iridata addosso, si ventilava della maledizione della maglia iridata. E chissà che ora, con la divisa di campione slovacco, possa essere sarà la volta buona per centrare la vittoria in una delle corse che più gli si addice, con quel Poggio che sembra dirgli: “Peter, attacca e involati verso la terza monumento della carriera”. Di sicuro, il ventottenne sarà il corridore che, più di ogni altro, verrà controllato dai rivali ma con la sua fantasia e quel pizzico di pazzia che lo caratterizza può certamente regalare spettacolo. Qualunque sia il risultato finale che otterrà.

Alejandro Valverde appaierà Eddy Merckx a quota cinque Liège Bastogne Liège?
A 38 anni il murciano prosegue la caccia ai record. E uno di quelli più succulenti è quello della Doyenne. La missione, però, non sarà delle più facili in assoluto, data la folta concorrenza: da Alaphilippe a Jungles, passando per Bardet, Martin e Wellens, saranno infatti tanti i pretendenti al successo. Ma, come dimostrato anche ad Innsbruck, l’uomo da tenere maggiormente d’occhio sarà sempre lui, Alejandro Valverde. E se la squadra lo supportasse meglio di altre volte, batterlo potrebbe diventare molto impegnativo, considerando doti come lo spunto veloce e l'esplosività sugli strappi che lo incoronano come uno dei corridori più completi in assoluto. Conquistare il suo quinto centro alla Liegi, dunque, può non essere un’utopia. Anzi, può essere realtà.

Vincenzo Nibali centrerà il tris al Giro d’Italia?
Galetti, Brunero, Bartali, Magni, Gimondi e Hinault: sono questi i corridori capaci di aggiudicarsi per tre volte la Corsa Rosa. Nel 2019, in caso di successo, si aggiungerà a loro anche Vincenzo Nibali, il quale ha nel Giro il principale obiettivo del nuovo anno. Il percorso pare cucito su misura: prima settimana, pur con alcune tappe insidiose, non presenta arrivi in salita e solo dalla Cuneo-Pinerolo si inizierà a fare sul serio. Il siciliano, da sempre, predilige un avvio soft per trovare la condizione per poi infiammare la corsa nell’ultima settimana. Le uniche incognite che possono creare qualche difficoltà al capitano della Bahrain Merida sono le tre cronometro individuali, nelle quali, però, potrà difendersi considerati i tracciati ondulati. I rivali di certo non mancheranno, con campioni quali Dumoulin, Landa, Yates, Bernal, Roglic, probabilmente Aru e gli altri che vi parteciperanno. Nibali, però, potrà contare su una squadra notevolmente rafforzata, con un gregario di lusso come Caruso, che può permettergli di partire da Bologna con tante certezze da questo punto di vista. Quando prepara un appuntamento il messinese difficilmente lo manca. Sfortuna a parte, ovviamente.

Qualcuno porrà fine al dominio del Team Sky al Tour de France?
Negli ultimi anni, in diversi hanno cercato di interrompere l’egemonia della squadra britannica alla Grande Boucle, ma nessuno è riuscito nel proprio intento. Anche per il 2019 il team diretto da Dave Brailsford sarà quello da battere: con Froome e Thomas già sicuri del via e gregari di lusso quali Kwiatkowski e Poels a disposizione, il keniano bianco ha tutto per cercare di conquistare il suo quinto Tour de France, dirottando al contempo al Giro sia Bernal che Moscon. Ovviamente, anche le altre squadre, Movistar e AG2R su tutte, si presenteranno a Bruxelles con ottime rose ma se il ciclismo spesso regala grandi sorprese, riuscire a contrastare l’armata Sky pare impresa molto complicata. Anzi, pare quasi impossibile.

Ad undici anni di distanza dal successo di Alessandro Ballan, la nazionale italiana si riprenderà la maglia iridata?
Sulla carta i favoriti per il successo del Mondiale che si disputerà nello Yorkshire sembrano essere altri come Sagan, Matthews e Van Avermaet. Ma rispetto agli ultimi anni, quando si diceva che l’Italia aveva ottimi gregari ma nessun leader per i percorsi medio-facili, ecco che per il 2019 il discorso pare ben diverso, con diverse punte a disposizione. Su tutti Elia Viviani, che vuol fare della gara iridata il principale obiettivo stagionale. Se la corsa dovesse rivelarsi troppo dura per le caratteristiche del veronese, l’Italia può giocare le proprie carte con atleti come Matteo Trentin, Sonny Colbrelli e anche Gianni Moscon, già nel 2018 autore di una grande prova. Tradizionalmente la grande la forza della nazionale è stata la compattezza, qualità presente anche nelle formazioni allestite da Davide Cassani: su un percorso del genere i vari Bennati, Ballerini, De Marchi, Oss, Cimolai possono organizzare un perfetto gioco di squadra per rendere più imprevedibile la corsa. Insomma, anche l’Italia lotterà concretamente per il titolo iridato.

Fabio Aru sarà in grado di tornare ai suoi livelli?
Il sardo ha vissuto nel 2018 la peggior stagione della carriera e vuole decisamente rifarsi. I primi passi però non convincono del tutto: dovrebbero essere ancora ridotti i giorni di corsa, con le gare maiorchine, Algarve e Catalunya come uniche prove programmate prima del probabile approdo al Giro, aumentando quindi ulteriormente il numero di giorni in ritiro. Il primo vero banco di prova, come detto, dovrebbe essere la Corsa Rosa, con una platea di contendenti di altissimo livello e dove il ventottenne vorrà far dimenticare le immagini della passata edizione. Al suo fianco vi sarà una squadra di sicura qualità; toccherà a lui mostrare quella grinta che aveva fatto innamorare molti negli anni passati. Non sarà affatto semplice, ma le potenzialità per rivederlo in alto ci sono.

Tra i corridori che hanno cambiato squadra, chi sarà il più vincente?
Negli ultimi mesi sono stati diversi i colpi di ciclomercato che sono stati messi a segno da tutte le squadre. Certamente, per quanto concerne le squadre World Tour, tra i più interessanti vi sono sono il clamoroso passaggio di Fernando Gaviria alla UAE Team Emirates e quello di Rohan Dennis alla Bahrain Merida. Ma il corridore che più di ogni altro può portare alla propria squadra grandi gioie nel corso della stagione che sta per iniziare è Richie Porte, il quale è approdato alla Trek Segafredo. Il grande obiettivo stagionale dell'australiano, come accade ormai da anni, sarà il Tour de France: tra una caduta e l’altra, però, non è mai riuscito a salire sul podio finale di Parigi, abbandonando anzitempo nelle ultime due edizioni. Anche grazie alle doti da cronoman il tasmaniano ha dimostrato di essere estremamente competitivo nelle corse di una settimana; per questo motivo, la compagine diretta da Luca Guercilena, dopo una stagione senza un vero leader in nelle gare a tappe, ha voluto investire su di lui, per altro capace di essere costante da inizio a fine stagione.

Quale neopro' italiano sarà il plurivittorioso?
Sono quattordici i corridori nostrani passati professionisti quest'anno. Per tutti sarà fondamentale sia adattarsi rapidamente alla categoria, incrementando al contempo il proprio bagaglio di esperienza. Ma se bisogna prevedere chi avrà maggiori possibilità di vittoria al primo anno di professionismo, allora i nomi che spiccano subito alla mente sono quelli di Matteo Moschetti e Moreno Marchetti, due velocisti che rappresentano il futuro azzurro delle volate. Il primo correrà con la Trek Segafredo, mentre il secondo farà parte della squadra di Scinto e Citracca. Già nella passata stagione sia il lombardo che il veneto sono riusciti a mettersi in evidenza tra i grandi: Moschetti, con la Polartec Kometa, ha alzato le braccia al cielo in gare come la Vuelta a Burgos il Tour de Hongrie mentre Marchetti, da stagista con la maglia della Wilier Triestina-Selle Italia, si è comunque ritagliato il proprio spazio al Tour of China andando vicino al successo. Insomma, le premesse ci sono tutte perché i due possano incominciare la loro avventura nel mondo professionistico con il piede giusto. O meglio, essendo velocisti, con il colpo di reni giusto.

Chi sarà la sorpresa della stagione?
Questa è la classica domanda posta ad inizio di ogni stagione sportiva: dare una risposta verosimile può non essere semplice, soprattutto in uno sport imprevedibile come il ciclismo. Proviamo, però, a menzionare un solo corridore che può essere la rivelazione assoluta del 2019, vale a dire Egan Bernal. Nel 2018 il colombiano, appena ventunenne si è portato a casa, tra le sue sei vittorie, due tappe e la generale del Tour of California e la cronoscalata al Tour de Romamdie. Ma è stato il Tour de France a presentarlo al grande pubblico, con il suo lavoro encomiabile in salita per Thomas e Froome. Dopo aver dato la dimostrazione di essere un talento cristallino, il 2019 può essere l’anno della sua definitiva consacrazione. Il primo test della sua carriera si chiama Giro d’Italia: oltre alle salite occidentali che già conosceva, il corridore di Zipaquirá è già andato ad allenarsi sulle vette che affronterà in gara nel prossimo maggio. Vederlo conquistare la maglia bianca pare scontato mentre sarà ben più combattuta la lotta per salire sul podio finale di Verona. Le difficoltà, certamente, non mancheranno ma diversamente da altri scalatori si difende a cronometro. Di certezze ce ne sono ben poche, ma l’unica è che se continuerà a crescere come ha fatto in queste sue prime stagioni da professionista ci sarà da divertirsi.

E il migliore velocista?
A differenza del passato, quando c'erano dominatori seriali, nelle ultime stagioni si è assistito a diversi passaggi di consegna. Nel 2018 il velocista più forte, costante e vincente è stato Elia Viviani. La domanda ora sorge spontanea: riuscirà il veronese a confermarsi re degli sprint anche nel 2019? La risposta non è semplice ma le possibilità di bis non mancano: in primis, perché in molte corse avrà l’intera squadra a disposizione. La concorrenza interna sarà inoltre minore, data la partenza di Fernando Gaviria che gli lascia in dote altri uomini di fiducia. Proprio il colombiano può essere un rivale pericoloso, ma la coabitazione con Alexander Kristoff e il carattere a tratti scorbutico lasciano dei dubbi. Chi invece non avrà problemi né di adattamento né di concorrenza interna è Dylan Groenewegen, che ha già dimostrato il suo talento. Nuova squadra ma tanto talento e poca concorrenza anche per Caleb Ewan, uno che tradizionalmente parte fortissimo sin da subito. La grande delusione della stagione appena conclusa, ossia Marcel Kittel, ha molta voglia di rifarsi ma per riuscire nel suo intento dovrà contare sul netto miglioramento del suo treno. Infine, quando si parla di velocisti, non si può evitare di menzionare due vecchie volpi come Mark Cavendish e André Greipel, entrambi in cerca degli ultimi acuti ma che, come accaduto nel recente passato per vari motivi, difficilmente riusciranno ad essere costanti nel corso della stagione. Viviani, quindi, potrebbe ancora dominare la scena delle volate. Ma, come tutti ben sanno, alla fine sarà la strada ad emettere la sentenza finale di questo interrogativo. Così come quella di tutte le precedenti previsioni.
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