
Tour de France 2025, 10a tappa: prima abbuffata di salite
Giro di boa metaforico di un Tour che solo ora incontra le prime montagne, brevi ma densissime. Il percorso, le nostre previsioni, orari e appuntamenti tv
Il Massiccio centrale offre il terreno per la prima frazione (quasi) di montagna del Tour de France 2025, che in 165.3 km accumula almeno 4000 metri di dislivello (stavolta il dato ufficiale è meno esagerato dei giorni precedenti) pur senza mai affrontare salite particolarmente lunghe. La maggiore difficoltà della 10a tappa sarà data dalla totale assenza di pianura che potrebbe dar vita ad una corsa altamente spettacolare fin dalla partenza e particolarmente selettiva, anche se i più forti probabilmente non riusciranno a staccarsi se non nella rampa finale verso il traguardo. La strada inizia a salire verso Chatel-Guyon (1.2 km al 5%) dopo appena 3 km, antipasto alla dura Côte de Loubeyrat (4.1 km al 6.3%, con una rampa iniziale di 600 metri al 13%, max 18%), seguita anche dalla salitella di Charbonnières-les-Varennes (1.6 km al 4.1%); tosta è anche la salita a Tourtoule (4.2 km al 6%, con un tratto di circa 1.5 km al 10%), seguita da quella più semplice a Chanat-la-Mouteyre (2.2 km al 5.7%). Scesi a Clermont-Ferrand si sale la Côte de la Baraque (4.8 km al 7.4%, max 9%; seguita da 1.5 km in falsopiano), sfiorando il Puy de Dome, immediatamente seguita dalla Côte de Charade (5.1 km al 6.8%, max 9%) e dalla Côte de Berzet (3.4 km al 7.4%, tratto di circa 2.5 km al 9%, max 11%). Finisce qui una prima sequenza di salite piuttosto ripide, che, entrando nelle montagne, viene sostituita da un percorso sempre nervoso ma con salite mediamente più lunghe e pedalabili. La stessa Côte de Berzet è in verità il tratto più duro della lunga ascesa al Col de la Moreno (in tutto 15.5 km al 3.2%; in vetta il valico si raggiunge in 1.6 km al 6%, max 9%). Al termine della discesa, le salitelle di La Baraquette (1.5 km al 4.2%) e Saint-Martin (1.3 km al 6%, max 10%) precedono il Col de Guery: in tutto sono 9.6 km al 4.3%, composti da 3.5 km al 4.2%, 2 km abbondanti di falsopiano e un tratto finale di 3.7 km al 6.7% (max 9%). Segue subito dopo la salita al Col de la Croix Morand (3.4 km al 5.7%, max 7%). Una lunga discesa consente di respirare per una dozzina di km, ma poco dopo Murol (700 mt al 4%) si incontrano le prime rampe della salita al Col de la Croix Saint-Robert (in tutto 17 km al 3.4%): si inizia con la dura salita verso Montaleix (3.3 km al 7%, max 11%), seguita da quella a Rocher de l'Aigle (2.3 km al 5.3%, primo km al 9%, max 11%); 5 km di lieve discesa spezzati da un paio di zampellotti (max 8%), portano ai piedi degli ultimi 5.5 km al 6% (max 8%). Lo scollinamento avviene a soli 9.9 km dal traguardo, quindi già qui potrebbe forse succedere qualcosa, anche perché al termine della discesa inizia subito la salita verso il traguardo ai piedi del Puy de Sancy di 3.3 km all'8%, con punte fino al 13% nei primi 500 metri.
La salita finale

Fari puntati su…
Le cose si complicano, tanto per i corridori, quanto per noi che dobbiamo prevedere che cosa accadrà. È la classica tappa da ritmo forsennato fin dall'inizio, con la fuga che ha difficoltà ad andare via perché tutti ci vogliono entrare e questo sarà un pericolo innanzitutto per i big: è una tappa in cui in base allo svolgimento della tappa, corridori fuori classifica possono recuperare terreno, mentre altri finora rimasti a galla possono saltare definitivamente. Fattore non da poco è che si corra per il decimo giorno consecutivo, con il riposo posticipo; viceversa, essendo alla vigilia del riposo stesso, tutti daranno tutto e potrebbero esserci sconquassi anche maggiori di quelli che il percorso ad una prima occhiata sembra consentire.
Può essere una buona occasione per la Visma | Lease a Bike di Jonas Vingegaard di mettere sotto pressione Tadej Pogačar, con una UAE Team Emirates orfana di Almeida e che in generale non ha secondo carte da giocare in classifica; la squadra olandese ha invece un Matteo Jorgenson ancora ampiamente in gioco da usare come specchio per le allodole. Inoltre non avendo addosso la maglia gialla, i Visma potranno animare il gruppo cercando di assecondare il clima di caos che a prescindere è pronosticabile per questa tappa, mentre la squadra emiratina avrà la responsabilità di controllare la corsa tutta sulle sue spalle.
Quasi sicuramente uscirà di classifica Mathieu van der Poel (Alpecin - Deceuninck) che però ci si può immaginare in fuga con in mente il traguardo volante, posto in modo decisamente sfavorevole per Milan ed altri velocisti, ma che comunque arriva abbastanza presto per consentirgli di rialzarsi e gestire la seconda parte della tappa. Viceversa stringerà i denti Kévin Vauquelin (Arkéa - B&B Hotels): non è esattamente uno scalatore, ma in una tappa come questa è forse addirittura tra i favoriti; per lui l'incognita saranno le vere montagne, dove comunque non si può escludere che possa difendere un bel piazzamento.
In mezzo tra Vauquelin e Pogačar ci sta il terzo incomodo per la classifica generale finale, ovvero Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step), su un tracciato del genere può trovare pane per i suoi denti, anche perché finora è sembrato meno esplosivo sia dello sloveno che del danese, ma è tutto da vedere il suo livello su sforzi più prolungati, visto il successo nella cronometro. Son stati fin qui brillanti, al netto della cronometro, Oscar Onley (Team Picnic PostNL) e Mattias Skjelmose (Lidl - Trek); viceversa si trova in alta classifica più per la crono che per il resto Florian Lipowitz (Red Bull - BORA - hansgrohe), in coppia col capitano teorico Primož Roglič: per loro questa tappa è un primo test fondamentale per capire a quale parte della classifica generale possono ambire.
Subito fuori dalla top10, in classifica, troviamo con un po' di sorpresa Ben Healy (EF Education - EasyPost), che sarebbe tra i primi favoriti per il successo di tappa, ma immaginandoselo in fuga: l'irlandese accusa però meno di 4' dalla maglia gialla e difficilmente avrà libertà d'azione. È da vedere se approfitterà di questa tappa per uscire nuovamente dalle parti alte della classifica o se proprio da questa sua posizione farà la mina vagante per tutto il giorno. Non dimentichiamoci che domani si scrive anche la prima importante pagina per la conquista della maglia a pois.
Scendendo ancora si trova un bel blocco di possibili uomini da classifica, fin qui sembrati un po' sottotono: citiamo Enric Mas (Movistar Team), Felix Gall (Decathlon AG2R La Mondiale Team) e Carlos Rodríguez (INEOS Grenadiers), ma in mezzo a loro si trova anche Tobias Halland Johannessen (Uno-X Mobility) che rispetto agli altri tre è più in linea con le aspettative. Questi dovranno forse scegliere definitivamente se curare l'alta classifica oppure se tentare di tornarci in un secondo momento grazie alle fughe.
Detto tutto questo, prima di chiudere, vale la pena di dare qualche nome buono per la fuga, limitandosi a un numero ristretto per il solo fatto di non poter riportare l'intero campo partenti: Aurélien Paret-Peintre (Decathlon AG2R La Mondiale Team), Romain Grégoire (Groupama - FDJ), Ben O'Connor (Team Jayco AlUla), Neilson Powless (EF Education - EasyPost), Frank van den Broek (Team Picnic PostNL), Simone Velasco (XDS Astana Team), Quinn Simmons (Lidl - Trek), Alexey Lutsenko (Free Palestine - Premier Tech), Julian Alaphilippe (Tudor Pro Cycling Team), Matej Mohorič (Bahrain - Victorious), Iván Romeo e Pablo Catsrillo (Movistar Team).
Tour de France 2025, gli orari della decima tappa
Il transito dal km 0 è in programma alle 13:25, mentre l'arrivo è previsto tra le 17:30 e le 18:00. La tappa sarà trasmessa in tv sia in chiaro su Rai 2 dalle 14:00 alle 18:00, sia su Eurosport e Discovery+ dalle 13:00 alle 17:45.