Tim Merlier rimonta e batte Jonathan Milan a Châteauroux © Profilo X Le Tour de France
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Tour, Rickaert e VDP spaventano il gruppo, poi è volata a Chateauroux: Merlier davanti a Milan

La coppia della Alpecin-Deceuninck guadagna oltre 5' sul gruppo, che ricuce lo strappo a 700 metri dal traguardo. Il friulano parte ai 200 metri, ma subisce il sorpasso del campione europeo poco prima della linea bianca. Ritirato Almeida

13.07.2025 17:20

Se alle parole del direttore di corsa del Tour de France, Thierry Gouvenou - intervistato da Eurosport/Discovery - dovessero seguire i fatti, in futuro potremmo vedere sempre meno tappe disegnate per i velocisti. Sì, perché ASO non sopporta che i corridori prendano sottogamba i percorsi piatti e senza difficoltà, scatenandosi soltanto nel finale. Un discorso persino condivisibile, se solo gli organizzatori della Grande Boucle si rendessero conto che - a furia di arrivi sugli strappi - i velocisti hanno già adesso pochissime occasioni a loro disposizione. E dire che oggi hanno seriamente rischiato di buttarla via, concedendo a Mathieu van der Poel e Jonas Rickaert - scattati dopo poche centinaia di metri - un vantaggio superiore ai 5'. Soltanto il lavoro estenuante di quasi tutte le squadre dei velocisti ha scongiurato la beffa o il colpaccio (a seconda dei punti di vista, naturalmente). E tutti noi dobbiamo essere riconoscenti al pluricampione del mondo, che ha acceso una tappa altrimenti povera di spunti con un'azione soltanto all'apparenza insensata. Già, perché i capricci di Eolo - che non hanno peraltro messo in difficoltà gli uomini di classifica - hanno più volte fatto pendere la bilancia in favore del figlio e nipote d'arte, che è arrivato a 700 metri da una clamorosa impresa sul traguardo di Chateauroux. In mancanza degli uomini di fatica, i velocisti non hanno potuto nascondersi. E il più lesto di tutti, Tim Merlier, ne ha approfittato per battere nuovamente un colpo, beffando Jonathan Milan, che pure aveva lanciato la volata per primo ai 200 metri. In vista della prima sfida sulle montagne, Tadej Pogacar - sempre in maglia gialla - perde il suo pretoriano più fidato: dopo due giorni di sofferenza, infatti, João Almeida ha dovuto alzare bandiera bianca.

La cronaca della 9ª tappa del Tour de France

L'ultimo giorno di quiete - almeno sulla carta - prima di salire in quota: il 112° Tour de France prosegue con la 9ª tappa, da Chinon a Châteauroux per complessivi 174,1 km. Benché il percorso non sia completamente piatto, non si segnalano strappi o salite che possano sgranare il gruppo o mettere in difficoltà i velocisti. Certo: il vento - segnalato negli ultimi 40 km - potrebbe rendere decisamente effervescente il finale. Tuttavia, il pronostico dovrebbe essere ugualmente rispettato sul rettilineo conclusivo, che misura 1500 metri.

La cronocoppie della TotalEnergies verso Laval ha fatto scuola: pochi metri dopo il via ufficiale, infatti, si avvantaggiano due uomini della Alpecin-Deceuninck, il belga Jonas Rickaert (Alpecin-Deceuninck) e l'olandese Mathieu van der Poel (Alpecin). Senza battere ciglio, il gruppo concede il via libera ai due compagni di squadra, che hanno già accumulato un vantaggio superiore ai 3' in vista del traguardo volante de La Belle Indienne (Sérigny), dove passa per primo l'iridato di Glasgow 2023. Alle loro spalle, l'italiano Jonathan Milan (Lidl-Trek) regola comodamente l'eritreo Biniam Girmay (Intermarché-Wanty) e il belga Tim Merlier (Soudal Quick-Step). In vista del km 40, si registra la caduta di 4 corridori: il britannico Sam Watson (INEOS Grenadiers), il ceco Pavel Bittner (PicNic PostNL), il norvegese Søren Wærenskjold (Uno-X Mobility) e lo spagnolo Ion Izaguirre (Cofidis).  

Con il passare dei chilometri, i due battistrada sfondano il muro dei 5' di vantaggio, arrampicandosi fino a 5'30" (-117) sul gruppo, trainato esclusivamente dagli uomini della Lidl-Trek. Poco più avanti, invece, finisce a terra il tedesco Georg Zimmermann (Intermarché): nonostante le vistose abrasioni sulla coscia e sul gomito, il campione nazionale in linea riprende la strada. Nel frattempo, Rickaert e van der Poel continuano a tenere sotto scacco gli inseguitori: 4'55" da difendere negli ultimi 85 chilometri della corsa. Intorno ai -80, un colpo durissimo per la maglia gialla, lo sloveno Tadej Pogacar (UAE Emirates-XRG): il ritiro del portoghese João Almeida (UAE Emirates), in evidente sofferenza nella prima parte della tappa, trascorsa perennemente in fondo al gruppo. L'incidente di venerdì a Mûr-de-Bretagne - in cui si è procurato la frattura di una costola - non gli ha lasciato scampo. Ed è un vero peccato che la corsa perda Almeida, tra i possibili candidati al podio finale nonostante fosse sbarcato in Francia per aiutare il campione del mondo.

Di punto in bianco, la corsa si accende alle spalle dei primi quando mancano 71 km a Châteauroux: il vento laterale mette subito alla frusta una ventina di uomini, tra i quali il britannico Oscar Onley (PicNic) e il belga Wout van Aert (Visma-Lease a Bike). Entrambi, però, riusciranno a chiudere sul gruppo dei migliori.

In vista degli ultimi 60 km, due squadre si assumono la responsabilità di condurre l'inseguimento: la Free Palestine e ancor più la Jayco-AlUla, pilotata dal campione nazionale svizzero Mauro Schmid (Jayco-AlUla). Una prima spallata ai propositi di Rickaert e van der Poel? Il cronometro dice di sì, seppure con circospezione: ancora 3'14" di margine a 56,5 km dal capolinea. La collaborazione offerta da Arkéa-B&B Hotels e Tudor riduce ulteriormente il margine a disposizione dei primi due, che si presentano ai -50 con 2'33" da difendere.

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Jonas Rickaert e Mathieu van der Poel all'attacco nella tappa di Châteauroux © Profilo X Le Tour de France

L'insidia del vento laterale torna ad affacciarsi ai -35 dal traguardo: non solo le formazioni dei velocisti, ma anche la UAE Emirates-XRG e la Red Bull-BORA-Hansgrohe si portano nelle prime posizioni. Com'era nelle previsioni, il gruppo si spezza in tre: sia gli uomini di classifica, sia i velocisti si fanno trovare pronti. Questa accelerazione erode ulteriormente il vantaggio a disposizione di Rickaert e van der Poel, cui restano soltanto 1'20" alle soglie dei -30. Un ulteriore forcing della Visma-Lease a Bike allunga produce un'altra frattura in gruppo, ormai ridotto a un centinaio di unità. In ogni caso, nessun uomo di classifica perderà le ruote dei migliori. Nel frattempo, prosegue la cronometro a coppie degli Alpecin: 38" di vantaggio a 22 km dal capolinea.

Tuttavia, il calo del vento attenua la velocità in testa al gruppo. Ne beneficiano proprio Rickaert e van der Poel: 1'20" da difendere ai -16. I due compagni di squadra si spendono fino in fondo per realizzare un numero a dir poco sensazionale: ancora 59" di vantaggio a 10,5 km dalla fine. Alle loro spalle, si alternano i Tudor - per l'italiano Alberto Dainese (Tudor) - i Bahrain-Victorious, schierati intorno al tedesco Phil Bauhaus (Bahrain-Victorious) - i Groupama-FDJ, al servizio del francese Paul Penhoët (Groupama-FDJ), e gli stessi Lidl-Trek. Nel frattempo, il norvegese Stian Fredheim (Uno-X Mobility) è costretto a uno slalom tra le ammiraglie per agganciare il gruppo, complice un incidente meccanico a 12 km dalla fine. 

Il braccio di ferro continua a essere appassionante: 35" di vantaggio a 7,5 km dalla fine, 30" ai -6, quando si sfila Rickaert. A questo punto, van der Poel ingaggia la sua sfida personale contro gli inseguitori, pilotati dagli Uno-X e, in un secondo tempo, dagli Arkéa e dagli EF EasyPost, in corsa con l'italiano Vincenzo Albanese (EF EasyPost). Il lavoro di interdizione del belga Emiel Verstrynge (Alpecin) rallenta una volta di più i tempi del riaggancio: 22" a 4 km dalla fine, 12" ai -3. Van der Poel soffre nei tratti di contropendenza e, dopo aver pedalato con le gambe e il cuore, sente il fiato sul collo del gruppo: 8" a 1500 metri dalla fine. Albanese prova a sorprendere la concorrenza, riportandosi sul fuoriclasse olandese agli 800 metri dal traguardo. Volata anarchica e senza treni, dunque: Milan lancia la sua progressione ai 200 metri, a fil di transenne. Alla sua sinistra, Merlier rimonta con decisione e - sfruttando la strada in leggerissima discesa - supera il friulano negli ultimi 30 metri, conquistando il secondo successo parziale al Tour dopo l'acuto di Dunkerque

12° successo dell'anno (62 in totale) per il 32enne belga davanti a Milan e al suo connazionale Arnaud De Lie (Lotto). A seguire Bittner, Penhoët, Girmay, Bauhaus, il belga Jordi Meeus (Red Bull), Fredheim e l'australiano Kaden Groves (Alpecin).

Classifica generale pressoché invariata alla vigilia del primo test in quota: Pogacar in maglia gialla con 54" sul belga Remco Evenepoel (Soudal, molto attento nelle situazioni critiche generate dal vento), 1'11" sul francese Kévin Vauquelin (Arkéa-B&B Hotels), 1'17" sul danese Jonas Vingegaard (Visma) e 1'34" sullo statunitense Matteo Jorgenson (Visma), che ha scavalcato un esausto van der Poel.

L'ordine d'arrivo

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Lunedì la prima sfida in montagna

Appena prima del giorno di riposo, il Tour de France si arrampica finalmente in quota: i 165,3 km della 10ª tappa (Ennezat - Le Mont-Dore/Puy de Sancy) si snodano sulle montagne del Massiccio Centrale. Subito dopo il via, si affronta il primo degli 8 GPM in programma: la Côte de Loubeyrat (2ª categoria, 4,2 km al 6,1% che si arrampicano al 12% nei primi 600 metri). A metà tappa, poi, si affrontano in sequenza altri tre GPM di 2ª categoria: la Côte de La Baraque - poco meno di 5 km al 7,4% di media e un breve tratto che sfiora il 9%; la Côte de Charade, 5100 metri al 6,8%, e la Côte de Berzet, 3400 metri con una pendenza media del 7,4% e punte superiori al 9%. Strada sempre accidentata fino agli ultimi 40 km, che propongono le ultime 4 salite: il Col de Guéry (2ª categoria, 3400 metri al 6,7% di media e un tratto all'8%), seguito dal Col de La Croix (3ª categoria), altri 3,4 km che salgono regolari al 5,7%. Prima di affrontare la breve scalata finale - un 2ª categoria di soli 3,3 km che si arrampicano costantemente all'8% - si scala anche il Col de la Croix Saint-Robert, un GPM di 2ª categoria che misura poco più di 5 km al 6,4%. Nessuna salita impossibile, specialmente se paragonata alle cime pirenaiche, alpine e al Mont Ventoux. Tuttavia, c'è già spazio per marcare le prime, vere differenze in classifica.

Diretta integrale dalle 12.50 circa su Discovery+ e su Eurosport 1 per gli abbonati a DAZN, Prime Video Channels e TIMVision. Collegamento su Raidue dalle 14.

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Carmine Marino
<p>Nato a Battipaglia (Salerno) nel 1986, ha collaborato con giornali, tv e siti web della Campania e della Basilicata. Caporedattore del quotidiano online SalernoSport24, è iscritto all'albo dei giornalisti pubblicisti della Campania dal 4 dicembre '23.</p>