Tadej Pogacar in trionfo anche a Mûr de Bretagne © Profilo X Le Tour de France
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Tour de France, il dopocorsa. Pogacar: «Gli attacchi della Visma mi hanno irritato»

Le altre voci dei protagonisti. Vingegaard: «Le gambe giravano bene». Healy: «La maglia gialla è un sogno». Simon Yates: «Ho colto quest'occasione, ma d'ora in avanti correrò soltanto per Jonas»

14.07.2025 22:58

Il primo test sul Massiccio Centrale ha in parte ridisegnato il volto della classifica generale del Tour, con il passaggio (momentaneo) di consegne tra Tadej Pogacar e Ben Healy, il primo irlandese in maglia gialla dai tempi di Stephen Roche. Ad ogni modo, l'arrivo a Le Mont Dore/Puy de Sancy ha dato risposte affatto parziali sull'andamento della seconda metà della Grande Boucle. Le voci e i commenti a caldo dei protagonisti nel consueto dopocorsa

Ben Healy: «È una favola»

Il più raggiante di tutti è il giovane corridore della EF EasyPost, che aveva già lasciato il segno nella tappa di Vire Normandie. «Sto vivendo una favola», le sue prime parole nella solita intervista a diffusione planetaria. «Se mi avessero raccontato tutto questo alla vigilia del Tour, non ci avrei creduto. Vestire la maglia gialla è semplicemente incredibile: va oltre ogni immaginazione. Sono orgoglioso di rappresentare l'Irlanda e di rendere giustizia al mio paese». Subito dopo, Healy si sofferma sulla sua prestazione: «Sentivo di avere una buona gamba. E la UAE Emirates ha sorprendentemente concesso spazio alla fuga. Non posso che ringraziare Harry Sweeny e Alex Baudin: sono stati eccezionali. Quanto a me, sono davvero felice di aver completato l'opera».

Simon Yates: «All'inizio non mi sentivo tanto bene»

Dal nuovo leader al vincitore di tappa: Simon Yates per la terza volta a segno sulle strade della Grande Boucle, dove aveva già conquistato due successi parziali nel 2019. «All'inizio non mi sentivo benissimo», esordisce il vincitore dell'ultimo Giro d'Italia. «I primi chilometri sono stati particolarmente combattuti e davanti c'erano corridori particolarmente competitivi. Ho quindi deciso di attaccare ai piedi dell'ultima salita, con la speranza di rimanere davanti. Anche per questo, ho voluto dare tutto». Nel corso dell'intervista, Yates ha ammesso che le fatiche della corsa rosa hanno condizionato il percorso di avvicinamento al Tour de France. Tuttavia, il gemello d'arte sente che la sua condizione sta crescendo: «Giorno dopo giorno mi sento meglio. Benché la prima settimana sia stata particolarmente impegnativa, mi sto trovando sempre più a mio agio. E sono proiettato verso i prossimi giorni di corsa», nei quali tornerà a rivestire il ruolo di regista in corsa della Visma-Lease a Bike: «Tutti noi corriamo per Jonas, il cui obiettivo è la classifica generale del Tour. Ciononostante, la tappa si è sviluppata diversamente e ho cercato di cogliere questa opportunità a piene mani. D'ora in avanti, sarò al suo completo servizio. Nei piani della squadra, avrei dovuto essere un punto d'appoggio per Vingegaard, ma il ritardo era troppo ampio e, pertanto, ho deciso di giocarmi le mie chances».

Pogacar: «Ero un po' irritato dagli attacchi»

Ceduta per la seconda volta la maglia gialla, Tadej Pogacar resta comunque il padrone della corsa. Eppure, il prematuro ritiro di João Almeida e la prestazione tutt'altro che incoraggiante di Pavel Sivakov hanno persuaso la Visma a saggiare i nervi del campione del mondo, che ha risposto con gli interessi sulla salita finale. Qual è l'umore del campione uscente a fine tappa? «Ero un po' irritato dai continui attacchi e, di conseguenza, ho deciso di portare un attacco ancora più serrato», le prime dichiarazioni rilasciate dal capitano della UAE Emirates-XRG ai media sloveni. «A un certo punto, ho notato che Lenny Martinez era ancora davanti a me dopo essere stato in fuga. Io mi sono messo alla sua ruota e ho tagliato il traguardo dietro di lui. Penso che questa situazione di corsa abbia per lui un significato molto più speciale di quanto non lo sia stato per me». Successivamente, Pogacar ha commentato il primo giorno di corsa senza il suo luogotenente: «Non è stato semplice: abbiamo appena perso João e, oltretutto, Pavel Sivakov si sta ancora riprendendo dai suoi malanni. In ogni caso, il nostro obiettivo non era farci attaccare dagli uomini della Visma né tantomeno tenere sotto controllo i loro stessi attacchi. Abbiamo fatto un buon lavoro e, per quel che mi riguarda, sono contento di aver lasciato la maglia gialla».

Vingegaard: «Le gambe hanno risposto bene»

La strategia a tutto campo della Visma ha dato i suoi frutti: Simon Yates ha vinto sul traguardo di Mont Dore, Jonas Vingegaard e Matteo Jorgenson hanno scalato un gradino della classifica, complice il tonfo nel finale di Kévin Vauquelin. In ogni caso, il danese può essere soddisfatto per aver tenuto la ruota del suo principale avversario:  «È stata una giornata incredibile per noi: abbiamo vinto la tappa e, quanto a me, posso essere soddisfatto per la mia condizione. Le gambe hanno risposto bene», il pensiero di Vingegaard prima di affrontare il lungo trasferimento verso Tolosa. «Volevamo inserire un corridore di qualità nella fuga e, per fortuna, si è inserito Simon, che ha poi conquistato il successo. Sono estremamente contento per lui». Vingegaard non ha speso una sillaba per commentare la tattica di squadra che ha tanto irritato Pogacar. In sua vece, ha parlato Victor Campenaerts, tra i 29 corridori all'attacco nella prima parte della corsa: «La tappa è stata molto impegnativa e, alla fine, sono venuti fuori gli uomini più forti. Abbiamo pensato che la rincorsa di Healy alla maglia gialla non andasse a nostro svantaggio. Tuttavia, avrei preferito che la UAE corresse dietro di noi in maniera più convinta e determinata. D'altro canto, però, sapevano che non avrebbe funzionato se avessero voluto metterci alla prova, almeno fino a quando un uomo della Visma non fosse entrato nella fuga», le prime battute a caldo del belga ai microfoni di Sporza.

Tadej Pogacar vince la settima tappa del Tour de France © Getty
Tadej Pogacar vince la settima tappa del Tour de France © Getty

L'entourage di Evenepoel: «Remco è soddisfatto»

Ha attaccato a sorpresa prima che i due grandi favoriti per la maglia gialla di Parigi si involassero verso il traguardo. Eppure, a fine tappa, Remco Evenepoel ha concesso un pugno di secondi a Pogacar e Vingegaard, che hanno preferito pedalare a ruota di Martinez anziché aumentare il margine sulla concorrenza. Il bicampione olimpico di Parigi 2024 ha lasciato al team manager della Soudal Quick-Step, Klaas Lodewyck, il compito di tirare le somme della giornata: «Nel complesso, la sua prestazione è stata positiva. Quei pochi secondi sono trascurabili dopo una tappa del genere, in cui tutti hanno nuovamente dato il massimo. Abbiamo pensato di anticipare i tempi dell'attacco, ma a causa del vento abbiamo indugiato. Successivamente, Pogacar e Vingegaard sono partiti in modo impressionante, ma alla fine sono rimasti tutti vicini. Remco è molto soddisfatto e si è sentito bene per tutto il giorno».

Evenepoel ha poi rotto il silenzio con un eloquente post su X, nel quale ha simpaticamente chiesto indicazioni per raggiungere la meta dell'agognato giorno di riposo.

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Carmine Marino
<p>Nato a Battipaglia (Salerno) nel 1986, ha collaborato con giornali, tv e siti web della Campania e della Basilicata. Caporedattore del quotidiano online SalernoSport24, è iscritto all'albo dei giornalisti pubblicisti della Campania dal 4 dicembre '23.</p>