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Non solo Bettiol: Education First perfetta

07.04.2019 19:24

Le pagelle del Fiandre: Deceuninck e Lotto Soudal in versione Potëmkin, Sagan e gli altri specialisti in ombra. Esordi da protagonista per Asgreen, Valverde e Van Der Poel


Alberto Bettiol - 10
Poco altro da aggiungere rispetto a quello che si è visto e si scriverà nei prossimi giorni: oggi l'atleta toscano era semplicemente il più forte di tutti e dimostrarlo gli è venuto quasi naturale. Più che nella condotta di gara, il plauso a questo ragazzo, cresciuto con calma e ragionevolezza per poi esplodere negli ultimi mesi, è nella preparazione certosina verso la gara e nella convinzione nei suoi mezzi, fattori indispensabili per arrivare ad un successo così prestigioso.

EF Education First - 10
Una rivincita dei "piccoli": le squadre di Vaughters sono sempre state delle ottime outsider nelle Fiandre, riuscendo spesso a sfoggiare ottime gare a dispetto di mezzi più limitati. Oggi, la sublimazione di tutto questo ha portato al ritorno alla vittoria in una monumento a 5 anni di distanza da Daniel Martin al Lombardia: la vittoria del giovane Bettiol parte da lontano, con la presenza di 3 chiocce di esperienza più che decennale come Matti Breschel, Sep Vanmarcke (7.5) e Sebastian Langeveld (8). Il primo si è mosso nelle complicate fasi centrali della gara, dove la squadra è stata presente in forze nell'azione a blocco oltre il primo Kwaremont; il secondo è stato al vento per 20 km buoni assieme a Van Baarle e Asgreen, per poi consumare le ultime energie tirando il gruppo per chiudere quando viene staccato; il terzo, in uno dei momenti migliori della sua carriera è semplicemente stato splendido, per l'essere presente nel gruppo dei migliori dopo tutti i muri, e fondamentale nel ruolo di stopper che è ossigeno per azioni solitarie di questo genere. Anche i restanti Modolo, Phinney e Scully sono stati dentro alla corsa fino all'esplodere delle fasi calde: giornata perfetta per loro.

Kasper Asgreen - 9
Per il secondo anno di fila, il secondo posto va a braccetto col premio combattività e va ad un danese; al posto del disperso Mads Pedersen quest'anno ci godiamo il coetaneo Kasper Asgreen, arrivato al professionismo appena un anno fa bruciando le tappe nelle fila della squadra più esigente. Protagonista del tentativo principale nelle fasi centrali della corsa, è riuscito a mantenere le ruote del gruppo principale con più disinvoltura dei suoi capitani per poi fagianare verso un'inaspettata seconda piazza, approfittando della confusione. Corridore da leggere sotto la voce "cagnaccio": l'anno prossimo potrebbe avere un ruolo più importante.

Mathieu van Der Poel - 7.5
Poteva essere il giorno di Van Der Poel oggi, non fosse che il campione del mondo di ciclocross è incappato in una di quelle sfortune che in queste gare devi preventivare, una foratura ai piedi del secondo Oude Kwaremont, e ci ha messo del suo per peggiorare la situazione cadendo. Per altri, sarebbe stata gara finita: l'olandese invece si è prodigato in una spettacolare rimonta, e nonostante le fatiche è riuscito a essere nel vivo della corsa e a scollinare primo tra tutti gli inseguitori di Bettiol sull'ultimo Paterberg. Lì forse l'errore, nel non tirare dritto ed aspettare invece avversari troppo cotti per tirare a sufficienza. Quarto posto finale comuque all'esordio al Fiandre: non male.

Alexander Kristoff - 7
Ha abbracciato molto bene il ruolo di spauracchio odierno, guadagnato sulla strada resistendo dove invece John Degenkolb (5.5) non riusciva a tenere. Arrivato allo sprint, prende il terzo posto con un'altra volata dei battuti vinta, dopo la Milano-Sanremo: nelle classiche è insomma il più veloce quest'anno, vista anche la vittoria alla Gand, da temere dunque anche alla Roubaix sebbene non gli abbia mai sorriso.

Alejandro Valverde - 7
Ci sarebbe da tirargli le corna, ad Alejandro: un corridore della sua caratura non può esordire al Fiandre a 38 anni, dopo aver rinviato più volte. Specie dopo quanto visto oggi: nessun timore reverenziale da parte del campione del mondo, il quale ha sgomitato, attaccato e lottato fino alla volata finale, che gli è valsa un magro ottavo posto. Persino la squadra gli è stata ben vicina, con Oliveira uomo d'attacco e Sütterlin rimasto con lui fino alle ultime battute.

Michael Matthews - 6.5
Altro corridore che ovunque si presenti risulta pericoloso, sebbene non vinca mai classiche di peso: gli va dato atto di aver corso il Fiandre con notevole disinvoltura, restando sempre nelle prime posizioni e soffrendo solo sull'ultimo Paterberg. Non dispiacerebbe vederlo più spesso sulle corse del pavé, soprattutto la Gent-Wevelgem, anche se il suo ruolo è adesso quello di uomo da battere alla ormai prossima Amstel Gold Race.

Oliver Naesen - 6
L'outsider belga arriva alla corsa più importante con una vigilia tormentata dalla "doccia fredda" della Gand. La giornata sembra molto storta: perde l'azione dopo il primo Kwaremont e fora nelle fasi calde ai piedi del Taaieneberg. Riesce comunque a riprendere il bandolo della matassa e a lottare coi migliori fino al settimo posto finale, sebbene quella odierna risulti la prestazione più opaca tra tutte le classiche finora.

Greg Van Avermaet - 6
Tra tutti i big se non altro è uno di quelli che si è preso più responsabilità con la sua squadra, che nella sua umiltà di mezzi ha comunque cercato di seguirlo quanto più possibile. È stato avanti, ha cercato anche di lanciarsi e tirare, ma è evidente che il Van Avermaet che stiamo commentando è un corridore in fase calante. Decimo posto più che onesto, e la consapevolezza che la vittoria alla Ronde probabilmente non si concretizzerà mai.

Wout Van Aert - 6
Per una volta abbiamo visto un Van Aert difensivo, almeno nelle fasi centrali: si sperava fosse il preludio a una prestazione finalmente vincente nelle classiche, invece anche oggi l'altro campione del ciclocross è arrivato in fondo senza energie ulteriori come tutti gli altri. Su strada deve decisamente imparare a stare meno al vento e nascondersi: dà l'idea che anche quando non attacca, sia uno dei corridori che consuma di più stando spesso nelle primissime ruote del gruppo.

Lotto Soudal - 5
Brutta gara, decisamente al di sotto delle proprie possibilità, da parte della formazione belga più rappresentativa dopo la Deceuninck: il momento peggiore nello strappo dopo il primo Oude Kwaremont, dove Tiesj Benoot resta solo nel gruppo di testa e tutti gli altri, compresi uomini esperti come Jens Keukeleire (6) e Tim Wellens (5.5), che devono mulinare per rientrare e non compromettere la gara. Nel finale la presenza in due con Keukeleire non viene sfruttata da un Tiesj Benoot (5.5) abbastanza impalpabile lì tra i migliori.

Peter Sagan - 5
Per vedere un Sagan così brutto bisogna tornare indietro al 2014, quando lo slovacco temeva di essere già un ex-corridore: non è andata proprio così ma le sensazioni sull'ex-campione del mondo non sono belle. Per gran parte della gara appare lucido ed in buone condizioni, ma poi, come sempre più spesso sta accadendo, perde di lucidità nel finale e finisce nelle retrovie sulle ultime salite. Resta comunque coi migliori, ma in vista della Roubaix da difendersi deve interrogarsi su questi cali di fondo.

Deceuninck - Quick Step 4.5
Quando si è il riferimento per tutti, il rischio è di dover inventarsi qualcosa di impossibile per andare a vincere. La Deceuninck nelle prime corse stagionali si è esposta tanto, forse troppo, svelando le sue carte migliori (Stybar e Jungels) e i mille modi che aveva per vincere le classiche del pavé. Ma all'appuntamento più importante questi uomini si sono presentati spompati, con uno Zdenek Stybar (4) irriconoscibile e staccato, ed un Bob Jungels (5.5) sofferente sull'ultimo Paterberg. È mancato nettamente, anche se si poteva immaginare, Philippe Gilbert (4.5), il quale in queste condizioni forse avrebbe fatto meglio a lasciare spazio ad uno dei tanti giovani di spicco del team (Senechal e Cavagna per esempio). Si salvano solo Yves Lampaert (6), da tenere d'occhio domenica alla Roubaix, ed ovviamente Asgreen. Tutto sommato non male la batosta di oggi, per un po' di sana alternanza.

Gianni Moscon - 6
Qualche segnale di ripresa per il trentino, visto nel vivo della gara con la prima azione seria nelle fasi iniziali, per poi tenere fino alle fasi finali e chiudere con un 42esimo posto a 2'20". Non ha brillato come del resto tutta la Sky (5,5), scioltasi nel finale, della quale si salva solo Dylan van Baarle (7), tornato animatore della gara anche se non ai livelli di due anni fa.

Matteo Trentin - 5
La grande vittoria italiana mitiga la delusione del corridore veneto, il quale sembrava davvero in una buona giornata, per poi invece sciogliersi come neve al sole nella sezione finale. 21esimo posto ad 1'58" e la possibilità a Roubaix ed Amstel di ribaltare un'altra stagione di classiche da battuto per il campione europeo.
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