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La rubrica pensieRosa #5 - La première del Premier

15.05.2019 20:27

Pillole di Giro 2019 in libertà: Giuseppe Conte ospite e starter, Dumoulin saluta nella pioggia (ma c'è lo zampino di Don Matteo). E Ciccone non sa neanche dove si trova


I promossi della Frascati-Terracina
Pascal Ackermann si sta imponendo come uno dei personaggi del Giro 2019, seconda vittoria per lui, maglia ciclamino rafforzata, e tanti sorrisi per tutti; a Louis Vervaeke è toccato l'amaro compito di aprire le danze del post-Dumoulin in casa Sunweb, è stato il fuggitivo più tenace della tappa e probabilmente lo rivedremo all'attacco in qualche frazione altimetricamente più tosta. Nota di merito infine per la direzione di corsa che ha optato per la neutralizzazione dei tempi nell'ultimo giro del circuito di Terracina: con le condizioni meteo che c'erano, una decisione che equivale a una colata di camomilla sullo stress del gruppo.

I rimandati sotto la pioggia
Il primo e più clamoroso dei rimandati di giornata è ovviamente Elia Viviani, continuiamo ad aspettarlo a braccia alzate (magari senza interventi successivi della giuria) ma a Terracina è rimbalzato pesantemente, ritrovandosi dimezzato a causa del freddo; il campo dei velocisti ci offre la possibilità di pescare a piene mani, oggi tocca anche a Caleb Ewan a cui è sfuggito il podio di giornata, e a Jakub Mareczko, che in questo Giro non è ancora riuscito a sprintare in maniera decente. Le "sue" tappe saranno le due dopo il primo riposo, lo aspettiamo tra Modena e Novi Ligure.

Si allunga il curriculum del premier Conte
Al di là di ogni appartenenza politica, possiamo dire che è una bella cosa che le istituzioni partecipino al Giro d'Italia, come accade da sempre in Francia (la visita del presidente transalpino al seguito di una delle tappe del Tour è un must)? Oggi è toccato al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che a Frascati ha accentrato su di sé un po' di attenzioni, lasciandosi peraltro pure prendere un po' la mano del protagonismo nel momento in cui ha intervistato Vincenzo Nibali sul palco. Conoscendo le sue abitudini, potrà aggiungere un'interessante riga sul proprio curriculum ("Giornalista di ciclismo inviato al Giro d'Italia"...), ma battute a parte questo riconoscimento all'importanza della corsa rosa non può che farci piacere.

Il Giro degli altri
Con la vittoria di oggi Pascal Ackermann dà una discreta mazzata nella classifica a punti, vola a 121 e Gaviria e Démare hanno 93 e 86 punti rispettivamente: la ciclamino ha già avviato le pratiche per prendere nazionalità tedesca. Tra l'altro tra un abbuono e l'altro il corridore della Bora-Hansgrohe riavvicina pure quelli che lo precedono nella classifica dei giovani, è quarto e il margine dal leader Miguel Ángel López è sceso addirittura sotto il minuto, a 53" (in mezzo tra i due ci sono Carthy e Sivakov). Ackermann uscirà domani dalla graduatoria per la maglia bianca, e nella tappa di San Giovanni Rotondo potrebbe rianimarsi la lotta per l'azzurra, sempre detenuta da Giulio Ciccone con 24 punti e 18 di vantaggio sul secondo, Bidard. Arnaud Démare non vince tappe ma se non altro scala la classifica della combattività, ora guidata da lui. Cambia nulla nelle fughe (Marco Frapporti sempre primo con 411 km) e tra i team, con la tris Bora-Mitchelton-UAE a ballare su distacchi ancora minimi. Da domani le cose si faranno più interessanti.

Ciccone dietro la lavagna: studi di più!
La più bella della giornata l'ha fatta proprio Giulio Ciccone, che deve aver studiato la cartina di giornata come uno scolaro un po' somarello ripete la lezione di geografia, e allora si ricordava vagamente che c'era una salita bella lunga in avvio, avrà pensato che fosse scontato trovare un traguardo Gpm in cima, e si è messo nella fuga partita subito al km 0. Dopo un po' qualcuno deve averlo avvisato che quell'ascesa a Rocca Priora (così come la successiva a Rocca di Papa, del resto) non avrebbe invece regalato alcun punto per la maglia azzurra, sicché si è rialzato. Con la stessa faccia attonita che aveva quella volta che era andato a raccoglier funghi e castagne nel mese di luglio.

E Dumoulin se ne andò sotto la pioggia
Si è presentato al via da Frascati, ha riempito tutti di speranza perché pareva davvero motivato a proseguire il suo Giro d'Italia dopo la caduta di ieri, ma la quinta tappa di Tom Dumoulin è durata appena un paio di chilometri: il tempo di capire che proprio non ce n'era, che il ginocchio faceva troppo male, che le condizioni per andare avanti erano inesistenti. Un peccato grande come il rimpianto che oggi ingombra l'anima dell'olandese. Se non altro c'è da dire che un addio sotto la pioggia ha almeno un che di romantico...

Dove c'è Don Matteo c'è ecatombe
Tutti conoscono Don Matteo, protagonista dell'omonima fiction Rai interpretato dal mitico Terence Hill. E molti sanno che il personaggio del prete detective è circonfuso da un'aura sinistra, dato che - stando alle sceneggiature delle varie edizioni della serie - Gubbio (città in cui sono ambientate le sue storie) dovrebbe risultare decimata da una sequela interminabile di omicidi, manco parlassimo delle banlieu delle più pericolose metropoli del mondo. Ieri il sacerdote in bicicletta era all'arrivo di Frascati. Ecco, magari vi chiedevate quale forza oscura avesse fatto fuori Dumoulin e Petacchi...
Notizia di esempio
Gaviria: «Colpa mia, son partito troppo presto»
Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!