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Sosa batte Valverde sui Pirenei, ma il murciano prenota il successo finale alla Route d'Occitanie

22.06.2019 16:39

Battaglia vibrante tra gli uomini di classifica, attacco da lontano di un gagliardo Sivakov, affondo dei colombiani nel finale, difesa eccellente del solito Valverde, vittoria di tappa di Iván Ramiro Sosa davanti allo stesso Alejandro, che resta leader della generale a un giorno dal termine. Questa la sintesi della tappa regina della Route d'Occitanie: la terza frazione della corsa francese, da Arreau a Hospice de France (salita sopra a Luchon), era una piccola cavalcata pirenaica di 173 km con un finale da Tour, e i corridori l'hanno onorata con un discreto spettacolo; e tra gli altri non ha sfigurato un Giovanni Carboni molto positivo.

Le salite presenti in avvio hanno come prevedibile messo tanto pepe nella corsa, fino alla partenza di un gruppo di 15 così composto: Stéphane Rossetto (Cofidis), Sergio Samitier, Óscar Rodríguez e Fernando Barceló (Euskadi Basque Country-Murias), Sebastián Henao (Ineos), José Joaquín Rojas (Movistar), Julen Amézqueta (Caja Rural-Seguros RGA), Hubert Dupont e Nans Peters (AG2R La Mondiale), Pierre Rolland (Vital Concept-B&B Hotels), Francesco Romano (Bardiani-CSF), Hernan Aguirre (Interpro Cycling Academy), Delio Fernández (Delko Marseille Provence), Thomas Vaubourzeix (Natura4Ever-Roubaix Lille Métropole), Franck Bonnamour (Arkéa-Samsic). Sulla Hourquette d'Ancizan sono scattati all'arrembaggio Rolland e Rossetto, seguiti più tardi da Peters che però dopo il Gpm si è rialzato.

Il gruppo seguiva a quasi 4' dai primi, e i corridori intercalati sono arrivati ad avere fino a 2'50" di ritardo, sicché gli Euskadi, presenti in superiorità numerica, hanno capito che toccava a loro operare: Samitier e Barceló si sono sacrificati per Rodríguez, che infatti ha poi dato seguito al lavoro dei compagni, attaccando sul Port de Balès, penultima salita di giornata. Su questa ascesa le posizioni si sono totalmente rimescolate: Rolland e Rossetto sono scoppiati, e Rodríguez (insieme ad Aguirre che ne aveva tenuto lo scatto) li ha ripresi e staccati. Quindi anche Peters e Dupont sono rientrati davanti, a formare un quartetto coi due latinos. Ma quel che più importava, dal gruppo dei big si muoveva Pavel Sivakov (Ineos), deciso a dare l'assalto alla maglia arancione del leader Alejandro Valverde (Movistar): un attacco della gittata di circa 40 km per il russo, che doveva recuperare 44" in classifica (alla partenza era decimo).

L'attacco di Sivakov ha selezionato decisamente il gruppo, con Valverde rimasto col solo Antonio Pedrero, e poi Rigoberto Urán (EF Education First) supportato da Joe Dombrowski, Tony Gallopin (AG2R), Eddie Dunbar e Iván Sosa (Ineos), e un brillante Giovanni Carboni (Bardiani) a comporre il drappello.

Sivakov ha raggiunto i battistrada, gruppetto da cui sulla discesa del Balès ha perso contatto Aguirre, mentre il drappello Valverde è arrivato a pagare fino a 50" dallo scatenato franco-russo. La salita finale, 10 km di ascesa fino a Hospice de France, ha visto subito la defaillance di Dupont ai -9. Sivakov ha continuato a darci dentro, assumendo su di sé il massimo del lavoro con Rodríguez e Peters alla ruota. Intanto dietro era la EF a prendere in mano la situazione, con Dombrowski che ha limato quasi mezzo minuto col proprio lavoro.

A 3 km dal traguardo, la stoccata di Rodríguez (già vincitore di tappa alla Vuelta lo scorso anno) che ha fatto malissimo a Peters e soprattutto Sivakov. Ma il capitano della Euskadi nulla ha potuto contro il veemente ritorno dei big: un forcing di Urán ha selezionato il drappello (out Carboni e Gallopin ai 2 km), poi ai 1800 metri è scattato forte Sosa, tallonato dallo stesso Rigoberto. Valverde pareva in affanno, ma si stava solo gestendo.

Rodríguez è stato preso e superato in un amen, e a quel punto la lotta era tra i due colombiani in testa e il leader della generale a inseguire: sono stati metri molto intensi, e Valverde passetto dopo passetto ha recuperato visibilmente terreno (staccando Dunbar e Rodríguez). Ai mille metri Sosa ha tentato un nuovo rilancio, ma ormai l'inerzia era tutta dalla parte del Campione del Mondo, che infatti ai 500 metri ha chiuso il gap.

Pareva la premessa per un nuovo successo di tappa del murciano, e invece Sosito gliel'ha fatta sotto al naso: ai 150 metri il giovane colombiano della Ineos è scattato per la sua volata, Valverde gli si è accodato ma non è più riuscito a saltarlo, accontentandosi del secondo posto di giornata. A 3" è stato cronometrato Urán, a 19" è arrivato Rodríguez, quindi nell'ordine d'arrivo troviamo Dombrowski a 24" con Gallopin, Dunbar a 34" e Giovanni Carboni ottavo a 40". Top ten completata da Valentin Madouas a 1'24" e Peters a 1'31", mentre Sivakov ha chiuso undicesimo a 1'39"

In classifica Alejandro Valverde rafforza la leadership: ieri il secondo (Dunbar) lo tallonava a 4", oggi sono invece 8 i secondi tra l'iridato e Sosa; terzo è Urán a 17", ben più distanziati gli altri: Gallopin è quarto a 42", Dunbar quinto a 45", Carboni sesto a 1'30", Dombrowski settimo a 1'48", Sivakov ottavo a 2'26", Peters nono a 2'32", Rodríguez decimo a 2'42". Domani quarta e ultima tappa da Gers-Astarac Arros en Gascogne a Clermont-Pouyguillès, 155 km di fatto tutti in circuito, 8 giri con un paio di salitelle che non dovrebbero provocare sconquassi in classifica, ma magari contribuiranno a rendere la frazione più interessante di quanto sarebbe stata con un semplice tracciato da velocisti.

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