Ciclismo Giovanile

Bagioli salva il bilancio dei nostri

21.07.2019 13:36

Il talento della Colpack firma l'unica vittoria italiana in questo Giro della Valle d'Aosta; la corsa è del belga Mauri Vansevenant


Dal nostro inviato


Si mettono in mostra gli Herrmann nella tappa di Cervinia, con loro Baroncini
Nel recente periodo era la tappa chiave, non solo per il posizionamento a chiudere l'evento quanto per la complessità del disegno. E invece quest'anno, complice un percorso estremamente impegnativo, l'ultima giornata del Giro della Valle d'Aosta ha proposto un epilogo soft per gli standard della corsa: la Valtournenche-Cervinia di 120.2 km prevede la dura ascesa di Fabiole a metà tracciato prima della lunga scalata sino ai 2000 metri all'ombra del Cervino.

Partenza alle 9.30 subito velocissima, e non poteva essere altrimenti dato che il via viene dato in discesa. Il primo a muoversi è un nome a sorpresa, dato che si tratta di un compagno di squadra della maglia gialla: è il belga Celestin Leyman (EFC-L&R-Vulsteke) a scattare sin da subito, venendo raggiunto al km 8 da un bizzarro quartetto. Bizzarro per la composizione: con Filippo Baroncini (Beltrami TSA-Hopplà-Petroli Firenze) allungano gli unici tre corridori superstiti della Herrmann Radteam, vale a dire Johannes Adamietz, Miguel Heidemann e Alexander Tarlton.

Il vantaggio sale, si ritira Bellicaud
Vano, invece, il tentativo di Simone Piccolo (Casillo Maserati) e Thomas Vereecken (Lotto Soudal  Under 23) di aggiungersi alla lista. I cinque al comando terminano così i quasi 18 km di discesa con oltre un minuto di margine sul gruppo, tirato dalla Kometa; l'unico ad essere assente è, con un po', di sorpresa, Jérémy Bellicaud. L'alfiere della Bourgogne Franche Comté è nelle ammiraglie già a metà discesa e, una volta in pianura, mette piede a terra. Una chiusura sotto le attese per chi a Valsavarenche aveva addirittura indossato la maglia gialla. Saranno poi altri cinque i ritirati di giornata fra cui Martin Marcellusi (Velo Racing Palazzago), Mattia Petrucci (Groupama-FDJ Continental) e Alex Raimondi (Casillo Maserati), tutti primi anno nella categoria.

Il vantaggio dei cinque cresce costantemente e al traguardo volante di Pont Saint Martin (km 45.1), dove Baroncini passa al comando, ammonta a 3'. Subito dopo il transito nella porta d'ingresso della Valle d'Aosta inizia la dura e stretta ascesa di Fabiole: tra i battistrada cede Leyman, dietro invece si lanciano all'inseguimento i già citati Piccolo e Vereecken assieme a Simon Guglielmi (Groupama-FDJ Continental), Jappe Pallesen (Danimarca) e Eugenio Sánchez (Lizarte), a cui si aggiungono poco dopo Samuel Mugisha (Dimension Data for Qhubeka) e George Kimber (Holdsworth Zappi).

La malasorte si accanisce su Leyman, i cinque incrementano
Allo scollinamento (km 52.1) è ancora Baroncini a passare per primo assieme ai tre tedeschi; Leyman insegue ad una ventina di secondi, il drappello a bagnomaria è a 3' mentre il gruppo non spinge ed è a 3'55". L'oscar della sfortuna di giornata va a Leyman: appena iniziata la discesa, il belga fora. Ma la sua ammiraglia, ovviamente, è in coda al gruppo, per ogni eventualità riguardante la maglia gialla. E così il ventiduenne deve farsi tutta la difficile discesa con la ruota bucata, venendo ripreso prima dagli inseguitori e poi anche dal gruppo, dove finalmente può trovare ristoro.

L'immediato dentello di Perloz è fatale ai contrattaccanti, tutti ripresi, con Kimber per ultimo, dal plotone; non accennano invece a rallentare i cinque, che al km 65 sono sempre sopra quota 3' di margine. E mentre dietro approfittano della pianura per alimentarsi, davanti viaggiano senza sosta portando a 5'10" il vantaggio proprio in concomitanza con lo sprint di Châtillon (km 92.7) vinto, senza sorpresa, sempre da Baroncini, primo anno che nelle ultime gare sta mostrando di essere un bel talento.

Baroncini tiene gli allunghi dei rivali, dietro il gruppo si riduce
L'opera degli uomini Herrmann Radteam è tutta indirizzata a favore di Adamietz: e così Heidemann si rialza subito dopo il traguardo volante, imitato da Tarlton dopo 7 dei 28 km della salita. E il capitano dei tedeschi vuole tastare il polso a Baroncini: il ravennate cede inizialmente qualche metro, ma poi è bravo a ritrovarsi e a rientrare. Nel gruppo, intanto, Dimension Data for Qhubeka e Groupama-FDJ Continental iniziano i preparativi in funzione dei rispettivi leader: tutti i gregari si alternano nell'opera, consentendo di passare il cartello dei meno 20 km con 3'10" di disavanzo.

Nel tratto più duro della salita, quello in prossimità dell'abitato di Valtournenche, a 13 km dalla conclusione Adamietz cerca l'attacco ma non sfugge a Baroncini il quale, poco dopo, cerca di ripagare con la stessa moneta, ottenendo il medesimo esito. Dietro cuciono alla grande e a 10 km dalla fine il gruppetto maglia gialla dista solo 1'50". Con Vansevenant rimangono solamente Ries, Hailemichael, Bagioli, Parra, Van Gils, Van Wilder e Inkelaar; dopo qualche momento complesso anche Buitrago, Chevalier e Hartley sono capaci di rientrare.

A 5 km dall'arrivo attaccano in tre, Bagioli va a vincere
La marcia dei big è inesorabile e la coppia al comando viene riagguantata già ai meno 8 km: il tedesco perde subito contatto, l'italiano poco più tardi. Una volta che il gruppetto diventa la testa della corsa, Inkelaar cerca di allungare, ma Vansevenant riporta sotto tutti. Lo scatto decisivo giunge a 5 km dal termine, in uno dei pochi tratti duri del finale: Michel Ries attacca e solo Andrea Bagioli e Maxime Van Gils sono capaci di restare assieme.

Il trio collabora, diversamente da quanto avviene dietro dove Inkelaar cerca di ricucire senza avere aiuto dagli altri; e così i tre si involano, passando ai meno 3 km con 25" e scollinando al gpm, a 1500 metri dalla fine, con mezzo minuto. La marcatura fra i tre arriva solo all'interno dell'ultimo km, nel lungo rettilineo prima in discesa e poi in salita sino al paese: la volata viene lanciata in prima piazza da Van Gils che viene recuperato metro dopo metro da Andrea Bagioli. Il nativo della Valmalenco lo supera ad una cinquantina di metri dalla fine, conquistando un successo liberatorio dopo un Petit Tour non andato come voleva. Per il corridore del Team Colpack è il settimo successo stagionale, il primo negli ultimi due mesi. E anche per l'Italia è una buona notizia, dato che il rischio di chiudere senza vittorie è stato evitato all'ultimo.

La classifica generale è di Mauri Vansevenant
Secondo Maxim Van Gils, quindi terzo è Michel Ries. Quarta piazza a 10" per un Santiago Buitrago arrabbiato con se stesso per non aver compreso la pericolosità del tentativo. Tutti gli altri si sfidano in volata a 13" dal vincitore e nell'ordine chiudono Maxime Chevalier, Ilan Van Wilder, José Félix Parra, Adam Hartley, Kevin Inkelaar, Mulu Hailemichael e Mauri Vansevenant. I due sconfitti di giornata sono Filippo Conca, diciassettesimo a 1'28", e il vincitore di ieri Juan Pedro López, trentesimo a 5'32".

Per la seconda volta nella storia dopo Luc Wallays nel 1983, il Giro della Valle d'Aosta va ad un belga, nella persona di Mauri Vansevenant. Congratulato dai genitori, il giovane della EFC-L&R-Vulsteke consolida ancor più la nomea di essere uno scalatore di vaglia per il futuro del ciclismo fiammingo. Con lui sul podio salgono un sorprendente Adam Hartley a 4'30" e Kevin Inkelaar a 9'18", primo tra quanti hanno dovuto aver a che fare con il maxi ritardo della prima tappa.

Completano la top ten Maxime Chevalier a 11'38", Mulu Hailemichael a 11'57", Santiago Buitrago a 13'21", Filippo Conca a 14'36", Ide Schelling a 16'15", Juan Pedro López a 17'58" e José Félix Parra a 19'17". Vansevenant si prende anche la maglia di miglior giovane, Inkelaar quella rossa a punti e Hailemichael quella a pois degli scalatori. Sipario dunque sull'edizione 56 del Giro della Valle d'Aosta, che lascia in dote momenti buoni e meno buoni. Quello che non manca, come sempre da queste parti, è lo spettacolo.
Notizia di esempio
Un finale ancora tutto da scrivere