Professionisti

Hodeg interrompe l'egemonia di Bennett

16.08.2019 16:20

L'ultima volata del BinckBank Tour vede il colombiano della Deceuninck impedire il poker dell'irlandese. Tim Wellens resta leader


Alla fine il dominio di Sam Bennett al BinckBank Tour è stato rotto di forza con una volata perfetta: il colombiano Álvaro Hodeg l'ha battuto ottenendo il suo sesto successo stagionale, un risultato importante in una squadra dove è difficile essere capitani, rimpiazzando Gaviria come colombiano preferito nel cuore della dirigenza. Un Hodeg che anche quest'anno non è stato presentato a grandi appuntamenti, complice la concorrenza interna, ma si prepara a diventare almeno dall'anno prossimo un riferimento importante per il team, con Viviani che diventerà un concorrente. Lui che non ha ancora disputato, in due anni di professionismo, né un GT né una grande classica.

La fuga definitiva solo dopo 70 km
La tappa più lunga del BinckBank Tour è anche quella che sulla carta ha meno da dire: 191 km tutti nel Limburgo, da Riemst (Belgio) a Venray (Paesi Bassi), complessivamente pianeggianti se si eccede qualche strappetto nei primi chilometri. In realtà la tappa si fa inaspettatamente veloce e tirata, anomala considerando la caratura della corsa, per via di una certa mancanza di accordo sulla fuga da portar via.

Devono passare difatti più di 40 km prima che riescano ad andar via in 7: sono Carlos Verona (Movistar), Roy Curvers (Team Sunweb), Moreno Hofland (EF Education First), Senne Leysen (Roompot-Charles), Tobias Sprengers (Sport Vlaanderen-Baloise), Baptiste Planckaert (Wallonie - Bruxelles). E nonostante non sia un'azione che desti preoccupazioni a chissà chi, non riesce ad ingranare e andare oltre i 45". Dopo 70 km si forma il tentativo definitivo, con un quartetto: Jasha Sütterlin (Movistar), Robert Stannard (Mitchelton-Scott), Oscar Riesebeek (Roompot-Charles) e Wille Smit (Team Katusha Alpecin). Allungano, ma non prendono un largo margine: 2'30" il massimo del loro vantaggio.

Fuggitivi ripresi ai -4, niente battaglia per il Km d'oro
Il percorso finale è costituito da un circuito di 15 km circa attorno a Venray, da ripetere 3 volte. All'ingresso nel circuito, i fuggitivi hanno un vantaggio già ridotto ad 1'30", ma nel primo giro perdono comunque poco, scendendo ad 1'10". La presenza di passisti come Sütterlin spinge comunque le squadre dei velocisti a tenere alta la guardia, e di quattro davanti passando al cartello dei -15 con soli 30" di vantaggio. Riescono comunque a resistere fino e oltre il Gouden Km, collocato attorno ai 10 km dall'arrivo, negando eventuali lotte per gli abbuoni importanti ora come non mai a due tappe dal termine della corsa: venderanno cara la pelle dell'orso, venendo riassorbiti solo a 4 km dal termine.

In testa negli ultimi chilometri, si vedono principalmente gli uomini della Bora-Hansgohe per un'eventuale poker di Sam Bennett, ed in forze anche la Trek-Segafredo per Edward Theuns. Che parte per primo ai 200 metri lanciato da Mads Pedersen, ma non ha la spinta necessaria per andare a vincere: dalla sua ruota spunta Álvaro Hodeg (Deceuninck-Quick Step) con Bennett a ruota. È ottima anche la volata dell'irlandese, ma non ha il tempo materiale per superare l'uomo Deceuninck, il quale porta così la 55esima vittoria stagionale a suo team.

Terzo Theuns, ottimo quarto posto per Timothy Dupont (Wanty-Gobert) il quale precede Arnaud Démare (Groupama-FDJ), Kristoffer Halvorsen (Ineos), un sempre più impallato Dylan Groenewegen (Jumbo-Visma), Stan Dewulf (Lotto Soudal), Boris Vallée (Wanty-Gobert) e Boy van Poppel (Roompot-Charles). Altra brutta volata per Jakub Mareczko (CCC Team), partito forte ma riassorbito subito dal gruppo. Il finale è segnato anche da una caduta rovinosa sulle transenne, che vede coinvolti Alex Kirsch (Trek-Segafredo), Moreno Hofland (EF Education First) e soprattutto Heinrich Haussler (Bahrain-Merida), il più dolorante di tutti.

Domani la crono di Den Haag
Sarà di tutt'altro spessore la frazione di domani: 8.4 km a cronometro attorno a Den Haag, ovviamente piattissimi. Una prova che per sua natura non potrà risultare decisiva, ma che potrebbe diventare una sorta di feu rouge per Tim Wellens, considerando i due inattesi exploit stagionali, e permettergli di controllare senza attaccare nella tappa finale di Geerardsbergen. Dall'altra parte. Qualcuno dei passisti finiti ieri nel gruppo inseguitore (Søren Kragh Andersen e Stefan Küng su tutti, ma non dimentichiamo Philippe Gilbert) potrebbe approfittarne per colmare almeno parzialmente il gap rimediato nella tappa ardennese.
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