Mondo Continental

Michael Bresciani: «Basta sfortuna, voglio rifarmi»

15.02.2020 17:57

Intervista al mantovano, nuovo uomo di riferimento della D'Amico-UM Tools, alla vigilia del Trofeo Laigueglia


In un matrimonio o in una relazione il settimo anno è spesso associato alla parola crisi, per la formazione Continental D'Amico-UM Tools invece la settima stagione di attività sarà sinonimo di rinnovamento: la squadra gestita da Ivan De Paolis mantiene nomi e colori della scorsa annata, ma per questo 2020 ha scelto unito le forze con quello che fino al 2019 era il Team Cinelli, piccola formazione dilettantistica ligure diretta da Roberto Portunato. La sede ufficiale del team sarà ad Ancona, ma la base operativa si sposterà in Liguria dove si sono già disputati alcuni ritiri e dove in settimana è andata in scena la presentazione ufficiale della squadra che ci ha dato l'occasione di conoscere meglio questo progetto.

Negli ultimi anni la D'Amico non ha certo brillato a livello di risultati e per ritrovare le ultime vittorie bisogna andare indietro fino alla stagione 2016: una soddisfazione è arrivata nel 2019 con il bel rilancio di Jacopo Mosca, che dopo pochi mesi in squadra è riuscito a guadagnarsi una chiamata nel World Tour con la Trek-Segafredo che lo ha poi confermato anche per il 2020. Per il Team Cinelli invece il bilancio dell'anno passato è eccellente, perché il team manager Portunato è riuscito a gestire al meglio un budget non certo paragonabile agli altri squadroni di categoria, ottenendo vittorie, piazzamenti e lanciando il giovane colombiano Santiago Buitrago che ha firmato con la Bahrain-Merida ma continuerà a restare nella Valfontanabuona come base europea.

Questa sinergia tra due realtà differenti, porterà qualche novità nell'interpretazione della stagione per la D'Amico-UM Tools: nel calendario non ci saranno più solo gare professionistiche e semiprofessionistiche in Italia ed all'estero (Croazia, Slovenia, Polonia e Romania per dirne alcune, ma forse anche la Vuelta a Colombia ad agosto), ma la squadra si schiererà al via di alcune gare internazionali e nazionali del calendario italiano per Élite e Under 23. L'obiettivo è quello di dare ai più giovani la possibilità di esprimersi al meglio e di cercare risultati che possano motivare ed esaltare tutto l'ambiente: Valter Ghigino e Guido Draghi sono due di quelli da tenere d'occhio, così come l'ucraino Maksym Bilyi su cui lo stesso Portunato ripone grande fiducia.

Ma per il 2020 la D'Amico-UM Tools potrà contare anche su alcuni elementi che sono già Élite: Ivan Martinelli è al suo terzo anno in squadra ed è un po' il veterano del gruppo, ma a livello di esperienza i leader di questo gruppo saranno Michael Bresciani e Luca Raggio, entrambi reduci da due stagioni in una squadra Professional (Bardiani e Neri Sottoli rispettivamente) e ora determinati a rilanciarsi come ha fatto Jacopo Mosca lo scorso anno. Il ruolo dei due sarà quello di punto di riferimento per i tanti giovani dell'organico, aiutandoli a crescere anche in quelle dinamiche di gruppo su cui il direttore sportivo in ammiraglia, anche con la radiolina, può fare poco. È evidente, però, che su di loro peserà anche la responsabilità di portare risultati: grazie al suo spunto veloce, potrebbe essere proprio Bresciani ad interrompere il digiuno di vittorie della D'Amico-UM Tools e, alla vigilia dell'esordio stagionale al Laigueglia, ecco quello che ci ha raccontato.

Dopo due anni tra le Professional, "scendi" in un Continental: come è arrivato l'accordo con la D'Amico-UM Tools?
«Quest'inverno ho faticato un po' perché onestamente non sapevo bene cosa fare: all'inizio ho sempre cercato uno spazio in una formazione Professional e ho tenuto un po' da parte l'idea delle Continental. Verso fine anno però erano rimaste un paio di opzioni tra le Continental: la D'Amico-UM Tools mi aveva già cercato in passato e sono saltato al volo su questo treno, perché a quel punto non puoi più tergiversare e loro hanno preparato molto velocemente tutte le pratiche per la firma dimostrando che credono in me»

È stato difficile scegliere di fare questo passo indietro?
«Dopo un'esperienza in una squadra Professional credo che bisogna essere motivati al 100% per continuare la carriera in una squadra Continental per poter magari rilanciarsi. Non era una scelta facilissima, ma poi ho iniziato a pedalare perché la mia famiglia ci teneva e perché le persone che ho accanto mi dicevano che non avevo dato il massimo, e anche io credo di non aver mai avuto la giusta continuità in questi anni, anche per vari problemi. Purtroppo ho avuto abbastanza sfortuna, ma penso di essermi sempre comportato bene: in passato tra i dilettanti e anche tra i professionisti qualche uscita buona l'ho fatta, è mancata la continuità»

L'esordio stagionale sarà al Trofeo Laigueglia, come ti senti?
«L'inverno è stato difficile anche perché mi hanno diagnosticato un'ernia del disco e ho faticato parecchio: ho iniziato a pedalare dopo Natale, però sento che nelle ultime settimane la condizione è migliorata parecchio. Ovviamente, anche se mi sarebbe piaciuto perché quando sono in forma sulle salite mi difendo bene, domenica al Laigueglia sarà difficile arrivare davanti, però sarà un buon test per me, per mettere chilometri nelle gambe in vista delle prossime gare: faremo la Coppa San Geo e poi faremo una serie di corse tra Croazia e Slovenia. Come squadra faremo un calendario anche con qualche nazionale e internazionale con Élite e Under 23 e penso che lì bisognerà assolutamente dimostrare di andare forte e poi giocarsi bene le proprie chance nelle corse con i professionisti, perché il calendario italiano, che negli ultimi anni non ho mai fatto completamente, se sto bene può essere ottimo per me»

E fare bene nel calendario italiano, potrebbe aprire le porte per tornare in una Professional...
«Questo è sicuramente l'obiettivo chiave di questa stagione anche perché se non credessi di poter fare il corridore in una squadra Professional o anche qualcosa di più, penso che non ci avrei nemmeno riprovato. Invece penso comunque di essere un buon corridore, penso di non aver sfruttato abbastanza il mio potenziale negli ultimi anni, ma dagli errori si impara e da qui si deve andare avanti. C'è l'esempio di quello che ha fatto Mosca l'anno scorso proprio con la D'Amico-UM Tools: Jacopo è un buon corridore, anzi, un grande corridore. Lui non è un corridore particolarmente veloce, quindi fa fatica a fare risultato, ma la Trek ha visto le sue qualità ed è un ragazzo che può sicuramente stare nel World Tour. Io dovrò dimostrare anche di più facendo risultati e sicuramente sarà l'obiettivo primario provare a ripetere quello che ha fatto lui»

L'anno scorso qualche buon piazzamento era arrivato
«Avevo fatto un quarto e un quinto in Malesia lo scorso anno, poi altri piazzamenti in top 10 in Cina e Francia. Però sono stato un po' sfortunato, a metà stagione ho avuto un ascesso scrotale e sono stato fermo per un po': in più avevo un ruolo di supporto per Guardini, la squadra ci credeva ed era giusto dargli una mano, però ti trovi sempre nella situazione di inseguire un contratto e non sempre la testa ti supporta. Nel 2018 per guadagnarmi il rinnovo ho davvero dato tutto, magari l'anno scorso non ha funzionato la stessa storia»

Hai parlato di Malesia e Cina: per un corridore alle prime armi tra i professionisti, come è affrontare queste trasferte?
«Lo scorso anno la trasferta in Cina è stata praticamente di un mese, tra Xingtai, China I e China II: per un giovane sono trasferte buone per farsi conoscere, il livello è più basso ma non così tanto più basso che in Europa, è un altro modo di correre. Poi in volata tutti vogliono stare davanti, chi non ha gambe eccezionali prova comunque a tenere la posizione, ma è una cosa che fa parte del gioco»

A livello di preparazione, affronterai questo 2020 in maniera diversa dagli scorsi anni?
«Sicuramente in una squadra Continental si è un po' meno organizzati che in una Professional, anche perché i budget sono inferiori e tutto quello che ciò comporta, ma ero abituato già dalla scorsa stagione che non avevano un calendario definito al 100%: se andavi forti, ti guadagnavi il posto nelle corse più importanti. Quindi sono abbastanza abituato a cercare di essere a buon livello per tutto l'anno, è ovvio che poi con il calendario cercheremo dei picchi di forma soprattutto in corrispondenza di qualche corsa a tappe per poter sfruttare una buona condizione su più giorni di corsa attaccati»

Inoltre non ci si può nascondere troppo, la squadra punterà soprattutto su di te per fare risultati
«La squadra è giovane e penso che i giovani vadano un po' preservati e non gli si può chiedere troppo. Ci siamo io e anche Luca Raggio, che ho visto pedalare bene in questi giorni, che veniamo da un'esperienza tra le Professional: ovviamente lui è uno scalatore e non è tanto veloce, quindi o arriva da solo o fa fatica a vincere e lo dice lui stesso anche durante gli allenamenti; io invece ho la fortuna di essere più rapido e quando sto bene tengo anche in salita, quindi se sono davanti ho lo spunto per poter dire la mia in molte corse. Se così fosse, sarà un bel 2020».
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