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EFfervescenti a dir poco!

16.02.2020 20:23

Tour Colombia, la Ineos ci prova con Carapaz e Bernal, ma la risposta EF è schiacciante: Martínez vince l'ultima tappa su Higuita che conquista la generale davanti al compagno. E Caicedo completa la festa sul podio


Si è concluso il Tour Colombia 2.1 2020 con un altro trionfo degli atleti di casa dopo i successi di Egan Bernal nel 2018 e Miguel Ángel López nel 2019. A imporsi al termine della corsa è stato Sergio Higuita, ma soprattutto è stato un successo di squadra della EF che ha piazzato tre uomini sul podio (Martínez e Caicedo accanto al vincitore). Un esito che rimarca l'eccessivo sbilanciamento del percorso, con la cronosquadre d'apertura, vinta proprio dalla EF, a indirizzare troppo la generale, in assenza di salite troppo selettive nei cinque giorni successivi. A dire il vero la prestazione dei rosa di Jonathan Vaughters quel giorno fu realmente fenomenale, visti i distacchi inflitti alle rivali (46" agli Ineos in 16 km!).

Ma veniamo a oggi. La resa dei conti si è consumata sui quasi 10 chilometri della scalata di El Once (Alto Verjón), sede d'arrivo della sesta tappa, partita da Zipaquirá e lunga 182.6 km; il primo a muoversi è stato Óscar Sevilla (Medellín) ma poi il ritmo del Team Ineos ha selezionato via via il gruppo dei migliori, annullando qualsiasi movimento davanti. Il leader della corsa Sergio Higuita ha avuto una breve defaillance a causa di un problema al cambio, presto superato; stessa disavventura per Richard Carapaz, che ha direttamente cambiato bici ai -9, per poi rientrare rapidamente nel drappello dei big e mettersi a menare in favore di Egan Bernal, capitano in corsa.

Tra gli altri anche Fabio Aru (UAE Emirates) ha ceduto sotto i colpi della "Locomotora del Carchi"; ai 6 km Robinson Chalapud (Medellín), che già si era mosso in precedenza, ha prodotto un allungo seguito poco dopo da Freddy Montaña (EPM-Scott) e Miguel Flórez (Androni-Sidermec). Montaña si è presto staccato dai due connazionali, e ai 3 km il lavoro di un inesauribile Carapaz in versione supergregario è finito: a quel punto a Bernal non restava che proporre l'attesa accelerazione.

Alla prima botta di Egan hanno resistito solo in tre, ovvero Higuita e i suoi luogotenenti Daniel Martínez e Jonathan Caicedo, per una gran risposta EF all'assalto portato dalla Ineos; ai 2 km sono stati raggiunti Florez e Chalapud (che si è staccato), e il quintetto ha proceduto fino ai 500 metri, tutti a ruota di Bernal. Caicedo e poi Florez hanno mollato in vista del traguardo, e Bernal non è riuscito comunque nel suo obiettivo di agguantare almeno il podio dato che non ha messo spazio a sufficienza tra sé e Caicedo.

Ai 200 metri Daniel Martínez è scattato con forza, Bernal non ne aveva più per reagire, e la risposta è venuta da Higuita, che non voleva certo farsi beffare dal compagno proprio alla fine. I due EF sono arrivati praticamente in parata, a suggellare una settimana perfetta per il team americano in terra colombiana. L'ordine d'arrivo così recita: Daniel Martínez primo con Sergio Higuita a ruota; terzo Egan Bernal a 3", a seguire Florez a 9", Caicedo a 14", Chalapud a 52", quindi una coppia Colombia Tierra de Atletas-GW Bicicletas, Hernan Aguirre a 1'08" e Diego Camargo a 1'16", stesso distacco di Freddy Montaña; decimo Torsten Træen (Uno-X Norwegian DT) a 1'29".

La classifica si chiude con Sergio Higuita primo con 8" su Martínez, 34" su Caicedo, 55" su Bernal, 2'01" su Florez, 2'36" su Montaña, 3'09" su Esteban Chaves (qui con la Selezione Colombiana), 3'15" su Aguirre, 3'19" su Træen e 3'22" su Sergio Henao (UAE Emirates).

Prima della scalata finale qualcosa era già successo. La fuga del giorno si era mossa dopo oltre 10 km con 14 uomini: Álvaro Hodeg (Deceuninck-Quick Step), Matteo Jorgenson (Movistar), Etienne Van Empel e Umberto Marengo (Vini Zabù-KTM), Lars Saugstad (Uno-X Norwegian DT), Colin Joyce (Rally Cycling), Félix Barón (Illuminate), Maris Bogdanovics (Amore&Vita-Prodir), Fabio Duarte (Medellín), Juan Pablo Suárez (EPM Scott), Byron Guamá (Selezione Ecuador) e il terzetto della Orgullo Paisá formato da Johan Colón, Edison Muñoz e Sebastián Castaño. Il vantaggio massimo della fuga era stato di 3'30" al km 40, Guamá si era assicurato la classifica dei traguardi volanti, Duarte aveva fatto lo stesso con la maglia a pois di migliore scalatore transitando per primo su un paio di Gpm, e infine l'azione era stata annullata a 32 km dalla fine.


Quindi sull'Alto de Patios, penultima scalata di giornata, c'era stato l'attacco di Robinson Chalapud e Wálter Pedraza (Supergiros) a 28 km dalla fine, ma i due esperti corridori erano stati poi ripresi prima dell'attacco della salita del Verjón.
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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!