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Il professor Bennett manda tutti a l'École

07.03.2021 17:42

Si apre la Parigi-Nizza, l'irlandese vince la prima volata su Démare e Pedersen ed è il naturale leader della corsa. Porte torna subito a casa per una caduta


Non lascia niente per strada Sam Bennett, che dopo le recenti scorribande emiratine (UAE Tour, per intenderci) ha deciso di por fine al lunghissimo periodo di assenza irlandese dalla testa della classifica della Parigi-Nizza. Sicché, 31 anni dopo l'ultima volta di Stephen Roche (e nella corsa per eccellenza di Sean Kelly, aggiungiamo), il corridore della Deceuninck-Quick Step colma oggi la lacuna. Come? Vincendo la prima tappa, ovviamente: una volata nei pressi di Parigi (di Versailles, più precisamente), ragion per cui tutti ora la definiranno "regale". Il punto però è che in questo caso il luogo comune è assai veritiero, visto che lo sprint del 30enne di Wervik è stato davvero molto bello.

Riavvolgiamo la storia: 1a tappa della Parigi-Nizza, 165 km con partenza e arrivo a Saint-Cyr-L'École (capito il titolo???), percorso abbastanza facile con qualche insidia qua e là. Dopo 16 km Fabien Doubey (Total Direct Énergie) si è assicurato il titolo di primo fuggitivo della Course au Soleil 2021, viaggiando in solitaria fino a un +5' di vantaggio sul gruppo (limite raggiunto intorno a km 35 e poi mantenuto per un paio di decine di chilometri ancora). Il francese è rimasto al comando da solo finché, quando (ormai molto più avanti) era nel mirino, dal gruppo sono usciti Philippe Gilbert e Stefano Oldani (Lotto Soudal), Antony Perez (Cofidis, Solutions Crédits) e Christopher Lawless (Total), che ai -51 si son portati su di lui. Lawless però si è subito staccato, gli altri son rimasti in testa fino ai -30, amministrando un massimo di 30" sul gruppo tirato sempre dai team dei principali velocisti, ovvero Groupama-FDJ (Arnaud Démare), Deceuninck-Quick Step (Sam Bennett) e Trek-Segafredo (Mads Pedersen). Poi ha mollato anche Doubey, indi Gilbert-Oldani-Perez sono stati ripresi ai -27, e ai -25 ci ha provato Kobe Goossens (Lotto), rimasto in testa per 8 km.

Note a margine, più d'una. Michael Matthews (BikeExchange) ha conquistato 5" di abbuoni ai due sprint intermedi (secondo al primo, primo al secondo...), ma più rumore hanno fatto le varie cadute di giornata: Dylan Teuns (Bahrain-Victorious), Laurens De Plus (Ineos Grenadiers) e Ben O'Connor (AG2R Citroën) ai -65; Matthias Brändle (Israel Start-Up Nation) e Sander Armée (Qhubeka Assos) ai -40; Richie Porte (Ineos) ai -35. Ecco, Richie: se il suo doveva essere un ritorno denso di significati nel team in cui visse anni d'oro (quando ancora si chiamava Sky, ricorderete), a giudicare dall'esordio i sogni di gloria sarà meglio riporli. Il tasmaniano si è infatti dovuto ritirare in preda al dolore dopo aver provato a proseguire la frazione fino al traguardo. Seguiranno approfondimenti traumatologici.

Ancora prima dello sprint c'è stato tempo per un ultimo crash, a 900 metri dalla linea d'arrivo, con Miles Scotson (Groupama) che si era messo a lato dopo il turno di tiraggio nel treno di Démare, ma si è toccato con un B&B, ha urtato il marciapiede basso alla sua sinistra ed è andato giù, trascinando con sé vari colleghi tra cui Alexey Lutsenko, Ion Izagirre e Samuele Battistella (Astana Premier Touch), Daniel Arroyave (EF Education-Nippo), Sergio Henao (Qhubeka), Cyril Gautier (B&B Hotels p/b KTM). Quest'ultimo, peraltro, era stato da poco protagonista di una bella azione: insieme a Pierre Latour (Total), Søren Kragh Andersen (DSM), Edward Theuns (Trek), Mattia Cattaneo (Deceuninck), David De La Cruz (UAE-EMirates) e Kristian Sbaragli (Alpecin-Fenix) era emerso dal gruppo dopo l'ultimo traguardo volante, per un tentativo di contropiede di 7 km spirato a 10 dalla conclusione. Gautier era stato proprio l'ultimo a essere raggiunto dal gruppo.

Torniamo allo sprint: per una volta la Groupama non è riuscita a esprimere al meglio il proprio treno, arrivando forse un po' corta, fatto sta che ai 250 metri Arnaud Démare si ritrovava a fare a spallate con Jasper Stuyven (Trek) per tenere la ruota di Jacopo Guarnieri, mentre accanto a lui Joordi Meeus portava via Pascal Ackermann (interessante questo nuovo accoppiamento Bora-Hansgrohe). E non era ancora niente, perché ancora ai 100 metri doveva uscire il vero ammazzasette della situazione, Sam Bennett che ha scartato con ampio dribbling il rallentante Meeus, e nonostante ciò ha avuto abbastanza spinta dal guadagnare cinque metri su tutti, fiondandosi fortissimo sul traguardo, invano inseguito dal tardivo Démare e da Mads Pedersen (Trek), arrivato just-in-time per prendersi il terzo posto.

Ordine d'arrivo che prosegue con Jasper Philipsen (Alpecin), Bryan Coquard (B&B), Ackermann, Phil Bauhaus (Bahrain), Christophe Laporte (Cofidis), André Greipel e Rudy Barbier (nono e decimo posto per la coppia Israel Start-Up Nation); fuori area gli italiani, 15esimo Matteo Trentin (UAE) e 20esimo Giacomo Nizzolo (Qhubeka). La classifica generale è un misto dei piazzamenti al traguardo e degli abbuoni vari, per cui: Bennett ha 4" su Démare, 5" su Matthews, 6" su Pedersen, 8" su Tiesj Benoot (DSM), 9" su Ben Swift (Ineos) e Stuyven, 10" su Philipsen, Coquard e tanti altri (praticamente tutti). Domani da Oinville-sur-Montcient ad Amilly si replica: 188 km ancor più facili di quelli di oggi, unica avvertenza un leggero strappetto dai 1500 metri alla flamme rouge dell'ultimo chilometro, nulla che un velocista non possa superare a media potenza. E sì, insomma, chi vuole la rivincita la potrà subito chiedere a Sam Bennett.
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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!