Professionisti

Asgreen ribalta Mathieu e tutti i pronostici!

04.04.2021 16:41

Colpo di scena al Giro delle Fiandre: grande battaglia sui muri, volata a due e Kasper mette nel sacco Van der Poel. Van Aert scoppiato sul Kwaremont, terzo posto per Greg Van Avermaet


La croce bianca in campo rosso resterà per lui una scenografia. Lo sfondo di ogni incubo che potrà venire a popolare le sue notti, da qui e per un po'. Mathieu Van der Poel assaporava il secondo Giro delle Fiandre di fila, trovatosi come qualche mese fa a giocarselo in uno sprint a due. Ma se in autunno non era chiaro che potesse piegare Wout Van Aert, cosa che poi invece fece, stavolta nei chilometri che avvicinavano a Oudenaarde non c'erano troppi dubbi sull'esito che avremmo avuto: come fa, Mathieu, a perdere la volata da Kasper Asgreen?

Beh, come fa? Come ha fatto, esattamente. Non riuscendo a distanziare il danese, non trovando, in fondo a una corsa massacrante perché lui stesso l'aveva resa tale, con una sequela mai finita di aggressioni sui muri, non trovando - dicevamo - quello che cercava: lo spunto definitivo, la botta della vittoria, il colpo del kappaò. Tutto quello che invece si ritrovava, nei suoi quadricipiti e nei suoi polpacci, Kasper Asgreen. 26 anni, campione danese (la croce bianca in campo rosso è quella della maglia che indossa), uno che in questi ultimi anni si è fatto un nome a queste latitudini, e che milita peraltro nella squadra giusta, quella Deceuninck-Quick Step che continua a non sbagliare quasi un colpo: Julian Alaphilippe non ne ha a sufficienza oggi? No problem, abbiamo sempre un Asgreen da sganciare. Da lanciare, da mandare via a briglia sciolta, da mettere sul gradino più alto del podio. E che gradino, che podio, che corsa.

Wout Van Aert sarebbe stato il terzo uomo, come nel 2021 c'erano lui e Mathieu e un Deceuninck, ma in questo caso è stato lui a finire troppo presto le energie, sull'Oude Kwaremont, sull'ennesima rasoiata di MVDP. Neanche il podio poi per lui, anticipato - con altri - da Greg Van Avermaet, vecchia pellaccia mai tramontata. E quanto a pive nel sacco, gli italiani ne riportano assai. Avevamo Matteo Trentin che teoricamente se lo sarebbe potuto giocare, quel podio, dato che era nel gruppetto inseguitore: ma l'ennesima foratura è stata esiziale per il trentino della UAE, uscito dalla contesa prima dei due muri finali.

254 km di muri e di battaglia, il Giro delle Fiandre 2021 è partito con un vivace animus pugnandi che ha portato addirittura alla squalifica immediata di due corridori che facevano a spallate: Yevgeniy Fedorov (Astana-Premier Tech) e Otto Vergaerde (Alpecin-Fenix). Più avanti sarebbe stato fermato anche Michael Schär (AG2R Citroën) per aver gettato via una borraccia dove non si poteva (tra le nuove regole UCI in vigore da 4 giorni c'è anche il divieto di lanciare borracce ai tifosi). Tempi di giurie sempre più severe.

Al km 7 è scattata la fuga, cinque uomini all'inizio ovvero Jelle Wallays (Cofidis, Solutions Crédits), Stefan Bissegger (EF Education-Nippo), Fabio Van den Bossche (Sport Vlaanderen-Baloise), Mathias Norsgaard (Movistar), Mathijs Paasschens (Bingoal Pauwels Saucs WB); solo altri due uomini sarebbero riusciti a rientrare sulla fuga, più avanti al km 33: Nico Denz (DSM) e Hugo Houle (Astana). Il drappello di sette ha avuto sini troppo buon gioco, andando a prendersi fino a oltre 12' di vantaggio massimo (al km 100) e chiamando la decisa reazione di Jumbo-Visma e Bora-Hansgrohe in gruppo. Nella fase centrale la gara è scorsa piuttosto tranquilla, con qualche punturina qua e là (Kévin Geniets della Groupama-FDJ, poi Davide Ballerini della Deceuninck-Quick Step per un breve contrappunto, il tutto ai -91, il tutto sul Berendries), ma niente di che.

Ai -70 si è mosso Søren Kragh Andersen (DSM), ragazzo, sicuro di voler partire già qui? L'hanno lasciato un po' sfogare, poi hanno chiuso sul danese e già dietro l'angolo c'era uno snodo importante: -67, una caduta nelle prime posizioni del gruppo con Oscar Riesebeek e altri della Alpecin-Fenix, Kasper Asgreen e altri della Deceuninck-Quick Step, e Alexander Kristoff (UAE-Emirates) e moltissimi rallentati, a partire da Julian Alaphilippe. Ma il gruppo non ha infierito, ha aspettato che più o meno tutti i coinvolti si rimettessero in scia. Ai -57 un altro ruzzolone, abbattuti tra gli altri Arjen Livyns (Bingoal), Joris Nieuwenhuis (DSM), Alexander Edmondson (BIkeExchange). Con l'avvicinamento dei muri seri cresceva l'ansia nel plotone e questi sono i classici frutti del nervosismo serpeggiante.

Ai -56 Stefan Bissegger ha deciso che era arrivato il momento di involarsi e l'ha fatto sull'Oude Kwaremont, secondo passaggio. Lo svizzero ha frantumato la fuga, il gruppo ha preferito andar dietro al ritmo di Victor Campenaerts (Qhubeka Assos), e Stefan Küng (Groupama-FDJ) è pure caduto in salita. Ma in cima al muro le cose son cambiate nettamente, la Deceuninck ai 55 km ha cambiato lo scenario con un affondo di Yves Lampaert a cui Alaphilippe ha risposto con grande presenza e con gli altri della squadra a spalleggiare l'azione. Mathieu Van der Poel ha ben pensato di rispondere a tono e allo scollinamento ha piazzato un'accelerata a cui si è accodato solo un uomo: Kasper Asgreen.

Con due pezzi del genere al contrattacco la reazione non si è fatta attendere, nella fattispecie quella di Wout Van Aert (Jumbo-Visma), che ha visto che i due se la filavano e ha deciso che così non poteva proprio andare. WVA ha chiuso sulla coppia e riportato sotto un bel po' di contendenti, dai quali è subito ripartito Anthony Turgis (Total Direct Énergie).

Sul Paterberg ai -51 Asgreen ci ha dato ancora dentro, e di nuovo con lui si è mosso Mathieu, a riformare il duo degli incubi per Van Aert. E infatti puntualmente Wout si è rimesso in caccia perché lasciare 10" a quei treni poteva significare perderli per sempre. Ripresi ai -49, stavolta il contropiede è stato firmato da Tim Wellens (Lotto Soudal) con Tom Pidcock (Ineos Grenadiers), Florian Sénéchal (Deceuninck) e Marco Haller (Bahrain-Victorious). Dal gruppetto dei superbig, ai 48 mossa a sorpresa di Julian Alaphilippe: il Campione del Mondo è andato dietro al connazionale Christophe Laporte (Cofidis, Solutions Crédits) ed è rientrato sull'interessante quartetto. Dietro, con WVA e MVDP c'erano Asgreen in marcatura fissa, Turgis, Jasper Stuyven (Trek-Segafredo) e Dylan Teuns (Bahrain). Ma di lì a poco sarebbe rientrato su questi un altro bel gruppone comprendente tutta una serie di possibili protagonisti, da Peter Sagan (Bora-Hansgrohe) a Greg Van Avermaet (AG2R Citroën).

Così rinfoltito il plotone si è riavvicinato decisamente al gruppo Alaphilippe, ma l'iridato non voleva saperne di essere ripreso, sicché sul Koppenberg ai -45 ha staccato i compagni del gruppetto (il quale nel frattempo aveva ripreso quasi tutti i fuggitivi) e si è incamminato, raggiungendo in cima al muro anche Bissegger. Buona risposta di Pidcock e Laporte, e da dietro ennesima sgasata di Van der Poel che stavolta è riuscito a liberarsi dell'ombrosa presenza di Asgreen. Col Fenomeno è andato stavolta Wellens, e si sono accodati anche Turgis e Van Aert. Dietro, sparpaglìo impressionante.

Ai 43 l'aggancio: tra quelli che erano in mezzo e quelli usciti da dietro, MVDP, WVA, Wellens, Turgis, Pidcock, Laporte e Marco Haller (Bahrain) hanno raggiunto Alaphilippe e Bissegger. Non lontano un gruppetto con Asgreen e Sagan, ma i rapporti di forza parevano a questo punto ben chiariti. Matteo Trentin (UAE) ha provato a lanciare una campagna di recupero ai -39, mentre davanti era Haller a provare l'assolo. Ai 38 km il rientro del gruppetto Trentin-Van Avermaet-Asgreen-Stuyven anticipava di poco l'approccio al Taaienberg, muro 16 dei 19, e qui nuove bordate. A spararle, manco a dirlo, Van der Poel. A rispondere, manco a dirlo, Asgreen (che appena rientrato si era subito messo a tirare), Van Aert e Alaphilippe. E pure Dylan Teuns, a formare con Haller, preso strada facendo, una sorprendente accoppiata Bahrain.

I tre superfavoriti insieme al vincitore della Gand (supporto prezioso per Julian) e i due del team arabo, il sestetto aveva pochi secondi di margine ma tanti progetti per il prosieguo. In particolare Wout, che in questi casi spende sempre quel tantinello di troppo, forse. Quasi 20" messi insieme dai sei, la reazione di qualche grosso nome dietro (Pidcock con Dylan Van Baarle, Van Avermaet, Trentin, Stuyven, Turgis, Wellens, Laporte, Florian Sénéchal della Deceuninck, Gianni Vermeersch della Alpecin, Valentin Madouas della Groupama,Tiesj Benoot della DSM e Sep Vanmarcke della Israel Start-Up Nation), il margine è stato più o meno dimezzato, ma la sequenza dei muri continuava a non lasciare respiro e a tenere le ali fisse ai piedi di quelli davanti.

Muro 17, Kruisberg-Hotond ai -28, Alaphilippe ha messo Asgreen a fare l'andatura e poi ha accennato un allungo, col risultato di mettere un po' in croce i due Bahrain (soprattutto Haller), ma senza fare reale differenza. Da dietro è emerso forte Turgis, che in breve è riuscito a chiudere sul gruppetto buono, mentre Trentin si ritrovava con un'altra gomma forata, la posteriore. Rallentamento, cambio ruota e bestemmione in diretta mondiale, anche questo è Fiandre...

Haller ha tentato un disperato (nel senso letterale di "senza speranza alcuna") allungo subito dopo il muro, ma è stato di lì a poco, ai -27, che la corsa ha preso la sua piega definitiva: Asgreen ha prodotto un nuovo allungo, e sono andati con lui i dioscuri Wout&Mathieu. A questo punto Alaphilippe si è messo tranquillo a ruota degli altri tre staccati, avendo un compagno di gran caratura all'attacco, e si è predisposto a non vincere il Fiandre. 20" per il terzetto su Julian, Turgis, Teuns&Haller; 35" sul gruppo Van Avermaet: queste le posizioni alla vigilia della nuova accoppiata OK-Paterberg. Ma il terzo gruppo era destinato a riprendere il drappello Alaphilippe ai piedi dell'Oude Kwaremont, ai -20.

E allora, il Vecchio Quare: qui ancora Turgis ha mostrato di avere la gamba migliore nella categoria "resto del mondo", Van Avermaet si è mosso con lui (intanto Alaphilippe naufragava) e insieme hanno rosicchiato una decina di secondi ai battistrada, i quali procedevano in regolare e ordinato accordo, ma ai -17 ecco lo scatto numero 158 di Van der Poel, che qui ha distrutto Van Aert ed è scollinato da solo. Asgreen ha patito il cambio di ritmo ma non ha perso la testa, e ai -16 è andato a chiudere sul MVDP. Wout non lontano dietro, ma troppo lontano per quella che sarebbe dovuta essere l'impresa di chiudere su quei due. I quali hanno trovato subito la quadratura per collaborare fino al Paterberg.

WVA ci si è approcciato con soli 7" di distacco, li vedeva davanti a sé, ma quelli non lo aspettavano certo... E a metà dell'ultimo muro di giornata il RollingStone di Herentals si è decisamente piantato dopo aver dato tutto, transitando in cima con 18" di ritardo. La notizia era che qui Van der Poel non ha tentato nulla per disfarsi della compagnia del sempre pericoloso Asgreen. Ma dal suo punto di vista aveva la carta della volata, esercizio in cui era chiaramente superiore al danese della Deceuninck. Va detto che Asgreen, avendo dietro un uomo veloce come Sénéchal, ha collaborato pure troppo con Mathieu. Diciamo che ha interpretato con responsabilità e dignità il ruolo di nuovo big delle classiche, il che è pure comprensibile dato il palmarès (già secondo alla Ronde due anni fa, grande vincitore della E3 la scorsa settimana). E ha fatto tutto ciò anche presagendo che...

Ai 10 km il drappello Van Avermaet ha raggiunto Van Aert, 28" da chiudere sulla coppia regina, c'era ancora qualche spiraglio ma non troppi. Restava in ogni caso l'obiettivo podio per tutti i presenti. WVA non voleva arrendersi alla sorte avversa, dopo aver respirato ha dato una strappata con la quale ha staccato per un attimo di nuovo tutti, ma l'episodio segnalava che non c'era sufficienza di gambe, lì dietro, per andare a chiudere. Ai 3 km ecco lo scatto assassino, quello di Van Avermaet, che se n'è andato con Stuyven a inseguire il terzo posto di giornata, e così facendo ha tagliato fuori Van Aert, Sénéchal e gli altri.

All'ultimo chilometro Asgreen ha lasciato strada a Mathieu, prego tiri lei la volata. Abbiamo di fatto rivisto quanto accaduto in ottobre solo che allora c'era Wout al posto di Kasper. Ai 250 metri è partita la volata. Mathieu davanti ma l'altro non mollava. Non mollava e non mollava, non perdeva un centimetro, sempre a mezza bici, e non dava strada. E la luce si spense: ai 100 metri, forse meno, il Fenomeno olandese ha esposto il cartello out of business, game over, fine della fiesta.

Il colpo di scena era lì, davanti al non-pubblico, che se ci fosse stato sarebbe rimasto impietrito alla vista della sorpresa. Vedersi affiancare da Asgreen è stato troppo per Van der Poel, che di botto ha scosso la testa, niente da fare amici, sarà per l'anno prossimo magari. Per stavolta quello che festeggia, che urla, che si lascia andare all'entusiasmo del successo più ambito è Kasper Asgreen, che a 26 anni centra la vittoria della vita... almeno fino a oggi.

Van Avermaet ha staccato Stuyven nella volatina, a conferma che in capo a 254 km del genere per chi è più veloce non sempre quel che vale sulla carta vale sull'asfalto. Quarto podio per il vecchio Gregga nella Ronde. La volata per il quinto posto l'ha vinta Vanmarcke su Van Aert, Vermeersch, Sénéchal, Turgis e Van Baarle. Molto più indietro, Sagan si è dovuto accontentare dello sprint per l'ennesima posizione, su Kristoff: e gli anni '10 se ne vanno via, definitivamente, quasi...
Notizia di esempio
Niente pietre? Démare batte Bouhanni a La Roue Tourangelle. 3 italiani nei 10
Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!