Ciclocross

L'aria nuova di Honsinger e Vas, la crescita di Iserbyt

01.11.2021 19:32

Prime grandi affermazioni per Clara e Blanka nel weekend belga, tra gli uomini bottino pieno di Eli tra Overijse e Oudenaarde. Realini-Persico e Toneatti-Dorigoni a segno tra Brugherio e Guerciotti


Due giorni di fuoco si sono appena conclusi in Belgio. Gli occhi erano puntati su Overijse, per il Druivencross, il padre di tutti i cross, l'appuntamento più prestigioso e atteso dell'intero calendario, e su Oudenaarde, sede del Koppenbergcross, altra classica sentita ed amata dai belgi e dagli amanti della disciplina. Due tappe che racchiudono in loro l'essenza del ciclocross e che presentano circuiti assoluti, dove è possibile marcare la differenza sia con la tecnica che con la potenza. Il tutto condito, fortunatamente, con quell'elemento che abbellisce ogni cross: il fango.

Ma andiamo con ordine, partendo dalla prima corsa in ordine temporale: il Druivencross, quinta tappa di Coppa del Mondo. Grande attesa per la prova femminile, assenti Vos e Worst, ma presenti e pronte a lottare per la vittoria tutte le altre, ad iniziare dalla campionessa del mondo Brand e dalla leader di Coppa Betsema. È proprio quest'ultima a partire meglio, terminando in testa il lungo tratto di salita e pavé e approcciando davanti la prima discesa. Intruppate nella confusione dei box, Lucinda, Alvarado, Kastelijn, Van Empel e Van Anrooij perdono immediatamente contatto dalle prime posizioni, dove si forma un drappello composto dalla stessa Denise, da Vas, Pieterse, Van der Heijden (crollata dopo i 20' di corsa) una sorprendente ed eccezionale Persico, da Fouquenet (campionessa di Francia) e Clauzel.

Quest'equilibrio dura un battito di ciglia perché la fenomenale campionessa nazionale ungherese forza il ritmo portandosi dietro Betsema e la più giovane (!) Pieterse. Dietro è Honsinger, specialista su questi percorsi in condizioni proibitive, a guidare l'inseguimento. Al termine della prima tornata la situazione si è delineata e vede Denise sola in testa, seguita da Vas e Pieterse. Ben staccate le altre, con Kastelijn e Brand in piena rimonta. Il tracciato non è pero il più favorevole per un assolo della nativa di Texel e dunque verso la fine del secondo giro avviene il ricongiungimento fra lei e le inseguitrici, favorito anche da un errore tecnico di Betsema. A due quinti di gara è ormai chiaro a tutti che saranno le tre davanti a giocarsi la vittoria, mentre le altre dovranno farsi bastare un piazzamento. Da segnalare in questa fase la fuoriuscita dal secondo gruppetto di Kastelijn e Brand, ma soprattutto il gran recupero della diciottenne francese Line Burquier, a ridosso della top five.

Messa sotto pressione dal forcing alternato di Pieterse e Vas, con l'ungherese che pare gestire a proprio piacimento l'andamento della corsa, Denise commette un ulteriore errore in discesa, salutando definitivamente il treno della vittoria. Sarà quindi una U23 a conquistare la manche più nobile di CDM e nonostante la continua resistenza offerta da una stoica Puck Pieterse, molto solida nei tratti tecnici, è Blanka Kata Vas ad ottenere la sua prima vittoria in una delle tre challenge principali, coronando così una splendida condotta di gara. Seconda, come detto, la neerlandese Pieterse, giunta a 15". A completare il podio Brand (a 33"), rientrata su Betsema nel corso della quinta tornata, che sfila così alla connazionale, quarta, la maglia di leader di Coppa. Honsinger chiude quinta in leggera crescita rispetto ai primi giri, pagando 44" dalla vincitrice. Sesto posto di spessore assoluto per Line Burquier (primo anno U23) a 53", che precede Kastelijn (1'24"), Van Anrooij (1'36"), Silvia Persico e Fouquenet, battuta dall'italiana nella volata per il nono posto. Le altre azzurre, Lechner e Arzuffi, chiudono rispettivamente sedicesima e diciassettesima, a più di tre minuti dalla vincitrice. Teocchi 30esima a 6'. Solo quattordicesima Alvarado, che conferma le sensazioni lasciate a Zonhoven: tanto abile nella guida quanto lontana dalla sua condizione ideale quando si tratta di spingere e far valere la potenza.

Corsa ancora più incerta al maschile. La partenza buona è quella di Soete che prende subito un leggero margine ma viene braccato da Hermans, il quale prova la sortita solitaria, venendo però stoppato dalla coppia Pauwels Vanthourenhout-Iserbyt. Aerts, Van Kessel (in grande spolvero sui "suoi" tracciati fangosi), lo stesso Soete e un ottimo Verstrynge pagano qualcosa, ma non sono distanti. Van der Haar e Sweeck, invece, autori di due pessime partenze, salgono di giri col passare dei minuti e piano piano si avvicinano alla testa. Toon si disfa della presenza ingombrante dell'alfiere della Tormans e in conclusione del terzo giro si fa sotto ai tre di testa. Tre di testa che perdono un elemento quando Quinten cade in discesa e successivamente si ferma ai box per cambiare la scarpa, dicendo addio ad ogni velleità di vittoria e passando il testimone ad Aerts, il quale rientra sui due rivali.

Dal gruppo inseguitore, dove si segnala anche il nome del francese Dubau, esce Sweeck, in caccia di Van Kessel ed Hermans. Effettuato il sorpasso ai danni dei Tormans, Laurens può vedere la testa della corsa. È proprio qui che si fa la gara e allora Vanthourenhout cerca più volte di favorire Iserbyt, facendogli il buco quando è in testa o attendendolo quando questi è al gancio. Tuttavia trova un Toon Aerts sempre pronto e attento a rispondere. Nel corso del sesto giro, rientrato davanti per breve tempo Sweeck, è lo stesso Toon ad attaccare, ma Michael non si fa sorprendere e chiude immediatamente. Nella settima e ultima tornata Iserbyt si gioca il tutto per tutto e, approfittando della stanchezza di Aerts, s'invola verso un'insperata vittoria solitaria.

Doppietta per la Pauwels, dato che Vanthourenhout arriva secondo a 9". Allunga ancora in classifica il campione europeo, che ora può contare su un solido margine di sicurezza in vista delle prossime prove. Completa il podio Aerts, a 26", quarto Sweeck a 46" (per lui una tattica di gara simile a quella messa in atto nella tappa di Dendermonde nel 2020), quinto un impreciso Hermans a 1'02", davanti a LVDH, sesto a 1'11", Van Kessel, settimo a 1'23" e Vandeputte, ottavo a 1'53". Uno stratosferico Cameron Mason (oggi secondo nella prova riservata agli U23 dietro al campione del mondo Ronhaar e Thibau Nys) chiude nono, precedendo un altro giovane, Ryan Kamp. Si rivede nelle prime posizioni un nome conosciuto, Joris Nieuwenhuis, in forza alla DSM.

La battaglia del Koppenbergcross
Oggi si è corso invece sul durissimo tracciato del Koppenbergcross: grazie al fango e al profilo altimetrico del circuito, oltre che alle intrinseche difficoltà di stampo tecnico, la prima prova dell'X2O Bakdamers Trofee ha offerto una corsa femminile divertente e incerta fino all'ultimo giro. Partita a scheggia, come fa sempre, Helene Clauzel, sono state Betsema e Kastelijn a forzare per prime, dopo aver scollinato una prima volta il muro presente anche al Giro delle Fiandre (da un altro versante, ovviamente). È stato però il rettilineo con i box a marcare la differenza. Davanti in tre, oltre alle sopracitate Denise e Yara anche la vincitrice del 2020 Worst. Subito a ruota Brand, Alvarado, Vas. Un po' staccato un gruppetto comprendente Honsinger, Arzuffi e Van Empel.

Al secondo passaggio sul Koppenberg è Betsema ad andarsene tutta sola, ma è evidente che, a differenza di ieri, è un'azione che può portarla alla vittoria. Vas rimonta in un attimo tutte le rivali e si porta, assieme a Kastelijn e Honsinger, a un passo dalla battistrada. I secondi bonus vengono così spartiti: 15" a Betsema, 10" a Honsinger e 5" a Kastelijn. Rimangono attardate invece Brand, Alvarado e Worst, che non ha ancora ritrovato il colpo di pedale che le aveva permesso di sfidare Lucinda ad Ostenda. Durante il secondo giro avviene l'aggancio: Clara prende Denise e si forma la coppia che si giocherà il successo. Vas va leggermente in tilt proprio nella seconda tornata e perde terreno anche rispetto ad una Kastelijn in difficoltà nei tratti tecnici, poi però nel penultimo giro si riprende e stacca la stessa Yara.

Davanti è la campionessa americana che prova ad allungare, sfruttando la propria forza sul Koppenberg, dove per ben due volte prende margine rispetto a Betsema, che prontamente recupera nei pezzi più scorrevoli del circuito. Si arriva al suono della campana con una situazione oramai cristallizzata che vede Honsinger con un bottino di nemmeno 10" sulla prima inseguitrice. Non c'è spazio per le rimonte perché Clara gestisce con maestria il vantaggio e si prende la prima grande vittoria a livello mondiale, dando distacchi abissali a tutte. Onore delle armi a Vas e Kastelijn, terza e quarta a 35" e 1'42". In chiave classifica generale giornata positivissima per Betsema (seconda a 12"), che guadagna tantissimo sulle rivali dirette, cioè Brand (quinta a 2'01", dopo un breve blackout tra la fine del secondo e l'inizio del terzo giro) e Alvarado, sesta a 2'12", la quale può guardare con fiducia ai prossimi appuntamenti, il campionato europeo su tutti, dopo questa prova in crescendo. Delusione per Worst, settima a 3'01", che precede Van Empel e le due sorelle Clauzel, prima Helene e poi Pierrine. Appena fuori dalla top ten la campionessa d'Italia Alice Maria Arzuffi, undicesima a 5'03".

Molto più lineare l'andamento di gara al maschile, dove Iserbyt prova dal primo metro ad allungare, venendo stoppato prima da Thijs Aerts e poi dal fratello Toon. Sono i due favoriti della vigilia ad andarsene in solitaria e dividersi i secondi bonus (15 a Eli, 10 a Toon), ma la velocità con cui Iserbyt affronta il Koppenberg si rivela essere troppo anche per Aerts, il quale cede e va avanti col suo passo. Dietro sono Vandebosch, Vanthourenhout e Van Kessel che provano ad avvantaggiarsi, ma, uno alla volta, si devono piegare alla rimonta di Lars van der Haar, che in questo scorcio di stagione sta dimostrando una solidità ottima, che nelle ultime annate non lo aveva di certo contraddistinto.

Nel bel mezzo del cross inizia anche a piovere e ciò va a leggero vantaggio di Toon Aerts che può, sfruttando le sue doti nel fango, limitare i danni, cedendo solo 24" al campione europeo. LVDH chiude sul podio pagando 1'18". Distacchi che si contano con la clessidra per tutti gli altri, a iniziare dal quarto, Corné Van Kessel, (2'41"). Vandebosch (quinto a 2'47") conferma di aver fatto uno step in avanti in corrispondenza del cambio di categoria, diventando un uomo da costante top ten. Sorprendenti le prestazioni dei due Deschacht, i quali, in assenza dei capitani Soete e Baestaens, fanno sesto (Meeusen) e settimo (Loockx). A chiudere la top ten Vanthourenhout, piantatissimo sul Koppenberg, Adams e Thijs Aerts.

Da questo weekend lungo possiamo dire con certezza di aver ricevuto un'importante conferma: Eli Iserbyt non è più l'atleta che soffre a dismisura i back to back e i percorsi pesanti, ma anzi, è migliorato talmente tanto da essere divenuto senza dubbio, in attesa di Van Aert e Van der Poel, il miglior crosser del mondo.

E nel weekend lungo si è corso anche in Italia
Infine, i risultati delle due gare italiane di Brugherio e Cremona: domenica vittoria di Realini davanti a Casasola e Gariboldi, oggi successo per Silvia Persico ancora su Casasola e Realini. In campo maschile la gara di Brugherio ha regalato molti cambiamenti di fronte. Dorigoni e Bertolini partono subito a palla, distanziando Toneatti, Ceolin, Cominelli e Samparisi. Nel secondo giro cade la catena a Dorigoni e così il campione italiano si trova da solo in testa involato verso la vittoria. Il suo vantaggio viene rapidamente dilapidato per errori tecnici e cadute che fanno balzare in testa un mai domo Toneatti. La coppia Guerciotti però non si arrende e nell'ultimo giro sono nuovamente Bertolini e Dorigoni davanti. A pochi metri dalla fine, però, un'entrata piuttosto incauta di Dorigoni li mette entrambi fuori gioco, regalando così la vittoria a Toneatti, meritevole comunque per aver sempre preso le redini della corsa. Consolazione oggi al Trofeo Mamma e Papà Guerciotti di Cremona per Dorigoni, che trionfa con un assolo, battendo il compagno Bertolini e Filippo Fontana.
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