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La Sky fermenta, Nibali e Quintana sintonizzati

13.05.2017 20:18

Domani il Blockhaus: analizziamo come i pretendenti alla classifica arrivano all'appuntamento abruzzese


Oltre un terzo di Giro d'Italia è ormai andato in archivio e, dopo le isole, la risalita della Penisola avanza a passi sempre più spediti. Dopo Calabria, Basilicata e Puglia, domani toccherà a Molise ed Abruzzo ospitare la carovana, con il definitivo approdo negli Appennini. In contumacia di qualsivoglia tipo di azione sull'Etna, tocca quindi al Blockhaus la palma di iniziale terreno di scontro fra i tanti favoriti al sogno rosa. Dunque, come sono messi i big in vista del primo, grande spartiacque del Giro 100?

Quintana e l'Appennino, il feeling c'è. Domani nuova conferma?
Partiamo da chi è l'indiziato principe a conquistare il primato sia domani che sul podio milanese. Quel Nairo Quintana che, sulla catena che attraversa da Nord a Sud il Belpaese, conserva bei ricordi. In carriera il colombiano ha finora affrontato tre tappe dell'Appennino centro-meridionale con traguardo in salita. Questo il borsino: 2° a Cittareale alla Tirreno 2014, 1° sul Terminillo alla Tirreno 2015 e 1° sul Terminillo alla Tirreno 2017. Il numero di casi non è sufficientemente cospicuo per creare una statistica; tuttavia indica come tale tipo di ascese non dispiacciano all'andino.

Il quale è sempre parso attentissimo nelle prime posizioni del gruppo sin dai primi km delle frazioni pianeggianti, ben coperto dai gregari. Per quel poco che si è visto, il Movistar Team appare come la compagine più in palla fra quelle dei big. Se Gorka Izagirre si è messo in luce (eccome!) quest'oggi, è confortante per Quintana come Andrey Amador sia già in perfetta forma: il costaricano può essere l'ago della bilancia nelle sfide uomo contro uomo a partire già dal Blockhaus. Ci attendiamo il primo squillo del boyacense, che possa subito far capire ai rivali l'aria che tira.

Nibali sempre attento, sul Blockhaus un utile test
In un Giro sinora avaro di successi, l'Italia tutta si poggia sulle spalle di Vincenzo Nibali. Il messinese, sul vulcano di casa, aveva messo il muso fuori dal gruppo, venendo marcato a stretto giro di posta dal resto della compagnia. La forma del siciliano appare di gran lunga migliore rispetto a quella con cui si era presentato al Giro 2016, con le difficoltà emerse in stato embrionale a Roccaraso e poi palesate sulle Dolomiti.

Particolarmente attento nelle otto giornate sinora affrontate, Nibali può contare su una Bahrain Merida tutta disegnata attorno a lui. E questo gli è utile soprattutto giù dalla sella: dopo qualche periodo per così dire ombroso, Vincenzo appare molto più sorridente e disteso in un gruppo di amici, prima ancora di colleghi. E sgravarlo di queste tensioni non può che essere balsamico per riservare la concentrazione solo sulla strada. Domani, probabilmente, dovrà giocare in difesa nei confronti di Quintana; rimanere a pochi secondi dal sudamericano può non essere un'opzione da disprezzare, in vista del crescendo verso le fasi calde della battaglia.

Casa Sky: Thomas è il leader, Landa stuzzica
L'unica compagine che non ha ancora ben chiaro chi sia il cavallo su cui puntare è il Team Sky. Colpa, o merito, della diarchia presente fra Mikel Landa e Geraint Thomas. Ufficiosamente, e in un certo senso anche ufficialmente, le puntate dell'armata britannica sono state messe sul gallese, alla prima esperienza da leader in una corsa di tre settimane. Finora, e comprendendo nel discorso la preparazione del Tour of the Alps, G sta ripagando le attese: sempre pronto e vispo, l'ex pistard non ha perso mai un metro, conquistando anche l'abbuono sull'Etna. Domani il primo banco di prova su una salita dalle pendenze adatte agli arrampicatori più che ai passisti-scalatori. Anche se passasse indenne la sfida abruzzese, ci riserviamo ancora di emettere un giudizio definitivo sulle sue possibilità rosa. Tenere tre settimane, questa è la sfida.

Dall'altra parte c'è chi, in un grande giro, ha dimostrato di essere capace di tenere dall'inizio alla fine. Ma che parte in posizione subordinata rispetto al primo tenore del coro. Si spiega anche così lo scatto che Mikel Landa ha effettuato quest'oggi, quando mancavano circa 10 km alla conclusione. Il basco era riuscito a conquistare anche una ventina di secondi di vantaggio, che lo ha virtualmente proiettato in rosa. Nonostante il ricongiungimento, avvenuto ai meno 4.5 km, l'ex Euskaltel ha lanciato un segnale anche all'interno del gruppo: io, a fare il gregario sin dalla partenza, non ci sto. Il Blockhaus potrà smuovere qualcosa in questo senso, ma non dovrebbe cambiare prepotentemente il piano generale.

Qui Lussemburgo e Paesi Bassi: caduta per Jungels, gli orange fremono
Non è stata una giornata indimenticabile per Bob Jungels. Il lussemburghese è infatti finito a terra nella discesa di Coppa Santa Tecla, incocciando con il ginocchio sinistro. Solo una sbucciatura, stando alle dichiarazioni del giovane, che non si mostra preoccupato per le conseguenze. Diverso, almeno in cuor suo, il timore per la frazione domenicale: indubbio considerarlo tra quanti devono giocare di rimessa piuttosto che d'offesa sul gigante della Majella. Come dichiarato dal ds Davide Bramati, nella Quick Step Floors si tifa per il vento contrario che, come sull'Etna, potrebbe far cambiare idea a quanti vorranno attaccare.

Saltando la Mosa e quindi il confine si entra nei Paesi Bassi, paese che conta su ben quattro uomini per la classifica del Giro. Il più atteso è Tom Dumoulin: il leader del Team Sunweb è magro come non mai e pare avere un colpo di pedale eccellente. Per lui, che avrà come seconda punta Wilco Kelderman, il Blockhaus sarà un banco di prova importante per capirne le potenzialità assolute. Dovesse resistere senza problemi, ecco che, per gli avversari, il campanello d'allarme suonerebbe. Anche perché martedì la cronometro gli permetterà di aggiungere in saccoccia secondi preziosissimi su tutti quanti.

Più scalatore è Steven Kruijswijk che, nonostante la caduta nella frazione dell'Etna e l'inconveniente della tappa inaugurale, si mostra fiducioso di riconfermare le prestazioni del Giro 2016. Domani il rosso del Team Lotto NL-Jumbo è in posizione intermedia: può far meglio di tanti avversari, ma non dovrebbe fare l'exploit. Discorso simile per Bauke Mollema il quale, nell'appuntamento siciliano, era quello apparso meno pimpante tra tutti. Il capitano della Trek-Segafredo sulla salita unica solitamente va bene. È forse tra i corridori da cui ci si attende un segnale, in un senso o nell'altro.

Gli altri: da Pinot a Yates, da Zakarin a van Garderen, senza dimenticare gli italiani
Il terzo incomodo potrebbe rispondere all'identikit di Thibaut Pinot. Il francese appare gioioso finalmente di competere nel Suo Giro d'Italia, libero dal peso della pressione del Tour. La forma è indubbiamente quella giusta, così come l'attenzione è sempre stata costante. Inoltre, elemento sinora poco pubblicizzato, la sua FDJ è preparatissima per scortarlo nel migliore dei modi in montagna. Domani l'esame, non di maturità, ma di idoneità: se lo passa, come tutto sembra lasciar presagire, eccolo pronto anche per lottare per la vetta.

Situazione simile per Adam Yates: il britannico non ha perso un metro sinora ed ha sempre navigato nell'avanguardia del plotone. La sua Orica-Scott non è certamente attrezzata ad aiutarlo come le rivali, così come è da testare la sua resistenza sulle pendenze italiane. Domani potrebbe far molto bene. Così come è attesissimo Ilnur Zakarin, l'unico che abbia guadagnato qualcosa sui rivali in salita. Il russo del Team Katusha-Alpecin sarà un fattore o dovrà, essendo lui più pesante di quasi tutti i rivali, pensare a gestirsi? La sua imprevedibilità lascia aperti tutti gli scenari.

Chiamato ad una giornata da leone è Tejay van Garderen: lo statunitense del BMC Racing Team è stato sinora bravo e concentrato, non perdendosi in un bicchier d'acqua come spesso gli è accaduto in passato. Da novizio delle strade italiane e da passista-scalatore sarà atteso al varco domani: ci viene da tifarlo affinché possa continuare a restare assieme ai migliori. Se non altro per vederne la resa sulle tre settimane.

Chiudiamo con i due italiani che, Nibali escluso, puntano alla classifica. Sinora Domenico Pozzovivo è stato impeccabile: il lucano dell'AG2R La Mondiale, sempre attento, non ha corso alcun rischio, fatto inusuale analizzando la sua carriera. Sul Blockhaus un suo tentativo è atteso: l'esigente salita appenninica si sposa alla perfezione con le caratteristiche fisiche del minuto arrampicatore di Policoro. Davide Formolo sta invece affrontando il primo Giro da capitano; il veronese della Cannondale-Drapac non solo non ha perso nulla, ma è sembrato sempre attento, sicuro e in gran forma. Anche per lui domani bella verifica, per uno degli azzurri dal maggior potenziale per il futuro.
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