Ashleigh Moolman vince a Thyon 2000 la seconda tappa del Tour de Romandie
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Ashleigh manda di traverso la torta ad Annemiek

Moolman vince sull'arrivo in salita del Tour de Romandie staccando nel finale Van Vleuten che sperava di festeggiare il 40esimo compleanno. Terza al traguardo un'ottima Elisa Longo Borghini, la sudafricana ipoteca la corsa

08.10.2022 15:55

Aveva pianificato tutto, Annemiek van Vleuten, nell'anno in cui s'è tolta tutti gli sfizi possibili; le mancava solo di festeggiare il quarantesimo compleanno nel miglior modo, quello a lei più consono: vincendo. E aveva per l'occasione una bella tappa di montagna, con arrivo in salita dopo una scalata lunghissima, insomma tutto era apparecchiato perché la fuoriclasse olandese chiudesse alla grande una stagione indimenticabile; e tra l'altro, conquistando oggi la tappa di Thyon, avrebbe pure messo in cassaforte questa bella nuova corsa, il Tour de Romandie.

E invece non tutte erano d'accordo coi propositi di Annemiek. Una in particolare, Ashleigh Moolman: la sudafricana non aveva ancora esultato quest'anno, ha aspettato proprio il giorno in cui avrebbe potuto fare un dispettone all'intoccabile Van Vleuten e ha esibito sulle strade svizzere la classica gambona, quella che le ha permesso di resistere alle sfuriate della Campionessa del Mondo e poi di colpirla non appena quella ha mostrato il fianco. La più classica delle parate-risposta della scherma, e Ashleigh non ci è certo andata giù di fioretto, semmai proprio di sciabola, spaccando per prima la corsa delle big e poi chiudendo la partita a poco meno di 3 km dalla fine.

La tappa era la seconda del Tour de Romandie, Sion-Thyon 2000 di 104.5 km, dopo una decina di chilometri è partita la fuga di giornata, animata da Elise Uijen (DSM) e Georgia Williams (BikeExchange-Jayco), 3'15" al km 35 il vantaggio massimo per le due, mentre il plotone non dormiva, dato che non sono mancati diversi tentativi di contrattacco. Ma le salite, attese dopo metà tappa, avrebbero cambiato nettamente gli scenari, e infatti la fuga è stata rapidamente rimessa nel mirino già all'inizio della salita di Suen, sulle cui rampe è stata annullata ai -38.

Non erano più di 25 le atlete che hanno scollinato l'ascesa di Suen ai -33, e dopo la discesa son partite in tre ai -24, nel fondovalle: Marlen Reusser (SD Worx), la vincitrice di ieri (e quindi leader della corsa) Arlenis Sierra (Movistar) e Soraya Paladin (Canyon//SRAM Racing). Il terzetto ha guadagnato quasi 1'20", margine con cui ha approcciato la lunga salita di Thyon ai -17. La prima parte di scalata, più morbida, ha visto il gruppo recuperare mezzo minuto, poi ai -11 si è mossa Cecilie Uttrup Ludwig (FDJ-Suez) e la sua azione ha frantumato il drappellone delle 25: tra le vittime eccellenti, Demi Vollering (SD Worx) e Marta Cavalli (FDJ).

In realtà era un po' il colpo delle polveri bagnate per la danese, che subito è rimbalzata e si è addirittura staccata dal gruppetto, ridotto a 12 unità, anzi 13 visto che veniva ripresa la Sierra. La cubana ha fatto una passata in testa a beneficio di capitan Annemiek van Vleuten, le altre lì presenti erano Anna Shackley e Ashleigh Moolman (SD Worx), Elisa Longo Borghini (Trek-Segafredo), Juliette Labous e Liane Lippert (DSM), Yara Kastelijn (Plantur-Pura), Veronica Ewers (EF Education-TIBCO), Petra Stiasny (Roland Cogeas Edelweiss Squad), Ane Santesteban e Amanda Spratt (BikeExchange-Jayco), Évita Muzic (FDJ-Suez). Tra le altre cose, aveva preso a piovigginare.

Ai -8.5 - grazie al tiraggio di Labous - sono state raggiunte le due battistrada, prima Paladin e poi Reusser, e subito Moolman è partita in contropiede, chiamando la risposta di Lippert, Van Vleuten e Spratt per prime; in un secondo momento, ai -8, Stiasny è rientrata davanti mentre ha perso contatto Spratt, la quale è rimasta con Kastelijn e Muzic; ai -7.5 Longo Borghini, in gestione, ha chiuso su queste tre insieme a Ewers, dopodiché un buon lavoro di Muzic ha permesso al plotoncino di riprendere il quartetto di testa quando mancavano 7 km al traguardo. Tutte le altre, disperse.

A 6.5 dalla vetta Van Vleuten ha forzato e si è riproposta la stessa dinamica di prima: Moolman, Lippert e Stiasny con l'iridata, le altre più indietro, ma stavolta c'è stata selezione pure tra queste, con Longo Borghini unica a emergere con sapientissimo dosaggio degli sforzi. Di fatto Elisa restava ai -5 l'unica inseguitrice del gruppetto di testa, e mancavano ancora le rampe più dure.

A 3.7 dalla fine, su un tratto al 10%, Annemiek ha azzardato un forcing ma subito Moolman ha risposto per le rime, prendendo due metri. Van Vleuten ha chiuso con Lippert a ruota, Stiasny invece ha pagato dazio. Poi l'ha pagato pure la campionessa tedesca, mentre da dietro Longo Borghini risaliva forte, andando addirittura a superare Petra e Liane ai -3.

Davanti la neo40enne menava ma il suo forcing non impressionava una Moolman mai così sul pezzo quest'anno. E a 2600 metri dalla conclusione, il finale che non ti aspetti: Ashleigh ha piazzato una piallata che ha spezzato il fiato dell'avversaria, piegandola sulle gambe e determinando la sua resa. Per un po' Annemiek ha sperato che le si riaccendesse la luce, o che in alternativa si spegnesse quella della sudafricana, ma nulla di tutto ciò è accaduto.

Moolman ha proseguito ottimamente fino alla fine, andando a chiudere con 26" su Van Vleuten, 43" su Longo Borghini, 1'01" su Lippert, 1'03" su Stiasny, 1'26" su Ewers, 1'41" su Muzic, 2'11" su Kastelijn, 3'01" su Spratt, 4' tondi su Labous, decima. Uno sparpaglìo impressionante. Paladin ha chiuso 15esima a 6'11", Cavalli 18esima a 8'09".

La nuova classifica: Moolman guida con 30" su Van Vleuten, 49" su Longo Borghini, 1'05" su Lippert, 1'36" su Ewers, 1'51" su Muzic, 2'21" su Kastelijn, 3'11" su Spratt, 4'10" su Labous, 4'51" su Shackley, 5'31" su Elise Chabbey (SD Worx) e 6'21" su Paladin, 12esima. Cavalli è 17esima a 8'19". Domani si chiude con la terza tappa, da Friburgo a Ginevra, per 147.6 km anche piuttosto vallonati, ma con l'ultima salitella a oltre 30 km dal traguardo. Non diciamo che manchi il terreno per inventarsi qualcosa, ma non sarà facile per nessuna ribaltare la corsa.

Quella carezza della Sierra
Grazie, Vincenzo!
Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!