Seconda vittoria in tre giorni per Sam Welsford © Tour Down Under
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Viviani ci prova, ma l'aria di casa fa Welsford (ri)vincente

Seconda vittoria per Sam al Tour Down Under davanti a Elia. Terzo posto per Daniel McLay, Isaac Del Toro resta in testa alla classifica

18.01.2024 07:45

Nella carriera di Sam Welsford c'è un pre-pandemia e un post. Fino a lì era un ottimo pistard, innervava di sé il quartetto australiano dell'Inseguimento (tre volte Campione del Mondo) e pedalava pure in proprio con profitto, leggasi maglia iridata nello Scratch nel 2019 e varie importanti prestazioni nell'Omnium (in particolare in Coppa del Mondo).

Dopo la grande cesura del covid, tra l'altro vissuto in Australia con regole piuttosto stringenti, ha capito che la pista non gli dava più quegli stimoli che l'avevano portato a ottenere grandi risultati. La strada, invece, un pianeta da scoprire. L'approdo alla DSM nel 2022, un biennio comprendente le prime (non tante: 5) vittorie da professionista, oltre a una crescente autoconsapevolezza sintetizzata nei baffi che a un certo punto sono comparsi sotto al suo naso. Come dire, su strada il discorso aerodinamica non è esasperato come in pista, quindi…

…Quindi torniamo all'ultimo autunno, quello del passaggio alla Bora-Hansgrohe, dove ha trovato un pesce pilota pregiatissimo in Danny van Poppel, che in effetti tra martedì e oggi gli ha aperto le acque lanciandolo in maniera divina; dove, soprattutto, trova un ambiente che punta forte al salto di qualità, ora che la maggioranza societaria sta passando nelle mani di RedBull, marchio che promette ingenti investimenti.

Insomma diciamo che il buon Welsford è sul treno giusto per togliersi molte altre soddisfazioni. Per la precisissima questura il ragazzo ha 27 anni, di fatto ne fa 28 domani, e forse qualcuno dirà che si è già fatto un super regalo con queste due tappe vinte al Tour Down Under. Può essere piuttosto che abbia raggiunto la piena maturità, e con essa un'efficacia maggiore. Il tempo lo dirà.

A Campbelltown anche Elia Viviani rifà capolino

Elia Viviani al Tour Down Under 2024 © INEOS Grenadiers
Elia Viviani al Tour Down Under 2024 © INEOS Grenadiers

Chi era abituato a sfidare Sam negli anelli di tutto il mondo e oggi se lo ritrova tra i piedi tra sé e la novantesima vittoria in carriera, è Elia Viviani, secondo oggi dopo un ottimo lavoro della INEOS Grenadiers per lanciarlo. Nella seconda tappa Elia era stato tra i primi a staccarsi sulla salita di Fox Creeks, si sarebbe potuto dire che fosse lontano dalla miglior condizione, ma evidentemente c'era un altro modo per interpretare l'episodio, rientrante nel concetto di saggia gestione delle risorse.

Ieri, vedendosi meno competitivo di altri corridori, ci sta che il veronese possa aver tirato un po' indietro la gamba, salvandola per sprigionare il massimo possibile oggi. Un secondo posto, quello di Campbelltown, che non è un successo ma che suggerisce a Viviani che la venuta della citata numero 90 potrebbe poi non tardare troppo.

Tour Down Under 2024, la cronaca della terza tappa

Terza tappa del Tour Down Under 2024 da Tea Tree Gully a Campbelltown, 145.3 km increspati all'inizio e poi via via sempre più facili. Facili come la lettura e spiegazione della corsa: chilometrozero, è partito il solito Luke Burns (Nazionale australiana), già in maglia verdolina a pois di leader dei Gpm. Intorno a lui si è coagulato un gruppetto col compagno Tristan Saunders, subito entrato a dargli man forte, e con una seconda coppia uscita lungo la salita appena fuori da Tea Tree Gully (valevole come Gpm su cui Burns è transitato primo, per l'appunto), e poi rientrata ai -134.

Tale coppia era formata da Axel Mariault (Cofidis) e Stefan de Bod (EF Education-EasyPost), e proprio loro due si sono contesi i due sprint intermedi di Lyndoch ai -98 e di Mount Pleasant ai -62, entrambi vinti dal francese; infanto il vantaggio massimo della fuga arrivava a sfiorare i tre minuti e mezzo (per la precisione 3'24" ai -106, se dobbiamo credere al GPS), prima che il lavoro della Jayco AlUla in particolare riducesse il gap.

Dopo il primo sprint si è staccato proprio Burns, invece dopo il secondo sia Mariault che De Bod si son rialzati, lasciando a Saunders una trentina scarsa di riflettori tutti per lui (riflettori portatori inevitabilmente del premio di combattivo di giornata). Ripreso ai -31 il 23enne nazionale australiano, non è successo quasi più niente fino allo sprint. Il quasi sarebbe l'immancabile caduta, avvenuta oggi ai -10 con il coinvolgimento di un trio Astana Qazaqstan (Cristian Scaroni, Michele Gazzoli e Samuele Battistella) oltre che di Cameron Scott (Bahrain-Victorious) e - il più grattugiato di tutti - Luke Plapp (Jayco).

Un monologo Bora-Hansgrohe per il secondo graffio di Welsford

La volata è stata un altro monologo Bora-Hansgrohe, concluso nella maniera sborona tipica di quando il lanciatore esulta sullo sfondo prima ancora che il lanciato tagli il traguardo per primo. È successo qualche volta nella piccola storia del ciclismo che cotanta protervia sia stata punita da un fotofinish beffardo o da un finale al fulmicotone di un avversario; per fortuna di Sam Welsford, pilotato perfettamente da Danny van Poppel (l'esultatore praecox), la pur visibile rimonta di Elia Viviani non si è dispiegata in tutto il suo potenziale.

All'italiano - ottimamente servito dal treno INEOS Grenadiers (Filippo Ganna tra gli altri), che l'ha messo proprio alla ruota di Welsford al momento giusto - sarebbero forse serviti 10 metri in più per superare l'avversario; comunque anche il secondo posto (ottenuto respingendo l'assalto di Daniel McLay dell'Arkéa-B&B Hotels) non dispiace al 34enne nato a Isola della Scala, lui che nel World Tour viene da quattro stagioni di digiuno assoluto, spezzate giusto tre mesi fa all'ultima corsa dell'anno con una vittoria nel remoto Tour of Guangxi.

La classifica del Tour Down Under 2024 è ancora guidata da Isaac Del Toro (UAE Emirates) dato che i velocisti più vicini non hanno preso abbuoni e quindi son rimasti alle sue spalle. Potrebbe quasi ragionare di essere ancora lui la maglia ocra sabato notte a Willunga Hill e di dover così difendere la leadership sulla salita simbolo della corsa, ma nel frattempo c'è da sbrigare la pratica della quarta tappa, la Murray Bridge-Port Elliot, 136.2 km privi di sostanziali difficoltà, destinata a una volata da gestire bene nel finale che tira un po' all'insù.

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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!