
L’UCI cambia le regole per gli Under 23: fuori dal Tour de l'Avenir chi è già professionista
Dal 2026 niente corse di Nations Cup, Tour de l’Avenir incluso, per gli Under 23 che sono già professionisti. Già da ora sono esclusi dai Mondiali e dai Campionati continentali U23
L’Unione Ciclistica Internazionale (UCI) ha annunciato una riforma sostanziale che ridefinisce i criteri di partecipazione alle competizioni di categoria Under 23. Il cambiamento più rilevante riguarda gli atleti già sotto contratto con formazioni WorldTeam o ProTeam: a partire dal 2026, non potranno più prendere parte alle prove della Nations Cup U23, come l’Orlen Nations Grand Prix, la Course de la Paix e soprattutto il Tour de l’Avenir, l'evento più importante della categoria, riservato alle squadre nazionali.
Dall'inizio di questa stagione i corridori che militano in un WorldTeam o in un ProTeam sono stati già esclusi dai Campionati del Mondo e dai Campionati Continentali Under 23. L’UCI ha anche specificato che questi atleti non rientreranno più nella classifica maschile U23, comparendo soltanto nella graduatoria Elite.
Una questione annosa e discussa
La riforma entrerà a pieno regime nel 2026. L’obiettivo è quello di separare in modo netto i profili professionali già avanzati da quelli che stanno ancora crescendo nel circuito giovanile, correggendo quella che è percepita come una stortura strutturale che per anni avrebbe generato competizioni sbilanciate a causa della “promiscuità” della categoria Under 23, spesso frequentata da giovani atleti regionali o dilettanti costretti a confrontarsi con coetanei già professionisti a tutti gli effetti. La misura è quindi vista da molti come un’operazione di “bonifica” necessaria, destinata a valorizzare i percorsi di crescita più omogenei e a evitare che i grandi team usino le corse giovanili per far vincere i propri talenti già maturi. Di contro, si creerebbe il paradosso per cui da queste competizioni verrebbero esclusi corridori Under 23 delle squadre professional come Pablo Torres, diciannovenne già in forze alla UAE Emirates-XRG e secondo allo scorso Tour de l'Avenir, ma non quelli dei team development delle squadre World-Tour, come Jarno Widar, vincitore uscente del Giro Next-Gen.

I casi precedenti al Tour de l'Avenir
In passato, la corsa Under 23 più importante ha visto trionfare corridori già sotto contratto con squadre professionistiche, come Marc Soler, Egan Bernal, Cian Uijtdebroeks e, nel 2024, Joseph Blackmore. E proprio quest’ultimo, così come Uijtdebroeks nel 2022, non avrebbero potuto partecipare secondo le nuove regole, essendo già legati a strutture ProTeam o WorldTeam al momento della corsa.
Allargando lo sguardo alla scena italiana, l’effetto della riforma toccherà in modo significativo anche la nazionale italiana. Diversi corridori della VF Group-Bardiani CSF-Faizanè, Federico Biagini, Andrea Montagner, Santiago Ferraro, Mattia Stenico, Matteo Scalco e Filippo Turconi, non potrebbero essere selezionati tra gli azzurri al Tour de l’Avenir, proprio in virtù del loro status professionistico. Cinque di loro sono attualmente impegnati nel Giro Next Gen.
I giovani pro che non sono più “di categoria”
Il confine tra professionismo e categoria è diventato sempre più sottile negli ultimi anni. Ecco perché situazioni come quella di Albert Withen Philipsen (Lidl-Trek) e Jorgen Nordhagen (Visma | Lease a Bike), entrambi giovanissimi (18 e 20 anni), ma già impegnati quasi esclusivamente con le prime squadre, hanno sollevato interrogativi sul senso di farli partecipare a gare come il Giro Next Gen. Philipsen, ad esempio, ha già vinto la Parigi-Roubaix Espoirs e corso da protagonista alla Strade Bianche e in altre corse professionistiche, mentre Paul Seixas, 18enne francese della Decathlon AG2R, inizialmente previsto tra i protagonisti del Giro Next Gen, è stato invece dirottato al Critérium del Delfinato, dove si è distinto con un decimo posto nella cronometro, a poco più di un minuto da Evenepoel, e nella tappa di Combloux, vinta da Tadej Pogačar, raggiungendo anche l'ottavo posto in classifica generale.