Lorenzo Mark Finn all'attacco sul Kimihurura. Sullo sfondo lo svizzero Jan Huber, poi medaglia d'argento © Profilo X UCI
Ciclismo Giovanile

A che ora è la Finn del mondo? Lorenzo in trionfo tra gli Under 23 a Kigali

Gara magistrale del ligure, che impone la selezione all'inizio del quartultimo giro per poi sferrare un nuovo attacco sul terzultimo Kimihurura, a cui risponde solo Huber (poi argento). Bronzo all'austriaco Schrettl. Omrzel e Widar lontani dai primi

26.09.2025 16:50

Vincere da favoriti e da predestinati: un'impresa doppiamente difficile, sia per le grandi aspettative che circondano questo ragazzo fin dall'inizio della sua carriera agonistica, sia per il valore assoluto della concorrenza. Che non ha potuto fare altro che inchinarsi al nuovo campione del mondo degli Under 23: Lorenzo Mark Finn aggiunge un'altra maglia iridata alla sua collezione, un anno dopo il trionfo a Zurigo, con una prestazione tatticamente perfetta. Rimasto al coperto per tutta la prima parte di corsa, in cui il Belgio ha cercato di indurire le gambe degli avversari, Finn è entrato in azione alla fine del quartultimo giro, accelerando sulla Côte de Kimihurura in compagnia di altri tre uomini - Mateusz Gajdulewicz, Jan Huber e e Marco Schrettl - con i quali ha poi raggiunto Héctor Álvarez (partito a metà del giro precedente) e Halvor Dolven. Tagliati definitivamente fuori dai giochi i due co-favoriti della vigilia, Jakub Omrzel e Jarno Widar - Finn è stato freddissimo nei chilometri successivi, quando la collaborazione tra gli attaccanti ha vacillato, prima di lanciare l'attacco risolutivo alla fine della terzultima tornata. Gli ha tenuto testa il solo Huber che, con tutte le sue forze, ha seguito il corridore italiano fino ai -6,6 dal traguardo, quando Finn ha piazzato la stoccata decisiva sull'ultima Côte de Kigali Golf. La sua festa sul traguardo è anche la festa del ciclismo italiano, che spera di aver trovato quel campione che manca da tanto, troppo tempo. In attesa di capire se le ottime premesse diventeranno realtà, la maglia iridata degli Under 23 torna in Italia 4 anni dopo l'acuto di Filippo Baroncini a Leuven. Podio tutto europeo: argento a Huber, bronzo a Schrettl. 

La cronaca della prova in linea dei Mondiali Under-23

La prova generale della corsa dei professionisti, dalla quale molti commissari tecnici ricaveranno indicazioni fondamentali per la sfida di domenica prossima: il titolo mondiale su strada degli Under-23 sarà assegnato sul circuito di Kigali (Ruanda) dopo 164,5 km che promettono di essere durissimi. Al netto del chilometraggio, nessuna variazione al copione che è già andato in scena tra gli juniores e le Under-23: un anello di 13,6 km da ripetere per 11 volte, con le scalate multiple alla Côte de Kigali Golf (800 metri all'8,1% che si impennano nella prima parte fino al 12%) e all'ormai inconfondibile Côte de Kimihurura: 1300 metri completamente lastricati (pendenza media del 6,1%) che si arrampicano fino all'11% nel tratto iniziale.

La giornata particolarmente calda scoraggia gli attacchi da lontano: i 114 corridori al via viaggiano compatti alle spalle del treno belga, al servizio del capitano unico Jarno Widar. Dal canto suo, il quartetto italiano - formato da Alessandro Borgo, Lorenzo Mark Finn, Simone Gualdi e Pietro Mattìo - corre subito alle spalle dei belgi. Lo scenario comincia a cambiare nel corso del quinto giro, quando si avvantaggiano Gualdi e il belga Jasper Schoofs. Il loro attacco, però, si esaurisce subito dopo aver doppiato la Côte de Kigali Club. Ancora un giro di relativo controllo, poi il primo, vero attacco della corsa iridata: l'austriaco Marco Schrettl impone la prima selezione sul Kimihurura, ma il più brillante di tutti è lo spagnolo Héctor Álvarez, che esce in testa dal lastricato. Alle sue spalle, Widar trascina con sé altri 14 uomini: l'ecuadoriano Mateo Ramírez, i francesi Antoine L'Hote, Victor Loulergue e Maxime Decomble, il polacco Mateusz Gajdulewicz, il portoghese Lucas Lopes, lo sloveno Jakob Omrzel, lo svizzero Jan Huber, gli spagnoli Pau Martí e Adrià Pericas e gli azzurri Borgo, Gualdi e Mattio. Più attardato il campione del mondo a cronometro, lo svedese Jakob Söderqvist. Per intanto, è doveroso segnalare qualche ritiro eccellente: in cima alla lista c'è il norvegese Storm Ingebrigtsen.

Raggiunto sulla linea del traguardo, Álvarez rilancia l'azione all'inizio della quartultima tornata, guadagnando un vantaggio massimo di circa 30" sugli inseguitori, a cui si è accodato anche Söderqvist, che cercherà di rilanciare l'azione, portandosi dietro (con scarso successo) il polacco Michał Pomorski, lo svizzero Robin Donzé, Decomble e Schoofs. Il vero punto di svolta, però, è l'ottava ascesa della Côte de Kimihururua: innanzitutto, Álvarez viene raggiunto a metà salita dal norvegese Halvor Dolven. Poco più dietro, però, Finn scatena la bagarre in compagnia di Gajdulewicz, Huber e Schrettl. I rivali più pericolosi del corridore di origini britanniche - Jakob Omrzel e Jarno Widar - non riescono a parare il colpo: entrambi resteranno nel secondo vagone, trainato dai sempre più esausti belgi, che usciranno definitivamente di scena sulla terzultima Côte de Kigali Golf. Definitivamente fuori dai giochi anche gli altri italiani, il temuto L'Hote e lo statunitense Cole Kessler

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Uno dei grandi sconfitti della prova iridata degli Under 23, Jarno Widar © Profilo X UCI

Nel frattempo, il tassametro corre: gli uomini al comando - nonostante qualche astuzia di troppo - marcano le distanze dalla concorrenza, che accusa più di 40" in cima alla salita che costeggia il club golfistico della capitale ruandese. Una nuova accelerazione in salita di Finn mette definitivamente in croce Dolven, mentre Gajdulewicz - seppure in vistoso affanno - approfitterà della discesa per accodarsi ai battistrada. Alle loro spalle, invece, tocca all'ex vincitore del Giro Next Gen prendere in mano la situazione sul terzultimo Kimihurura: una mossa inevitabile, visto che il ritardo dalla testa è ormai prossimo ai 50". Per intanto, Finn ha definitivamente rotto gli indugi: il ligure stacca i suoi compagni di ventura ai -32 dalla fine, con la sola eccezione di Huber, che riuscirà ad accodarsi poco prima di uscire dal lastricato. La situazione a due giri dalla fine: Finn e Huber al comando con una quindicina di secondi su Álvarez, Gajdulewicz e Schrettl. Per tutti gli altri, invece, è quasi scoccata l'ora della resa: Decomble, Donzé, Dolven, Lopes, Loulergue, Martí, Omrzel, Ramirez, il brasiliano Henrique Ribeiro e il tedesco Max Bock hanno un ritardo di 1'08".

I due di testa procedono di buona lena anche all'inizio del penultimo giro, confermando il distacco sui primi tre inseguitori. Nel secondo gruppo, invece, la Spagna prende l'iniziativa con Pericas, a questo punto incaricato di scortare il giovane connazionale della Free Palestine, il nom de plume con il quale il nostro giornale si riferisce alla Israel-Premier Tech. Eccoci per la penultima volta sulla Côte de Kigali Golf: l'azzurro è di gran lunga il più forte della compagnia, ma il suo principale avversario gli tiene testa, ancorché con una certa sofferenza. Dietro, invece, Álvarez, Gajdulewicz e Schrettl procedono ancora compatti, ma perdono terreno dalla testa: ritardo di 25" in cima alla salita, cresciuto ulteriormente nei chilometri successivi (34" il responso del cronometro ai -19). 

Il promesso sposo della Red Bull-BORA-Hansgrohe accelera nuovamente sul penultimo Kimihurura, ma Huber non molla la sua ruota. Si accende anche la lotta per il 3° posto: Álvarez perde contatto da Gajdulewicz e Schrettl, ma riuscirà comunque a riprendere la ruota del polacco e dell'austriaco poco dopo il suono della campana. Niente da fare, infine, per il secondo gruppo inseguitore, dal quale si sono peraltro sfilati Omrzel e Widar.

La partita per la maglia arcobaleno (e per le medaglie) si conclude sull'ascesa del Golf Club: ai -6,7 dal traguardo, Finn si lascia alle spalle Huber, mentre Schrettl si avvantaggia sui due rivali per il bronzo. Il finale è una dolcissima passerella per l'azzurro, che conquista la seconda medaglia d'oro iridata della sua promettentissima carriera davanti a Huber (a 31") e Schrettl (a 1'13"). 4° posto per Álvarez (a 1'38") davanti a Gajdulewicz (a 1'42"). Martí (a 2'24") inaugura la sfilata dei battuti, che prosegue con Loulergue (s.t.), Donzé, Pericas e Ramirez, tutti a 2'24". A 7'11" Gualdi, Mattio e Borgo, felici tanto quanto il vincitore. 

L'ordine d'arrivo

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Carmine Marino

Nato a Battipaglia (Salerno) nel 1986, ha collaborato con giornali, tv e siti web della Campania e della Basilicata. Caporedattore del quotidiano online SalernoSport24, è iscritto all'albo dei giornalisti pubblicisti della Campania dal 4 dicembre '23.