Vuelta a España 2025 - Analisi del percorso
Tracciato con poche volate e 11 arrivi in salita, seguendo il mantra dell'uniperto per quasi tutte le 21 tappe; una solo crono individuale di 27 km e una cronosquadre completano il quadro
Il percorso della Vuelta a España 2025 propone tutti gli stereotipi della corsa, ancora più accentuati del solito e senza tappe davvero travolgenti. Stupisce la presenza di sole 6 tappe (stando larghi) buone per arrivare in volata (molte delle quali con finale in lieve pendenze o ricche di salite lontano dal traguardo), a fronte di 11 arrivi in salita, alcuni dei quali assolutamente superflui ai fini della classifica generale. Le due tappe di media montagna a Bilbao e al Castro de Herville concedono spazio ad attacchi a sorpresa. Per il resto l'unica frazione in cui si può realmente sperare in un attacco anticipato è quella della Farrapona. Le millemila salite (non) sono bilanciate da una cronometro individuale di 27 km a Valladolid, mentre dovrebbe spostare ancora meno gli equilibri la cronosquadre di Figueres, utile soprattutto a concedere qualche ora in più di tempo per l'impossibile trasferimento da Grenoble alla Catalogna. Per un'analisi più approfondita di pregi e difetti di questo tracciato vi rimandiamo all'editoriale scritto in occasione della presentazione: Sempre e per sempre la stessa Vuelta troverai. Per scoprire tutti i dettagli tappa per tappa invece potete proseguire la lettura qui sotto.
Le tappe nel dettaglio
Sabato 23 agosto - 1a tappa: Torino/Reggia di Venaria - Novara (186.7 km)

La Vuelta prende il via con una tappa per velocisti resa più complicata quasi esclusivamente dalla Serra (6.4 km al 5.3%) e da lievi ondulazioni. Tutto si deciderà in volata su un finale veloce e lineare interrotto solo da alcune rotonde, di cui l'ultima a 850 metri dall'arrivo. Una lunga semicurva verso destra nasconde il traguardo fino agli ultimi 150 metri.
Domenica 24 agosto - 2a tappa: Alba - Limone Piemonte (159.5 km)

Anche sul suolo italiano la Vuelta trova il modo di inserire subito un arrivo in quota abbastanza insignificante, un unipuerto pedalabile verso Panice Soprana, sulle pendici del Col di Tenda. Il tracciato è praticamente privo di asperità fino al finale, fatta eccezione per il Colle del Mortè (1.7 km al 6%, max 11%) che non vale nemmeno come GPM. Quando si lascia Roccavione la strada inizia ad essere in falsopiano per aumentare gradualmente di pendenza: tra Vernante e Limone Piemonte diventa quasi salita (6 km al 3.1%) ed è a metà di questo tratto che inizia la salita formale (9.8 km al 5.1%); dopo Limone la pendenza si stabilizza in salita per gli ultimi 7 km (media 5.7%), continuando ad aumentare costantemente; negli ultimi 2 km si incontrano le rampe più arcigne (media 7.5%, max 10%), ma comunque niente di trascendentale.
Lunedì 25 agosto - 3a tappa: San Maurizio Canavese - Ceres (134.6 km)

Tappa nervosa, formalmente con arrivo in salita, aperta a molte soluzioni. È già ondulata fin dal via, ma la strada inizia davvero a salire a Baldissero Canavese: qui inizia un primo tratto di 3.3 km al 3% che precede la dura salita da Issiglio a Moris (6 km al 6.5%, con un tratto di quasi 3 km al 9.5%, max 14%) posta purtroppo a quasi 70 km dall'arrivo. A fine discesa si incontrano subito le ascese nel centro di Cuorgné (circa 1.5 km al 4%) e a San Colombano Belmonte (2 km al 5.1%), quindi uno zampellotto a Rivara (circa 500 metri al 5%) nel corso della discesa, prima di salire a Corio (dal fondo 6.5 km al 3.8%; ultimi 3.1 km al 5%, max 10%). In fondo alla discesa termina questa fase molto movimentata, con 20 km di fondovalle a salire da percorrere. Il falsopiano nel finale lascia posto a qualche tratto di vera salita: ufficialmente inizia a 2.6 km dall'arrivo (media 3.6%), ma in verità si incontra una breve discesa prima degli ultimi 1500 metri (media 4.5%, max 7%).
Martedì 26 agosto - 4a tappa: Susa - Voiron (206.7 km)

Frazione un po' assurda, lunghissima e con due salite alpine in avvio ma forse destinata a finire in volata. Un primo tratto della lunga salita al Monginevro si supera in trasferimento, ma dopo meno di 5 km il falsopiano diventa di nuovo salita fino a Forte Fenil (ufficialmente Puerto Exilles, 5.6 km al 5.6%). Dopo una manciata di km a Oulx si torna a salire prima in modo lieve e irregolare, quindi a Cesana inizia formalmente la salita al Colle del Monginevro (8.3 km al 6.1%, tratto duro di 4.5 km al 7.7%, max 9%). A Briançon con un tratto di 1.5 km al 4.5% si inaugura la lunga scalata al Col du Lautaret, che paraddosalmente sarà l'unica vetta sopra i 2000 metri oltre alla Bola del Mundo: dopo vari km di falsopiano, la salita inizia formalmente a 13.8 km dalla vetta (media 4.3%), ma in verità è ancora al 2/3% fino agli ultimi 10 km (media 4.9%, max 7%). Dalla vetta un infinita discesa porterà a Grenoble, entrando in città con un'ultima difficoltà, il Col de Comboire (2.3 km al 6.3%, max 11%), prima degli ultimi 43 km pianeggianti. Tuttavia per arrivare a Voiron non manca la classica lieve pendenza nel finale a complicare la volata in pieno stile Vuelta: gli ultimi 7 km hanno una media dell'1.4%, e negli ultimi 500 metri la strada è praticamente in salita (4% circa).
Mercoledì 27 agosto - 5a tappa: Figueres - Figueres (Cronometro a squadre - 24.1 km)

Senza giorno di riposo si compie il folle trasferimento da Voiron a Figueres, dove si correrà una cronosquadre importante nelle dinamiche della generale, ma sicuramente non decisiva. La distanza è abbastanza contenuta e la tortuosità del percorso non consente di lanciarsi più di tanto, nonostante il percorso sia pianeggiante, quindi i distacchi potrebbero essere molto contenuti.
Giovedì 28 agosto - 6a tappa: Olot - Pal. Andorra (170.3 km)

Prima vera frazione di montagna (oltre 3000 metri di dislivello), che tuttavia non sfrutta per niente il territorio andorrano e sceglie praticamente la strada più semplice per arrivare a destinazione. Il km0 è posto quando la salita alla Collada de Santigosa è già iniziata (in tutto 11.4 km al 4.1%, ma la salita vera finisce 4.5 km prima al Col de Coubet, per circa 7 km al 6%, max 8%). La Collada de Toses si supera dal suo versante più insignificante (24.3 km al 3.5%, max 7%) e non si incontrano altre salite fino all'ingresso nel Principato. La salita finale è anticipato dal solito inflazionato Alto de la Comella (4.2 km all'8%, max 12%), tosto ma sufficiente soltanto per una prima scrematura. A fine discesa un primo tratto di salita di 3.3 km al 5.5% porta a La Massana, quindi 2 km di falsopiano precedono l'inizio formale della salita (9.6 km al 6.3%): le pendenze più arcigne si incontrano nei 6 km (media 7.6%, max 12%) che precedono gli ultimi 500 metri di falsopiano (2.2%).
Venerdì 29 agosto - 7a tappa: Andorra la Vella - Cerler. Huesca La Magia (188.0 km)

È forse la tappa più dura, con salite di una certa difficoltà distribuite su tutto il percorso in mezzo ai Pirenei (circa 4000 metri di dislivello complessivo); ad ogni modo non si è calcato troppo la mano nemmeno qua e la salita più arcigna sarà quella finale quindi non c'è da attendersi tanto. Attenzione alle bambole sulla prima infinita salita al Port del Cantó (24.7 km al 4.4%): non inganni il dato complessivo, perché la salita procede a gradoni, con un primo tratto di 6 km all'8.2% (max 13%) e un altro di 3.5 km al 7% (max 10%) verso la vetta, inframezzati da tratti di salita più pedalabile e anche qualche contropendenza che falsa la media. Dopo una lunga discesa si percorrono quasi 30 km di falsopiano a favore fino a La Pobla de Segur; qui si prende la strada per il Puerto de la Creu de Perves, con la strada che sale per circa 22 km (media 3.6%): dopo un lungo fondovalle con pendenze tra il 2 e il 5%, si arriva all'imbocco formale degli ultimi 5.7 km più tosti (media 6.3%, max 10%); la discesa è spezzata da uno zampellotto. Con un'altra quindicina di km in fondovalle si arriva sotto il Coll de L'Espina (ignorando i dati ufficiali, 6 km al 6.7%, max 10%), in vetta al quale prima della discesa si sale a Laspaules (circa 1.5 km al 3.5%) e al Coll de Fadas (circa 3.5 km al 3.5%, max 9% in vetta), dove inizia effettivamente la discesa. In fondo un ultimo fondovalle di 15 km (con qualche tratto di vera salita al 4/5%) porta sotto la dura ascesa finale (12.1 km al 5.8%, media molto ingannevole): un primo troncone porta all'abitato di Cerler (circa 4 km all'8.5%, max 14%), dove si respira con 500 metri di falsopiano e 500 metri di discesa; inizia il secondo troncone duro (circa 3 km all'8.3%, max 14% all'inizio, più dolce verso la fine) con cui a 4 km dall'arrivo si chiude la parte più tosta della salita; dopo 800 metri di discesa, la strada sale di nuovo per 2.7 km al 6.5%, prima degli ultimi 500 metri quasi pianeggianti.
Sabato 30 agosto - 8a tappa: Monzón Templario - Zaragoza (163.5 km)

Tappa per velocisti puri priva di GPM. Il percorso è leggermente mosso nei primi 80 km, poi a lungo pianeggiante, addirittura quasi sempre con pendenza a favore. Qualche lievissima ondulazione si incontra nel circuito finale di 23.4 km, in particolare uno strappetto di circa 500 metri al 6% verso il parco di divertimenti cittadino a 11 km dall'arrivo. Il finale è molto veloce, con un'ampia rotonda da percorrere verso sinistra come ultima curva prima della flamme rouge; l'ultimo km curva costantemente verso sinistra e solo per questo il traguardo non si vede fino all'ultimo momento.
Domenica 31 agosto - 9a tappa: Alfaro - Estación de Esquí de Valdezcaray (195.5 km)

Tappa piuttosto superflua, solo lievemente mossa e piuttosto lunga, ma chiusa da un arrivo in salita troppo duro per le ruote veloce, ma troppo facile per smuovere la classifica. Quasi sicuramente finirà per essere una tappa da fughe, fuggitivi a cui comunque serviranno gambe per uscire nei primi km mossi: si segnalano dopo Cornago una prima salita di 2.2 km al 7% (max 11%), seguita dall'Alto de Villarroya (6.5 km al 3.7%, max 8%). Più avanti sono da segnalare le salite a Sorzano (circa 3 km al 5%, max 8%) e Daroca de Roja (2.8 km al 4.5%, max 10%), a 65 km dall'arrivo. Nemmeno la salita finale spicca per difficoltà: sono 13.2 km al 5%, in cui la pendenza diminuisce man mano che si sale; sono un po' più duri i primi 4 km (media 7.5%, max 12%), mentre gli ultimi 4 km sono in falsopiano (media 2.5%).
Lunedì 1 settembre - Riposo
Martedì 2 settembre - 10a tappa: Parque de la Naturaleza Sendaviva - El Ferial Larra Belagua (175.3 km)

La seconda settimana riparte come la precedente si era conclusa, con una tappa un po' buttata lì, con alcune semplici salite a precedere un arrivo in quota a sua volta non durissima dove potrebbe non succedere niente. Due salitelle di 2 km al 4.5% e 2.8 km al 4.3% (max 10%) aprono la tappa; si deve poi attendere la fase centrale per incontrare le prime vere asperità: Alto de Lerga (10.5 km al 3.4%, max 9%), Alto de Aibar (circa 6 km al 4%, max 8%), Alto de Iso (circa 4 km al 4.5%) e Alto de las Coronas (ignorando il dato ufficiale, 7.3 km al 4.7%, max 8%). Dopo la discesa circa 30 km di fondovalle precedono la salita finale di Larra Belagua (9.4 km al 6.3%): in verità sono di salita tosta i primi 7 km (media 7.6%, max 10%), cui segue un km pedalabile (4/5%) e gli ultimi 1400 metri quasi pianeggianti.
Mercoledì 3 settembre - 11a tappa: Bilbao - Bilbao (157.4 km)

Una delle tappe più intriganti di questa Vuelta, con partenza in salita e pendenze cattive sparsa qua e là, per un totale di circa 3000 metri di dislivello. Pronti via si supera l'Alto de Lakuiz (3.9 km al 4.7%), seguito dagli strappi di Botiola (1 km al 6%) e Elordigane (1.4 km al 6.8%), quindi la prima salita dura verso l'Alto de Sallube: il dato di 7.2 km al 4.2% nasconde un primo tratto di 3.2 km all'8.5% (max 10%), seguito da una breve discesa e un tratto ondulato fino in vetta. Al termine della discesa si incontra un tratto agevole, ma comunque mosso e mai del tutto pianeggiante, di oltre 20 km; una prima asperità di 3 km al 4% precede la salita al Balcón de Bizkaia (4.3 km al 5.4%; primi 3.2 km al 6.8%, max 10%), quindi l'Alto de Gerekiz (circa 3 km al 5%) e l'Alto de Morga (4 km al 4.7%, max 8%; ufficialmente è unito in 8.2 km con la salita precedente). A fine discesa si incontrano 10 km pianeggianti per entrare nel vivo della corsa con il primo passaggio sull'Alto del Vivero (salita irregolare di 4.2 km all'8.3% con un paio di passaggi al 15%). Una lunga discesa porta a Bilbao, dove si percorrerà lo strappo verso il traguardo (400 metri al 6%) e altre ondulazioni uscendo dalla città (2.3 km al 3%, max 10%). Bastano 5 km di pianura per salire di nuovo l'Alto del Vivero, con scollinamento a 24 km dall'arrivo. Dopo la discesa si pedala in pianura per soli 9 km, quindi la strada impenna di nuovo verso l'Alto de Pike (2.3 km all'8.9%, max 16%), che termina a meno di 9 km dall'arrivo. La discesa (da pedalere) termina a poco più di 1 km dal traguardo; si riaffronta lo strappetto nel centro di Bilbao, poi la strada spiana nei 500 metri finali.
Giovedì 4 settembre - 12a tappa: Laredo - Los Corrales de Buelna (144.9 km)

Tappa non trascendentale, ma è l'unica di montagna a non finire in salita e per questo non si può sottovalutare. Tuttavia lo spauracchio dell'Angliru all'indomani probabilmente bloccherà la corsa. I primi 20 km ondulati renderanno subito difficile lo sgancio della fuga, quindi una dozzina di km in fondovalle precedono la salita al Puerto de Alisas (8.6 km al 5.8%, max 8%). Dopo 10 km di discesa se ne incontrano 25 semplici, prima di risalire a San Martin de Villalufre (3.1 km al 4.8%, ultimi 1500 metri al 6.3%) e poi all'Alto de Hijas (3 km al 6.5%, max 8%). Quasi 20 km di fondovalle (si transita intatto sotto il traguardo in senso opposto) precedono la salita decisiva alla Collada de Brenes, di 7 km al 7.9%, ma irregolare con punte fino al 14%. La discesa, piuttosto tecnica, termina a 15 km dall'arrivo, tutti di fondovalle a scendere quindi molto più veloci di quanto si pensi.
Venerdì 5 settembre - 13a tappa: Cabezón de la Sal - L'Angliru (202.7 km)

Chilometraggio da tappone, ma probabilmente niente succederà prima del gigante finale, anche se preceduto da altre salite ripide. I primi 145 sono semplicissimi con pochissime ondulazioni in avvio e dopo Nava, poi la strada impenna una prima volta verso l'Alto La Mozqueta (6.3 km all'8.4%, max 12%). Segue una discesa tecnica di oltre 7 km, quindi una decina di km di falsopiano a scendere e altri 6.5 km di pianura per arrivare ai piedi del tradizionale preambolo all'Angliru, l'Alto del Cordal: sono 5.5 km all'8.8%, formati da tre rampe in doppia cifra (max 14%) separate da tratti più semplici. Un'altra discesa molto insidiosa, spesso fondamentale per l'approccio della salita finale, porta direttamente ai piedi dell'Angliru: la salita misura formalmente 12.4 km, ma di fatto inizia un po' prima; la pendenza media del 9.7% è peraltro falsata dal tratto in discesa che porta al traguardo (circa 500 metri al -4%). La salita inizia con un tratto di circa 5 km al 7.5% che apre le danze e a cui si arriva già inchiodati dalle salite precedenti; dopodiché alcune centinaia di metri quasi pianeggianti portano ai piedi dell'ultima impennata di circa 6.5 km al 13% e punte fino al 23%; il tratto più duro (1 km al 18%) termina a 2 km dal traguardo, poi la strada si ristabilizza su pendenze leggermente più umane (media 13%) per un km abbondante, fino a spianare poco dopo la flamme rouge.
Sabato 6 settembre - 14a tappa: Avilés - La Farrapona. Lagos de Somiedo (135.9 km)

Se non fosse cortissima e ridotta all'ossa, sarebbe senz'altro la tappa più intrigante, visto che propone una classica accoppiata che consente (volendolo) di attaccare da lontano. La partenza è subito movimentata da salite non durissime: Montegrande (1.2 km al 5.1%), Alto de la Miranda (3.8 km al 3.9%), Bonielles (3 km al 3.8%, max 9%), Les Cruces (2 km al 3%). Si respira per una quindicina di km, quindi si sale a Fuexu (3.2 km al 3.4%, max 7%) e Sograndio (4.5 km al 3.5%, max 8%) a ridosso della prima vera salita, l'Alto Tenebredo: sono 5.8 km al 6.5% piuttosto irregolari, con una dura rampa iniziale (quasi 2 km al 9%, max 11%) e un altro strappo tosto verso la fine (1 km al 7.5%, max 10%). Dopo la discesa ripida ma semplice, 20 km di fondovalle a salire sempre più pesante portano all'inizio formale della salita al Puertu de San Llaurienzu: dei totali 10.1 km all'8.5%, i primi 3.5 km hanno pendenze abbordabili che aumentano gradualmente fino a una punta del 10%; poi la strada è pressoché pianeggiante per alcune centinaia di metri, prima di impennare nei 5.8 km conclusivi (media 11%, max 14%). La vetta è posta a 33.8 km dall'arrivo, con la discesa piuttosto insidiosa seguita quasi immediatamente dalla salita finale, più pedalabile ma impegnativa; insomma è il terreno perfetto per attaccare. Al termine della discesa i primi 5 km sono poco più che in falsopiano (media 2.4%, max 10%), poi inizia ad essere salita, con 1.7 km al 4.3% che portano all'inizio ufficiale dell'ascesa, di 16.9 km al 5.9%: si incontra subito uno strappo di 1 km al 7% (max 9%), quindi 2 km più agevoli e un altro tratto di 1 km al 7%; un altro km di falsopiano precede una prima impennata di circa 1.5 km al 9% (max 13%), seguita da 700 metri di discesa e un'altro strappo di 1 km al 6% (max 10%); a questo punto 2 km di falsopiano chiudono la parte irregolare dell'ascesa ed inizia il tratto finale di 6.5 km all'8.7% (max 10%) con pendenze molto regolari.
Domenica 7 settembre - 15a tappa: A Veiga/Vegadeo - Monforte de Lemos (167.8 km)

Frazione che supera salite a volte anche molto impegnative nei primi 95 km, ma poi si trasforma in una frazione semplice che quindi può anche chiudersi in volata. Pronti via si scala il Puerto a Garganta, salita lunga (16.5 km al 5.1%) con un tratto duro di circa 1.5 km al 9.5%; seguono salite non segnalate all'Alto de la Llanada (quasi 4 km al 5%), uscendo da San Martin de Oscos (900 mt al 9%, seguiti da altri 250 metri al 9%, max 14%) e all'Alto de San Julián (1.9 km all'8.5%, max 10%), prima di imboccare l'Alto de Barbeitos (in tutto 11.9 km al 3.9%, ma con un primo tratto di quasi 4 km al 7%, max 11%), in vetta al quale la strada rimane ondulata, in particolare con lo strappo di A Fonsagrada (circa 1.5 km al 6.5%); seguono altre due salite non segnalate all'Alto da Fontaneira (6.5 km al 4.1%; una breve discesa spezza la salita prima dell'ultima rampa di circa 2 km al 7%, max 9%) e all'Alto da Baqueriza (circa 2 km al 5.5%, max 7%). Finita la discesa mancheranno però ancora 70 km che estingueranno la difficoltà di questo primo tratto. In questa fase si segnala solo la sequenza di salitelle al Bolo de Betote (2.5 km al 3.4%, max 7%), all'Alto de A Valiña (4.5 km al 4.4%, max 7%) e all'Alto do Oural (1 km al 4%), scollinando quest'ultimo a 25 km dall'arrivo, quasi tutti di strada a favore.
Lunedì 8 settembre - Riposo
Martedì 9 settembre - 16a tappa: Poio - Mos. Castro de Herville (167.9 km)

Questa tappa è un altro barlume di originalità che svetta in un percorso altrimenti piatto (non altimetricamente è logico): una frazione di media montagna che si corre sulle stesse strade della tappa finale dell'edizione 2021, in cui ci fu effettivamente scompiglia. È una tappa dove ci si può inventare molto, anche nella speranza che alcuni avversari possano incappare in una giornata storta. Un dente di 1.3 km al 4.3% subito dopo il km0 mette in chiaro l'andamento della tappa, che nei primi 70 km propone lievi ondulazioni con la sola salita di Trandeira (10 km al 2.9%, max 9%) degna di menzione. Apre davvero le danze l'Alto de San Antoniño (9 km al 4%, max 8%), seguito dalla prima vera salita dura, dove potrebbero iniziar emovimenti anche tra gli uomini di classifica, ovvero l'Alto da Groba (in tutto 11.3 km al 5.4%, ma con frequenti passaggi in doppia cifra fino al 15% nei primi 5 km). La lunga discesa che segue è interrotta dallo strappo di Vilachan (1.5 km al 5.7%, max 9%), poi si sale il non classificato Alto do Tebra (3 km al 7.1%, primi 500 metri al 10%, max 11%), che precede di poco l'Alto de Prado (salita diversa da quella omonima del 2021, che ignorando il dato ufficiale si misura in 2.5 km al 10.5%, con il GPM posto però dopo alcuni metri di falsopiano). La discesa è spezzata da una salita di quasi 2 km al 6.5% fino ad A Abelenda; in fondo alla discesa si torna subito a salire con 1300 metri pedalbili che precedono l'imbocco formale (8.2 km al 5.2%): dopo il primo tratto al 6/7% si incontra quasi subito la rampa di circa 2 km al 10% (max 16%) che termina a 5 km dall'arrivo; dopo una breve discesa la strada torna a salire in modo irregolar per i 4 km finali (media 4.8%, max 11%). Speriamo che il duro arrivo in salita del giorno seguente non blocchi la corsa.
Mercoledì 10 settembre - 17a tappa: O Barco de Valdeorras - Alto de El Morredero (143.2 km)

Frazione importante, che però grida vendetta per il ben di dio che avrebbe potuto offrire il territorio. Anche se alcune salite poco impegnative sono sparse qua e là, ovviamente gli occhi sono rivolti fin dalla partenza alla durissima salita conclusiva, versante inedito di una vetta che ha già ospitato arrivi nel 1997 e nel 2006. Quasi subito si incontra una salita di circa 4 km al 5%, poi quasi 20 km pianeggianti prima della fase centrale un po' più impegnativa: si susseguono le salite di San Miguel de Arganza (4.8 km al 3.5%), Alto de Ocero (8.5 km al 2.9%; molte discese falsano la media, max 10%), Berlanga del Bierzo (5.2 km al 4.2%) e Paso de las Travesias (7.8 km al 4.1%, max 12% al'imbocco; anche qui quasi 1 km di discesa falsa la media). Servono 25 km di fondovalle per ritrovare altre due salitelle di 2.6 km al 3.6% e 2.3 km al 4.4%, prima e dopo la diga di Barcena. Si scende su Ponferrada, dove iniziano i 25 km finali di salita, aperti dall'Alto San Esteban (2.8 km al 6%, max 8%); dopo 1500 metri di discesa inizia un falsopiano (media 2.4%, in verità ondulato con tratti di salita vera) di quasi 8 km, dopo il quale si incontra una prima impennata di 1.5 km al 9.7% (max 13%); 900 metri di pianura e discesa portano all'inizio ufficiale della salita (8.8 km al 9.7%) durissima nei primi 5 km (media 11.5%, max 16%), poi più pedalabile negli ultimi 3.8 km (media 7.5%).
Giovedì 11 settembre - 18a tappa: Valladolid - Valladolid (Cronometro individuale - 27.2 km)

Cronometro fondamentale di questa Vuelta, anche se piuttosto breve in proporzione alle mille salite già affrontate e a quelle che verranno. I primi 10 km sono tortuosi e presentano anche lo strappo di Calle de Hernando de Acuña (circa 800 metri al 7%). Gli altri 17 km sono invece tutti su lunghi viali, interrotti da alcune rotonde, completamente pianeggianti. Gli specialisti hanno spazio per guadagnare un po' di terreno.
Venerdì 12 settembre - 19a tappa: Rueda - Guijuelo (161.9 km)

Tappa per velocisti, ricca di leggerissime ondulazioni, che come da tradizione vueltesca si chiude in lieve pendenza per dispetto ai velocisti puri: gli ultimi 2.3 km hanno una pendenza media del 3%, con qualche toccata al 4/5%. Questo tratto di salita è quasi completamente rettilineo, interrotto solo da qualche semicurva.
Sabato 13 settembre - 20a tappa: Robledo de Chavela - Bola del Mundo. Puerto de Navacerrada (164.8 km)

I giochi per la classifica si chiudono con una frazione dura che però dovrebbe concentrare le sue attenzioni sulla salita conclusiva, terribile, alla Bola del Mundo. Si parte subito in salita, con alcune ondulazioni prima dell'Alto de La Escondida (9 km al 4.1%) e del Puerto de La Paradilla (5.8 km al 5.4%, max 8%). Seguono quasi subito lo strappo verso la basilica di San Lorenzo de El Escorial (circa 1.5 km al 7%, max 11%) e l'Alto del Leon (7 km al 7.3%, max 12%). Al termine della discesa inizia una fase solo lievemente ondulata di 45 km, in cui va evidenziata la salitella di Los Angeles de San Rafael (circa 2 km al 4.5%). 11 km di falsopiano a volte impegnativo precedono l'inizio formale della salita al Puerto de Navacerrada (6.9 km al 7.6%, max 11%). Qui a 50 km c'è forse l'unica occasione per attaccare da lontano, cosa comunque improbabile visto cosa ancora c'è da affrontare: quasi 20 km di discesa (interrotti da uno zampellotto a Cercedilla) lasciano il posto a 8 km pressoché pianeggianti, quindi la strada inizia a salire in modo irregolare (circa 11 km al 2% di media) fino all'imbocco ufficiale della salita conclusiva (12.3 km all'8.6%): i primi 9 km con pendenze sostenute ma ordinarie (media 7%, max 11%) riportano al Puerto de Navacerrada, dove la strada impenna per gli ultimi 3.3 km in cemento al 12.1% di media, con punte fino al 20%. Da sottolineare che buona parte di questa rampa conclusiva si trova ad oltre 2000 metri di quota.
Domenica 14 settembre - 21a tappa: Alalpardo - Madrid (108 km)

Questa edizione della Vuelta si chiude con il tradizionale circuito di Madrid, lungo 5.8 km e ripetuto interamente per 9 volte. Il finale madrileno viene solitamente adibito ad una passerella non dissimile da quella che si vedeva a Parigi fino al 2023 e l'arrivo in volata dovrebbe essere quasi scontato.
