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Spara ai ciclisti nel Veronese: identificato l’aggressore

Identificato l'uomo che ha aggredito gli atleti nel veronese, è un 25enne incensurato

Quello che inizialmente poteva sembrare un gesto dettato da un momento di nervosismo al volante si è rivelato qualcosa di ben più grave: secondo quanto emerso sarebbe stato un semplice “fastidio” il movente che, nella mattinata di sabato 20 dicembre, ha spinto un uomo ad affiancare in auto e poi sparare (a salve, si è poi scoperto) contro un gruppo di atleti  del team Padovani nel Veronese. Dopo tre giorni di indagini serrate, l’aggressore ha finalmente un volto e un nome: si tratta di un 25enne incensurato, residente in provincia di Verona.

Secondo quanto emerso, alla richiesta di spiegazioni sul gesto compiuto, il giovane avrebbe parlato apertamente di un’ostilità nei confronti delle biciclette e di un presunto disagio alla guida, causato dalla presenza del gruppo di ciclisti sulla carreggiata. Una motivazione che lascia sgomenti, soprattutto se rapportata alla pericolosità dell’azione compiuta.

L'episodio era avvenuto nella mattinata di sabato

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Come ricostruito dai Carabinieri della stazione di Caprino Veronese, i ciclisti coinvolti appartengono al team Padovani, formazione guidata dall’ex professionista Alessandro Petacchi, oggi anche apprezzata voce del ciclismo in Rai. Il gruppo era impegnato in una sessione di allenamento lungo le strade di Peri, in provincia di Verona, nell’ambito di un camp di preparazione prenatalizio.

Durante la pedalata, un’auto di grossa cilindrata si sarebbe avvicinata al gruppo con l’intento di effettuare un sorpasso. È proprio in quel frangente che la situazione è degenerata: il conducente ha abbassato il finestrino e ha estratto un’arma da fuoco, esplodendo due colpi in direzione dei ciclisti. Fortunatamente nessuno è rimasto ferito, ma l’episodio ha dato la percezione agli atleti di essere in una “situazione di grave pericolo”, come riportato nelle informative ufficiali.

Le indagini

Le Forze dell’Ordine sono riuscite a risalire rapidamente all’autore del gesto grazie a un lavoro incrociato tra l’analisi dei sistemi di lettura delle targhe e una capillare attività informativa sul territorio. Fondamentali, in questo senso, alcuni dettagli raccolti nelle prime ore successive all’accaduto, tra cui la segnalazione di un faro non funzionante sull’autovettura sospetta, che ha permesso di restringere il campo dei possibili responsabili.

Il 25enne fermato è risultato essere in possesso di una pistola a salve detenuta illegalmente, nascosta sotto il pianale del bagagliaio dell’auto. L’arma, inoltre, era stata modificata con la rimozione del tappo rosso, elemento obbligatorio per distinguerla da una pistola vera, aumentando ulteriormente la percezione di pericolo per le vittime.

Durante l’interrogatorio, l’uomo ha ribadito che il gesto sarebbe stato dettato dalla difficoltà di manovra causata dal gruppo di ciclisti, unita a una dichiarata insofferenza verso chi pratica il ciclismo su strada. Una giustificazione che non ha evitato conseguenze giudiziarie: per lui è scattata la denuncia in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Verona con le accuse di minaccia aggravata, porto di armi od oggetti atti a offendere ed esplosioni pericolose.

Un episodio che riaccende i riflettori sulla sicurezza dei ciclisti sulle strade italiane e su un clima di intolleranza che, troppo spesso, trasforma il traffico in un terreno di scontro anziché di convivenza.

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