
Staffetta mista a squadre formato dejà-vu: l'Australia si conferma campione anche a Kigali
In netto vantaggio dopo la prima parte di gara, gli oceanici difendono il titolo con 5" sulla Francia e 10" sulla Svizzera, penalizzata da un problema meccanico che ha attardato Reusser all'inizio della seconda frazione. Italia ai piedi del podio
Nonostante sia in assoluto la prova meno pregiata del programma iridato, la staffetta mista di Kigali 2025 è stata fin qui la più divertente del programma. Già, perché l'Australia campione uscente (e rientrante) ha seriamente rischiato di dilapidare il grosso vantaggio accumulato nella prima parte della cronometro dopo aver perso quasi subito l'anello debole del terzetto femminile, Felicity Wilson-Haffenden. A questo punto, sembrava che la Svizzera - capitanata dalla neocampionessa del mondo Marlen Reusser - potesse seriamente puntare al titolo, ma un incidente meccanico ha obbligato la cronowoman bernese a cambiare bicicletta. Il suo incidente meccanico - oltretutto risolto con un certo ritardo - ha penalizzato le compagne di squadra Jasmine Liechti e Noemi Ruegg, che hanno ritrovato la loro locomotiva soltanto sulle prime rampe della temutissima Côte de Kimihurura. In questo gioco di ribaltoni e colpi di scena, la palma della favorita è passata alla Francia, ma le superstiti del secondo terzetto (Juliette Labous e Maëva Squiban) hanno affrontato in apnea gli ultimi 2 chilometri. Risultato: gli oceanici (Michael Matthews, Luke Plapp e Jay Vine) e le oceaniche (Brodie Chapman, Amanda Spratt - che ha dato tutto nel finale pur di seguire la connazionale - e la già menzionata Wilson-Haffenden) hanno riconfermato l'alloro iridato vinto a Zurigo, seppure di stretta misura sulla Francia (a 5") e sulla Svizzera (a 10"). Prova incolore degli azzurri e delle azzurre, che si erano presentati in Ruanda per provare a difendere il bronzo di un anno fa: le precoci defezioni di Matteo Sobrero e di Soraya Paladin hanno stroncato le chances di podio dell'Italia, che ha chiuso al 4° posto con un ritardo di 1'38" dagli aussies. Comunque sia, vale la pena di segnalare la bella prova di Monica Trinca Colonel, in assoluto la migliore in campo del sestetto tricolore.
La cronaca della staffetta mista a squadre dei campionati del mondo
La prima metà dei Mondiali di ciclismo in Ruanda si conclude con la staffetta mista a squadre, articolata in due frazioni da 20,9 km ciascuna. Sia gli uomini, sia le donne dovranno scalare la Côte de Nyanza dal versante più impegnativo (2500 metri al 5,8% di media, con punte che superano l'8,5%) e la Côte de Kimihurura (1,3 km in pavé al 6,3%, che si spingono fino all'11% nella prima parte), posizionata a ridosso dell'ultimo chilometro.
Il Benin inaugura la serie di 15 Nazionali al via della cronostaffetta, che sale di tono con le partenze di Spagna e Belgio. I tre uomini della selezione iberica (Héctor Álvarez, Raúl García Pierna, Iván Romeo) vincono a sorpresa la sfida diretta con i corridori belgi (Victor Campenaerts, Florian Vermeersch - quest'ultimo già staccato a metà frazione - e Jonathan Vervenne), che chiuderanno la prima parte di gara con un ritardo di 20". Le distanze si allargano anche nella seconda metà della staffetta: le spagnole Mireia Benito, Paula Blasi e Usoa Ostolaza infliggono più di 2' alle belghe Marieke Meert, Tess Moerman e Julie van de Velde e chiudono con il tempo totale di 56'25"99.
Una dopo l'altra, prendono il via le squadre più attese: la Svizzera, la Francia, l'Italia e l'Australia campione uscente. Facciamo il punto dopo il primo intermedio della frazione maschile: i tre australiani (Michael Matthews, Luke Plapp e Jay Vine) comandano con 11" di margine sull'Italia (Mattia Cattaneo, Marco Frigo e Matteo Sobrero, quest'ultimo uscito di scena sul Nyanza), 13" sulla Francia (Bruno Armirail, Paul Seixas, Pavel Sivakov) e 22" sulla Svizzera (Jan Christen, Stefan Küng, Mauro Schmid). Molto più indietro il terzetto tedesco formato da Miguel Heidemann, Louis Leidert e Jonas Rutsch, che rendono quasi 40" agli oceanici. L'Australia resta in cima alla classifica anche al secondo intertempo: margine di 12" sui francesi, 13" sugli italiani e 15" sugli elvetici.
Spostiamoci al traguardo per annotare i risultati degli uomini a metà staffetta: perso per strada Matthews ai piedi del Kimihurura, gli australiani superstiti chiudono in testa il primo segmento della gara in 24'49"33. Tradotto: 33" alla Francia, 34" alla Svizzera (in rimonta nel finale, benché Küng si fosse sfilato ai piedi della salita conclusiva), 47" all'Italia, 1'01" alla Spagna.
Occhi puntati, a questo punto, sulle cronowomen. La prima notizia è la precoce defezione di Soraya Paladin, che perde quasi subito le ruote delle connazionali Monica Trinca Colonel e Federica Venturelli. Poco dopo il primo intermedio, un altro fuori programma: la fresca campionessa del mondo Marlen Reusser appiedata da un problema meccanico che l'ha costretta a cambiare la bici, oltretutto in tempi piuttosto lunghi. Ciononostante, le svizzere ancora in corsa (Jasmin Liechti e Noemi Ruegg) si installano al comando dopo il primo intermedio, con un margine di 3" sulle australiane (Brodie Chapman, Amanda Spratt e Felicity Wilson-Haffenden, saltata per aria sul Nyanza), 20" sulle francesi (Cédrine Kerbaol, Juliette Labous, Maëva Squiban) e 40" sulle italiane.

La situazione cambia ancora al secondo intertempo: le transalpine - che hanno viaggiato compatte fino all'ultima ascesa - sorpassano di slancio la Svizzera, ora attardata di 15". Tuttavia, Chapman e Spratt mettono tutti e tutte d'accordo: miglior crono in 46'16", 13" di vantaggio sulle e sui francesi, 28" su svizzeri e svizzere e 54" su italiani e italiane, ormai fuori dal giro delle medaglie.
Poco prima del finale, però, un nuovo colpo di scena: Reusser riesce clamorosamente a rientrare sulle compagne di Nazionale, pilotando un'esausta Ruegg fin sul traguardo. 54'40"47 il responso del cronometro. Finale in apnea per le francesi: uscita di scena Kerbaol, Squiban segue non senza fatica Labous. Uno sforzo premiato dall'orologio: 4"76 di vantaggio sulle elvetiche. Non resta che attendere le australiane: Spratt fatica non poco a ruota di Chapman, che si incarica di fare l'andatura fino alla linea bianca. Le lancette dell'orologio, però, sono amiche dei campioni e delle campionesse uscenti: 54'30"47.
Ricapitolando: Chapman, Matthews, Plapp, Spratt, Vine e Wilson-Haffenden vincono la medaglia d'oro con 5" di margine sulla Francia (Armirail, Labous, Kerbaol, Seixas, Sivakov, Squiban) e 10" sul sestetto svizzero (Christen, Küng, Liechti, Reusser, Ruegg, Schmid). 4° posto per l'Italia, che ha chiuso a 1'15" dai vincitori e dalle vincitrici. A seguire la Germania (a 1'33"), la Spagna (a 1'55"), il Belgio (a 4'19"), l'Ucraina (a 6'03"), la Cina (a 6'38") e l'Etiopia (a 7'52").