Juan Diego Alba esulta al traguardo dell'ultima tappa: la Vuelta a Costa Rica è sua © Movistar-Best PC
Mondo Continental

L'anno tramonta, ma in Costa Rica c'è sempre una nuova Alba

Il colombiano torna a festeggiare dopo un triennio tra i professionisti abbastanza avaro di soddisfazioni. Focus su Kevin Rivera, ritrovatosi in patria dopo anni difficili, e sulla Movistar-Best PC, protagonista di un grande finale di stagione

27.12.2023 22:10

Quarantesimo ed ultimo appuntamento stagionale con la rubrica Mondo Continental. In questa puntata: Vuelta a Costa Rica, Campionati Arabi, Kevin Rivera, tornato al successo nella corsa di casa, e la Movistar-Best PC, che ha chiuso la stagione alla grande 

Le corse della settimana

Vuelta Ciclista Internacional a Costa Rica

Il vincitore della Vuelta a Costa Rica, Juan Diego Alba, con il compagno di squadra Bryan Obando, miglior giovane della corsa © Movistar-Best PC

La gara che ha chiuso il calendario UCI è stata la Vuelta Ciclista Internacional a Costa Rica, storica corsa a tappe, giunta quest’anno alla cinquantasettesima edizione. L’unica prova del calendario UCI a disputarsi sul suolo costaricense (almeno nel 2023) ha visto quest’anno undici squadre sfidarsi nei dieci giorni di gara: al via erano presenti due Continental (l’ecuadoriana Movistar-Best PC e la neerlandese Universe), una selezione nazionale guatemalteca e otto formazioni dilettantistiche.

La prima tappa presentava un percorso abbastanza semplice, con le poche asperità limitate ai primi 40 km. Ciononostante è andata via una fuga di otto uomini, alcuni dei quali potenzialmente pericolosi per la classifica finale. A spuntarla è stato Pablo Mudarra (BCT-Montoya), che è tornato al successo nella corsa di casa dopo dodici anni. Alle spalle del trentaduenne si sono piazzati Gabriel Rojas (7C-Economy) e Sergio Arias (Colono Bikestation).

La seconda frazione era la più semplice tra le dieci in programma e, ancora una volta, i fuggitivi di giornata sono risultati imprendibili per il gruppo. Ad imporsi è stato il giovane Donovan Ramírez (7C-Economy), che ha sfruttato le sue doti di cronoman per andare via da solo nel finale e completare la classica accoppiata tappa e maglia. Luis Murillo (CMC-Prefabricados San Carlos) e José David Canastuj (Nazionale Guatemala) lo hanno raggiunto sul podio di giornata, staccati di 54”. Pablo Mudarra ha chiuso nel gruppo principale, a 2’45”, e ha dovuto cedere la testa della classifica generale per 38”.

La terza tappa era una cronosquadre di ben 41 km, con gli ultimi dieci che tendevano costantemente a salire. La 7C-Economy del leader Donovan Ramírez ha dominato la prova, rifilando 1’10” alla Colono Bikestation e ben 2’48” alla Movistar-Best PC. Da segnalare il crollo di Pablo Mudarra, secondo in classifica alla partenza: la sua BCT-Montoya ha chiuso ultima con un distacco di 6’23”.

La quarta frazione presentava la prima vera salita della corsa, l’Alto de Santiago. L’ascesa, lunga oltre 15 km, si concludeva ai -20 e precedeva un finale molto ondulato. Finito fuori classifica dopo le prime tre tappe, Brian Salas (CostaFrut-GoRigoGo) ha potuto godere di un po’ di libertà ed è riuscito ad avvantaggiarsi sul gruppo dei migliori, tagliando il traguardo in solitaria. A 43” Juan Diego Alba (Movistar-Best PC) ha regolato Leandro Varela (7C-Economy) nella volata per il secondo posto. Donovan Ramírez ha mantenuto la maglia di leader, pur perdendo qualche secondo nel finale.

La quinta tappa prevedeva il primo arrivo in salita, con gli ultimi 4 km al 10%. L’ascesa finale era preceduta da altre due importanti difficoltà altimetriche. A fare la differenza è stato Kevin Rivera (7C-Economy), che ha staccato tutti ed è andato a vincere con 41” su Sebastián Moya (Colono Bikestation) e 46” su Juan Diego Alba. Donovan Ramírez ha accusato quasi 10’ di ritardo e ha dovuto cedere la testa della classifica a Sergio Arias, settimo di tappa a 3’03” dal vincitore.

La sesta frazione, dal profilo molto ondulato, si sarebbe dovuta concludere con una lunga salita (seppur con pendenze pedalabili), ma un incidente esterno alla corsa ha costretto gli organizzatori ad accorciare il percorso. Ad approfittare delle modifiche sono stati sei fuggitivi fuori classifica, che hanno lasciato a circa 2’ un gruppo sostanzialmente compatto. La vittoria è andata a Ricardo Rouillon (Real Estelí), che ha sorpreso i compagni di avventura anticipando la volata. Alle sue spalle si sono piazzati Richard Zamora (Ciclo Café) e Richard Huera (Movistar-Best PC).

La settima tappa aveva un profilo impensabile in Europa: i primi 80 km tendevano costantemente a salire (fino agli oltre 3300 del Cerro de la Muerte), a parte brevi tratti in contropendenza, e gli ultimi 45 erano quasi totalmente in discesa. Tre corridori hanno fatto la differenza e si sono giocati la vittoria in una volata in cui la Movistar-Best PC ha fatto valere la superiorità numerica. Dopo tanti piazzamenti, Byron Guamá ha interrotto un digiuno di successi durato oltre tre anni, avendo la meglio sull’ex leader Donovan Ramírez e sul compagno di squadra Bryan Obando.

L’ottava frazione iniziava subito con una nuova scalata del Cerro de la Muerte, per poi affrontare una lunghissima discesa, intervallata da alcuni brevi tratti in salita. L’ultimo chilometro tendeva nuovamente a salire. Quattro corridori hanno dominato la corsa, rifilando distacchi abissali a tutti: ancora una volta la Movistar-Best PC si è ritrovata in superiorità numerica e ha gestito al meglio il finale. La rampa finale ha premiato Richard Huera, bravo a precedere Kevin Rivera in volata. Juan Diego Alba è arrivato a 3” e si è impossessato della maglia di leader, mentre Kenny Nijssen (Universe) ha chiuso quarto a 11”. Sergio Arias si è difeso, tagliando il traguardo in quinta posizione, ma il distacco di 4’03” lo ha costretto a dire addio ai sogni di successo finale.

Nella nona tappa si tornava ad arrivare in salita, anche se non si trattava sicuramente dell’ascesa più dura della corsa. Si è imposto in solitaria Sebastián Moya, che è, così, riuscito a vincere una tappa per la quarta edizione consecutiva. A 46” Leandro Varela ha preceduto Kevin Rivera, Sergio Arias e Juan Diego Alba. La classifica generale non ha subito modifiche, dato che i primi tre (Alba, Rivera e Arias) hanno tagliato il traguardo insieme.

L’ultima frazione prevedeva il Circuito Presidente, classico finale della corsa nella capitale San José: si tratta di un anello di circa 10 km, da ripetere dieci volte, in cui è presente una salita di due chilometri. Il percorso non si è rivelato sufficientemente impegnativo per fare differenze tra i big e, così, la 7C-Economy ha preso atto dell’impossibilità di ribaltare la classifica e ha puntato sul successo di tappa. La tattica ha avuto successo e Gabriel Rojas si è involato in solitaria e ha vinto con ampio margine. Esdras Morales (Nazionale Guatemala) ha chiuso secondo a 2’22”, con Sebastian Brenes (7C-Economy) che ha regolato il gruppo dei migliori a 2’33”.

Juan Diego Alba ha conquistato il successo finale con 55” di margine su Kevin Rivera, vincitore della classifica a punti, e 2’35” su Sergio Arias. Tutti gli altri hanno accusato distacchi superiori ai 10’. Sebastián Moya è stato il miglior scalatore, Bryan Obando il miglior giovane e Jason Huertas il re degli sprint intermedi. La Movistar-Best PC, infine, si è aggiudicata la graduatoria a squadre.

Campionati Arabi

Tripletta algerina nella prova in linea dei Campionati Arabi © ArabCycling

A Riad, capitale dell’Arabia Saudita, si sono disputati i Campionati Arabi di ciclismo su strada. Le prove in programma erano cronosquadre, cronometro individuale e corsa in linea.

La cronometro a squadre prevedeva un percorso di ben 62 km, che ha visto sfidarsi cinque squadre, composte da quattro elementi. A far registrare il miglior tempo è stato il Marocco, che poteva contare su quattro uomini che nel 2023 hanno fatto grandi cose nel calendario africano: Adil El Arbaoui, Achraf Ed Doghmy, Mohcine El Kouraji e El Houcaine Sabbahi. Al secondo posto, un po’ a sorpresa, si sono piazzati gli Emirati Arabi Uniti, staccati di 31”. Il quartetto schierato dagli emiratini era composto dai tre corridori che faranno parte della nuova Continental UAE Team Emirates Generation Z (Abdulla Alhammadi, Mohammad Almutaiwei e Abdulla Jasim Al-Ali) e dal campione nazionale a cronometro Saif Mayoof Al Kaabi. Medaglia di bronzo, con 3’09” di ritardo all’Algeria, che schierava Yacine Hamza, Azzedine Lagab, Mohamed Amine N’Hari e Nassim Saidi.

La cronometro individuale ha visto al via quindici corridori, in rappresentanza di nove paesi. Il più veloce a coprire i 31 km di gara è stato il marocchino Mohcine El Kouraji, che ha centrato il secondo oro personale. Hanno completato il podio altri due corridori già medagliati nella cronosquadre: l’algerino Azzedine Lagab si è preso l’argento con 9” di ritardo, mentre il bronzo è andato all’emiratino Abdulla Alhammadi, staccato di 21”. L’unico professionista in gara, il bahreinita Ahmed Madan (Bahrain-Victorious) non è andato oltre il quinto posto, con 1’ di ritardo, superato anche dall’altro marocchino Adil El Arbaoui. Gli under 23 hanno disputato una prova separata, che si è conclusa con una doppietta emiratina: Mohammad Almutaiwei ha preceduto di 40” Abdulla Jasim Al-Ali. Sul terzo gradino del podio è salito l’iracheno Abdullah Wehbi, staccato di 1’43”.

Nella prova in linea era prevista una gara unica per élite e under 23: al via c’erano quarantotto corridori, in rappresentanza di undici nazioni. Dopo aver mancato il metallo più prezioso nelle gare precedenti, l’Algeria si è rifatta con gli interessi, centrando una clamorosa tripletta nella volata a nove che ha deciso tutto. Yacine Hamza ha centrato la diciottesima vittoria internazionale del suo 2023, precedendo i connazionali Hamza Amari e Nassim Saidi. Il Marocco è rimasto clamorosamente giù dal podio: i tre corridori presenti nel gruppo di testa hanno, infatti, occupato le posizioni dalla quarta alla sesta. Ahmed Madan era ancora una volta l’unico professionista in gara, ma si è dovuto accontentare del sedicesimo posto a 1’52”. Grazie alla medaglia d’argento assoluta, Hamza Amari si è preso il titolo under 23 davanti ad Abdulla Jasim Al-Ali, ottavo assoluto, e all’iracheno Sarbast Issa, undicesimo a 1’32”. 

Il corridore della settimana: Kevin Rivera

Kevin Rivera in maglia Work Service © Work Service Cycling

Nel 2016 Gianni Savio portò all’Androni Giocattoli, con un contratto quadriennale, un diciottenne colombiano con poca esperienza su strada e buoni risultati in mountain bike, Egan Bernal. All’epoca il salto dalla categoria juniores al professionismo con contratti lunghi era decisamente inusuale e la mossa destava grande curiosità. L’attuale corridore della INEOS Grenadiers si dimostrò subito una scommessa vinta e l’anno successivo il manager torinese provò a ripetersi, ingaggiando un altro corridore che aveva appena portato a termine il biennio tra gli juniores, il costaricano Kevin Rivera.

Dopo un inizio di carriera molto interessante (anche se non al livello di Bernal), il corridore nativo di Cartago ha un po’ perso la bussola dopo lo scoppio della pandemia e, anche a causa di alcuni episodi sfortunati, è finito ai margini del grande ciclismo. Quest’anno ha continuato a non convincere in Europa, ma negli ultimi due mesi è tornato a recitare un ruolo da protagonista nelle corse centroamericane. La concorrenza non era sicuramente delle più qualificate, ma questi risultati potrebbero ridargli la spinta per tornare a far bene anche in gare più prestigiose: in fondo ha venticinque anni e può avere davanti ancora tanti anni di carriera.

Kevin Rivera ottenne i primi risultati di spessore nel 2016 in Costa Rica. Vinse una tappa e chiuse al terzo posto la Vuelta de la Juventud, aggiudicandosi anche la classifica riservata agli scalatori. Anche se si trattava di una corsa del calendario nazionale, la sua performance fu particolarmente rilevante perché la prova era aperta agli under 23 e lui era ancora junior. I due corridori che gli finirono davanti, inoltre, erano suoi compagni di squadra, quindi non aveva motivo di attaccarli. Finì terzo anche nella prova a cronometro dei campionati nazionali juniores.

A diciotto anni ebbe, quindi, la possibilità di passare professionista in Europa con la Androni-Sidermec. Per la prima stagione tra i grandi gli fu riservato un calendario non troppo fitto per consentirgli di crescere senza pressioni. Dopo aver fatto esperienza nelle prime gare, senza l’assillo del risultato, Rivera si tolse delle grandissime soddisfazioni nel mese di settembre, conquistando le prime vittorie nella massima categoria, una tappa e la classifica finale del Tour of China II, gara in cui vinse anche la graduatoria riservata agli scalatori. Tornato in Europa ebbe la possibilità di disputare la corsa più importante della sua stagione, la Milano-Torino, che riuscì a portare a termine.

Nel 2018 trovò subito il successo in una tappa della Vuelta al Tachira, corsa in cui non riuscì a fare classifica a causa di una fuga-bidone nella seconda tappa che tagliò fuori buona parte dei favoriti. Al rientro in Europa fece il suo esordio in una prova WorldTour, disputando la Strade Bianche (non concludendola) ed ebbe modo di gareggiare molto di più rispetto all’anno precedente, pur senza trovare i risultati sperati. Disputò la prova in linea under 23 dei Campionati del Mondo, ma non riuscì a portarla a termine.

Nella stagione seguente il costaricano non si limitò a correre con l’Androni-Sidermec, ma disputò anche qualche gara con la nazionale, come la Vuelta a Chiloe, in cui si aggiudicò la maglia di miglior giovane. Dopo aver ottenuto lo stesso riconoscimento al Tour of Bihor-Bellotto in Romania, disputò tre corse in Belgio per fare esperienza su terreni diversi da quelli a cui era abituato. La settimana successiva tornò in Romania e vinse una tappa e la classifica finale del Sibiu Tour. In seguito vinse nuovamente una tappa al Tour of China II, chiuso in terza posizione, ottenne un eccellente nono posto alla Milano-Torino (battuto soltanto da grandi campioni) ed esordì in una Classica Monumento, Il Lombardia.

Nel 2020 era atteso ad una grande stagione e, in effetti, l’inizio fu molto incoraggiante: Rivera vinse due tappe, la classifica GPM, quella dei giovani e chiuse al terzo posto nella generale la Vuelta al Tachira e si aggiudicò il tappone del Tour de Langkawi (in cui finì lontano in classifica dopo aver perso 12’ in una tappa completamente pianeggiante di 85 km). Lo scoppio della pandemia bloccò la stagione e lui sembrò soffrire la cosa più degli altri: al ritorno in gara disputò un anonimo Tour de Hongrie e si ritirò dalla Tirreno-Adriatico già nella prima tappa. Disputò il suo primo (e al momento unico) Campionato del Mondo fra gli élite, ma non lo portò a termine.

Nel 2021 decise, a sorpresa, di cambiare squadra, firmando con la Bardiani-CSF, con l’intenzione di disputare il Giro d’Italia per la prima volta in carriera. Le cose non andarono come sperato: il corridore, anche a causa di problemi fisici, non ottenne risultati (un ventiduesimo posto di tappa alla Vuelta al Tachira come miglior piazzamento stagionale) e la convocazione per la Corsa Rosa saltò. In seguito i rapporti con la squadra si incrinarono fino alla rescissione del contratto, con tanto di accuse reciproche fra l’entourage del corridore e Roberto Reverberi.

Nonostante i problemi, il costaricano riuscì a trovare un contratto professionistico per l’anno successivo, ma ancora una volta le cose non andarono secondo i piani (questa volta per colpe non sue). Firmò, infatti, per la Gazprom-Rusvelo, che fu costretta a cessare l’attività all’inizio di marzo, a causa delle sanzioni contro le squadre russe. Nella seconda parte di stagione disputò qualche corsa in patria, riuscendo a vincere una tappa della Vuelta a Costa Rica, poi chiusa al quinto posto.

Quest’anno, dopo aver iniziato l’attività in patria, ad agosto ha avuto la possibilità di tornare in Italia, con la maglia della Work Service-Vitalcare. L’avventura nella formazione diretta da Emilio Mistichelli non è andata benissimo, con un sesto posto di tappa al Giro della Regione Friuli Venezia Giulia come miglior risultato. Negli ultimi mesi è tornato a correre nell’America Centrale e le cose sono cambiate: Rivera ha vinto la Vuelta al Norte, corsa dilettantistica costaricana, è stato grande protagonista della Vuelta a Guatemala (cinque top ten di tappa e quarto posto finale) e ha fatto grandi cose nella corsa più importante del suo paese, la Vuelta a Costa Rica: si è imposto in una tappa, ha chiuso al secondo posto in classifica generale e ha conquistato la classifica a punti.

I risultati ottenuti nelle corse centroamericane non saranno certamente sufficienti per riportare Kevin Rivera nel professionismo, ma potrebbero regalargli un’altra chance in una Continental, per provare a rilanciarsi. A venticinque anni non è troppo tardi per ritrovare il livello che aveva all’Androni. 

La squadra della settimana: Movistar-Best PC

I corridori della Movistar-Best PC © Movistar-Best PC

La Movistar-Best PC ha chiuso la Vuelta a Costa Rica in maniera trionfale: due vittorie di tappa (entrambe sfruttando nel migliore dei modi una superiorità numerica nel gruppo di testa), il successo finale e il trionfo nella classifica a squadre hanno rappresentato un progresso anche rispetto alla già vincente spedizione costaricana dello scorso anno. Il bilancio del 2023 è di sette vittorie, che potevano essere di più se la formazione ecuadoriana non si fosse trovata spesso sulla propria strada i colombiani del Team Medellín-EPM, autentici dominatori dell’America Tour.

Il team è entrato a far parte del mondo Continental nel 2020 come Best PC Ecuador, andando di fatto a rimpiazzare la Movistar Team Ecuador, prima storica squadra UCI del paese sudamericano, che aveva appena chiuso i battenti. Dallo scorso anno anche la formazione di Anderson Padilla ha potuto contare sull’apporto della nota compagnia telefonica, che in precedenza aveva sponsorizzato anche una formazione colombiana. Curiosamente sul sito dell’UCI la Movistar-Best PC è registrata come Continental di riferimento della WorldTour spagnola, quindi le due squadre non possono partecipare alle stesse gare, sebbene sembrino essere due entità completamente diverse.

Il roster attuale è composto da tredici corridori, il più noto dei quali è Juan Diego Alba, fresco vincitore della Vuelta a Costa Rica. Il colombiano si era rivelato nel 2019, anno in cui vinse la tappa dell’Aprica del Giro d’Italia under 23, chiudendo al terzo posto finale. Nel suo triennio tra i professionisti, con le maglie di Movistar e Drone Hopper-Androni, ha ottenuto molto poco, ma quest’anno è tornato a farsi vedere con il podio alla Vuelta al Tachira e la vittoria della Vuelta a Costa Rica, che gli ha permesso di chiudere la stagione col botto.

L’altro corridore con un’esperienza da professionista è Carlos Gálviz, che ha vestito la maglia dell’Androni Giocattoli dal luglio 2014 alla fine del 2015. Due volte campione venezuelano a cronometro, il trentacinquenne è stato medaglia d’oro ai Giochi dell’America Centrale e dei Caraibi nel 2014. Arrivato alla Movistar-Best PC alla fine della scorsa stagione non è riuscito a lasciare il segno nelle corse internazionali e non è stato confermato per il 2024.

Tra gli ecuadoriani, il nome più noto è sicuramente quello di Byron Guamá. Il trentottenne ha interrotto un digiuno di successi lungo tre anni, imponendosi nella settima tappa della Vuelta a Costa Rica, e ha portato a quarantasei il numero di vittorie UCI in carriera. Due volte campione panamericano e due volte campione nazionale, è l’unico corridore ad aver vestito la maglia di tutte le Continental sponsorizzate da Movistar.

Alla Vuelta a Costa Rica ha trovato la via della vittoria anche Richard Huera, già vincitore di una tappa della Vuelta al Ecuador in questa stagione. Il ventiquattrenne, che tra gli under 23 aveva provato l’avventura europea con la filiale della Caja Rural, era salito agli onori della cronaca lo scorso anno, quando si laureò campione nazionale battendo in volata Richard Carapaz e Jonathan Caicedo.

Tra i nomi di spicco del team c’è anche quello di Santiago Montenegro, che nel 2020 vinse a sorpresa la Vuelta al Ecuador. Il venticinquenne ha confermato una buona predisposizione per le corse a tappe in questa stagione, chiudendo al terzo posto sia il Tour de Catamarca International che la Vuelta al Ecuador (conquistando in entrambi i casi un successo di tappa) e al quarto la recente Vuelta a Costa Rica.

Sebastián Novoa ha al suo attivo una vittoria UCI (una tappa della Vuelta al Ecuador 2021) e, soprattutto, due medaglie nella prova in linea dei Campionati Panamericani (argento nel 2022 e bronzo nel 2021), ma quest’anno non è riuscito a ripetersi. Il trentunenne ha disputato pochissime gare, ottenendo solo due top ten di tappa alla Vuelta a Formosa. Membro della Movistar-Best PC sin dall’anno della sua fondazione, lascerà la squadra nel 2024.

Corre con il team sin dal primo anno nella categoria Continental anche Pablo Caicedo che, a differenza di Novoa, proseguirà con la Movistar-Best PC anche nel 2024. Il trentasettenne, il cui unico successo internazionale risale al 2014, quando vinse una tappa della Vuelta al Sur de Bolivia, non ha ottenuto grandi risultati quest’anno, ma il suo lavoro da gregario è molto apprezzato.

Tra i giovani ancora a caccia di risultati importanti, il diciannovenne Mateo López continuerà il suo percorso di crescita anche l’anno prossimo, mentre il ventiquattrenne Joel Fuertes e il ventunenne Jhonatan Montenegro lasceranno il team. Luis Monteros e Bryan Obando, invece, sono stati ingaggiati per il 2024, ma il loro arrivo in squadra è stato anticipato in modo che il team potesse schierarli al via della Vuelta a Costa Rica, in cui sono riusciti subito a mettersi in luce: il ventenne Monteros ha centrato la fuga buona nella prima tappa, mentre il ventiduenne Obando ha centrato un ottimo sesto posto finale, aggiudicandosi la classifica riservata ai giovani.

L’ultimo corridore della rosa della formazione ecuadoriana è il colombiano Marco Tulio Suesca, che in questa stagione ha conquistato una tappa e la classifica dei GPM alla Vuelta al Ecuador. Vincitore della Vuelta a Costa Rica nel 2022, il ventinovenne non ha potuto difendere il titolo perché trovato positivo ad un controllo antidoping. In attesa di sapere a quale sanzione andrà incontro, la Movistar-Best PC lo ha sospeso e ha già annunciato che nel 2024 non farà parte del roster.

Un altro colombiano, il ventenne Cesar Pantoja, ha lasciato la squadra ad aprile per passare all’altra Continental ecuadoriana, il Team Banco Guayaquil. Con la maglia della Movistar-Best PC aveva fatto ottime cose lo scorso anno, ma quest’anno non ha disputato nessuna gara.

Nel 2024 la Movistar-Best PC ripartirà dall’esperienza di Caicedo e Guamá, con Alba che dovrebbe essere l’unico straniero. I nuovi arrivi, almeno per il momento, sono tutti giovanissimi che andranno testati nelle gare internazionali.

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