Alexander Kristoff, Arnaud Démare e Rafał Majka © Arctic Race of Norway/Ligue Nationale de Cyclisme - Marie Van Ingelgem/Tour de Pologne
Professionisti

A fine corsa: tutti i corridori stranieri che hanno annunciato il ritiro dall'agonismo

Oltre a Jakob Fuglsang, Geraint Thomas e Michael Woods, altri 46 atleti hanno deciso di smettere con il ciclismo

30.12.2025 22:00

Alcuni di loro hanno vinto tanto, tantissimo. Altri hanno raggiunto buoni risultati e - di quando in quando - assaporato un quarto di gloria. Altri ancora, invece, hanno occupato un posto marginale nelle cronache delle corse. In ogni caso, per tutti è arrivato il momento di voltare pagina e pensare ad altro, dopo una vita intera spesa in sella a una bicicletta. La seconda e ultima parte della nostra rassegna sui corridori che hanno annunciato il ritiro dall'agonismo è dedicata agli atleti internazionali. 

Tutti i corridori stranieri che hanno abbandonato l'agonismo

Tralasciando alcuni dei nomi più prestigiosi della lista (Romain Bardet, Rui Alberto Faria Da Costa, Caleb Ewan, Jakob Fuglsang, Geraint Thomas e Michael Woods, di cui abbiamo già parlato altrove), apriamo questa serie di omaggi con uno scalatore che ha conquistato tutti con il suo sorriso e la sua simpatia: il colombiano Esteban Chaves saluta il gruppo dopo 15 stagioni da professionista (le ultime quattro in maglia EF EasyPost) e 17 successi. Un buon bottino per quantità e qualità, non c'è dubbio, ma probabilmente meno abbondante di quanto potessimo immaginare all'inizio della sua parabola in massima serie. Che ha toccato il suo punto più alto nel 2016, quando sfiorò la vittoria al Giro d'Italia (poi chiuso alle spalle di Vincenzo Nibali, che gli sfilò la maglia rosa nella memorabile tappa di Sant'Anna di Vinadio), fu 3° alla Vuelta di Spagna e si aggiudicò a fine stagione prima il Giro dell'Emilia, poi il Giro di Lombardia, regolando in volata il miglior Diego Rosa delle nostre vite. Nel suo curriculum altri due traguardi parziali della corsa rosa (nel 2018 e nel 2015), due tappe alla Vuelta 2015 e - da ultimo - il titolo nazionale in linea nel 2023.

Esteban Chaves durante la presentazione delle squadre del Giro d'Italia © Getty Images
Esteban Chaves durante la presentazione delle squadre del Giro d'Italia © Getty Images

Da un grande interprete delle montagne a uno dei velocisti più forti degli ultimi vent'anni: il norvegese Alexander Kristoff ha presidiato stabilmente gli ordini d'arrivo per più di un quindicennio, collezionando in tutto 97 vittorie. Benché qualcuno abbia colpevolmente tentato di ridimensionare il suo prestigio, il 38enne scandinavo - che è nel frattempo diventato contitolare di una squadra Continental norvegese, la Drali-Repsol - può esibire in bacheca due classica monumento (la Milano-Sanremo 2014 e il Giro delle Fiandre 2015), un titolo europeo in linea (Herning 2017, quando bruciò sul traguardo Elia Viviani), un argento mondiale (Bergen 2017, battuto in volata dal tricampeón Peter Sagan) e un bronzo olimpico (Londra 2012). In bacheca brillano anche 4 vittorie alla Grande Boucle tra il 2014 e il 2020 (quando indossò anche la maglia gialla dopo la tappa inaugurale di Nizza) e una Gand-Wevelgem

97 vittorie per Kristoff, altrettante per il francese Arnaud Démare, che ha lasciato la compagnia a 34 anni. Palmarès alla mano, il norge ha macinato successi più robusti e, per giunta, in un arco temporale più lungo. Ciononostante, Démare è stato pur sempre un velocista di prima grandezza: in bacheca risaltano la Milano-Sanremo 2016, 8 tappe al Giro tra il 2019 e il 2022, due frazioni al Tour 2017, una Classica di Amburgo (2012) e la Parigi-Tours 2022. 

Se dovessimo trovare un federatore per tutti questi campioni, faremmo senz'altro il nome del polacco Rafał Majka, sceso dalla bici all'età di 36 anni. Dopo aver curato le sue ambizioni personali nella prima parte della carriera - spesa tra Saxo Bank e BORA-Hansgrohe - Majka è diventato il regista della UAE Emirates nelle grandi corse a tappe, condividendo in egual misura gioie (i trionfi di Tadej Pogačar al Tour 2021 e al Giro 2024) e dispiaceri (il ribaltone di Simon Yates sul Colle delle Finestre nell'ultima campagna italiana). Sarebbe però ingeneroso considerare il polacco soltanto nella sua veste di uomo-squadra: il bilancio di fine carriera riporta 17 successi, comprese tre tappe (e due maglie a pois) sulle strade francesi e due successi parziali alla Vuelta, dove è anche salito sul podio finale nel 2015.

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Rafa Majka torna alla vittoria ©Tour de Pologne

Tim Declercq, il Trattore

Ha pilotato il gruppo per centinaia e centinaia di giorni di corsa, come un vero metronomo: il belga Tim Declercq (36 anni) è stato senza dubbio uno dei migliori rouleur al mondo. Pur non avendo mai collezionato allori, il Trattore fiammingo ha spesso preparato il terreno ai successi dei suoi capitani. Un'ottima ragione per essere felice quanto e più degli altri. 

Da un passista all'altro: lo spagnolo Jonathan Castroviejo, 38 anni, si ritira in fondo a una carriera in cui ha corso per la Euskaltel, la Movistar e il Team Sky/INEOS, mettendosi spesso a disposizione dei leader. Totale: 16 stagioni tra i pro' con 11 vittorie (tutte in gare contro le lancette dell'orologio) e la perla del titolo europeo a cronometro nel 2016. 

Un altro personaggio-simbolo del gruppo è stato Pieter Serry. Bandiera del Wolfpack per 13 anni, il 37enne belga ha condiviso lo stesso destino di Declercq: zero vittorie, ma un lavoro preziosissimo per i suoi compagni, soprattutto sui percorsi più selettivi.

Fisico da scalatore puro, un'attitudine silenziosa che gli ha fruttato buoni risultati ma mai il guizzo da incorniciare: il sudafricano Louis Meintjes lascia a 33 anni, 12 dei quali spesi nel professionismo di vertice. Regolarista per vocazione - è stato per tre volte nella top 10 del Tour de France, a cui ha aggiunto altri due decimi posti alla Vuelta di Spagna - Meintjes chiude con 7 affermazioni nella massima serie, su tutte l'arrivo in quota di Les Praeres/Nava della Vuelta 2022, pochi mesi dopo aver vinto il Giro dell'Appennino

I percorsi di mezza montagna erano il giardino di casa del 35enne spagnolo Omar Fraile, arrivato al capolinea di una carriera lunga 13 stagioni, in cui ha conquistato 8 vittorie, tra le quali la tappa di Bagno di Romagna al Giro 2017 e il traguardo di Mende al Tour dell'anno seguente. In bacheca anche due maglie di miglior scalatore alla Vuelta (2015-2016) e il titolo nazionale in linea nel 2021. 

Caratteristiche simili anche per i francesi Pierre-Roger Latour e Nans Peters: separati da pochi mesi di differenza (32 anni per il primo, 31 per il secondo), entrambi hanno deciso di lasciare prematuramente le corse. Se Latour - 7 successi in massima serie, compresa una tappa alla Vuelta del 2016 - ha scelto di fermarsi per le troppe cadute che ne hanno minato la salute e la fiducia, Peters (3 vittorie da professionista: il Trofeo Laigueglia 2023, la tappa di Anterselva al Giro 2019 e la frazione di Loudenvielle alla Grande Boucle 2020) sentiva di non avere altro da dare al mondo delle due ruote. 

Tra i velocisti che non ritroveremo in gruppo nel 2026 c'è anche il britannico Daniel McLay, uscito di scena a 33 anni con un bilancio di 10 successi (tra i quali una tappa al Tour of Guangxi) in 11 anni tra i grandi, l'ultimo dei quali con la maglia della Visma-Lease a Bike.

Tanti ritiri prematuri

Capitolo attaccanti di razza: è calato il sipario sulle carriere dei francesi Anthony Perez (34 anni) e Anthony Delaplace (36 anni). Fedelissimo della Cofidis il primo, pretoriano della Arkéa-B&B Hotels (e delle sue varie filiazioni) il secondo, Perez e Delaplace hanno raccolto in totale 7 vittorie, quasi tutte in patria. A fine corsa anche un altro corridore d'Oltralpe: Élie Gesbert (a segno per due volte tra i grandi) volta pagina a soli 30 anni per i perduranti problemi fisici che hanno condizionato gli ultimi anni della carriera, condizionata da un'operazione all'arteria iliaca che «non mi ha consentito di esprimermi al massimo delle mie possibilità». 

Non l'unico ritiro prematuro registrato in gruppo: l'olandese Lars Boven (24 anni), da due stagioni in forza alla Alpecin-Deceuninck, ha perso «l'amore per lo sport che occorre per essere competitivi al più alto livello»; il suo connazionale Martijn Budding (28 anni), visto in gruppo con la maglia della Unibet Tietema Rockets, ha preso la stessa decisione per via delle sue precarie condizioni di salute. Il basco Unai Zubeldia - in forza alla Euskaltel-Euskadi - ha smesso a soli 22 anni per intraprendere una promettente carriera da data analyst dopo la laurea in Ingegneria informatica.Il 23enne figlio d'arte Alexandr Vinokourov jr. ha smesso con il ciclismo pedalato per salire sull'ammiraglia della XDS-Astana.

Nella lista degli ex compaiono anche i nomi dei belgi Jordi Warlop, 29 anni, non riconfermato dalla Soudal Quick-Step con cui aveva corso dal 2023, e Alex Colman (27 anni), che ha invece declinato la proposta di rinnovo contrattuale della Flanders-Baloise. Al passo d'addio anche il 29enne tedesco Jannik Steimle (7 vittorie in massima serie, l'ultima delle quali al GP Denain 2024 con la maglia della Q36.5), il suo coetaneo spagnolo Angel Fuentes - fedele per tutta la sua carriera ai colori della Burgos - il 27enne olandese Ide Schelling, che ha affrontato il suo intero percorso tra i prof. sotto le insegne della XDS-Astana, il 26enne spagnolo David Martin, visto anche in Italia con i colori della Polti, e il 24enne francese Hugo Toumire, che ha calcato le scene del professionismo per un quadriennio con la Cofidis. Bici in garage (o in soffitta) anche per il 29enne danese Jonas Gregaard - per 8 anni sulla giostra del professionismo - e per il 25enne belga Luca De Meester: il suo addio è arrivato al termine di una «stagione orribile» per problemi di salute. Più o meno la stessa motivazione che ha obbligato il 27enne francese Eddy Finé alla resa dopo 7 anni nelle file della Cofidis. 

Discorso diverso, invece, per il 26enne belga Tom Paquot, uno dei tanti corridori esclusi dal nuovo progetto tecnico della Lotto-Intermarché. «In un mondo nel quale si dimentica che gli atleti sono anzitutto uomini, sono stato fiero di aver conservato i miei valori e di essere stato me stesso», ha dichiarato l'atleta vallone in un video su Instagram. 

Ancora da capire, infine, il futuro del 28enne spagnolo Francisco Galván dopo il licenziamento dalla KERN Pharma per la pubblicazione di un video in cui si vede il catalano attraversare a zig-zag una strada in discesa separata da uno spartitraffico.

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Lo spagnolo Francisco Galván, 28 anni © Profilo Instagram @kikogalvan

Gli altri addii al ciclismo

Se il passo indietro dei più giovani tradisce il malessere generato dall'esasperata competitività del ciclismo contemporaneo, il discorso è ben diverso per tutti coloro che si sono congedati dal ciclismo in età più o meno avanzata. Partiamo dal 34enne tedesco Alexander Krieger, che ha varcato le soglie del ciclismo di vertice soltanto nel 2020 con la maglia della Alpecin. Per lui è già pronto un posto nell'ammiraglia della Tudor, di cui ha fatto parte nell'ultimo biennio. 

15 stagioni in massima serie per il 35enne francese Adrien Pétit: l'ex Intermarché - 9 vittorie tra i grandi, compresa la Tro-Bro-Léon 2014 - ha manifestato il desiderio di «cedere il passo alle nuove leve, affinché possano affrontare la loro vita da professionisti al 100%» delle loro possibilità. Nel 2026 non ritroveremo in gruppo neppure la barba folta del 38enne transalpino Geoffrey Soupe, che ha nobilitato la sua carriera con 4 successi, l'ultimo dei quali alla Vuelta 2023 sul traguardo di Olive. Al capolinea anche l'avventura dei belgi Baptiste Planckaert (37 anni, 4 vittorie da prof.), Jimmy Janssens (36 anni) e Tosh Van der Sande, 35 anni e due allori in bacheca, che ha lasciato in eredità alle giovani generazioni uno splendido messaggio d'addio: «Vivete il vostro sport, ma non dimenticate di vivere oltre. Non perdetevi dietro ai numeri, ai watt o al computer di bordo. Il ciclismo è istinto, coraggio e amore per le corse». 

Altrettanto determinati a cambiare vita altri 3 atleti che hanno appena doppiato il traguardo dei trent'anni: il 32enne belga Loïc Vliegen - 4 successi iscritti a bilancio, tre dei quali al Giro di Vallonia (di cui è stato campione per due volte) - il coetaneo olandese Martijn Tusveld - che ha già intrapreso la carriera di psicologo dello sport - il 31enne sudafricano Ryan Gibbons (10 vittorie in massima serie) e il 32enne tedesco Jonas Koch, che ha detto stop dopo circa un decennio nel gruppo che conta.

All'inizio del 2025, infine, avevano imboccato la strada del ritiro il 38enne spagnolo Victor de la Parte e il 26enne olandese Lars van den Berg, quest'ultimo fermato da seri problemi cardiaci riscontrati a distanza di un anno dal malore che lo aveva colpito nel corso della Faun Ardéche Classic.

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Lars Van den Berg si congeda definitivamente dal ciclismo per problemi cardiaci © Equipe Cycliste Groupama-FDJ
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Carmine Marino

Nato a Battipaglia (Salerno) nel 1986, ha collaborato con giornali, tv e siti web della Campania e della Basilicata. Caporedattore del quotidiano online SalernoSport24, è iscritto all'albo dei giornalisti pubblicisti della Campania dal 4 dicembre '23.