Ben O'Connor vince a Tignes (©Getty Images)
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O’Connor, Ben detto!

La crescita mostrata da Ben O’Connor nei primi quattro anni da professionista è sotto gli occhi di tutti ed il 2023 può essere l’anno della consacrazione per il ciclista australiano che ha dichiarato di ambire alla top five al Tour de France

15.11.2022 15:30

Quando Ben O’Connor sorprese i big nella terza tappa del Tour of The Alps 2018 aveva 22 anni ed era al secondo anno tra i pro in maglia Dimension Data. Il giovane australiano quel giorno conquistò la prima vittoria in carriera, domando Passo della Mendola e Passo Palade, anche se quest’ultimo affrontato dal versante meno impegnativo. Su quelle salite fu abile non solo a tenere testa ai big di classifica, tra cui Thibaut Pinot e Chris Froome, all’epoca all’apice delle rispettive carriere, ma con un attacco deciso negli ultimi km andò a trionfare a braccia alzate sul traguardo di Merano, mentre il gruppetto dei migliori cincischiava alle sue spalle. O’Connor al termine di quel Tour of the Alps si aggiudicò anche la classifica del miglior giovane. 

Fu il 2020 l’anno in cui O’Connor capì che poteva aspirare a risultati decisamente più interessanti quando al Giro post covid, corso ad Ottobre, fu protagonista di due fughe consecutive, nella sedicesima e nella diciassettesima tappa. A San Daniele del Friuli, in un circuito finale da ripetere tre volte e caratterizzato dall’insidiosa salita del Monte di Ragogna, all'arrivo fu battuto solamente da Jan Tratnik. Il giorno dopo nel tappone alpino da Bassano del Grappa a Madonna di Campiglio scalò con facilità Forcella Valbona, Monte Bondone e Passo Durone prima di salutare tutti i compagni di fuga sull’ultima salita verso Madonna di Campiglio.

 Il 2021 fu così l’anno della svolta, con il passaggio all’AG2R Citroen e la partecipazione al suo primo Tour de France, nel quale andò in fuga nella nona tappa da Cluses a Tignes corsa quasi interamente sotto la pioggia. Quel giorno l’australiano fu capace si staccare gente del calibro di Wout Poels, Michael Woods, Nairo Quintana e Sergio Higuita, prima di trionfare a Tignes con oltre cinque minuti di vantaggio su Mattia Cattaneo, secondo all’arrivo. O’Connor balzò al secondo posto in classifica generale a poco più di due minuti di ritardo da Tadej Pogacar, con ancora più di metà di Tour da completare. Nel prosieguo della corsa francese perse qualcosa dallo sloveno senza però mai dare l’impressione di crollare ed il quarto posto finale, ai piedi del podio, ne è una testimonianza evidente. Infatti se Pogacar, al suo secondo Tour consecutivo, staccò Jonas Vingegaard, secondo a Parigi, di 5 minuti e 20 secondi, praticamente lo stesso distacco era da calcolarsi tra il danese e O’Connor, con Richard Carapaz terzo. 

Quell’exploit diede ancora più consapevolezza dei propri mezzi ad O’Connor, che nel 2022 ha disputato finora la sua stagione migliore per risultati. Infatti pur avendo vinto soltanto due corse – la terza tappa del Giro di Catalogna ed il Giro del Jura – O’Connor ha concluso sempre in top ten le corse disputate e precisamente, in rigoroso ordine cronologico: settimo alla Vuelta a Andalucia, sesto al Giro di Catalogna, quinto al Giro di Romandia, terzo al Criterium del Delfinato ed ottavo alla Vuelta a Espana. Se O’Connor ha qualcosa da recriminare, è per la caduta nella seconda tappa del Tour, i cui strascichi lo portavano al ritiro al termine della nona tappa. Ebbene, proprio al Tour de France sono rivolti i pensieri del ciclista australiano, che ha dichiarato in questi giorni di essere pronto a tornare sulle strade francesi per ambire alla top five. Se nel 2020 il suo quarto posto fu una sorpresa, adesso il ciclista australiano vuole rimettersi in gioco e considerando i risultati ottenuti nel 2022 ha tutto il diritto per poter sognare in grande.

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