Caleb Ewan lascia il ciclismo ©INEOS Grenadiers
Professionisti

Caleb Ewan lascia la INEOS e si ritira con effetto immediato

L'australiano chiude la carriera dopo undici stagione e sessantacinque vittorie. "Ho ritrovato fiducia, ma non ho più le sensazioni di un tempo"

06.05.2025 11:17

Una notizia decisamente inaspettata arriva da una lunga lettera pubblicata sui social dal diretto interessato. Caleb Ewan si ritira con effetto immediato, chiudendo una carriera di undici stagioni e sessantacinque vittorie da professionista con una breve parentesi con la INEOS Grenadiers. Il velocista australiano aveva firmato a fine gennaio dopo la fine del rapporto con la Jayco AlUla, e in appena sette giorni di corsa aveva centrato due vittorie, una alla Settimana Internazionale Coppi e Bartali e una all'Itzulia Basque Country. 

Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da Caleb Ewan (@calebewan)

Caleb Ewan lascia il ciclismo

“Dopo averci pensato a lungo, ho deciso di ritirarmi dal ciclismo professionstico con effetto immediato. Questo sport è stato una parte importante della mia vita, ha dato forma al mio percorso e mi ha dato esperienze che porterò con me per sempre”, scrive Ewan. “Nel corso dei miei 11 anni di carriera, ho raggiunto più di quanto pensavo fosse possibile. Tra traguardi personali e raggiungimenti professionali, questo viaggio è andato oltre ogni aspettativa che avevo, e sono profondamente grato per le opportunità, le sfide e la crescita che ha dato alla vita."

Le ultime stagioni molto difficili hanno segnato molto il finale di carriera del corridore tasmaniano, che a nemmeno trent'anni si è improvvisamente trovato a faticare molto a raccogliere risultati anche solo paragonabili alle numerose vittorie raccolte negli anni precedenti, tra cui spiccano cinque tappe al Tour de France e altrettante al Giro d'Italia. “Da quando ho memoria, il mio mondo è sempre girato intorno alle corse. La routine intensa, i sacrifici, la ricerca di miglioramento costante, la fame di vittorie, hanno scandito la mia vita e sono state la mia identità. Ma quello che una volta sembrava essere tutto per me, ora non lo è più.” 

“Grazie alla INEOS, ho chiuso come avrei voluto”

“Gli ultimi anni sono stati difficili, ma nel 2025 ho ritrovato qualcosa - non solo le gambe, ma anche la fiducia - grazie alla INEOS Grenadiers.” Ewan ha speso diverse parole nei confronti della squadra che lo ha aiutato a riscattarsi e ritrovare la vittoria nell'ultimissima parentesi della sua carriera. “Mi hanno dato spazio, fiducia e l'ambiente adatto per riscoprire di cosa sono capace. Ho vinto di nuovo, mi sono sentito di nuovo me stesso e di nuovo rispettato. Per questo non potrò mai ringraziarli abbastanza.”

L'ultima vittoria di Caleb Ewan ©INEOS Grenadiers
L'ultima vittoria di Caleb Ewan ©INEOS Grenadiers

Dopo essersi ritirato dall'Itzulia con una vittoria di tappa, sembrava che l'australiano dovesse essere al via anche del Tour de Romandie, dove è stato sostituito all'ultimo da Sam Watson, poi vincitore del prologo. Il successo allo sprint a Lodosa rimarrà l'ultimo giorno di corsa e l'ultima immagine della carriera di Ewan. “La verità è che, anche quando ho tagliato il traguardo per primo, quella sensazione che si rincorre per anni è svanita più velocemente del solito. Le mie esperienze negli ultimi due anni, in particolare nella seconda metà del 2024, sono state un peso significativo nel mio rapporto con lo sport. Sono felice di non aver lasciato che questo periodo definisse la fine della mia carriera e sono orgoglioso di quello che ho raggiunto in questo breve e soddisfacente periodo con la INEOS Grenadiers. Ci sono diverse persone da ringraziare, e voglio menzionarne alcuni: John Allert, Scott Drawer, Mehdi Kordi, Paddy Harrison, e tutti gli altri alla INEOS. Mi avete aiutato a scrivere l'ultimo capitolo nel modo in cui avrei voluto.”

Infine, c'è spazio anche per ringraziare compagni e membri dello staff delle sue squadre precedenti, Orica GreenEDGE/Mitchelton-Scott (2014-18) e Lotto (2019-2023), la federazione e i tifosi australiani, il suo manager storico Jason Bakker e soprattutto la sua famiglia, genitori, moglie e due figli. “Negli alti più alti e nei bassi più bassi, siete sempre stati lì, sostenendomi e ricordandomi quello che realmente importa. Questo viaggio non è stato solo mio, è stato nostro. Non ce l'avrei mai potuta fare senza di voi.”

Debutto in un Grand Tour a quasi 29 anni, la storia di Paul Double: "Un sogno essere al Giro"
Giro d'Italia 2025, chi può vincere la maglia azzurra?