Filippo Ganna, campione italiano a cronometro ©INEOS Grenadiers
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Ganna: “Troppi secondi posti: devono diventare primi. L'Olimpiade è tutto e voglio la Sanremo”

L’azzurro guarda al 2026 con una certa voglia di rivalsa: focus ancora su Sanremo e Roubaix ("dal 2026 magari la storia cambia"...) e pensieri olimpici che non si fermano a Los Angeles...

Dieci anni ad altissimo livello e una motivazione che non accenna a diminuire. Filippo Ganna, in un’intervista resa a Ciro Scognamiglio per la Gazzetta dello Sport, guarda al futuro con la stessa fame di quando, appena diciannovenne, conquistò il primo titolo mondiale dell’inseguimento a Londra. Oggi il bersaglio è duplice: da un lato un 2026 ricco di obiettivi su strada, dall’altro un percorso olimpico che punta dritto a Los Angeles 2028, senza escludere traguardi ancora più lontani.

I pensieri olimpici non si fermano a Los Angeles

Lo scorso 4 dicembre, in Grecia, Ganna ha respirato di nuovo l’atmosfera a cinque cerchi come tedoforo per Milano Cortina, insieme alla tennista Jasmine Paolini. Un momento che ha rafforzato un legame mai venuto meno: "L’Olimpiade non è solo ciclismo, è tutto. Io ne ho fatte tre e ho conquistato tre medaglie, ma lo spirito olimpico dentro di me resta fortissimo".

L’obiettivo dichiarato è arrivare al massimo della condizione a Los Angeles 2028, anche per un motivo personale: "Lì c’è stato anche mio padre Marco Ganna nei suoi anni migliori. Continuare, in un certo senso, una dinastia mi motiva". E lo sguardo potrebbe spingersi ancora oltre: "Brisbane 2032? Mi piacerebbe, sì. Sarebbe un grande palcoscenico per concludere, un po’ come ha fatto Fabian Cancellara a Rio 2016". Lo svizzero è un modello da sempre per lui, che aggiunge: "Per imitarlo dovrò essere ancora al top".

L'esultanza dopo la vittoria nell'inseguimento a squadre a Tokyo 2020 ©Coni
L'esultanza dopo la vittoria nell'inseguimento a squadre all'Olimpiade di Tokyo 2020 ©Coni

Nel frattempo, il lavoro verso il 2026 è già iniziato. Dopo una fase di stacco – "è stato bello partecipare in Colombia al matrimonio di Fernando Gaviria, con tanti amici" – la preparazione procede senza intoppi: "Il lavoro va avanti da un po’ e per ora procede al meglio". In INEOS Grenadiers e in Nazionale, una novità rilevante è il nuovo ruolo di Elia Viviani: "Nel team dovrebbe essere il mio direttore sportivo di riferimento. Mi confronterò parecchio con lui e sarà più semplice coordinare il programma del club con quello della Nazionale. Mi farà crescere ulteriormente".

Sanremo, Roubaix e Mondiale

Il calendario che attende Ganna è fitto e ambizioso: Milano-Sanremo, Parigi-Roubaix, Giro d’Italia, Tour de France a caccia di tappe e il Mondiale in Canada. L’approccio è diretto: "Nelle ultime stagioni sono arrivati parecchi secondi posti. Troppi. Dal mio punto di vista vanno trasformati in primi posti, in vittorie". Dentro di lui c’è "voglia di rivalsa", senza alibi legati all’età: "L’anno prossimo compirò 30 anni, ma questo non significa che non possa fare un ulteriore salto di qualità. Anche perché migliorano pure gli altri: sarà un ciclismo sempre più estremo".

Qualche aggiustamento ci sarà anche nella gestione della stagione: "Forse gareggerò un po’ di meno. Ma quando si va a correre, si va per vincere". Un concetto che vale soprattutto per la Milano-Sanremo, il Monumento più vicino alla vittoria: "È la corsa a cui sono andato più vicino. Ho dimostrato di poter essere lì. In una frazione di secondo c’è la differenza tra il successo e la sconfitta. Più che cambiare, devo fare un po’ meglio le stesse cose".

Il "Triello" verso Sanremo: protagonisti Pogi, VdP e Ganna
Il "Triello" verso Sanremo nel 2025: protagonisti Pogačar, Van der Poel e Ganna ©Milano Sanremo

La crescita passa anche dai numeri, come dimostra la cronometro dell’Europeo in Francia, chiusa al secondo posto dietro Remco Evenepoel: "Ho espresso valori record, che non facevo dalla crono di Valdobbiadene al Giro d’Italia 2020, e rispetto a quelli ho fatto ulteriori progressi. Non è bastato per vincere, ma ci vuole altro per scoraggiarmi". Sul belga e sull’ipotesi che un giorno tenti di superare il suo record dell’Ora di 56,792 km, la risposta è asciutta: "Ben venga. Vedremo…".

Accanto alla Sanremo, resta sullo sfondo anche la Parigi-Roubaix, finora mai davvero affrontata nel momento ideale: "È una realtà con cui fare i conti. La Sanremo la voglio, è lì. La Roubaix invece devo provarci ogni volta che posso. Spesso ci sono arrivato un po’ in calo di forma. Chissà, magari nel 2026 la storia cambia".

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