Stretta la strada, largo il Merlier
Tirreno-Adriatico, a Sovicille Tim batte Olav Kooij e Kaden Groves, si rivede anche Peter Sagan. Invariata la classifica con Filippo Ganna al comando
Una volata in quello che ci è sembrato un circuito da biglie, molto bello nel suo sviluppo - del resto non di soli stradoni larghi 20 metri è costruito il velocismo mondiale - e la prima vittoria stagionale di Tim Merlier, che alla Corsa dei Due Mari aveva già trovato il modo di lasciare il segno due anni fa. Questo in estrema sintesi il senso di quanto abbiamo visto oggi in coda alla lunghissima tappa numero due della Tirreno-Adriatico 2022, la Camaiore-Sovicille di 219 km, che non ha cambiato praticamente nulla in classifica e nei rapporti di forza tra i big presenti.
Percorso accidentato ma non tanto da risultare indigesto a tutti i velocisti, i cinque fuggitivi del giorno ci hanno messo 5 km per organizzare la loro evasione: due Bardiani-CSF (Davide Gabburo e Johnatan Cañaveral), due Eolo-Kometa (Francesco Gavazzi e Mattia Bais) e un Drone Hopper-Androni (Umberto Marengo) gli uomini coinvolti, le Professional italiane in tutto il loro impegno insomma. C'era tempo per mettere la mordacchia agli attaccanti, per cui lì per lì il gruppo li ha lasciati andare a 8' di vantaggio massimo (km 35), con la INEOS Grenadiers a controllare senza tirarsi il collo. Il distacco è scemato via via da sé, poi l'accordo tra i battistrada è finito ai -60, allorquando sull'unico Gpm di giornata (La Pineta) i due Eolo hanno allungato, con Bais che è transitato per primo assicurandosi quindi di portare domani la maglia degli scalatori.
La coppia vestita d'azzurrino ha proseguito con caparbietà finché ha avuto spinta nelle gambe, intanto però dietro il gruppo si è animato un tantino, la DSM con Chris Hamilton ha attuato un bel forcing sulla salita verso Chiusdino (e qualcuno ha pagato, per esempio Marc Cavendish, aiutato poi più avanti da alcuni compagni della Quick-Step Alpha Vinyl a rientrare), poi addirittura in cima - c'era un traguardo intermedio ai -30 - Tadej Pogacar in persona ha fatto lo scattino per prendersi il terzo posto con il secondino d'abbuono in palio. Il fuoriclasse della UAE Emirates ha poi continuato a guidare il plotone per un tratto di discesa, e più avanti il suo compagno Marc Soler, sulla successiva salita della Cantoniera di Montebello, ai -20 ha tentato un interessante contropiede proprio mentre Gavazzi e Bais venivano ripresi e superati.
Lo spagnolo ha messo insieme mezzo minuto di vantaggio, l'ha difeso egregiamente in discesa dove anzi si è portato fino a +35" sul gruppo; il problema per l'ex Movistar era che la picchiata finiva a circa 10 km dal traguardo, e sul piano l'azione del gruppo, alimentata a viva forza dai team dei velocisti, era soverchiante nei confronti dell'uomo solo. La strenua difesa dell'uomo di Vilanova i la Geltrú si è esaurita, nel vento contrario, a 3 km dalla fine.
La volata si è sviluppata su un toboga sempre più stretto, in cui non sono mancate le spallate e nel quale era fondamentale il posizionamento, dato che la sede stradale non era così larga per cui non era facile passare. La Quick-Step ha lavorato per Davide Ballerini, dalla cui ruota Peter Sagan (TotalEnergies) ha lanciato per primo lo sprint ai 150 metri. Ma dalle spalle dello slovacco è uscito fortissimo Tim Merlier (Alpecin-Fenix), e per esempio - per suffragare quanto appena scritto - un Kaden Groves (BikeExchange-Jayco), che forse ne avrebbe avuto per contrastare il belga, ha trovato la strada chiusa davanti a sé, ha perso una mezza pedalata e si è dovuto accontentare del terzo posto, bruciato al fotofinish dal giovane Olav Kooij (Jumbo-Visma). Sagan ha chiuso quarto davanti a Simone Consonni (Cofidis), quindi Phil Bauhaus (Bahrain-Victorious) ha preceduto un quartetto di italiani a completare la top ten: Ballerini, Giacomo Nizzolo (Israel-Premier Tech), Jacopo Guarnieri (Groupama-FDJ) e Andrea Vendrame (AG2R Citroën).
La classifica resta identica a ieri, a parte il secondo riguadagnato da Tadej: Filippo Ganna (INEOS Grenadiers) guida con 11" su Remco Evenepoel (Quick-Step), 17" su Pogacar, 24" su Kasper Asgreen (Quick-Step), 25" su Alex Dowsett (Israel-Premier Tech), 28" su Thymen Arensman (DSM), 32" su Tobias Ludvigsson (Groupama-FDJ), 33" su Jos Van Emden (Jumbo), 39" su Matteo Sobrero e Lawson Craddock: i due BikeExchange guadagnano una posizione dato che Mikkel Bjerg (UAE) che li precedeva è saltato.
Domani con la terza tappa la Tirreno-Adriatico lascia la Toscana per approdare in Umbria: da Murlo a Terni 170 km che ricordano un po' la frazione odierna, nel senso che ci sono salite sparse per tutto il percorso, ma alla fine le cose si appianano abbastanza e gli ultimi 50 km tutto sommato - e nonostante lo strappo di Amelia ai -25 - lavoreranno per un altro sprint di gruppo.