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Roglic esce di scena nel giorno di Urán

07.09.2022 18:44

Rigoberto vince al Monasterio de Tentudía dopo una bella fuga, la Vuelta perde uno dei principali protagonisti: non ripartito Primoz dopo la caduta di ieri. Alessandro De Marchi settimo al traguardo


Tutti vogliono bene a Rigoberto Urán e per questo oggi sono in tanti a essere contenti per la vittoria del 35enne antioqueño, bravo ad avere ragione di una fuga che gli ha regalato la tripla coroncina (quella di quelli che vincono almeno una tappa in tutti e tre i grandi giri) e pure un gran bel balzo in classifica fino alla top ten della Vuelta. Rigo non festeggiava un successo dal Tour de Suisse 2021, quest'anno non ne aveva imbroccata una ma mai diffidare troppo dei corridori di qualità.

Al di là della fuga, anche molto bella nel suo finale combattutissimo, è successo poco, la salita finale non permetteva grandi architetture e quindi abbiamo visto il minimo sindacale: un paio di allunghi di Enric Mas rintuzzati da Remco Evenepoel, un contropiede di João Almeida, pochi secondi a ballare. Ma il senso della tappa si era già esaurito prima del via con il forfait di Primoz Roglic, un'uscita di scena annunciata dopo la caduta di ieri ma non per questo meno dolorosa per le sorti spettacolari della corsa: lo sloveno avrebbe avuto la spinta fisica e morale per fare di tutto al fine di smontare il belga in maglia rossa, poi non è detto che ci sarebbe riuscito, ma ci dava più garanzie rispetto al pur volenteroso Mas. E pazienza, il ciclismo è anche cadere.

La 17esima tappa della Vuelta a España 2022, la Aracena-Monasterio de Tentudía di 162.3 km, è iniziata appunto con la notizia del ritiro di Primoz Roglic, secondo della generale: le botte ricavate con la caduta di ieri hanno messo ko lo sloveno della Jumbo-Visma che non è potuto ripartire oggi; fuori anche Bryan Coquard (Cofidis), ufficialmente affaticato, e Filippo Conca (Lotto Soudal), positivo al covid. Strada facendo si sarebbe ritirato pure Rein Taaramäe (Intermarché-Wanty).

Dopo una bella battaglia andata in scena nei primi 40 chilometri per dar vita alla fuga, si sono avvantaggiati in 13: Clément Champoussin e Bob Jungels (AG2R Citroën), Gino Mäder e Fred Wright (Bahrain-Victorious), Jesús Herrada (Cofidis), Rigoberto Urán (EF Education-EasyPost), Quentin Pacher (Groupama-FDJ), Alessandro De Marchi (Israel-Premier Tech), Lawson Craddock (BikeExchange-Jayco), Kenny Elissonde (Trek-Segafredo), Marc Soler (UAE Emirates), Élie Gesbert e Simon Guglielmi (Arkea-Samsic). Il gruppo per un po' ha tenuto vicini gli attaccanti ma poi la Quick-Step Alpha Vinyl della maglia rossa Remco Evenepoel ha lasciato strada e i fuggitivi hanno preso il largo.

Il vantaggio dei primi ha raggiunto una punta massima di 7'20" ai -60, intanto in gruppo si segnalava qualche caduta: Juan Ayuso (UAE) era andato giù al km 40, senza conseguenze per fortuna, invece Kaden Groves (BikeExchange) ha fatto un capitombolo al rifornimento ai -75, rialzandosi piuttosto ammaccato.

Ai -32.5, con 7' di margine sul plotone, Craddock ha accennato un anticipo ma subito ha desistito; ci ha riprovato 14 km dopo, seguito da Pacher e Jungels, tutto annullato ma intanto s'è staccato dai primi Wright. La lotta tra i battistrada è proseguita, Craddock è ripartito ancora ai -16.5, Wright è rientrato sul drappello ed è scattato a propria volta ma poi ha mollato definitivamente, e in tutto ciò il vantaggio rispetto al plotone è volato a 7'40" a 12 km dalla fine.

Proprio a questo punto il gruppo ha visto la Movistar e la INEOS Grenadiers (quest'ultima già attiva su una salitella in precedenza) prendere l'iniziativa, piazzando i rispettivi treni ad accelerare a turno in testa. Intanto davanti Craddock, dopo aver avuto fino a 25" di vantaggio sugli altri fuggitivi ai -6, è stato rimesso nel mirino ai -4 da Champoussin, Urán e Pacher, mentre Gesbert, che dopo aver spremuto Guglielmi era scattato forte ai -4, alla lunga s'è appassito.

Ai 2.5 Craddock aveva una decina di secondi abbondante e sui primi inseguitori sono rientrati Soler, Herrada ed Elissonde; scatta tu che scatto io, la botta buona l'ha data Urán ai 1500 metri portandosi appresso Herrada, e ai 1100 Craddock è stato raggiunto dai due, quindi sono rientrati pure Soler e Champoussin che all'ultimo chilometro ha tirato dritto. Herrada ha chiuso sul francese e ha proseguito ai 900 metri, ancora Urán è stato il più reattivo e nelle ultime centinaia di metri abbiamo assistito a un bellissimo duello con Rigo che teneva l'avversario a vista prima di piombare su di lui ai 300 metri.

A questo punto il colombiano ha respirato e poi ai 200 è scattato netto, involandosi verso il primo successo in carriera alla Vuelta. Alle sue spalle Pacher in rimonta ha superato nella volata Herrada, classificatosi terzo a 2". A 15" è arrivato Soler, a 26" Elissonde, a 29" Champoussin, a 46" De Marchi, a 55" Jungels, a 1'09" Gesbert, a 1'30" Craddock, crollato verticalmente alla fine. Mäder a 2'06" e Guglielmi a 2'43" sono ancora riusciti a precedere il gruppo dei migliori, nel quale negli ultimi tre chilometri era saltato il tappo.

Esattamente ai -3 infatti Enric Mas (Movistar) ha testato la tenuta di Remco Evenepoel (Quick-Step), trovando una pronta risposta. Lo spagnolo è ripartito una seconda volta ma pure in questo caso la maglia rossa ha replicato a tono. Allora da dietro è arrivato João Almeida (UAE), che ai 2.2 km se n'è andato via in progressione, mentre alle sue spalle il gruppetto degli uomini di classifica si compattava prima che Remco lo stressasse con un allungo in vista del traguardo. Giusto piccoli assestamenti: Almeida è arrivato 13esimo a 5'02" da Urán, Evenepoel e Mas hanno chiuso a 5'11", a 5'13" è arrivato Ayuso, a 5'15" Jai Hindley (Bora-Hansgrohe), Thibaut Pinot (Groupama-FDJ) e Carlos Rodríguez (INEOS), a 5'20" Miguel Ángel López (Astana Qazaqstan), a 5'25" Ben O'Connor (AG2R). Più staccati Thumen Arensman (DSM) a 5'52", Louis Meintjes (Intermarché) a 6', Jan Polanc (UAE) a 6'23", Alejandro Valverde (Movistar) a 6'43".

La generale vede Evenepoel in testa per il 12esimo giorno consecutivo 2'01" il suo vantaggio su Mas, salito al secondo posto dopo il ritiro di Roglic; tutti quelli immediatamente dietro a Enric guadagnano quindi una posizione, Ayuso sale sul podio provvisorio a 4'51" e alle sue spalle ci sono Rodríguez a 5'20", López a 5'33", Almeida a 6'51", Arensman a 7'46", O'Connor a 9'11", Urán (+3 posizioni per lui) a 9'33" e Hindley ancora a chiudere la top ten a 11'40". Fuori dai 10 Meintjes a 12'30", Polanc a 16'20", Valverde a 18'53", David De la Cruz (Astana) a 19'07", Wilco Kelderman (Bora) a 19'48", Richard Carapaz (INEOS) a 26'20", Tao Geoghegan Hart (INEOS) a 33'50", Luis León Sánchez (Bahrain) a 38'40", Óscar Cabedo (Burgos-BH) a 40'21", Mikel Landa (Bahrain) a 40'27" e Pinot, 21esimo, a 44'37". Edoardo Zambanini (Bahrain), primo degli italiani, guadagna tre posizioni e ora è 31esimo.

Domani si replica anzi di più: altre salite nella 18esima tappa, la Trujillo-Alto de Piornal (192 km) con l'ascesa finale da affrontare due volte (una a 40 km dal traguardo) da due versanti diversi ma molto simili: lunghi 13.5 km, entrambi piuttosto regolari sul 5-6% di pendenza. Occhio alla discesa in mezzo, ma l'impressione è che siano altre le salite che potrebbero impensierire Remco.
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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!