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Soler infiamma la fuga, Molard addenta la roja

24.08.2022 18:26

Marc conquista la quinta tappa della Vuelta grazie ad un numero di alta scuola; battuti Impey e Wright, Masnada undicesimo. Il francese della Groupama si prende il simbolo del primato, gruppo a 5 minuti


È possibile staccarsi su una semplice salita di terza categoria in modo così netto da lasciare per strada oltre 14 minuti e il giorno successivo spianare cinque GPM e vincere in solitaria? Magari dovendo rimontare da solo centoventi secondi su una fuga di quattordici elementi? Magari scattando in pianura invece che tenersi le forze per la salita? Magari staccandosi ad inizio ascesa per poi scattare in faccia a tutti solo qualche centinaio di metri più tardi? Davvero è possibile tutto ciò? Sì, lo è. Quantomeno per Marc Soler, un corridore che siamo ormai abituati a considerare come indecifrabile. Uno costante nella propria incostanza, che alterna prestazioni di livello assoluto come quella odierna ad altre oltremodo deludenti per un motore del genere. Un corridore che ha in canna delle progressioni fulminanti, basti ricordare quella del Galibier per tornare sul gruppetto Roglic-Vingegaard-Pogacar-Thomas, e che affronta le salite a modo suo: perdendo terreno all'inizio per poi risalire nella sorpresa generale, almeno quando le gambe girano a dovere. Già perché una quadra per andar forte tre settimane di fila Soler ancora non l'ha trovata ed è difficile immaginarlo un giorno uomo di classifica, considerata anche la sua fragilità. Eppure di talento ne ha da vendere e allora bisogna imparare a goderselo così, a correnti alternate, un giorno crisi, quello successivo dominante ed un altro ancora a servizio del capitano di turno.

Per la quinta tappa di questa Vuelta a España si rimane nei Paesi Baschi: la Irun - Bilbao, lunga 187.2 chilometri, presenta un tracciato pianeggiante nella sua prima metà e assai più tosto nella seconda, con ben cinque GPM da scalare. Si comincia a circa 100 km dall'arrivo con il Puerto de Gontzagarigana, più difficile da scrivere che da affrontare (poco più di 5 km al 4.5% medio, 3^cat.) e si prosegue a stretto giro di posta con il Balcón de Bizkaia (4.2 km al 5.6%, 3^cat.) e l'Alto de Morga (8.6 km al 3.5%, 3^cat.). Queste tre salite sono disposte e pensate in modo da mettere fatica nelle gambe dei corridori in vista della doppia ascesa all'Alto del Vivero (4.6 km al 8%, 2^cat.), il cui primo scollinamento è posto ai -43 ed il secondo ben più vicino al traguardo, ai -14. Potenzialmente una frazione da grattacapi per i big, ma è difficile che qualcuno di importante si muova rischiando di rimbalzare già al quinto giorno e allora prendono quota le opzioni fuga o volata ristretta. Intanto il Covid inizia a mietere le prime vittime: non partito Daan Hoole (Trek-Segafredo), risultato positivo.

In avvio si susseguono gli scatti, ma le squadre interessate a centrare la fuga sono troppe e i primi tentativi muoiono sul nascere. Tra i più attivi in questa fase due dei favoriti di giornata come Ethan Hayter (Ineos Grenadiers) e Mads Pedersen (Trek), ma anche qualche outsider: Harrison Sweeny (Lotto Soudal), Alessandro De Marchi (Israel-Premier Tech), Rein Taaramäe (Intermarché-Wanty-Gobert), Simon Guglielmi (Arkéa-Samsic), Mark Donovan (Team DSM) e Ibai Azurmendi (Euskaltel-Euskadi). La prima ora scorre via con una media mostruosa di oltre cinquanta orari ma senza alcuna fuga. Ogni attacco viene infatti neutralizzato dalle compagini rimaste fuori.

Solamente dopo ottanta chilometri si sgancia finalmente il drappello buono. Questi i nomi dei quattordici al comando: Rudy Molard, a soli 58" dalla maglia rossa di Primoz Roglic (Jumbo Visma) nella classifica generale, e Jake Stewart per la Groupama-FDJ, Fred Wright (Bahrain-Victorious), Vadim Pronskiy (Astana Qazaqstan), Jonathan Caicedo (EF Education-EasyPost), Julius Johansen (Intermarché), De Marchi e Daryl Impey (Israel), Kamil Malecki (Lotto), Gregor Mühlberger (Movistar), Fausto Masnada (Quick-Step Alpa Vinyl Team), Lawson Craddock (BikeExchange-Jayco), Nikias Arndt (DSM), Victor Langellotti (Burgos-BH), Roger Adrià (Equipo Kern Pharma), Azurmendi (Euskaltel) e Anthony Delaplace (Arkéa). Lungo le prime rampe del Gontzagarigana evade dal plotone anche Marc Soler (UAE Team Emirates), il quale rientra sui battistrada ai -87 dopo aver mangiato due minuti pieni agli attaccanti. In gruppo tira la Jumbo in modo conservativo con Edoardo Affini e Mike Teunissen.

Il copione non cambia di una virgola nei chilometri seguenti, i fuggitivi continuano a girare regolarmente e la Jumbo avanza mantenendo compatta la squadra e perdendo costantemente dai quattordici di testa. Agli olandesi fa comodo infatti che un uomo come Molard prenda la maglia con qualche minuto di vantaggio su Roglic per non dover avere tutti i giorni sulle spalle la responsabilità della corsa e poter risparmiare, almeno in parte, le forze dei gregari. La bagarre dietro scatta ai -50 perché tutte le squadre dei big vogliono imboccare nelle prime posizioni l'Alto del Vivero. Di conseguenza l'andatura si alza e il gap nei confronti dei battistrada si abbassa a 3'15", rimettendo in gioco, solo potenzialmente però, il gruppo.

Appena iniziata la salita Marc Soler forza il ritmo con l'ausilio di Stewart, il quale nonostante l'ottimo spunto veloce lavora per Molard. A due dalla vetta Craddock rompe gli indugi mandando in crisi i due Israel e Caicedo, oltre ad Azurmendi, Delaplace e lo stesso Stewart. Lo statunitense transita in testa al GPM seguito da Langellotti (la nuova maglia a pois) e, qualche secondo più tardi, dal resto della fuga. Il gruppo scollina con un passivo di 4'15", vigilato da Robert Gesink (Jumbo), Matteo Fabbro (Bora-Hansgrohe) e Ben Turner (Ineos). In discesa i quindici, divenuti dodici a causa della resa di Delaplace, Malecki e De Marchi, si ricompattano avviandosi insieme verso il primo passaggio sulla linea d'arrivo.

Nel tratto pianeggiante precedente l'Alto del Vivero Soler allunga tallonato da Masnada e a ruota da tutti gli altri. L'accordo è spezzato, gli attaccanti si guardano tra loro senza fare velocità. Ci riprova Stewart, che a differenza dello spagnolo guadagna subito una trentina di secondi. Il britannico inizia la salita finale con 45" da gestire sugli inseguitori, dove vige l'attendismo. Adrià prova ad accendere la miccia a quattro chilometri dalla vetta provocando la reazione di Wright e Molard. I due non riescono a staccare i compagni d'avventura e allora si rialzano, facendo riguadagnare a Stewart ciò che gli avevano appena rosicchiato. Masnada tenta di avvicinarsi al battistrada con una progressione ma viene infilato in contropiede dallo scatto a sorpresa di Soler, il quale si era appena staccato dal drappello inseguitore. La nuova menata di Wright, marcato dal solito Molard, decreta la fine di ogni speranza per Fausto, staccato anche da Pronskiy, Langellotti e Craddock. A -1 dal GPM Soler raggiunge Stewart e tira dritto staccandolo. L'atleta della Groupama viene ripreso anche da Wright, dal compagno Molard, da Pronskiy e Langellotti, i quali scollinano con 10" di ritardo dal portacolori della squadra emiratina. Nel plotone, intanto, non si segnala nessuna azione degna di nota, tutti procedono al passo dettato da Gesink.

In discesa si forma un sestetto alla rincorsa di Soler formato dagli stessi Wright, Molard, Pronskiy e Langellotti, ma anche da Stewart e Craddock. Sfortunatamente per il team di Madiot, Jake viene colpito da un crampo alla coscia destra che lo costringe a rialzarsi proprio quando i sei si stavano avvicinando al leader. Ai -5 gli inseguitori vengono riassorbiti da Masnada, Adrià, Arndt, Muhlberger e soprattutto dal più veloce di tutti, Impey. La caccia al battistrada subisce un rallentamento perché nessuno vuole portarsi allo sprint il sudafricano. Masnada tenta il tutto per tutto con uno scatto ai -3 ma un po' alla volta gli altri nove si rifanno sotto. Alla flamme rouge Soler ha appena 5" di vantaggio e Wright sembra volerlo andare a prendere per cercare i dieci secondi di abbuono che gli varrebbero anche la maglia rossa. A 600 metri dal termine però Fred si rialza per evitare di fungere da semplice gregario per gli altri, ma nessuno prende il testimone dalle sue mani e i dieci inseguitori si rialzano di conseguenza. Questo mette la parola fine sulla tappa odierna, lo spagnolo della UAE si può godere gli ultimi 300 metri di una  pazza giornata in cui inizialmente non aveva nemmeno centrato la fuga. Alle sue spalle Impey vince come prevedibile lo sprint dei battuti (a 4" da Soler) su Wright, Molard, Craddock, Arndt, Langellotti, Pronskiy, Muhlberger e Adrià; Masnada chiude il drappello in undicesima posizione.

La maglia rossa cambia padrone, il gruppo arriva a 5'09" al termine di una giornata molto tranquilla. Molard è il nuovo leader della generale con appena 2" di margine su Wright, 1'09" su Arndt, 2'27" su Craddock, 4'09" su Roglic e 4'22" su Sepp Kuss (Jumbo). Seguono a 4'35" i due Ineos Pavel Sivakov e Tao Geoghegan Hart, mentre Remco Evenepoel (Quick-Step) è nono a 4'36". Decimo Richard Carapaz (Ineos) con un passivo di 4'42".

Domani la Vuelta riparte con una tappa di 181.2 chilometri che parte da Bilbao e arriva al Pico Jano. Primo vero arrivo in salita di questo grande giro (12.6 km al 6.5%) e test davvero importante per tutti coloro che vorranno concorrere fino a Madrid per il primato. I valori rispetto allo sprint in salita di ieri potrebbero cambiare, anche se Roglic rimane difficile da spodestare. Molard darà tutto per difendere la maglia rossa conquistata oggi.

 
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