Gianni Moscon © Astana Qazaqstan-SprintCycling
Lo Stendino di Gambino

Gianni Moscon: alla ricerca del campione perduto

Lampi di classe assoluta a punteggiare qua e là una carriera ricca più di problematiche che di successi. L'ultimo intoppo, la clavicola rotta in Australia; ma davanti a lui, un Giro per risorgere

28.02.2023 22:49

3 ottobre 2021: si disputa un'inedita edizione autunnale della Parigi-Roubaix a 30 mesi dalla precedente che vide il canto del cigno di Philippe Gilbert. Nel 2020, infatti, la regina delle classiche non si era disputata, unica tra le monumento, a causa del COVID la cui presenza, seppur meno dirompente, aveva consigliato il posticipo di sei mesi l'anno seguente. La corsa ha luogo in condizioni ambientali difficilissime, quelle che esaltano il mito delle due ruote nel terribile inferno del nord.

A 30 chilometri dal traguardo, un uomo solo pare aver operato l'azione decisiva: il trentino Gianni Moscon, fuggiasco con un vantaggio superiore al minuto su un trio formato dal bresciano Sonny Colbrelli, dal fiammingo Florian Veermersch e dall'incontenibile tulipano Mathieu van der Poel. In molti già rivedono un nuovo Francesco Moser che si appresta a tagliare, solitario e vittorioso, il traguardo del velodromo più iconico del mondo. Il destino, però, ha altri piani quel giorno. Al tramonto, al ragazzo di Cles resteranno solo rammarichi e complimenti per quello che non è stato.  Da allora, Gianni Moscon è sparito dai radar.

Quando il corridore della provincia autonoma passò professionista nel 2016 negli ambienti del ciclismo italiano si nutriva la speranza d'aver trovato colui che avrebbe raccolto da Vincenzo Nibali il testimone di faro del movimento. Ingaggiato dalla corazzata Sky, Moscon visse due anni di positivo apprendistato che lo portarono nel 2017 alla maglia tricolore a cronometro, al quinto posto nella Parigi-Roubaix, al terzo nel Giro di Lombardia senza dimenticare una dignitosissima 26esima piazza alla Vuelta a España, suo esordio in un grande giro, conclusosi, peraltro, con la vittoria del suo capitano Chris Froome.

Il 2018 segnò un ulteriore balzo in avanti con la conferma del titolo italiano contro il tempo, battendo un certo Filippo Ganna, ed i successi nella Coppa Agostoni e nel Giro di Toscana cui si aggiunsero una tappa e la classifica finale del Tour of Guangxi. Il quinto posto nel durissimo mondiale di Innsbruck sembrava un ottimo viatico per un'ulteriore stagione di crescita.

Non fu così. Le due annate seguenti segnarono un calo deciso nelle prestazioni del corridore trentino, simboleggiato dalla prova nel mondiale di Harrogate in cui, al comando in un quartetto comprendente anche Matteo Trentin al suono della campana, il suo cedimento nei chilometri conclusivi costò probabilmente all'Italia la vittoria.

Si dovette attendere la primavera 2021 per vederlo tornare al successo con la conquista di due tappe al Tour of the Alps. A questo exploit seguì un ottimo Giro d'Italia in cui, all'esordio nella corsa rosa, diede il suo contributo al successo finale del suo capitano Egan Bernal. L'ottima condizione portata fuori dal Giro gli regalò la vittoria a fine giugno nel Gran Premio Città di Lugano. Dopo un periodo di pausa ed un Mondiale anonimo, ci fu la Parigi-Roubaix sopra descritta.

Il 2023 non è iniziato bene per Moscon con la frattura alla clavicola subita nel Tour Down Under a fine gennaio. Con una decisione saggia il trentino ha ricalibrato il suo programma rinunciando, per la prima volta nella sua carriera, alla campagna del nord. Correrà, invece, il Giro dei Pesi Baschi per poi disputare il trittico delle Ardenne.

Lui non lo dice apertamente ma la sensazione è che punti ad essere al meglio sabato 6 maggio per il via del Giro d'Italia dove, in una Astana decisamente più operaia che in passato, sarà libero di correre finalmente per sé stesso. Gianni non ha mai fatto classifica in una grande corsa a tappe e difficilmente potrà essere competitivo sulle tre settimane. Resta, tuttavia, se al meglio, il candidato azzurro più autorevole ad indossare la maglia rosa nelle prime due settimane di corsa. Il credito con la sorte è cospicuo. Sarebbe bello vederlo riscosso sulle strade del Giro.

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