Jesse Ewart premiato come corridore più combattivo della The Bueng Si Fai International Road Race © Terengganu/Tour of Thailand
Mondo Continental

Jesse Ewart, l'irlandese d'Australia che ha trovato l'America in Asia

Nato in Australia, l'alfiere della Terengganu corre con nazionalità irlandese, ma è stato raramente protagonista nei due paesi di origine. Da anni, invece, ottiene risultati di prestigio in Asia

03.04.2024 23:00

Nono appuntamento dell’anno con Mondo Continental. In questa puntata: The Bueng Si Fai International Road Race e Jesse Ewart, protagonista delle corse asiatiche di inizio stagione.

Le corse della settimana

The Bueng Si Fai International Road Race

Lucas Carstensen vince The Bueng Si Fai International Road Race
Lucas Carstensen vince The Bueng Si Fai International Road Race © Thaicycling Association

In settimana, in Thailandia, è andata in scena la prima edizione della The Bueng Si Fai International Road Race, gara di un giorno che funge da antipasto del giro nazionale, il The Princess Maha Chakri Sirindhorn's Cup Tour of Thailand. La partecipazione è stata abbastanza scarsa e al via c’erano solamente dieci squadre: otto Continental (le tre locali, la malese Terengganu, la cinese China Glory-Mentech, l’indonesiana Nusantara, la filippina 7Eleven Cliqq e la sudcoreana LX), una selezione nazionale di casa e una di Singapore.

Il percorso non era affatto esigente e consisteva in un circuito di una decina di chilometri del tutto privo di difficoltà altimetriche, da ripetere quindici volte. Nonostante l’assenza di asperità, la corsa si è rivelata molto selettiva, a causa del caldo intenso e dei forti venti laterali. Dieci corridori hanno staccato nettamente il resto della compagnia e, quando i battistrada sono rimasti in cinque, la Roojai Insurance si è ritrovata in superiorità numerica nel drappello di testa e si è giocata al meglio le proprie carte. 

Nel finale Lucas Carstensen ha prontamente risposto all’attacco di Jesse Ewart (Terengganu) e lo ha poi battuto facilmente in volata, mentre Carter Bettles ha completato il podio a 8”, dopo aver staccato gli altri due protagonisti dell’azione decisiva, Lucas De Rossi (China Glory-Mentech) e Sarawut Sirironnachai (Thailand), che si sono dovuti accontentare dei piazzamenti ai piedi del podio, staccati rispettivamente di 18” e 32”. Polychronis Tzortzakis ha completato il trionfo della Roojai Insurance, terminando la prova in settima posizione, con 1’14” di ritardo, appena dietro Kim Euro (LX).

Le Continental tra i big

Ancora un podio di prestigios per Alexandre Delettre (St.Michel-Mavic-Auber 93)
Ancora un podio di prestigios per Alexandre Delettre (St.Michel-Mavic-Auber 93) © La Route Adélie de Vitré

Le quattro Continental francesi (assenti i vivai dei team WorldTour) e la Lotto Dstny Development hanno disputato La Route Adélie de Vitré. La St.Michel-Mavic-Auber 93 è riuscita a salire sul podio, grazie al solito Alexandre Delettre. L'ex Cofidis, grande protagonista della prima parte di stagione, è andato vicinissimo al successo, ma è stato saltato negli ultimi metri. La CIC U Nantes Atlantique ha raccolto un’ottima top ten con Clément Braz Afonso, nono. Fra i primi dieci si sono piazzati anche due corridori delle formazioni di sviluppo in prestito alle prime squadre: Noa Isidore (Decathlon AG2R) e Simon Dalby (Uno-X Mobility), rispettivamente ottavo e decimo.

Alla Volta NXT Classic erano presenti ben quindici formazioni di terza divisione, ma solo Joseph Blackmore, già vincitore in stagione di Tour du Rwanda e Tour de Taiwan, è riuscito a centrare l’azione buona: di fronte a squadre in superiorità numerica e corridori più veloci di lui, il britannico si è dovuto accontentare dell’ottavo posto.

Solo gli spagnoli della Illes Balears Arabay e i portoghesi della Sabgal/Anicolor hanno preso parte al GP Miguel Indurain, senza essere protagonisti nei momenti decisivi. Il migliore al traguardo è stato il danese Mathias Bregnhøj, esponente della formazione lusitana, che si è fermato al trentaquattresimo posto, con un ritardo superiore al minuto.

Anche allo Scheldeprijs erano in gara due Continental: la neerlandese BEAT e la belga Tarteletto-Isorex. Senza alcuna sorpresa, il miglior rappresentante di una compagine di terza divisione è stato Timothy Dupont: questa volta l'esperto corridore della Tarteletto-Isorex non è riuscito a centrare la top ten, ma ci è andato comunque molto vicino (dodicesimo).

Le principali novità di ciclomercato hanno riguardato corridori bielorussi, che hanno trovato una sistemazione in Cina: la Huansheng-SCOM ha ingaggiato Dzianis Mazur e gli specialisti della pista Raman Ramanau e Raman Tsishkou (entrambi medagliati a livello europeo), mentre la Chengdu ha dato fiducia al quasi quarantatreenne Yauhen Sobal, cinque volte campione nazionale su strada e due a cronometro, che nel lontano 2008 fu professionista con la maglia della Tinkoff. Una novità arriva anche dal Giappone: il venezuelano Cesar Sanabria ha lasciato la Victoire Hiroshima ed è stato sostituito in rosa dal connazionale José Castillo, recente vincitore della Vuelta de la Indipendencia Republica Dominicana.

Il ritratto della settimana: Jesse Ewart

Jesse Ewart
Jesse Ewart con la maglia di leader del Tour de Singkarak nel 2019 © Jesse Ewart

Jesse Ewart incarna perfettamente l'internazionalità del ciclismo: nato in Australia, ha la nazionalità irlandese, ha ottenuto il risultato più prestigioso della sua carriera in Africa, ma ha trascorso la maggior parte della sua carriera in Asia, continente in cui è stato spesso protagonista e dove è facile trovare il suo nome nelle prime posizioni degli ordini d’arrivo.

Il 2024 è il suo secondo anno con la maglia della Terengganu, formazione malese che da anni è ai vertici delle classifiche dell’Asia Tour. In questa stagione l’irlandese è partito col botto, vincendo la prima tappa del Tour of Sharjah, sua corsa di esordio, e, pur non avendo ottenuto altri successi, si è fatto notare anche in altre circostanze: dopo il settimo posto finale nella corsa emiratina, ha disputato, senza sfigurare contro gli squadroni WorldTour, Muscat Classic e Tour of Oman, ha centrato due top ten al Tour de Taiwan ed è stato secondo al The Bueng Si Fai International Road Race.

Nato a Newcastle, nel Nuovo Galles del Sud, in Australia, Jesse Ewart fece il suo esordio a livello internazionale solo al primo anno da under 23, disputando la prova in linea dei Campionati Oceanici, ma chiudendo il suo programma già a febbraio. Nel 2014, invece, dopo le corse in Oceania, disputò diverse gare in Italia con la nazionale australiana, senza mai lasciare il segno a livello personale, ma correndo spesso in appoggio a Robert Power. Nella stagione successiva le cose non andarono altrettanto bene: nelle due corse italiane a cui prese parte si ritirò.

Nel 2016 fece il suo debutto a livello Continental, che coincise con la sua prima avventura asiatica: fu ingaggiato, infatti, da una formazione filippina, la 7 Eleven-Sava. La scelta si rivelò buona: l’australiano ottenne buoni risultati nelle corse a tappe, come il quarto posto a Le Tour de Filipinas e il decimo al Jelajah Malaysia (in cui conquistò la maglia di miglior giovane). Nella terza frazione del Tour de Singkarak, inoltre, andò vicinissimo alla vittoria, ma si arrese all’iraniano Rahim Emami (che pochi mesi dopo fu squalificato per doping).

Confermato dalla compagine filippina (che nel frattempo aveva cambiato nome in 7 Eleven-Roadbike Philippines) per la stagione seguente, corse quasi esclusivamente in Asia e ottenne i suoi migliori risultati nelle corse a tappe indonesiane: fu terzo al Tour de Molvccas e ottavo al Tour de Flores (in cui centrò la top ten in cinque tappe su sei). 

Nel 2018 Ewart cambiò squadra e firmò con il Team Sapura, ambiziosa Continental malese. Con la nuova formazione disputò un calendario più internazionale, con diverse trasferte europee, e riuscì a conquistare la sua prima vittoria UCI, in occasione della terza tappa dell’International Tour de Banyuwangi Ijen. Dopo aver concluso la corsa in seconda posizione (alle spalle di un altro australiano diventato grande in Asia, Benjamin Dyball), ritornò in Indonesia per il Tour de Singkarak, che riuscì a vincere, dopo essersi imposto in solitaria nella terza frazione.

Confermato nella formazione malese per l’anno successivo, l’australiano tornò a disputare un calendario quasi esclusivamente asiatico (unica eccezione l’Herald Sun Tour in Australia), continuando a togliersi le maggiori soddisfazioni in Indonesia: nel paese, infatti, fu quarto al Tour of Indonesia e terzo all’International Tour de Banyuwangi Ijen, prima di dominare il Tour de Singkarak, in cui, oltre alla generale, vinse due tappe e la classifica a punti.

Nel 2020, sempre in maglia Sapura, cominciò benissimo la stagione, con uno splendido sesto posto all’Herald Sun Tour (battuto solo da corridori attualmente professionisti) e un eccellente secondo alla Malaysian International Classic Race. In seguito fece in tempo ad ottenere un altro bel risultato (chiuse in quarta posizione il GP Velo Alanya in Turchia), prima che la pandemia bloccasse tutto e mettesse di fatto fine al calendario dell’Asia Tour.

Il Team Sapura è una delle squadre che sono state maggiormente danneggiate dal Covid: l’ambizione dei primi anni è stata sostituita da problemi di calendario ed economici, che hanno portato la squadra a chiudere i battenti a metà 2023. Nel 2021 Ewart corse con il team solo il Presidential Cycling Tour of Turkey, vanificando una stagione che era partita sotto i migliori auspici, con il quinto posto nel campionato australiano in linea. Curiosamente dopo il risultato più prestigioso ottenuto in carriera in patria, scelse di cambiare nazionalità e passare all’Irlanda, paese di origine di suo nonno, in cui lui stesso aveva vissuto per parte dell’infanzia, 

Fiutati i problemi del Team Sapura, per la stagione successiva scelse di cambiare aria e firmò con i tedeschi della BIKE AID. La nuova avventura partì benissimo, con un’eccellente trasferta in Africa: al Tour du Rwanda centrò ben cinque top ten di tappa e riuscì a salire sul terzo gradino del podio in classifica generale. Dopo alcune gare sotto tono, alla vigilia del Sibiu Tour, l’irlandese fu vittima di un grave incidente in allenamento: venne investito da un’auto e ne sfondò il parabrezza, riportando diverse fratture ed estesi tagli, che gli provocarono una grande perdita di sangue. Uno dei frammenti di vetro arrivò a pochi millimetri da un'arteria.

Dopo l’incidente, non c’era la certezza che potesse tornare a correre, ma, incredibilmente, Ewart rimise un numero sulla schiena dopo soli due mesi, prendendo il via del Turul Romaniei. Poche settimane dopo disputò il Tour of Iran, in cui dimostrò di essere sulla via del completo recupero: chiuse al terzo posto la terza tappa e terminò la corsa in tredicesima posizione.

L’anno scorso ha firmato con la Terengganu, con cui ha preso parte a diverse corse di alto livello. Dal punto di vista dei risultati non è stata la sua miglior stagione, anche perché ha sofferto per alcuni problemi di schiena e muscoli, dovuti all’incidente dell’anno precedente. Ha comunque ottenuto un terzo posto di tappa al Tour of Japan e un nono al campionato irlandese in linea.

Quest’anno sembra essersi ripreso completamente dai problemi fisici ed è partito molto bene. Attualmente è impegnato al Tour of Thailand, in cui sta correndo in appoggio ad Anatoliy Budyak. 

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