Professionisti

Uno Squalo mordace e un Pozzo di scienza

21.05.2022 20:49

Il borsino dei favoriti: a Torino la prima vera selezione del Giro d'Italia, Carapaz e Hindley lanciati verso la rosa, Almeida e Landa alla finestra. L'Italia si affida agli ultimi colpi di Nibali e Pozzovivo


IN SALITA


Richard Carapaz
Si è preso una maglia rosa che lo attendeva da giorni, senza tuttavia dare il colpo del K.O. agli avversari. Sull'ascesa di Superga è stato il più brillante insieme a Nibali e Hindley, ma ha osato un po' troppo tentando l'attacco vincente con la stilettata tremenda inflitta vicino alla vetta del penultimo GPM. Sul Colle della Maddalena ha subito il ritorno degli stessi Vincenzo e Jai, decisamente più freschi rispetto all'ecuadoriano, oltre a quello dell'ormai defilato per il discorso generale Simon Yates. La posizione in classifica ad una tappa dal termine della seconda settimana è quella che tutti si aspettavano, il distacco forse no. Richard rimane il favorito numero uno per aggiudicarsi il Trofeo senza fine, ma la concorrenza è tutt'altro che domata; inoltre, ad impensierire ulteriormente il corridore più solido e continuo tra quelli che si stanno giocando la Corsa Rosa ci pensa la debacle odierna della Ineos che si è presto sciolta come neve al sole sotto i colpi della Bora-Hansgrohe. Sivakov, Porte, Tulett e soprattutto Castroviejo (caduto nella tappa di Potenza) sono chiamati ad una pronta riscossa per supportare al meglio il loro leader nei momenti decisivi di questo Giro.

Jai Hindley
Tra i probabili vincitori dopo Carapaz troviamo lui, l'australiano della Bora molto scalatore e poco cronoman, che sicuramente gradirà i pochissimi chilometri contro il tempo presenti in questi 21 giorni. La sua squadra, evidentemente conscia delle sue potenzialità, si è mossa con autorevolezza e coraggio già dai -80, mettendo alla frusta prima un ottimo Giovanni Aleotti e sfruttando poi per oltre 30 chilometri il generosissimo Kelderman, rientrato in classifica un paio di giorni fa per riuscirne oggi. Unica nota negativa della giornata proprio questa, la perdita di una pedina tattica da muovere nell'ultima settimana contro la Ineos Carapaz-centrica. Jai, dal canto suo, si è mostrato persin superiore a Richard per alcuni tratti, dando quasi sempre l'impressione di avere la situazione completamente sotto controllo. Sulle lunghe salite della terza settimana ha già dato prova di esser pericolosissimo e proprio lì avrà l'arduo compito di accumulare un modesto gruzzoletto da difendere nei 17km finali di Verona.

Vincenzo Nibali
La crisi sull'Etna ha finito per azzerare o quasi le chance di vittoria finale, ma dopo l'annuncio dell'incombente ritiro il siciliano si è ridestato improvvisamente ed oggi si è inserito di prepotenza nella caccia alla top five, dimostrandosi uno dei tre più forti sulle salite di Torino. Un Nibali così brillante e reattivo agli scatti non lo si vedeva da circa tre anni e la classe con cui ha gestito le sgasate (sue e di Hindley) sulla Maddalena ha un sapore d'antico. L'incognita è ora legata alla tenuta sui lunghi colli alpini, ma se anche sulle montagne più toste dovesse mantenere questo livello si aprirebbero per lui scenari attraenti e inimmaginabili fino a qualche ora fa.

STABILI


Domenico Pozzovivo
Appena dietro ai migliori, proprio come sul Blockhaus. Ma mentre gli altri vanno e vengono lui rimane lì, saldo e ancorato intorno alla quinta posizione, pronto ad affondare i denti sugli avversari alla loro prima dimostrazione di debolezza. Oggi Domenico è venuto fuori alla distanza, staccando addirittura il cagnaccio dei cagnacci Almeida in discesa e riavvicinandosi pericolosamente al quartetto di testa mancando di poco l'aggancio. Evitare le crisi dev'essere ora l'obiettivo principale, poi, quel che verrà verrà.

Mikel Landa
Cadute non cadute, gregariato non gregariato, una giornata storta Landa la trova sempre. Stavolta è riuscito a limitare ottimamente i danni grazie all'aiuto fondamentale di Pello Bilbao, carta utilizzabile dalla Bahrain nella prossima settimana in attacchi a lunga gittata. Tuttavia, il fatto che Mikel abbia ceduto abbastanza nettamente per due volte di fila proprio sul suo terreno preferito fa sorgere qualche dubbio. Riuscirà davvero a sfidare Carapaz, Hindley e chiunque altro si inserirà fra questi due nomi sulle ascese decisive del Giro d'Italia? Al basco il compito di fugare ogni dubbio.

João Almeida
Si è salvato. Nonostante si fosse fatto sorprendere dall'azione dei Bora e nonostante abbia sofferto ad ogni accelerata inferta alla corsa. Ma la caratteristica del portoghese è proprio quella di non mollare mai, di non uscire mai completamente dai giochi, anche quando un crollo sembra dietro l'angolo. Per certi versi questa di Torino poteva essere considerata la frazione più complicata da gestire per João, il quale ha contenuto ad un distacco recuperabile nella cronometro finale il gap dai battistrada. Con una situazione così fossilizzata fino alla ventesima tappa sarebbe lui il favorito e per questo nelle prossime giornate arriveranno altri attacchi da più parti e non è detto che Almeida potrà sempre avanzare una difesa così efficiente, soprattutto alla luce delle difficoltà tecniche in discesa che ha palesato quest'oggi.

 

IN DISCESA


Juan Pedro López
Combatte, combatte e ancora combatte per difendere la sua rosa. Affronta a viso aperto Carapaz, Hindley e Nibali, li sfida senza timore sfoggiando un gran carattere. Alla fine, però, il fuorigiri per seguire tutti gli allunghi si fa sentire e lo spagnolo oltre a cedere il simbolo del primato deve anche rimoderare le sue ambizioni di piazzamento finale: una top ten sarebbe in ogni caso un risultatone.

Emanuel Buchmann 
Ha dovuto spremersi per il compagno Hindley e in classifica ha conseguentemente fatto un piccolo passo indietro. Difficilmente, conoscendo le sue attitudini, lo vedremo all'attacco da lontano, ma potrà rivelarsi un luogotenente molto importante per Hindley utilizzabile anche come spauracchio nei confronti delle squadre in inferiorità numerica come Ineos e UAE.

Guillame Martin
Affondato quasi definitivamente sotto i colpi della Bora, non è riuscito a seguire il ritmo di Almeida mentre questi si rifaceva sotto al gruppetto dei migliori. Non che dal francese ci si attendesse qualcosa di più, in fondo nella sua carriera non è mai stato della partita quando si è fatto davvero sul serio. Rimane una possibilità di rivederlo ai vertici (ottava-nona posizione) prossimamente grazie ad una bella fuga.

Lorenzo Fortunato 
Si è fatto cogliere impreparato nel momento cruciale della tappa e da lì in avanti è stato tutto un inseguire e un rincorrere. La gamba gira, tanto che ad un certo punta ha addirittura staccato Martin e compagnia in un tratto di leggera salita. Nel finale un piccolo cedimento, ma nelle frazioni che ci aspettano c'è spazio di inseguire una seconda vittoria parziale dopo quella memorabile dello Zoncolan nell'edizione passata e di fare conseguentemente un piccolo balzo nella generale.

FUORIGIOCO


 Simon Yates  
Raramente si sono visti corridori più incostanti del leader della Bike-Exchange. Dopo aver gettato via ogni possibilità di far classifica si è buttato sulle tappe e oggi ne ha vinta una precedendo tutti i migliori dopo essersi gestito con maestria da vero campione qual è, a volte. Rimane un'altra settimana per raccogliere quel che viene dall'ennesimo grande giro che non ha ripagato le sue speranze iniziali.

Alejandro Valverde 
Indietrissimo quando è scoppiata la bagarre si è ben presto ritrovato solo ed isolato ad inseguire, affondando nonostante la gamba non fosse poi così male. Non avendo più velleità in classifica l'obiettivo del murciano sarà ora andare a caccia di un successo parziale che possa dare senso alla sua corsa rosa.

Hugh Carthy, Thymen Arensman & Lucas Hamilton 
Un capitano (debole) designato e due vice che si sono trovati nel ruolo di leader dopo i crolli dei rispettivi capitani. Poteva essere questa la possibilità di testarsi per la prima volta nella generale, ma la frazione odierna li ha respinti senza appello. Anche nel loro caso, testa alle singole tappe.
Notizia di esempio
Nibali e Ciccone: i due "fari" azzurri per le corse a tappe