
Se la Coppa del Mondo di ciclocross è un appuntamento per pochi intimi in tv
Diretta streaming solo su RaiPlay e Discovery+. Per la differita sul digitale terrestre bisognerà aspettare fino a lunedì mattina...
Ha senso lamentarsi sempre e comunque? No, soprattutto quando le proteste scadono nel patetico. Una volta tanto, però, è giusto esprimere il nostro dissenso per la discutibile scelta di oscurare la diretta tv dell'unica tappa italiana della Coppa del Mondo di ciclocross, in programma per domenica a Terralba (Oristano).
Coppa del Mondo di ciclocross confinata in streaming
«Ragioni di palinsesto»: possiamo già immaginare la risposta dei vertici RAI all'obiezione sollevata dagli appassionati che si aspettavano di seguire in televisione le performance di Lucinda Brand e Joris Nieuwenhuis, Sara Casasola e Toon Aerts, Ceylin del Carmen Alvarado e Filippo Agostinacchio. Certo: l'assenza dei fenomeni del fuoristrada - in testa Mathieu van der Poel e Wout van Aert, che esordiranno nelle prossime settimane - potrebbe giustificare un minore interesse del pubblico occasionale. Fatto sta che un evento di questa rilevanza - a maggior ragione dopo la sfortunata cancellazione di un anno fa, quando la tappa sarda fu annullata per il maltempo - avrebbe meritato un trattamento migliore da parte del servizio pubblico radiotelevisivo.
Già, perché il primo passaggio televisivo delle due gare è previsto… per lunedì 8 dicembre alle 10.05 su Rai Sport HD, che proporrà le due gare in sequenza. Non esattamente il massimo nell'epoca dello streaming e degli aggiornamenti in tempo reale, che rendono di fatto pletorica qualsiasi differita. Figurarsi, poi, se un qualsiasi evento sportivo viene programmato a distanza di uno o più giorni dal suo svolgimento: soltanto un eremita analogico - refrattario a qualsiasi forma di comunicazione digitale - potrebbe trovare interessante il primo passaggio in tv di un evento che può essere comodamente seguito sul web o, per chi ha fretta, sotto forma di sintesi su YouTube.

Un trattamento incomprensibile (al netto delle contemporaneità)
Benché le alternative non manchino (Discovery+ coprirà integralmente le due corse, RaiPlay dovrebbe fare la sua parte), la sensazione è che non si faccia abbastanza per diversificare l'offerta sportiva in televisione e abituare il pubblico a qualcosa di diverso. Prova ne è la scelta della RAI di spostare il domenicale Rai Sport Live - il contenitore pomeridiano che ha trasmesso fino alla passata stagione una ricca selezione di eventi (dal calcio femminile ai due campionati italiani di pallavolo) - nella fascia mattutina, con l'obiettivo di aprire una finestra sugli sport invernali. Una scelta che sarebbe persino comprensibile, a maggior nell'anno dei Giochi olimpici e paralimpici di Milano-Cortina, se solo non si cadesse nella vecchia abitudine di trasmettere la prima manche di uno slalom o di un gigante su Raidue e la seconda su Rai Sport HD. Con il risultato che il telespettatore occasionale non si spingerà fino al canale 58 per seguire il segmento decisivo di una competizione, a prescindere dalla presenza o meno di atleti italiani nelle posizioni che contano.
Anche in questo caso, ci sembra di sentire l'obiezione degli appassionati delle discipline (rugby e sci alpino) che hanno avuto la precedenza sul ciclocross: «Eh, mi hanno tolto l'opportunità di seguire il mio sport preferito (indicare lo sport di riferimento, ndr) per dare la precedenza a una gara di uno sport (indicare una disciplina a scelta, ndr) che non mi interessa». Per carità: nessuno intende oscurare nessuno. Tuttavia, i latini ci hanno insegnato che ubi maior, minor cessat. Dunque, al netto delle sovrapposizioni con altri eventi, tutti avrebbero avuto il diritto di seguire in diretta tv l'unico appuntamento di rilievo internazionale della stagione crossistica sul suolo italiano. Non è questione di gusti né di preferenze: più semplicemente, trattasi di (buona) cultura sportiva.
