Anche Ackermann vince la sua volata allo Squid Game 2023
Pascal batte Jonathan Milan, autore di una rimonta prodigiosa: esultano entrambi, il fotofinish premia il tedesco. Ma tengono banco i ritiri per covid e quelli per cadute: oggi out Tao Geoghegan Hart, terzo della generale
È uno Squid Game. O sono gli Hunger Games. O il Rollerball. O ne resterà soltanto uno, l'Highlander della situazione; il Survivor. Potete pescare a piene mani da tutto l'immaginario cinetelevisivo che vi pare, il Giro d'Italia 2023 sta dando proprio l'impressione di una corsa a eliminazione in cui uno dopo l'altro quasi tutti i protagonisti sono destinati a uscire di scena. Il colpo del ritiro di Remco Evenepoel in maglia rosa ha impattato a livello emozionale e rimane il simbolo di una corsa decimata dal covid. Ma non solo dal covid: anche dalle cadute. Oggi per esempio è uscito di scena tra gli altri Tao Geoghegan Hart, il terzo della classifica, in seguito a una caduta davvero banale, uno scivolone su una discesa non ripida, non tecnica. Un capitombolo che peraltro ha coinvolto pure il primo e il secondo della generale, Geraint Thomas e Primoz Roglic, i quali se la sono cavata con qualche graffio e qualche ammaccatura. Per oggi. Ma domani?
Il fatto che tutti sappiamo che il ciclismo è un po' così, uno sport esposto a tutte le intemperie e a tutti gli ostacoli, e che quindi può capitare che qualche edizione particolarmente sfortunata sia soggetta a perdere tanti protagonisti, non significa che non si possa discutere ancora e ancora di misure che aumentino il livello di sicurezza sulle strade. Non è solo una questione di percorsi, il punto è che le velocità aumentano sempre più e determinano quindi sempre più infortuni gravi in caso di cadute; per cui bisognerà a un certo punto guardarsi negli occhi e capire da un lato come ridurre le velocità (aumentiamo la larghezza delle ruote?) e dall'altro come proteggere maggiormente i corridori (che non hanno nulla che li ripari, a parte il casco). Sarà questo il tema dei prossimi anni. Oppure continuiamo ad accettare che in ogni corsa dobbiamo fare i conti con un bollettino mai finito di traumi e conseguenti ritiri.
Quanto a oggi, la quinta volata del Giro d'Italia 2023 ha riportato il sorriso sul volto di Pascal Ackermann, che qualche anno fa sembrava destinato a diventare uno dei più vincenti di questo decennio (nel 2019 ne vinse due di tappe alla corsa rosa, e con esse pure la classifica a punti), prima che la sua carriera entrasse in un tunnel di involuzione da cui poche volte il ragazzo ha saputo emergere. Lui è un bel personaggio e quindi è anche positivo il fatto che di tanto in tanto torni ad antichi splendori.
C'è da dire che oggi ce l'ha fatta per un capello, quello che al fotofinish l'ha separato da un incontenibile Jonathan Milan, autore di una rimonta da lasciare tutti a bocca aperta. Che il friulano non abbia vinto dipende da due elementi: il posizionamento troppo arretrato all'inizio dello sprint, e il fatto che Johnny disperda energie e metri in un incedere ancora troppo irregolare. Se migliorerà in questo (e ha tutte le possibilità di farlo) i watt che scarica sui pedali potranno diventare molto più fruttuosi e fare di lui un punto di riferimento delle volate per i prossimi anni.
Giro d'Italia 2023, la cronaca dell'11esima tappa
L'11esima tappa del Giro d'Italia 2023, la Camaiore-Tortona di 219 km, aveva tutto della più classica delle tappe interlocutorie. Naturalmente come ogni frazione in questi ultimi giorni si comincia col bollettino covid, oggi è stata quasi azzerata la Soudal-Quick Step che - dopo il caso Remco Evenepoel - ha visto fermarsi Mattia Cattaneo, Louis Vervaeke, Jan Hirt e Josef Cerny; ritirati per positività al covid anche Andrea Vendrame (AG2R Citroën) e Stefano Gandin (Corratec). DNS per sintomi influenzali (ma non covid, non ancora perlomeno…) Jonathan Caicedo (EF Education-EasyPost) e Natnael Tesfatsion (Trek-Segafredo). La Soudal è rimasta con soli tre rappresentanti in gara, Davide Ballerini, Pieter Serry e Ilan Van Wilder; con gli 8 ritiri della mattina il totale dei corridori rimasti in gara è sceso a 142, dai 176 che hanno preso il via in Abruzzo sabato scorso.
La fuga del giorno è partita molto presto, innescata ai -215 da Laurenz Rex (Intermarché-Circus-Wanty), notevole fuggitivo dell'ultima Parigi-Roubaix. Il belga è stato raggiunto ai -213 da altri 5 uomini, ovvero Thomas Champion (Cofidis), Diego Pablo Sevilla (Eolo-Kometa), Filippo Magli (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè) e la coppia Corratec Alexander Konychev-Veljko Stojnić. Il gruppo ha lasciato fare fino ai -200, quando i 6 hanno raggiunto il vantaggio massimo di 4'08". Dopodiché la Trek ha preso le redini dell'inseguimento tenendo i battistrada a distanza di sicurezza.
Al traguardo a punti di Borghetto di Vara ai -157 Stojnic ha preceduto Rex ma soprattutto in gruppo la lotta fra Trek e Bahrain-Victorious è stata fiera per preparare la volata per il settimo posto fra i rispettivi uomini veloci Mads Pedersen e Jonathan Milan; quest'ultimo ha vinto rafforzando (di un punticino) la maglia ciclamino, poi lui e il danese l'hanno presa a ridere; intanto il vantaggio dei primi era sceso a 2'30" circa.
Subito dopo è stato affrontato il Passo del Bracco e pure il Gpm (ai -139) l'ha vinto Stojnic, stavolta davanti a Sevilla e Magli. Nulla da segnalare da lì al successivo Gpm, quello della Colla di Boasi ai -76, vinto ancora da Stojnic (su Magli che aveva tentato l'anticipo); a questo punto il gruppo aveva 1'30" di ritardo, con la Movistar che aveva cominciato a collaborare all'inseguimento (in funzione di Fernando Gaviria). Un gruppetto comprendente Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck) si ritrovava invece attardato.
Ai -70 il punto di svolta della giornata è stato ancora un momento negativo: tratto bagnato in discesa, Alessandro Covi (UAE Emirates) è scivolato sulla linea di mezzeria e ha portato giù per prima la maglia rosa Geraint Thomas (INEOS Grenadiers), dietro a cui sono caduti i compagni Tao Geoghegan Hart e Pavel Sivakov, e inoltre Primoz Roglic (Jumbo-Visma); seppur ammaccati (Roglic - taglio sull'anca per lui - e Sivakov di più), tutti son ripartiti meno TGH, portato via in ambulanza con una sospetta frattura al bacino. Un altro ritiro eccellente (Tao era terzo della generale a 5" da Thomas) in un Giro a eliminazione. Poco dopo Óscar Rodríguez (Movistar), urtato da un corridore della Trek, è andato a sbattere contro un segnale stradale rimbalzando poi su un muro. Ritiro anche per lui, probabile frattura di qualche costola.
La pioggia, dopo aver dato tregua fino a quel momento, ha preso a scendere leggera. Stojnic (guarda un po') si è preso lo sprint con abbuoni di Busalla ai -49; sulla salita di Passo della Castagnola Konychev e poi Sevilla hanno perso contatto dal gruppetto dei battistrada, ma soprattutto nel plotone la Jayco AlUla ha preso in mano la situazione con Filippo Zana, proprio come accaduto a Melfi (quando poi vinse Michael Matthews): l'obiettivo, molto evidente, era scremare il gruppo e far staccare qualche velocista troppo veloce ma magari poco resistente in salita; l'esito è stato che la selezione è stata pure superiore a quanto si potesse prevedere e dietro a Zana son rimasti in trenta circa.
Stojnic ha completato la collezione di traguardi volanti conquistando pure il Gpm ai -43, intanto il gruppo andava verso un sostanziale ricompattamento: non c'era il percorso frastagliato della citata tappa lucana per permettere di portare fino alla fine il progetto della squadra australiana. Alla fuga restavano meno di un minuto e due soli partecipanti: con Stojnic il solo Rex ha resistito al comando, poi però proprio lui ha preso l'iniziativa ai -19 con un inatteso rilancio che ha piantato in asso il serbo. Rex è stato comunque ripreso a 5 km dalla fine, giusto in tempo per essere premiato col numero rosso di combattivo di giornata, lui che la fuga l'ha iniziata e l'ha finita.
Poco prima dei 3 km Charlie Quarterman (Corratec) ha tentato un'estemporanea sortita, emergendo di forza dalla testa del gruppo, è durato 500 metri di totale acido lattico, poi è stato preso subito prima di una rotonda alla cui uscita, ai 1700 metri, una caduta che ha coinvolto tra gli altri Jasha Sütterlin (Bahrain) - e che ha rischiato di far toccare ancora l'asfalto a Geraint Thomas, rimasto in piedi per miracolo - ha spezzato il gruppo, lasciando davanti 30 corridori che sono andati a giocarsi il successo.
Dall'ultima curva ai 400 metri sono emersi davanti i Trek, con Mads Pedersen in seconda posizione e lanciatosi però troppo presto, quasi ai 300 metri, esponendosi così alla rimonta di Mark Cavendish (Astana Qazaqstan); ma alla sinistra di Cannonball è uscito fortissimo Pascal Ackermann (UAE), che ha superato tutti; dalle retrovie però saliva a velocità tripla Jonathan Milan, che era entrato sul rettilineo finale in 12esima posizione e poi, zigzagando per sorpassare tutti gli avversari, si è ritrovato a contendere la vittoria al tedesco.
A 20 metri dalla linea d'arrivo il friulano era ancora quarto, lo scarto necessario per scavalcare un Pedersen in rallentamento gli ha fatto perdere probabilmente i centimetri che gli sarebbero stati necessari per vincere. In ogni caso il 22enne di Buja al colpo di reni ha appaiato Ackermann che era dall'altra parte della strada; Pascal ha esultato, Jonathan ha fatto “no" con la mano e poi ha esultato pure lui, ma il fotofinish ha dato ragione al 29enne di Kandel, che non vinceva dal Tour de Pologne 2022. Cavendish si accontenta del terzo posto, risultato che migliora il quarto di Salerno (quello ottenuto cadendo); Pedersen, quarto, perde ulteriore terreno rispetto a Milan nella classifica a punti (164-128 per l'italiano ora); nei 10 anche Stefano Oldani (Alpecin), Vincenzo Albanese (Eolo), Davide Ballerini e Simone Consonni (Cofidis).
Successivamente la giuria ha esaminato i movimenti di Milan nella volata, dato che il ragazzo ha operato più di un cambio di traiettoria nel corso della sua rimonta.
La classifica resta quasi uguale a ieri ma senza Geoghegan Hart, il cui ritiro fa salire al terzo posto João Almeida (UAE), e pure senza Sivakov, che ha chiuso la tappa con 13'56" di ritardo dai primi e retrocede così dall'ottavo al 23esimo posto. Damiano Caruso (Bahrain) continua a risalire la china, ora è quinto a 1'28" dalla maglia rosa Geraint Thomas.
Domani la 12esima tappa del Giro d'Italia 2023 presenta un finale molto interessante: il senso dei 179 km da Bra a Rivoli è tutto nei 10 chilometri complessivi del Colle Braida, in particolare gli ultimi 5 all'8% di pendenza media. Lo scollinamento è a 28 km dalla fine ed è seguito da una discesa tecnica che termina ai -20: qualche corridore un po' attardato rispetto ai primissimi potrebbe anche tentare qualcosa, così come qualche squadra che abbia più uomini in classifica. Di sicuro una frazione non banale come antipasto delle Alpi.