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Van Aert, che prelibatezza! Ed era solo l'antipasto...

26.02.2022 16:26

Wout è partito sul Bosberg a 13 km dalla fine della Omloop Het Nieuwsblad e l'hanno rivisto all'arrivo. Un volitivo e battagliero Colbrelli si prende il secondo posto su Van Avermaet, Trentin e Pasqualon nei dieci


Il Bosberg è il muro che negli ultimi Giri delle Fiandre nei quali - in accoppiata col Muur - era previsto come ultima asperità del percorso non incideva mai o quasi nella corsa. Oggi, pur in una gara di "soli" 200 km, insomma non una misura da Monumento, questa salitella è bastata a far decollare uno splendido volo di Wout Van Aert. La Omloop Het Nieuwsblad 2022 non era nemmeno stata troppo selettiva, il gruppo era composto da una settantina di unità pure dopo il Muur, sebbene un po' di lotta non fosse mancata in precedenza. Lotta ispirata a tratti anche dalla stessa Jumbo-Visma di Wout.

Insomma pensavamo che non ci fosse più spazio per una soluzione solitaria, che la volata anche piuttosto corposa fosse il destino della corsa (peraltro la tradizione della OHN dice che spesso qui va così), ma non avevamo fatto i conti con il colpo di coda del fuoriclasse: un attacco a sorpresa, lanciato un po' prima che si approcciasse il Bosberg, e poi proprio il Bosberg che a quell'attacco ha aggiunto tutta la sostanza necessaria, con Wout che sulle sue rampe ha allungato, un secondino dopo l'altro, mentre il gruppo dietro si spezzava.

Aveva poco più di 10" allo scollinamento, l'hanno inseguito col sangue agli occhi, ma quel margine lui l'ha più che raddoppiato e l'ha portato al traguardo, dove il folto pubblico gli ha dedicato una più che meritata ovazione. E stavamo per dimenticare di aggiungere che era la prima corsa dell'anno per Wout, su strada; un dato che tende a sfuggirci dato che il ragazzo, che sia su asfalto o su fango, bene o male è sempre in sella... Alla sua collezione di vittorie ha aggiunto oggi questa perlina, una classica minore vinta con un capolavoro minore, tra qualche anno in sede di consuntivi questa vittoria sarà sì e no accennata in un lungo elenco in cui si perderà. Eppure quanto è stata bella, quanto è stata potente, quanto è stata stratosferica per la maniera in cui si è realizzata?

204 km da Gent a Ninove, la fuga del giorno della 77esima Omloop Het Nieuwsblad ha coinvolto sette corridori, partiti al km 10: Ben Healy (EF Education-EasyPost), Juri Hollmann (Movistar), Alexander Konychev (BikeExchange-Jayco), Quentin Jauregui (B&B Hotels-KTM), Ruben Apers (Sport Vlaanderen-Baloise), Morten Hulgaard (Uno-X) e Donavan Grondin (Arkéa Samsic), tutti poco più che ventenni tranne Jauregui che va per i 27. A lungo Mathijs Paasschens (Bingoal Pauwels Sauces WB), non essendo riuscito a prendere la fuga per i capelli, è rimasto a metà strada tra quella e il gruppo, che intanto veleggiava tranquillo fino ad accumulare un ritardo di 8' (toccati ai -137).

Jumbo-Visma e Groupama-FDJ a tirare il plotone, fuggitivi riavvicinati con l'approssimarsi della seconda parte di gara, quella punteggiata da muri e pavé, e i primi scatti dal gruppo li abbiamo visti a partire dal quarto dei 13 muri, l'Hostillerie. Ci ha provato Tom Scully (EF) ai -77, i primi avevano a quel punto 4'15" destinati a essere persi molto rapidamente. Ci ha provato poco dopo Johan Jacobs (Movistar), poi ancora Magnus Sheffield (INEOS Grenadiers), e più avanti pure Philippe Gilbert (Lotto Soudal) e Lluís Mas (Movistar) mentre alcuni pativano noie meccaniche (Michael Valgren della EF, Kasper Asgreen della Quick-Step Alpha Vinyl), altri cadute (Alessandro Covi della UAE Emirates, Michele Gazzoli dell'Astana Qazaqstan), altri ancora sia cadute che guai meccanici (Anthony Turgis della TotalEnergies, Victor Campenaerts della Lotto) ma la situazione era lungi dal definirsi, dietro.

Davanti, Jauregui si staccava ai -69, dietro il momento topico sarebbe venuto ai -55, sul Wolvenberg, muro scelto da John Degenkolb (DSM) per un allungo che ha fatto saltare il tappo. In contropiede si è mosso Florian Vermeersch (Lotto), che poi ha rilanciato andandosene con Loïc Vliegen (Intermarché-Wanty). Ai -52 ha provato un contrattacco dal gruppo Mike Teunissen (Jumbo-Visma) ma non è andato lontano, il destino dei gialloneri sarebbe ancora stato quello di tirare il gruppo. Meglio è andata a Stefan Küng (Groupama-FDJ), che si è attivato sul pavé di Jagerij ai -50 ed è riuscito a emergere per riportarsi in breve su Vermeersch e Vliegen.

Negli stessi istanti un affondo di Hollmann tra i battistrada faceva staccare Konychev e Grondin, ripresi poi dal sopraggiungente terzetto e con quello pronti a rientrare sui primi ai -44 (con Hollmann c'erano ancora Healy, Apers e Hulgaard). Il margine sul gruppo - tirato a questo punto anche dai Quick-Step oltre che dai Jumbo - ammontava a mezzo minuto, e i primi hanno ancora riguadagnato, e allora a inseguire sono arrivati i rinforzi, in pratica ogni squadra tra quelle non rappresentate davanti ha messo un uomo a girare. Il gruppo era ancora piuttosto folto, pure troppo, le cadute continuavano e in una Fernando Gaviria (UAE Emirates) ci ha probabilmente rimesso una clavicola; appena reduce dalla terza positività al covid, il colombiano non riesce a lasciarsi alle spalle la nuvola di Fantozzi.

Ai -38 il ritmo di Küng è stato definitivamente troppo per Konychev e Apers, staccatisi del tutto, sul pavé di Haaghoek ai -37 ha pure mollato Grondin, e il furioso (agonisticamente) svizzero continuava a menare fendenti pesanti, pure sul Leberg ai -35. Il risultato era che il gruppo veniva allontanato, a oltre 50" in questi frangenti.

Sempre sul Leberg è ripartito Teunissen, muro a tutta ma non ha staccato nessuno. E subito dopo in diversi - per esempio Yves Lampaert (Quick-Step) hanno provato a portar via un contrattacco, ma c'erano sempre i Groupama di mezzo a rompere i cambi per cui non veniva mai giorno. Non è un caso che l'unica azione che è riuscita a prendere corpo non vedeva compagni di Küng al suo interno; erano invece Matej Mohoric (Bahrain-Victorious), Guillaume Van Keirsbulck (Alpecin-Fenix), Ide Schelling (Bora-Hansgrohe) e Matteo Trentin (UAE) a tentare la sortita, ma il quartetto si è fermato sul Berendries, ripreso ai -32.

Proprio sul decimo e quart'ultimo muro è uscito infine il quartetto buono, l'ha tirato via Tiesj Benoot (Jumbo) a beneficio di capitan Wout Van Aert, puntualmente presente; e c'erano pure due INEOS, Tom Pidcock e Jhonatan Narváez. Azione troppo importante già a prima vista perché Sonny Colbrelli, brillantemente presente nelle prime posizioni del plotone, se la lasciasse sfuggire da sotto al naso. Così il bresciano della Bahrain è uscito da solo e subito dopo il Berendries si è riportato sulla doppia coppia.

Ai -26 il nuovo quintetto ha chiuso il gap rispetto ai sei battistrada, il bottino da amministrare sul gruppo era a questo punto di 30" abbondanti. Le retrovie del plotone hanno visto una caduta di Piet Allegaert (Cofidis) e Alexander Kristoff (Intermarché), mentre i Quick-Step continuavano a ispirare l'inseguimento. Ai -20, un po' a sorpresa, è scattato da solo Benoot, e ciò ha sancito la fine dell'accordo nel gruppetto, miseramente ripreso tre chilometri dopo, ai piedi del Muur.

Benoot ha approcciato il leggendario "Grammont" con 25" di vantaggio, ma Küng ha continuato a spingere sulla salita, con Van Aert e Trentin al suo fianco, e quando Wout si è reso conto che Tiesj era comunque lì davanti ha rotto gli indugi e pure lui ha dato una bottarella, ma di fatto il gruppo dei migliori è scollinato tutto in fila, senza che qualcuno avesse fatto reale selezione. Ai -16 l'avanguardia del plotone ha ripreso Benoot e una lunghissima fila indiana si è accodata ai primissimi (Van Aert, Mohoric, Trentin e Rasmus Tiller della Uno-X), quindi la corsa è entrata in una fase completamente fluida dato che tutti a turno volevano provare un qualcosa.

Ma Wout l'ha immediatamente stoppata, tale fase: ai -13 è partito secco e netto, Campenaerts e Luis León Sánchez (Bahrain) hanno provato ad accodarsi ma son rimbalzati, dopodiché si era già sul Bosberg ai -12 e Van Aert ha rinforzato l'andatura. Dal gruppo ci ha provato Andrea Pasqualon (Intermarché) ma pure lui si è fermato a metà, scollinando con Küng, Trentin e non troppi altri, una ventina diciamo. Una decina invece i secondi di vantaggio di WVA, che si predisponeva a un finale da infarto.

Ai 10 km il margine era di 13". Vento contrario, il battistrada a vista degli inseguitori, tantissima classe e tantissima forza dietro, eppure il vanatggio di quello davanti non veniva scalfito. Anzi: ai 9 km eravamo a 16". Ai -8, +19". L'esaltate cavalcata di Wout si faceva beffe del fatto che dietro alcune squadre fossero in forze, per esempio la Bahrain che a un certo punto ha preso con decisione le redini dell'inseguimento. Niente: -7 km, +20". -6 km, +21". -5 km, +26". Andata.

Arrivo a Ninove nel tripudio, esultanza soddisfatta con tanto di famiglia ad attenderlo al traguardo, sorrisi e promesse di una grande stagione su strada, e intanto i suoi avversari battagliavano ancora: la volata per il secondo posto, a 23" dal primo, è stata vinta nettamente da Colbrelli, che ha battuto Greg Van Avermaet (AG2R Citroën) e il suo compagno Oliver Naesen, Campenaerts, Tiller, Trentin, Pasqualon, Florian Sénéchal (Quick-Step) e Jasper Stuyven (Trek-Segafredo).

Domani si replica con la Kuurne-Bruxelles-Kuurne, 195.1 km (inutile dire "da dove a dove"), i muri non mancano ma sono molto lontani dall'arrivo. Va da sé che, come tutte le gare fiamminghe, non si può prevedere quel che mai potrà succedere, fatto sta che Colbrelli - che oggi ha ampiamente giustificato il gran lavoro dei suoi e il pronostico che andiamo a esprimere - è tra i favoriti anche se avrà la concorrenza di non pochi sprinter di rango, da Tim Merlier a Fabio Jakobsen, da Caleb Ewan a Giacomo Nizzolo per non trascurare gli stessi Alexander Kristoff e John Degenkolb, che in queste corse hanno sempre qualche watt in più da spendere in volata.
Notizia di esempio
Van Vleuten fa sempre la differenza! Sua la Omloop Het Nieuwsblad, Balsamo quarta
Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!