Michael Kukrle con la maglia del Team Felbermayr-Simplon Wels ©️ Team Felbermayr-Simplon Wels
Mondo Continental

Kukrle e quella falsa partenza tra i pro': ma ci sarà un'altra occasione?

L'avventura del ceco tra i professionisti è durata poco a causa della chiusura della Gazprom-Rusvelo. In attesa di un'altra occasione ha riportato al successo il Team Felbermayr-Simplon Wels, a secco di vittorie da due anni

17.08.2023 09:00

Ventottesimo appuntamento con la rubrica Mondo Continental. In questa puntata: Tour de la Guadeloupe, Tour of Szeklerland, Memorial Henryka Łasaka, Memoriał Jana Magiery, GP Guatemala, GP Chapin, e Michael Kukrle che riporta al successo il Team Felbermayr-Simplon Wels.

Le corse della settimana

Tour Cycliste International de la Guadeloupe

Il vincitore del Tour de la Guadeloupe Benjamin Le Ny ©️ Tour Cycliste de la Guadeloupe

In settimana è andato in scena il Tour de la Guadeloupe, corsa a tappe di dieci giorni, giunta alla settantaduesima edizione, che ha luogo nell’arcipelago antillano, territorio d’oltremare francese. Al via si sono schierate ventiquattro squadre: cinque Continental, diciassette formazioni dilettantistiche e le selezioni di Martinica e Guiana Francese.

La gara si è aperta con un cronoprologo di sei chilometri, completamente pianeggiante. La Continental statunitense Project Echelon ha dominato la prova, mettendo a segno una doppietta e piazzando complessivamente quattro uomini ai primi sette posti. Il miglior tempo è stato quello di Tyler Stites, che ha preceduto di 7” Cade Bickmore e di 8” Ivan Centrone (Materiel-Velo.com). Il dominio della formazione a stelle e strisce è proseguito con il quarto posto di Zach Gregg e il settimo di Richard Arnopol.

La prima tappa in linea era molto adatta ai velocisti: l’unico GPM di giornata, infatti, era piazzato in cima ad uno strappo di 700 metri, situato ad oltre 130 km dal traguardo. I pronostici sono stati rispettati ed è stata ancora una volta la Project Echelon a festeggiare: Cade Bickmore ha battuto la concorrenza di Lucas Boniface (Vendée U) e James Jobber (EuroCyclingTrips) e, grazie all’abbuono, ha conquistato anche la maglia di leader.

Anche la seconda frazione si prestava alle ruote veloci, ma l’ultima curva, situata a circa 500 metri dall’arrivo, ha cambiato le carte in tavola. Tre corridori ne sono usciti con un buon vantaggio e Loïc Laviolette (Madras) ha lanciato uno sprint lungo. Il ventiseienne, però, si è dovuto accontentare del terzo posto alle spalle del duo della Vendée U composto da Kaden Hopkins, abile a prendergli subito la ruota e a saltarlo, e Lucas Boniface, rinvenuto fortissimo da dietro. Cade Bickmore, sesto, ha conservato la maglia di leader.

Nella terza tappa sono iniziate le difficoltà altimetriche: l’arrivo, situato in cima ad una salita di 4 km all’8% di pendenza media, era preceduto da altre ascese abbastanza impegnative. A vincere, e a conquistare la testa della classifica generale, è stato il giovane lussemburghese Alexandre Kess (Materiel-Velo.com), che ha tagliato il traguardo in solitaria, con 18” di margine su Benjamin Le Ny (Uni Sport Lamentinois) e 38” su Alexandre Desroches (Hexgone-Corbas Lyon Métropole).

La quarta frazione non presentava grandi difficoltà ed era molto adatta ad una volata. Un gruppetto di una quindicina di unità, però, è riuscito ad evadere nel finale, tagliando fuori molti dei velocisti più attesi. Del drappello di testa faceva parte uno dei favoriti, Lucas Boniface, che, aiutato dai compagni di squadra, ha sfruttato il suo spunto, precedendo Kacio Freitas (Swift Carbon) e Samuel Paslier (Hexgone-Corbas Lyon Métropole). Il plotone ha tagliato il traguardo con 38” di ritardo.

La quinta tappa presentava qualche asperità in più, con la salita di Marcelas a caratterizzare il circuito finale. Sei uomini sono arrivati con poco più di un minuto di margine sul gruppo e si sono giocati il successo in volata. Ancora una volta il più veloce è stato Lucas Boniface, che ha battuto nettamente Mathieu Pellegrin (Convergence SC Abymienne Proprete 2000) e Adrien Guillonnet (Hexgone-Corbas Lyon Métropole). 

La sesta frazione prevedeva diverse salite lungo il percorso, con l’arrivo su uno strappo di 2 km al 10% di pendenza media. Benjamin Le Ny, corridore di casa, ha staccato tutti e ha tagliato il traguardo impennando, con 41” di vantaggio su Anaël Mathias (Espoir du Sud) e 1’03” su Adrien Guillonnet. Il leader Alexandre Kess ha perso oltre 6’ e ha dovuto cedere la testa della classifica al vincitore di giornata.

La settima tappa aveva un profilo ondulato, con gli ultimi 500 metri in leggera pendenza. Sembrava poter essere una giornata da fuga e così è stato. Quattro corridori si sono giocati la vittoria e, ancora una volta, la Vendée U ha festeggiato la vittoria, grazie al britannico Alfie George. Il ventiduenne ha avuto la meglio su un Adrien Guillonnet, al terzo podio di tappa consecutivo, e Loïc Laviolette. Meving Gène (Convergence SC Abymienne Proprete 2000) non ha avuto le forze per disputare la volata e ha chiuso con 6” di ritardo.

L’ottava frazione era una cronometro individuale di 12,5 km, con gli ultimi 5 in salita. Il bermudiano Kaden Hopkins ha fatto segnare il miglior tempo, regalando, così, il quinto successo di tappa alla Vendée U. Alle sue spalle hanno concluso Damien Urcel (Team USCG) e Esneider Arley Baez (Cama CCD), staccati rispettivamente di 6” e 10”. Il leader Benjamin Le Ny ha chiuso quarto a 19”, conservando senza problemi la maglia gialla.

La corsa si è conclusa con una tappa piuttosto semplice, con un circuito finale di 13 km privo di difficoltà da ripetere otto volte. La volata di gruppo è stata scongiurata dall’attacco di due corridori, che sono riusciti a resistere per pochi secondi al rientro del gruppo. Grande festa per l’idolo di casa Raphaël Lautone (Madras), che è riuscito a superare il più esperto Tyler Stites nello sprint a due. Lucas Boniface ha regolato il gruppo, arrivato con soli 11” di ritardo.

L’ex biker Benjamin Le Ny ha conquistato il successo finale, con 34” su Esneider Arley Baez e 37” su Tyler Stites. Alexandre Kess ha chiuso settimo a 5’55”, assicurandosi il titolo di miglior giovane. Solo decimo a 10’11” Stefan Bennett (EuroCyclingTrips), che aveva vinto le ultime due edizioni della corsa. Lucas Boniface si è aggiudicato la classifica a punti, Damien Urcel è stato il miglior scalatore e Baptiste Chardon (Cama CCD) il re degli sprint intermedi. Grazie alla costante presenza nelle fughe, infine, la  Hexgone-Corbas Lyon Métropole ha vinto la graduatoria a squadre, nonostante l’assenza di un uomo di classifica.

Tour of Szeklerland

Il podio finale del Tour of Szeklerland ©️ Team WSA KTM Graz

In Romania si è disputata la diciassettesima edizione del Tour of Szeklerland, corsa a tappe di quattro giorni che, sin dall’anno in cui ha visto la luce, ha sempre fatto parte del calendario UCI. Quest’anno al via erano presenti sedici squadre: sette Continental, sette formazioni dilettantistiche e le selezioni nazionali di Bulgaria e Romania.

La gara si è aperta con un cronoprologo di 4,5 km, con gli ultimi 1000 metri in salita. Il successo è andato ad un italiano, Marco Andreaus (Friuli ASD), che ha preceduto di 6” Szymon Tracz (Santic-Wibatech) e Stefan Marbler (WSA KTM Graz). Nella top ten hanno trovato spazio altri due azzurri: Lorenzo Ginestra (Work Service-Vitalcare) e il fratello d’arte Matteo Milan (Friuli ASD), rispettivamente sesto a 12” e ottavo a 16”.

La prima tappa in linea era la più semplice, con una sola salita, situata a circa 30 km dal traguardo. Tutto si è concluso con una volata di gruppo ed è stato ancora il Team Friuli ASD a recitare la parte del leone, con Daniel Skerl e Alberto Bruttomesso che hanno messo a segno la doppietta. Tanta Italia in top ten con la Solme-Olmo che ha piazzato Simone Buda in terza posizione, Andrea Berzi in quinta e Davide Ferrari in settima. Bene anche Kevin Bonaldo (Work Service-Vitalcare), ottavo.

La seconda frazione era più impegnativa, con quattro GPM lungo il percorso e gli ultimi 1700 metri in salita su lastricato. Il gruppo è arrivato piuttosto numeroso ai piedi dello strappo finale, ma si è frazionato per via della difficoltà della salita. Il più forte è stato Martin Messner (WSA KTM Graz), che ha preceduto il leader della generale Marco Andreaus e l’ungherese Ádám Kristóf Karl (Epronex-Hungary). Anche altri due italiani hanno raggiunto la top ten: Alberto Bruttomesso e Lorenzo Ginestra hanno chiuso con 9” di ritardo, rispettivamente al settimo e al decimo posto.

L’ultima tappa presentava un profilo abbastanza ondulato e si è rivelata decisiva per la classifica generale, nonostante l’assenza di salite troppo impegnative. Cinque uomini sono riusciti a fare la differenza e si sono giocati la vittoria: Torbjørn Røed (North Cycling) ha provato ad anticipare la volata, ma è stato saltato negli ultimi metri da Cristian Raileanu (Nazionale Romania), che è andato a prendersi la vittoria. Il podio di giornata è stato completato da Martin Messner. Il migliore degli italiani è stato Marco Andreaus, ottavo a 1’09”, che ha preceduto di poco Kevin Bonaldo, decimo.

Martin Messner ha conquistato il successo finale, con 5” di vantaggio su Torbjørn Røed e 18” su Cristian Raileanu, miglior rumeno della corsa. Preslav Balabanov, quarto, si è aggiudicato il titolo di miglior giovane. Marco Andreaus, leader della corsa fino all’ultima tappa, si è dovuto accontentare del sesto posto, ma si è consolato con la vittoria nella classifica a punti. Ha chiuso in top ten anche Alberto Bruttomesso, decimo. Sono saliti sul podio finale il miglior scalatore della corsa, Yordan Andreev (Nazionale Bulgaria), il primo degli ungheresi Ádám Kristóf Karl e la nazionale bulgara, vincitrice della graduatoria a squadre.

Memorial Henryka Łasaka e Memoriał Jana Magiery

Il podio del Memorial Henryka Łasaka ©️ Philipp Bachl/Team Felbermayr-Simplon Wels

Nel weekend si sono disputate due gare di un giorno in Polonia: il Memorial Henryka Łasaka e il Memoriał Jana Magiery. La start list è stata simile per entrambe le gare: tredici Continental e undici formazioni dilettantistiche hanno preso il via del Memorial Henryka Łasaka, mentre al Memoriał Jana Magiery erano presenti le stesse ventiquattro squadre, con l’aggiunta di altri due club non UCI.

Il Memorial Henryka Łasaka, giunto alla venticinquesima edizione, si svolge ormai da anni sullo stesso percorso, con un circuito di 29 km, comprendente una lunga salita ed altri strappi impegnativi, da ripetere per sei volte.

Il grande protagonista di giornata è stato Riccardo Zoidl (Felbermayr-Simplon Wels), che ha attaccato in compagnia di altri due uomini e poi è rimasto da solo. L’azione del corridore austriaco ha permesso al suo compagno di squadra Michael Kukrle di rimanere coperto. Il trentacinquenne è stato raggiunto a poco più di 10 km dal traguardo da un gruppetto composto da sette uomini e, poco dopo, è stato proprio Michael Kukrle, già vincitore della prova nel 2021, ad attaccare.

Il corridore ceco non è riuscito a fare una grande differenza, guadagnando solo pochi secondi sugli inseguitori. Nonostante un margine risicato, però, il ventottenne è riuscito a resistere alla rimonta degli avversari e ha tagliato il traguardo a braccia alzate, con 5” di vantaggio su Marcin Budzinski (HRE Mazowsze Serce Polski) e Karel Camrda (ATT Investments). Filip Řeha (Elkov-Kasper) ha chiuso quarto a 8”, mentre gli altri corridori che facevano parte del gruppo di testa, Piotr Pekala (Santic-Wibatech), Patrick Reißig (Maloja Pushbikers) e Byron Munton (Epronex-Hungary), hanno concluso la prova più staccati. Dopo aver condotto a lungo la corsa, Riccardo Zoidl ha comunque portato a casa un onorevole ottavo posto.

Il Memoriał Jana Magiery è una corsa dalla storia più giovane: quella del 2023 era, infatti, soltanto la seconda edizione, anche se, in sostanza, la prova ha preso il posto del Puchar Uzdrowisk Karpackich, gara che aveva alle spalle una quindicina di edizioni. Quest’anno presentava un percorso lungo soltanto 118 km, ma ricco di difficoltà, dato che nella seconda parte era previsto un innumerevole numero di strappetti e pochissima pianura.

La corsa si è accesa dopo circa 40 km, quando un gruppo di diciassette uomini, comprendente diversi favoriti della vigilia, ha preso il largo. Dei fuggitivi faceva parte anche il vincitore del Memorial Henryka Łasaka, Michael Kukrle, che ha deciso di andarsene da solo a circa 40 km dal traguardo. L’azione del ceco non ha conosciuto cedimenti e nessuno è più riuscito a raggiungerlo. Il corridore della Felbermayr-Simplon Wels, da anni uno dei nomi di spicco del ciclismo Continental, ha così ottenuto la seconda vittoria in due giorni, dopo una prima parte di stagione non esaltante.

Piotr Pekala, rimasto fuori dall’attacco dei diciassette che ha deciso la corsa, ha compiuto una grandissima rimonta, ma si è dovuto accontentare del secondo posto, a 25” dal vincitore. A 1’08” Márton Dina (ATT Investments) ha regolato Huub Artz (Metec-SOLARWATT) ed Emanuel Zangerle (Felbermayr-Simplon Wels) nella volata per il terzo posto. Tutti e tre erano reduci della fuga e questo sicuramente aumenta i rimpianti di Pekala, che aveva probabilmente le gambe per vincere.

GP Guatemala e GP Chapin

Javier Jamaica vince il GP Chapin ©️ Federacion Guatemalteca de Ciclismo

Nel weekend il ciclismo UCI è tornato nell’America Centrale, dove sono andate in scena due corse di un giorno: il GP Guatemala e il GP Chapin, entrambe tornate nel calendario internazionale dopo quattro anni di assenza. Ad entrambe le corse hanno partecipato diciassette squadre: il Team Medellín - EPM, unica Continental, e sedici formazioni dilettantistiche. Entrambe le gare avevano un percorso molto duro, con tanto di arrivo in salita e, come da pronostico, il Team Medellín - EPM ha dominato, lasciando agli avversari solo le briciole.

Aldemar Reyes si è presentato in testa in cima allo sterrato che concludeva il GP Guatemala, ma ha rallentato vistosamente negli ultimi metri, per permettere al compagno di squadra Róbigzon Oyola di tagliare il traguardo in prima posizione. I due colombiani avevano fatto il vuoto rispetto agli avversari e hanno tagliato il traguardo con 2’04” su Manuel Rodas (Decoba-ASO Quetzaltenango), il più famoso fra i corridori di casa. Se il trentanovenne è riuscito a limitare, almeno in parte, il suo distacco, non si può dire lo stesso per gli altri: Henry Sam (Decoba-ASO Quetzaltenango) ha chiuso quarto con 7’22” di ritardo e gli altri hanno perso molto di più, tanto che il decimo è finito a 16’29” dal duo di testa.

Il GP Chapin ha premiato l’assolo di un altro corridore del Team Medellín – EPM, Javier Jamaica. Il ventisettenne ha tagliato il traguardo con 42” di vantaggio su Cristian Bustos (Asociacion de Quetzaltenango - Ceramicas Castelli) e 1’09” su Aldemar Reyes. La Continental colombiana ha piazzato anche Danny Osorio in quarta posizione e Yeison Reyes in quinta, confermando lo strapotere già evidenziato a più riprese nelle gare dell’America Tour.

Le Continental tra i big

Il podio del Campionato del Mondo Under 23 con Axel Laurance in maglia iridata ©️ UCI

Diversi corridori di squadre Continental hanno preso parte alle ultime gare dei Campionati del Mondo di Glasgow. Nella cronometro individuale il migliore è stato Walter Vargas (Team Medellín – EPM), trentesimo a 3’33” da Remco Evenepoel. Nella prova in linea riservata agli under 23, due uomini di squadre di terza divisione hanno battuto tutti: Axel Laurance (Alpecin-Deceuninck Development) si è laureato campione del mondo, precedendo sul traguardo António Morgado (Hagens Berman Axeon). Entrambi passeranno nel WorldTour dal prossimo anno.

Nelle altre specialità, diversi corridori Continental hanno conquistato delle medaglie. Già sul podio nella Mixed Relay di Mountain Bike, Adrien Boichis (Trinity) e Dario Lillo (Q36.5 Continental) si sono ripetuti nella prova Cross Country riservata agli under 23, portandosi a casa rispettivamente l’argento e il bronzo. Buoni risultati sono arrivati anche dal paraciclismo: sia Lauro Chaman (Swift Carbon), nella cronometro della categoria C5, che Thomas Peyroton-Dartet (EuroCyclingTrips), nella prova in linea C3, hanno conquistato la medaglia d’argento.

In Francia si è disputata la Polynormande: al via erano presenti le quattro Continental locali (assente come al solito la Groupama-FDJ Continental) e la britannica Saint Piran. Lo sprint che ha deciso la corsa ha portato sul podio la CIC U Nantes Atlantique, grazie allo splendido terzo posto di Jordan Jegat

Ben nove formazioni di terza divisione hanno, invece, preso parte al Tour of Leuven: le locali Materiel-Velo.com, Soudal-Quick Step Devo e Tarteletto-Isorex, le neerlandesi ABLOC, BEAT, TDT-Unibet e VolkerWessels, la britannica Saint Piran e la tedesca Saris Rouvy Sauerland. Il fresco campione del mondo under 23 Axel Laurance (Alpecin-Deceuninck Development) ha chiuso terzo, ma era in gara con il ramo WorldTour della squadra.  Situazione opposta per Stan Van Tricht (Soudal-Quick Step), in gara con il team Devo. Il miglior Continental puro è stato Jordy Bouts, che ha regalato alla TDT-Tietema un buon quinto posto.

Il corridore della settimana: Michael Kukrle

Michael Kukrle (a destra) insieme a Peter Sagan sul podio dei Campionati Nazionali di Repubblica Ceca e Slovacchia 2021 ©️ Elkov-Kasper

Dopo una prima parte di stagione al di sotto delle attese, in cui non era andato oltre il quinto posto nel prologo della Flèche du Sud, Michael Kukrle ha cambiato registro nelle gare polacche del weekend. Il corridore della Felbermayr-Simplon Wels ha vinto sia il Memorial Henryka Łasaka che il Memoriał Jana Magiery, regalando alla sua squadra le prime due vittorie stagionali.

Da diversi anni il corridore ceco è uno dei big del mondo Continental, ma non ha mai avuto la grande occasione nel professionismo: lo scorso anno era riuscito a fare il salto e a disputare la sua prima gara WorldTour, l’UAE Tour (in cui si mise in mostra con due tentativi di fuga), ma poi si era ritrovato a piedi a causa della chiusura della sua squadra, la Gazprom-Rusvelo.

Michael Kukrle iniziò a farsi notare a livello internazionale al secondo anno tra gli juniores, laureandosi campione ceco di categoria e partecipando a diverse gare, fra cui i Campionati Europei, con la maglia della sua nazionale. 

Fra gli under 23 dimostrò una crescita costante, ma graduale: al primo anno disputò le sue prime gare UCI e fece il suo esordio in una corsa professionistica, disputando il Sibiu Tour con la maglia della nazionale. Nel 2014 chiuse nella top ten sia la cronometro che la prova in linea dei campionati nazionali di categoria.

Al terzo anno tra gli under 23, con la maglia della Favorit Brno, il corridore ceco iniziò ad ottenere i primi risultati importanti: alla Carpathian Couriers Race chiuse al quarto posto l’ultima tappa, aggiudicandosi la classifica dei GPM. Divenne un punto fermo della nazionale, disputando diverse gare della Coppa delle Nazioni e i Campionati Europei.

Per l’ultimo anno nella categoria, fu finalmente ingaggiato da una formazione Continental, la Whirlpool Author. Centrò il suo primo podio a livello UCI, con il terzo posto al GP Czech Republic, conquistò le prime vittorie nel calendario nazionale e (anche grazie al doppio podio ai Campionati Nazionali) si guadagnò la convocazione per le più importanti corse under 23, il Tour de l’Avenir, i Campionati Europei e i Mondiali.

Nel 2017 la squadra cambiò nome in Elkov-Author e Kukrle ottenne i suoi migliori risultati nel calendario nazionale, con diverse vittorie all’attivo. A livello UCI conquistò le uniche top ten nei Campionati Nazionali, in cui fu quarto nella cronometro e sesto nella prova in linea. Fece parte della formazione che vinse la cronosquadre del Czech Tour, gara vinta dal suo compagno Josef Černý.

L’anno successivo arrivarono le prime vittorie: il ceco si sbloccò aggiudicandosi il prologo del Gemenc GP e chiuse la corsa ungherese al secondo posto. In seguito riuscì a conquistare anche una tappa del Czech Tour (gara di categoria 1) e la classifica finale del Tour of South Bohemia. Ottenne anche altri bei piazzamenti come il terzo posto nel campionato ceco a cronometro e il secondo alla Croatia-Slovenia. A fine stagione si presentò al via dei Campionati del Mondo di Innsbruck, disputando la prova in linea e la cronosquadre, che la Elkov-Author chiuse dodicesima, risultando di gran lunga la migliore delle Continental.

Dopo una stagione così buona, nel 2019 aveva il difficile compito di confermarsi ad alto livello. Non vinse nessuna corsa, ma fu protagonista di una grande prestazione nel Czech Tour. Grazie al terzo posto nell’ultima tappa, infatti, riuscì a salire sul podio finale: un’impresa non da poco, considerando che, a parte lui, tutti i corridori della top five facevano parte di squadre WorldTour.

L’anno successivo Kukrle si ritrovò, come tutti, a vivere una stagione monca a causa della pandemia. Ciononostante riuscì comunque a tornare al successo, aggiudicandosi la tappa regina e la classifica generale della Dookoła Mazowsza. Disputò anche un buon campionato nazionale: fu quarto al traguardo, ma la sua presenza nel gruppetto di testa fu fondamentale per la vittoria del compagno di squadra Adam Ťoupalík. 

Nel 2021 fu protagonista di un’altra grande stagione: vinse il titolo nazionale in linea e il Memorial Henryka Łasaka e si guadagnò la convocazione per i Campionati del Mondo, per quelli Europei e per i Giochi Olimpici. Nella prova iridata non riuscì ad essere protagonista, ma nelle altre lasciò il segno: nella gara a cinque cerchi si lanciò nella fuga di giornata e poi portò al termine la corsa al trentaseiesimo posto (e migliore dei Continental); a Trento, invece, fu l’unico rappresentante di un team di terza divisione a concludere la gara, ottenendo un eccellente ventesimo posto.

Questi incoraggianti risultati hanno spinto la Gazprom-Rusvelo a portarlo tra i professionisti, ma la guerra in Ucraina ha posto fine all’esistenza della squadra. Una volta capito che la squadra russa non sarebbe più tornata in gruppo, Kukrle ha deciso di tornare alla Elkov-Kasper, con cui ha vinto subito una tappa al Circuit des Ardennes. Nel 2022 la Francia è stata il suo terreno di caccia: nel resto della stagione si è portato a casa sia il Tour du Loir et Cher, che il Tour du Pays de Montbéliard.

Quest’anno ha deciso di provare l’avventura all’estero, pur rimanendo nella categoria Continental e le vittorie in Polonia dell’ultimo weekend dimostrano che il ventottenne non ha perso le motivazioni e che meriterebbe un’altra chance al piano superiore, dato che la prima è sfumata per colpe non sue.

La squadra della settimana: Felbermayr Simplon Wels

I corridori del Team Felbermayr-Simplon Wels ©️ Team Felbermayr-Simplon Wels

Il Team Felbermayr-Simplon Wels è una delle poche squadre a far parte della categoria Continental sin dal 2005, l’anno in cui fu creata la categoria. La formazione austriaca fu fondata l’anno precedente con il nome Radclub-Resch & Frisch Eybl Wels e, un po’ alla volta, è cresciuta fino a contendersi con il Team Vorarlberg il ruolo di compagine di riferimento del movimento austriaco. L’anno di maggior splendore del team fu il 2013, grazie all’esplosione di Riccardo Zoidl, che i aggiudicò, tra le altre cose, il titolo nazionale e la classifica finale del Tour of Austria.

Dopo alcune stagioni difficili, nel 2022 il Team Felbermayr-Simplon Wels ha chiuso l’anno senza vittorie per la prima volta dal 2010. Per cercare di invertire la rotta, lo scorso inverno la rosa è stata rivoluzionata, con otto nuovi arrivi. Fino a qualche giorno fa, la musica non sembrava cambiata, ma le due vittorie di Michael Kukrle nel weekend potrebbero essere la scossa che serviva all’ambiente per tornare ai fasti di un tempo.

Il roster della squadra è composto da undici corridori. Ad inizio stagione faceva parte del team anche un dodicesimo uomo, Marco Friedrich, che ha annunciato il ritiro a causa delle conseguenze di una caduta.

Oltre a Michael Kukrle, l’uomo più rappresentativo è sicuramente Riccardo Zoidl, che ha esordito nel team nel lontano 2007. Il trentacinquenne, che in carriera ha vissuto anche esperienze nel WorldTour, ha vinto in carriera diverse corse a tappe e, anche se il suo ultimo successo risale al 2020, rimane una delle punte della squadra: la sua azione dalla media distanza al Memorial Henryka Łasaka ha sicuramente aiutato Kukrle a vincere la corsa.

Oltre alle due stelle della squadra, Felix Ritzinger è l’unico corridore in rosa ad aver vinto una corsa UCI, una tappa del Tour of Szeklerland 2019. Il ventiseienne è un cronoman e quest’anno ha disputato per la terza volta in carriera la prova contro il tempo ai Campionati del Mondo. Nel campionato nazionale a cronometro è arrivato a soli 3” dal vincitore, il professionista della Bora-Hansgrohe Patrick Gamper.

Pur non avendo mai vinto in carriera, Daniel Federspiel è uno dei corridori più noti. Prima di passare alla strada, infatti, il trentaseienne era uno specialista del Cross-Country Eliminator, specialità in cui ha conquistato due titoli mondiali, due europei e un’edizione della Coppa del Mondo. Quest’anno ha raccolto il primo podio stagionale della squadra, chiudendo al terzo posto il Rhodes GP.

Sta disputando una buona stagione Emanuel Zangerle, che nel 2023 ha già ottenuto cinque top ten. L’ex corridore della Tirol KTM non è ancora arrivato sul podio in nessuna corsa, ma ha mostrato progressi notevoli rispetto alle prime due stagioni nel mondo Continental. Compirà ventitré anni a settembre, quindi, continuando il suo percorso di crescita, ha le carte in regola per diventare uno dei leader della squadra.

Manuel Bosch è un gregario di sicuro affidamento. Nel 2022 aveva lasciato la squadra per firmare con la Hrinkow Advarics, ma quest’anno ha deciso di tornare alla base. Ha trentaquattro anni e non gli si chiedono grandi risultati, ma riesce comunque a tirare fuori qualche buona prestazione a livello personale ogni tanto: per tre volte, infatti, ha chiuso nella top ten il campionato nazionale in linea.

Nel 2019 Mathias Reutimann fu protagonista di una grande Volta a Portugal, in cui andò spesso all’attacco e arrivò anche molto vicino ad una vittoria di tappa. L’anno successivo fu sesto e miglior Continental al campionato svizzero, ma da allora non è riuscito ad ottenere risultati di rilievo. Arrivato quest’anno dai rivali della Vorarlberg, non si è ancora ritagliato il suo spazio.

È arrivato dalla Vorarlberg, in cui correva dal 2017, anche Martin Meiler. In sei stagioni si è affermato come un affidabile gregario e ha ottenuto come miglior risultato un decimo posto al GP Slovenia 2021. Anche con la Felbermayr non ha ancora centrato risultati importanti, anche perché ha corso abbastanza poco finora.

La parabola di Josef Dirnbauer ricorda quella di Primož Roglič: come il vincitore del Giro d’Italia, infatti, l’austriaco ha iniziato la sua carriera nel salto con gli sci, per poi spostarsi sul ciclismo. Ha corso le sue prime gare internazionali solo lo scorso anno e, per il momento, non ha ancora ottenuto grandi risultati. Ha venticinque anni, ma deve ancora fare esperienza.

È giovanissimo, invece, Jakob Purtscheller. Il classe 2004 ha vinto il titolo nazionale a cronometro tra gli juniores lo scorso anno, ma è ancora troppo presto per capire se sarà in grado di ritagliarsi il suo spazio anche fra i grandi. Finora ha corso molto poco ed è molto difficile giudicare la sua stagione.

Chiude il roster Florian Kierner, che fino ad un paio di anni fa era uno degli under 23 austriaci più promettenti. Il ventiquattrenne sembra aver messo da parte il ciclismo, per concentrarsi su un lavoro in campo finanziario. Sul suo profilo LinkedIn scrive di aver chiuso la carriera alla fine del 2022, ma per il momento è ancora registrato in squadra.

Il Team Felbermayr-Simplon Wels dovrebbe tornare in gara alla fine di agosto in Italia, al Giro della Regione Friuli Venezia Giulia, per poi disputare il Tour of South Bohemia in Repubblica Ceca. Ci sarà subito modo di capire, quindi, se le vittorie di Kukrle abbiano dato una scossa alla squadra.

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