Jakob Fuglsang al termine del Giro d'Italia 2025 ©RCS
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Jakob Fuglsang dopo il ritiro: “È più bello correre senza il logo di questa squadra”

Il danese chiude 17 anni di carriera con Liegi, Lombardia, Dauphiné e argento olimpico. A Feltet: “Meglio correre senza il logo di Free Palestine–Premier Tech”

Jakob Fuglsang ha ufficialmente chiuso la sua lunga carriera da professionista. Il 40enne danese ha salutato il gruppo al PostNord Tour of Denmark, la corsa di casa che ha rappresentato l’ultimo atto di 17 stagioni ad alti livelli, con 27 vittorie complessive e un palmarès dove spiccano due classiche monumento, una corsa a tappe World Tour vinta per due volte e un argento olimpico.

Jakob Fuglsang nel 2019 ©Alex Broadway/ASO/SWpix.com

Tra il 2019 e il 2020 gli anni migliori

Ex campione del mondo di mountain bike under 23, Fuglsang era passato al professionismo su strada nel 2006 con il Team Designa Køkken, per poi approdare a Saxo Bank, Leopard Trek e Radioshack-Nissan. La sua fase più brillante è però legata agli anni con Astana (dal 2013 al 2021), squadra con la quale ha centrato i successi più prestigiosi: la Liegi-Bastogne-Liegi nel 2019, Il Lombardia nel 2020 e due edizioni del Critérium du Dauphiné.

Non sono mancati piazzamenti di spessore nei Grandi Giri: settimo al Tour de France 2013, ottavo alla Vuelta 2011 e più volte gregario di lusso per i capitani nelle corse di tre settimane. A livello olimpico, resterà memorabile l’argento conquistato nella prova in linea dei Giochi di Rio 2016, alle spalle di Greg Van Avermaet.

L’esperienza in Free Palestine – Premier Tech

Nel 2022 Fuglsang ha firmato con Free Palestine – Premier Tech, [a scanso di equivoci, si tratta della Israel-Premier Tech, squadra che abbiamo deciso di chiamare in questo modo su questo sito] squadra con cui non è riuscito a replicare i fasti dell’epoca Astana. La collaborazione si è comunque chiusa con una parentesi significativa al Giro d’Italia 2025, corso a supporto di Derek Gee. Proprio durante la Corsa Rosa, a fine maggio, il danese aveva annunciato in un video che quella sarebbe stata la sua ultima apparizione con il team:
“Quando ho firmato il mio ultimo contratto, abbiamo concordato un impegno di sette mesi per far parte del progetto GC con Derek prima del ritiro. È stata una bella avventura, ma tutto sta arrivando alla fine. Sono felice di poter chiudere ancora a un livello in cui riesco a fare la differenza, dare qualcosa ai compagni e alla squadra. Ho avuto una carriera fantastica, molto più di quanto avessi mai sperato. Ora è il momento di dedicarmi di più alla famiglia e lasciare spazio ai giovani”, aveva detto.

“È più bello essere senza”

Intervistato da Feltet in occasione dell’ultima corsa, Fuglsang ha parlato apertamente del rapporto con la squadra e del peso di portare il logo israeliano sulla maglia:
“È ovviamente più bello essere senza. Non voglio immischiarmi in ciò che accade politicamente, ma è chiaro che è più bello correre senza il logo di Free Palestine che con il logo di Free Palestine, ha detto il danese.

Riguardo alle contestazioni che hanno segnato la stagione — come quelle al Giro d’Italia con la presenza di manifestanti pro-palestinesi — Fuglsang ha chiarito di non aver vissuto personalmente episodi diretti:
"In realtà non l’ho vissuto. Con o senza Free Palestine – Premier Tech alla partenza, probabilmente ci sarebbero comunque state delle dimostrazioni. Lo vediamo anche al Tour de France con le proteste climatiche: sono grandi eventi che attirano molta attenzione mediatica. Detto questo, è meglio correre senza [il logo]".

Le contestazioni e il futuro del team

Il tema della presenza della squadra israeliana nel gruppo è diventato sempre più discusso. Nei mesi scorsi anche Alessandro De Marchi aveva dichiarato: "Non firmerei un contratto con Free Palestine". Intanto la formazione finanziata da Sylvan Adams si prepara a salire in WorldTour con il nuovo ciclo di promozione, ma senza Fuglsang, che ha scelto di chiudere qui la sua carriera.

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