
Aubin Sparfel: arriva dal ciclocross un altro giovane da record
Vincendo il Tour du Finistère, il francese è diventato il più giovane a vincere una corsa professionistica di un giorno nel ventunesimo secolo. Quest'inverno è stato uno dei migliori under 23 nel ciclocross
Quindicesimo appuntamento dell’anno con Mondo Continental. In questa puntata: Tour de Kumano, Sundvolden GP, Ringerike GP, Silesian Beskid Race, Radsportfest Märwil e Aubin Sparfel, fenomeno delle categorie giovanili nel ciclocross e già vincente tra i professionisti su strada.
Le corse della settimana
Tour de Kumano

In Giappone è andata in scena la venticinquesima edizione del Tour de Kumano, una corsa a tappe che quest’anno, per la prima volta nel post-pandemia, è tornata ad avere la durata di quattro giorni. Hanno preso il via diciannove squadre: un ProTeam (la Solution Tech-Vini Fantini), sedici Continental e due formazioni dilettantistiche locali.
La prima tappa proponeva sette giri di un circuito di 18 km, in cui la principale asperità era rappresentata dal Miyama Pass, uno strappo di 700 metri con una pendenza media del 9%. Negli ultimi 400 metri, inoltre, la strada saliva al 5%. Non c’è stata selezione e il gruppo si è presentato compatto nel finale. Atsushi Oka (Utsunomiya Blitzen) ha cercato di sorprendere tutti con una volata lunga, ma non ha potuto far nulla contro la rimonta del grande favorito, Dušan Rajović (Solution Tech-Vini Fantini). Benjamín Prades (VC Fukuoka) ha completato il podio di giornata.
La seconda frazione era un po’ più impegnativa, con i tre passaggi sull’Hirai Pass (1,5 km al 6%), l’ultimo dei quali a circa 30 km dal traguardo, come principale difficoltà. In una giornata difficile dal punto di vista climatico, Shunsuke Imamura (Wanty-Nippo) ha staccato i compagni di fuga e ha resistito al rientro del plotone. Il pistard giapponese, che si è anche portato in testa alla classifica generale, ha preceduto di 10” un gruppo di trentacinque unità, regolato da Dušan Rajović davanti a Keije Solen (Wanty-Nippo).
La terza tappa era la più difficile della corsa giapponese, con quattro passaggi sulla salita di Senmaida Top (3 km al 7%) e l’ultimo km che tendeva costantemente all’insù. In un’altra giornata piovosa, due uomini hanno fatto la differenza e si sono giocati il successo allo sprint. Mark Stewart (Solution Tech-Vini Fantini) si è dimostrato nettamente più rapido del suo compagno di avventura Mathias Bregnhøj (Terengganu) e ha ritrovato la vittoria dopo quasi tre anni di digiuno. A 45” Nicolò Garibbo (JCL Team Ukyo) si è preso il terzo posto. Per la terza volta consecutiva il vincitore di tappa è passato in testa alla generale.
L’ultima frazione prevedeva dieci giri di un circuito di 10,5 km, dal profilo piuttosto ondulato. C’è stata una certa selezione e sono rimasti davanti circa trenta corridori. La volata del gruppo di testa ha visto prevalere nuovamente Dušan Rajović, che si è confermato il velocista più forte del lotto. Il serbo ha dovuto faticare più del previsto per mettersi alle spalle il sudcoreano Kim Euro (LX), mentre al terzo posto si è piazzato il leader della classifica generale Mark Stewart.
Mark Stewart ha conquistato il successo finale, precedendo di 8” Mathias Bregnhøj e di 48” il campione uscente Atsushi Oka. Keije Solen, quinto a 55”, è stato il miglior giovane, Dušan Rajović ha dominato la classifica a punti e Nicolò Garibbo è stato il re degli scalatori. La Terengganu, infine, si è aggiudicata la graduatoria a punti.
Sundvolden GP e Ringerike GP

Nel weekend, in Norvegia, si sono disputate due gare: il Sundvolden GP e il Ringerike GP. Entrambe le corse vedevano al via le stesse ventotto squadre: un ProTeam (la Uno-X Mobility), tredici Continental, undici formazioni dilettantistiche e tre selezioni regionali.
Il Sundvolden GP, nato nel 2013 con il nome Hadeland GP, è una gara dal percorso ondulato, con l’arrivo situato in cima ad una salita di 5 km. Negli ultimi anni la Uno-X Mobility schierava al via della gara la propria formazione di sviluppo, ma, stavolta, avendo chiuso la Continental alla fine del 2024, ha presentato la il ProTeam e la differenza di livello con gli altri partecipanti si è vista.
Andreas Leknessund, che due anni fa negli stessi giorni vestiva la maglia rosa al Giro d’Italia, ha staccato tutti e si è presentato tutto solo sul traguardo. A 16” Johannes Kulset ha completato la doppietta del ProTeam norvegese, precedendo l’ex compagno di squadra Niklas Larsen (BHS-PL Beton Bornholm). Eivind Broholt Fougner (Coop-Repsol) si è dovuto accontentare del quarto posto a 19”, mentre Magnus Bak Klaris (AIRTOX-Carl Ras) ha completato la top five (a 27”). In sesta posizione, con un ritardo di 29”, si è piazzato il primo degli italiani, Mattia Gaffuri (Swatt).
Il Ringerike GP è stato creato nel 1975 e, in passato, è stato anche una corsa a tappe. Dal 2013 è rientrato nel calendario UCI come gara di un giorno. Il percorso è ondulato, ma è meno impegnativo di quello del Sundvolden GP, anche perché l’arrivo non è in salita, ma, a circa sessanta chilometri dal traguardo, c’è un lungo settore gravel. La superiorità della Uno-X Mobility è stata ancora più evidente rispetto al giorno precedente e nessuno è riuscito davvero a contrastarla.
La vittoria è andata a Sakarias Koller Løland, che aveva già vinto la corsa nel 2022. Il ventitreenne è arrivato insieme ad Andreas Leknessund, che lo ha lasciato passare per primo. Ancora una volta il primo dei rivali è stato Niklas Larsen, che ha tagliato il traguardo con 31” di ritardo, evitando la tripletta Uno-X, dato che alle sue spalle, a 37”, si è piazzato Johannes Kulset. La top five è stata completata da Emil Toudal (ColoQuick), che ha pagato 51” al duo di testa. Mattia Gaffuri ha concluso in ottava posizione, staccato di 1’09”, risultando ancora una volta il primo degli italiani.
Silesian Beskid Race

In Polonia è andata in scena la seconda edizione internazionale della Silesian Classic, corsa di un giorno che, da quest’anno, ha cambiato nome in Silesian Beskid Race. Al via erano presenti sedici Continental e undici formazioni dilettantistiche, per un totale di ventisette squadre. Nel 2024 si era imposto Jakub Otruba, che, essendo passato professionista con la Caja Rural-Seguros RGA, non ha potuto difendere il titolo.
Il percorso presentava un circuito di circa 20 km da ripetere per otto volte, caratterizzato da diversi strappi non troppo lunghi, ma con pendenze importanti. Anche le condizioni meteo sono state un fattore da tenere in considerazione: faceva molto freddo e, per buona parte della gara, i corridori hanno dovuto pedalare sotto la pioggia. La corsa ha avuto il suo primo momento di svolta al quinto giro, quando si è avvantaggiato un gruppo numeroso, con diversi nomi importanti. L’accordo nel drappello di testa è stato scarso e ci sono stati vari tentativi di allungo. A 30 km dall’arrivo Marcin Budziński (ATT Investments) e Jakub Kaczmarek (Mazowsze Serce Polski) hanno staccato tutti e sono rimasti insieme fino ai -9, quando Budziński è andato via da solo.
Il ventisettenne non è stato più raggiunto e ha, così, migliorato il secondo posto dell’anno scorso. Kaczmarek ha pagato 40”, ma ha, comunque, salvato il secondo posto senza molti problemi. A 1’45” un terzetto si è giocato l’ultimo gradino del podio in volata: il campione neozelandese Paul Wright (Factor) ha avuto la meglio su Šimon Vaníček (ATT Investments) e sul fratello gemello del vincitore, Tomasz Budziński (Voster ATS).
Radsportfest Märwil

In Svizzera si è disputata la prima edizione internazionale della Radsportfest Märwil, una corsa di un giorno inserita nel contesto di un festival ciclistico aperto a tutte le età e le categorie. Una gara UCI in più è sicuramente una buona notizia, se si considera che, oltre alle due corse a tappe WorldTour (Tour de Suisse e al Tour de Romandie), dal 2022 era rimasta una sola prova elvetica nel calendario internazionale, il GP des Kantons Aargau. Al via della Radsportfest Märwil erano presenti ventitré squadre: un ProTeam (la Solution Tech-Vini Fantini), sette Continental, una selezione nazionale di casa, tredici formazioni dilettantistiche e una rappresentativa regionale.
Il percorso consisteva in quindici giri di un circuito di 10,3 km piuttosto ondulato, con l’ultimo strappo che si concludeva a circa 500 metri dal traguardo. La corsa si è decisa già nei primi chilometri, quando quindici uomini sono evasi dal gruppo. In seguito, dal drappello di testa sono usciti i padroni di casa Stefan Bissegger (Nazionale Svizzera) e Alexandre Balmer (Solution Tech-Vini Fantini), insieme all’italiano Alexander Konychev (Vorarlberg). I tre hanno staccato nettamente gli ex compagni di fuga e si sono giocati il successo in una volata che ha premiato Bissegger.
Il ventiseienne della Decathlon-AG2R si è imposto nettamente davanti a Konychev e Balmer. Alle spalle del trio di testa, i primi inseguitori sono arrivati con oltre un minuto di ritardo: Will Harding (Zappi) si è preso il quarto posto a 1’12”, mentre la top five è stata completata dallo svizzero Nicolas Halter (Thömus|WindowMaster by Wyss Training), che ha perso 1’15”. A 1’18”, in sesta posizione, si è piazzato il secondo italiano, Tommaso Dati (Biesse-Carrera).
Le Continental tra i big

Le quattro storiche Continental francesi hanno partecipato alle gare di casa della scorsa settimana. La St.Michel-Preference Home ha fatto meglio delle formazioni di pari livello al Grand Prix du Morbihan, con l’undicesimo posto di Nicolas Breuillard, e al Tro-Bro Léon, concluso da Jérémy Lecroq in ventesima posizione. Alla Boucles de l’Aulne è stata la Van Rysel-Roubaix a centrare il miglior risultato con Maxime Jarnet, diciannovesimo, mentre al Tour du Finistère il migliore è stato Ronan Augé, portacolori della CIC-U-Nantes, che si è piazzato diciassettesimo. In questa gara, però, il miglior rappresentante del ciclismo di terza divisione è stato Aubin Sparfel, tesserato con la Decathlon AG2R Development, ma in gara con il ramo WorldTour del team, che è riuscito addirittura a vincere.
La principale notizia di ciclomercato riguarda un italiano: Riccardo Lucca, rimasto senza contratto dopo due anni tra i professionisti, con la maglia della VF Group-Bardiani, ha trovato rifugio nella Karcag. Il ventottenne ha già esordito con la formazione ungherese alla Silesian Beskid Race. Novità anche dall’Iran, dove tre esperti corridori locali hanno trovato squadra: il trentasettenne Hossein Alizadeh (che in passato ha vestito anche la maglia dell’Amore & Vita) e il trentacinquenne Sajjad Paydar Shirvanehdeh hanno firmato con la Sahand Pump Tabriz Crown, mentre il trentaseienne Behnam Khalili Khosroshahi (campione nazionale nel 2022) ha trovato posto alla Tommi’s Radltankstelle. L’altro annuncio arriva dalla Slovacchia: il campione nazionale di ciclocross Matej Ulik torna alla Dukla Banska Bystrica a quasi nove anni dallo stage effettuato nel 2016. Da allora non aveva più corso su strada.
Il ritratto della settimana: Aubin Sparfel

Negli ultimi anni sono costantemente in aumento gli specialisti del ciclocross in grado di ottenere risultati importanti su strada: l’esempio di campioni come Mathieu van der Poel, Wout van Aert e Tom Pidcock ha aperto una strada e anche altri sono riusciti a dimostrarsi competitivi su più fronti. Al momento il corridore che più sembra poter avvicinare il livello dei fenomeni è Thibau Nys, anche se al giovane belga è mancata, finora, un po’ di continuità. Il vincitore degli ultimi due mondiali under 23 di ciclocross, Tibor del Grosso, si è sbloccato su strada al recente Presidential Cycling Tour of Türkiye, ma anche un altro crossista ha centrato da poco la prima vittoria in una corsa professionistica: si tratta del giovanissimo Aubin Sparfel, che si è portato a casa il Tour du Finistère.
In realtà in Francia l’alternanza tra ciclocross e strada non è una novità (basti pensare che il miglior crossista del paese, Clément Venturini, è al dodicesimo anno da professionista su strada), ma, a livello internazionale, i risultati nella disciplina offroad latitano: l’ultima medaglia mondiale élite risale al 2006 e l’ultimo titolo addirittura al 1993. Non è detto che le cose cambino, ma di certo l’inizio di Sparfel è stato eccellente: con il successo al Tour du Finistère è diventato il corridore più giovane a vincere una corsa professionistica di un giorno (1.1 o superiore) nel ventunesimo secolo. Trionfando a 19 anni e 6 giorni, ha fatto meglio di Mathieu van der Poel (vincitore della Ronde van Limburg 2014 a 19 anni e 147 giorni) e di Remco Evenepoel (che si impose a 19 anni e 190 giorni nella Clásica San Sebastián 2019). Ovviamente è presto per fare paragoni, ma questo record va comunque evidenziato.
La vittoria al Tour du Finistère non è stata un fulmine a ciel sereno: una settimana prima il diciannovenne aveva chiuso al terzo posto il Tour de Bretagne, dimostrando un eccellente stato di forma e quest’inverno era stato grande protagonista nel ciclocross, dimostrando di non aver subìto il salto di categoria dagli juniores agli under 23. Ha dominato la Coppa di Francia di categoria, con sette vittorie e un secondo posto in otto prove, è salito sul podio in tre gare di Coppa del Mondo (centrando anche il terzo posto nella classifica finale) e ha conquistato la medaglia di bronzo ai Campionati Europei. Abbastanza sorprendente è stata, invece, la sua sconfitta ai campionati nazionali (battuto da Léo Bisiaux), mentre ai Mondiali di casa non è andato oltre il sesto posto (risultando comunque il migliore dei francesi). Il suo passaggio alla Decathlon AG2R Development non è stato inatteso, considerando che la formazione francese ha più volte dimostrato di essere interessata ai crossisti, ancor meglio se transalpini.
Aubin Sparfel iniziò a farsi notare nel ciclocross già tra i cadetti, con il secondo posto nel campionato nazionale 2022. Al primo anno tra gli juniores riuscì a vincere tre gare internazionali, con la conquista della classifica della Coppa di Francia di categoria come ciliegina sulla torta. Anche su strada si mise in luce chiudendo nella top ten due corse a tappe di Coppa delle Nazioni: il Saarland Trofeo, che concluse in quinta posizione, e l’Eroica Juniores, in cui fu nono. Da segnalare anche il quarto posto alla Liège-Bastogne-Liège.
Lo scorso anno ha fatto un bel salto di qualità: nel ciclocross ha dominato la Coppa di Francia Juniores, vincendo tutte le sei gare in programma, si è imposto in tre prove di Coppa del Mondo (chiusa al secondo posto in classifica) e si è laureato campione europeo. Sia ai campionati francesi che ai Mondiali, invece, si è fermato ai piedi del podio. Su strada ha ripetuto il quarto posto dell’anno precedente alla Liège-Bastogne-Liège di categoria e si è fatto nuovamente notare nelle corse a tappe della Coppa delle Nazioni: ha concluso in quinta posizione sia l’Eroica Juniores che il Trophée Centre Morbihan e in sesta il Tour du Pays de Vaud, in cui ha vinto l’ultima frazione. Ha partecipato ai Campionati del Mondo di Zurigo, fermandosi al diciottesimo posto.
Dopo lo splendido successo al Tour du Finistère, Aubin Sparfel non ha terminato il Tro-Bro Léon e dovrebbe tornare alle corse a fine maggio, all’Alpes Isère Tour. A giugno, invece, è prevista la sua partecipazione al Giro Next Gen, in cui potrà capire qual è il suo livello in montagna, confrontandosi con i migliori under 23 al mondo.