Donne Élite

Tutte per Elisa, carica carioca

19.07.2016 16:55

Giochi Olimpici: Italia femminile a Rio de Janeiro puntando su Longo Borghini, Bronzini, Cecchini e Guderzo


Ventiquattro ore dopo Davide Cassani anche al commissario tecnico delle nazionali femminili Dino Salvoldi ha annunciato le proprie scelte in vista dei Giochi Olimpici di Rio de Janeiro: a differenza degli uomini, in questa gara l'Italia avrà a disposizione solo quattro posti (comunque il massimo possibile) e allora la scelta è ricaduta senza sorpresa su Elisa Longo Borghini, Giorgia Bronzini, Elena Cecchini e Tatiana Guderzo. Le ultime gare, il Giro Rosa in particolare, hanno messo bene in evidenza chi sono le atlete più affidabili su un percorso lungo e impegnativo come quello che le ragazze troveranno in Brasile: se inizialmente poteva esserci qualche dubbio, il passare delle gare ha spento definitivamente tutte le altre possibile candidature.

La prova in linea è prevista per domenica 7 agosto e le strade su cui pedaleranno le ragazze sono le stesse che decreteranno il podio maschile il giorno precedente, ma ovviamente ci sono differenze nel chilometraggio: il circuito di Grumari, con due salite di 1.2 km e 2.1 km, verrà affrontato solo due volte invece che quattro, mentre nel finale si scalerà solo una volta (e non tre) la salita decisiva di Vista Chinesa. I chilometri totali saranno 141 e la selezione da dietro sarà automatica: con sole 67 atlete in gara il gruppo arriverà ai piedi dell'ultima ascesa già molto ridotto e non si può neanche escludere che, se la situazione tattica di metterà in un certo modo, le big possano muoversi anche in anticipo in prima persona.

Elisa Longo Borghini alla ricerca del grande colpo
Nel presentare la squadra il commissario tecnico ha tenuto un profilo basso e dichiarato che le principali favorite per le medaglie sono altre: Salvoldi effettivamente ha ragione perché le attenzioni saranno rivolte soprattutto a Elizabeth Armitstead, Megan Guarnier e allo squadrone olandese di Marianne Vos e Anna Van der Breggen. Ma Elisa Longo Borghini ha tutte le carte in regola per provare a giocarsela anche se sa bene che per portare a casa la medaglia d'oro dovrà verosimilmente riuscire a staccare tutte le avversarie prime del traguardo. La 24enne capitana azzurra però è sempre molto competitiva sui percorsi impegnativi ed il fatto che in Brasile si troveranno anche delle discesa abbastanza tecniche sarà un punto a suo favore.

La nostra capitana arriverà a Rio de Janeiro con la consapevolezza di aver fatto di tutto per essere nella miglior condizione possibile e all'ultimo Giro Rosa ha mostrato a tutti quanto sia migliorata in salita: partita con il ruolo di gregaria per la compagna di squadra Mara Abbott, Longo Borghini è stata protagonista in tutte le frazioni più impegnativa e solo il passaggio a vuoto (dovuto al caldo) nel tappone di Alassio l'ha privata della possibilità di lottare per il podio o addirittura per la maglia rosa finale. L'ossolana adesso sta partecipando al Thüringen Rundfahrt in Germania dove più che il risultato sta cercando il colpo di pedale migliore: per Rio c'è da essere fiduciosi anche se non sarà facile riuscire a salire sul podio.

L'esperienza di Bronzini e Guderzo
Avendo evidenziato la durezza del tracciato, vedere il nome di Giorgia Bronzini tra le convocate potrebbe far storcere il naso a qualcuno, ma la velocista piacentina all'ultimo Giro Rosa ha dimostrato di saper attaccare e vincere anche su percorsi non propriamente da ruote veloci, la tappa di San Fior è l'esempio perfetto. E poi è sempre difficile rinunciare ad un'atleta di grande esperienza e carisma: Giorgia ha corso ad Atene e Londra, ha vinto due Mondiali, in gruppo è molto rispettata e alle doti fisiche unisce una grande abilità nel leggere la corsa dal punto di vista tattico. Se il percorso risultasse meno duro del previsto potrebbe tranquillamente entrare in gioco anche lei per un buon risultato, magari limitando i danni sull'ultima salita per poi approfittare della discesa per rientrare, oppure potrebbe cercare di muoversi in anticipo per farsi trovare davanti nel momento cruciale della corsa.

Atleta di grande esperienza è anche la vicentina Tatiana Guderzo, uno dei pilastri della nazionale femminile: la 31enne della Hitec Products è addirittura alla sua quarta partecipazione ai Giochi Olimpici dopo le esperienze di Atene, Pechino e Londra con la bellissima medaglia di bronzo del 2008 dietro a Cooke e Johansson. Proprio quest'anno Tatiana Guderzo sembra essersi risvegliata dopo due anni di anonimato ed il bel sesto posto finale al Giro Rosa è lì a dimostrarlo: è arrivata a poco più di un minuto dal podio, ha fatto terza nel tappone del Mortirolo ed in Brasile troverà un percorso molto adatto alle sue caratteristiche.

Cecchini il jolly della squadra
A completare la rosa per la prova su strada non poteva mancare la campionessa italiana Elena Cecchini, 24enne friulana che farà il proprio debutto ai Giochi Olimpici dopo quattro partecipazioni ai Campionati del Mondo. Anche per Elena Cecchini il programma di avvicinamento a Rio è stato lo stesso delle altre: buona partecipazione al Giro Rosa con una prestazione eccellente ad Alassio, adesso Giro di Turingia in Germania e quindi un breve ritiro a Livigno per ultimare la preparazione. La tre volte campionessa italiana è meno veloce di Giorgia Bronzini ma sulla carta è più forte in salita: può essere l'atleta ideale da giocarsi in una fuga da lontano, può puntare a piazzarsi in caso di volata di un gruppetto oppure può essere sfruttata puramente come gregaria su tutti i terreni.

Cronometro: al via Elisa Longo Borghini
Per l'unico posto disponibile nella prova a cronometro del 10 agosto, il ct Dino Salvoldi ha deciso di puntare sulla campionessa italiana di specialità Elisa Longo Borghini. Qui le speranze di medaglia sono molto più ridotte rispetto alla prova su strada perché l'Italia non ha grandi specialiste: però nella difficile cronometro di Varazze al Giro Rosa la migliore delle italiane è stata proprio Elisa Longo Borghini che addirittura si è piazzata sul podio a soli 4" dalla vincitrice Evelyn Stevens. una gara di un giorno ovviamente non è paragonabile con una tappa di un grande giro, ma anche in Brasile il percorso non sarà tutto pianeggiante e adatto alle atlete di pura potenza: guai però a farsi illusioni sbagliate, nei pronostici ce ne sono tante che partono davanti a Elisa Longo Borghini.

C'è anche il quartetto su pista
Chiudiamo con uno sguardo al ciclismo su pista dove l'Italia femminile sarà presente nell'Inseguimento a Squadre, una disciplina in cui negli ultimi anni le azzurre sono cresciute molto fino a piazzarsi abbastanza stabilmente tra le migliori otto nazionali al mondo. Per tre quarti la formazioni sarà identica a quella che lo scorso mese di marzo ai Mondiali di Londra ha stabilito il nuovo primato italiano sui 4000 metri: Salvoldi ha infatti convocato Simona Frapporti, Francesca Pattaro e Silvia Valsecchi a cui ha deciso di affiancare la 23enne Beatrice Bartelloni, un'altra pedina importante nel biennio di qualificazione ma non presente nel quartetto londinese.

Il regolamento consente all'Italia di poter iscrivere solo quattro atlete all'Inseguimento a Squadre, ma in gara ci sarà la possibilità di schierare atlete già iscritte ad altre discipline ciclistiche: in pista vedremo quindi anche Tatiana Guderzo, la quarta primatista italiana, che dopo la prova su strada resterà in Brasile dando la possibilità a Salvoldi di poter scegliere sul momento quella che sarà la formazione migliore e, in caso di passaggio del turno, fare del turn-over per far rifiatare l'atleta più stanca. Il ruolo di riserve in patria spetterà invece a Maria Giulia Confalonieri e, a sorpresa, alla giovanissima Elisa Balsamo, che pur essendo ancora nella categoria juniores ha già impressionato con i suoi risultati.

In questa prova l'obiettivo primario dell'Italia sarà quello di superare il turno di qualificazione per giocarsi ancora una volta una posizione tra le prime otto: Gran Bretagna, Australia, Stati Uniti, Canada e Nuova Zelanda sembrano tutte fuori portata per le nostre che verosimilmente vedranno il podio come un miraggio, ma un sesto posto magari ritoccando ancora il record italiano sarebbe un ottimo risultato ed il perfetto finale per un cammino iniziato da molto lontano.
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