
Pidcock re dell'altopiano: sua la tappa regina dell'AlUla Tour
Il britannico stacca tutti in salita e si porta a un passo dalla vittoria della sua prima corsa a tappe da professionista
Tom Pidcock (Q36.5 Cycling Team) bissa il successo nella tappa regina dell'AlUla Tour e si avvicina alla conquista della generale della corsa saudita. Seconda piazza per Alan Hatherly (Jayco AlUla), che regola in volata Rainer Kepplinger (Bahrain-Victorious), anche se l'austriaco riesce a salvare la seconda posizione in generale dall'attacco del sudafricano grazie ai secondi di abbuono. Tra gli italiani in gara, sesta posizione di tappa per Thomas Pesenti (Soudal Quick-Step), ottavo Alessandro Fancellu (JCL Team UKYO).
Il percorso
Frazione di 140km da Maraya all'ormai classico arrivo sull'altopiano di Harrat Uwayrid. Il profilo della tappa è quasi interamente pianeggiante: dopo due sprint intermedi (uno dopo 10km dall'avvio dela tappa, il secondo a circa 70km dall'arrivo), a circa 16km dal traguardo, la strada inizierà a salire, per impennarsi decisamente nei 2.9km al 12% di pendenza media (ma con punte al 22%) che portano allo scollinamento con secondi di bonus. Da lì, circa 8km di altopiano porteranno i corridori al traguardo dello Skyview.
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Qualche chilometro di scaramucce a inizio tappa poi, dopo il primo sprint intermedio vinto da Tanawat Saenta (Roojai Insurance) su Alessandro Romele (XDS Astana) e Jens Reynders (Wagner Bazin WB), questi ultimi due si avvantaggiano insieme ad Alexandre Vinokurov (XDS Astana). Con un vantaggio sul gruppo di poco superiore ai 2', i battistrada saranno raggiunti ai -85km dal traguardo da un secondo gruppetto di uomini in fuga, composto da Yuma Koishi (JCL Team UKYO), Muhammad Shahmir Aiman Abdul Halim (Terengganu), Andreas Miltiadis e Kongphob Thimachai (Roojai Insurance) ed Henri-François Renard-Haquin (Wagner Bazin WB). Nel peloton scandiscono il passo la Jayco AlUla e la Q36.5. Reynders vince il secondo sprint intermedio su Abdul Halim e Miltiadis, che si stacca poco dopo. Il gruppo recupera sensibilmente secondi alla fuga tra i -60km e i -20km dal traguardo e gli ultimi battistrada si arrendono quando mancano 10km alla linea d'arrivo, quando la strada inizia ad impennarsi.

Il gruppo, forte di una trentina di unità, si sgrana dissolvendosi sotto l'azione di Tom Pidcock: il britannico si mette sin da subito in testa e va del suo passo con a ruota Alan Hatherly ed Eddie Dunbar (Jayco AlUla) e Rainer Kepplinger. È proprio l'austriaco ad andare a richiudere su Pidcock quando Dunbar non riesce più a tenere il ritmo: se ne vanno in tre, Pidcock, Kepplinger e Hatherly ma, a 9.2km dal traguardo, Pidcock allunga togliendosi gli altri di ruota e scollinando con 27" su Kepplinger e Hatherly, raggiunti da Dunbar e Johannes Kulset (Uno-X Mobility).
Dunbar prova ad attaccare da solo per riportarsi su Pidcock, ma viene presto ripreso dagli altri tre. Dietro di loro, a 40” dalla testa della corsa, un gruppo composto da Jordan Jegat (TotalEnergies), Rafał Majka e Adrià Pericas (UAE Emirates), Frank van den Broek (PicNic), Diego Uriarte (Equipo Kern Pharma) e Mathias Bregnhøj (Terengganu), prosegue con cambi regolari per chiudere sui primi inseguitori. Battistrada solitario, Pidcock spinge al massimo negli ultimi chilometri di corsa, mentre Dunbar, Hatherly, Kepplinger e Kulset trovano un buon accordo, proseguendo in doppia fila e mangiando una decina di secondi al britannico. Tom Pidcock però riesce ad entrare nell'ultimo chilometro con 16", vantaggio sufficiente a fargli alzare vittoriosamente le braccia sul traguardo. Dietro di lui, regola in volata il primo gruppetto inseguitore Alan Hatherly su Rainer Kepplinger.