
La Grandeur: Tadej Pogačar spunta la casella dell'Europeo
Ancora un one-man-show per lo sloveno, ancora un argento per Evenepoel, bronzo per il giovanissimo Paul Seixas; Italia quarta con Scaroni, si ritira Vingegaard
Tadej Pogačar (Slovenia) è sempre più nella storia: lo sloveno vince per la prima volta il Campionato Europeo di ciclismo su strada, diventando il secondo corridore dopo Peter Sagan (2016) a conquistare nello stesso anno il titolo Europeo e quello Mondiale. Ancora una medaglia d'argento per Remco Evenepoel (Belgio), che si è ritrovato ancora una volta a inseguire in un gruppetto, composto da Paul Seixas (Francia), Christian Scaroni (Italia) e Juan Ayuso (Spagna), decisamente poco intenzionato a collaborare con lui. Esattamente come la scorsa settimana al Mondiale, il belga ha provato quindi a riportarsi da solo sulla testa della corsa, mentre dietro di lui è stato un impressionante Seixas a imporsi per il bronzo, staccando prima Ayuso e poi Scaroni sulle ultime difficoltà di giornata. Medaglia di legno, dunque, per l'Italia, che piazza anche Gianmarco Garofoli (9°) e Marco Frigo (11°) nei diciassette corridori che hanno concluso la corsa.
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Corsa di 202.5km con partenza da Privas e arrivo a Guilherand-Granges, per un totale di oltre 3400m di dislivello. In partenza i corridori incontreranno il Col du Moulin à Vent (4km al 5.1%) e poi, dopo la discesa, un tratto di pianura di una cinquantina di km che li porterà a passare per la prima volta sul traguardo, per entrare nel primo circuito. L'anello, che contiene la dura Côte de Saint-Romain-de-Lerps (7km al 7.2%, ma con i primi 2km al 9.2%) e il muro della Côte du Val d’Enfer (1.6km al 9.7%), sarà ripetuto tre volte. Negli ultimi 50km, i corridori ripeteranno per tre volte un circuito più breve con lo strappetto della Montée de Costebelle (300m al 6%) e nuovamente la Val d’Enfer, con l’ultimo scollinamento a 6km dal traguardo.
Inizio nervoso con scatti e controscatti sulla salita del Col du Moulin à Vent: riescono ad andare via di forza Mathias Vacek (Repubblica Ceca), Daan Hoole e Mathijs Paasschens (Paesi Bassi), che prendono 50", ma il gruppo non si placa. Tra i più attivi in questa fase Lukáš Kubiš (Slovacchia) e Marco Frigo (Italia), oltre a Slovenia e Belgio, interessate a tenere chiusa la corsa e a provare a mettere almeno un uomo in un a controfuga. Il contrattacco riesce finalmente a prendere il largo solo pochi km prima del primo passaggio al traguardo di Guilherand-Granges: con Hoole, Passchens e Vacek ancora davanti a 24", all'inseguimento troviamo un gruppetto con Frigo, Andréa Mifsud (Malta), Victor Langelotti (Monaco), Mihael Štajnar (Slovenia), Louis Vervaeke (Belgio), Nicolas Prodhomme (Francia), Tiago Antunes (Portogallo), Jan Stöckli (Svizzera), Danny van der Tuuk (Polonia), Martin Svrček (Slovacchia), Mats Wenzel (Lussemburgo), Kristiāns Belohvoščiks (Lettonia), Emiliano Vila (Grecia), Niklas Larsen e Casper Pedersen (Danimarca). Il gruppo, tirato dalla Slovenia, passa al traguardo con un ritardo di 1'15". Sulla Côte de Saint-Romain-de-Lerps, a 141km dal traguardo, i due gruppi di testa si ricongiungono: il peloton, sempre controllato dalla Slovenia, concede in questa fase 2'30". Nessun problema per il gruppo nella prima ascesa alla Côte du Val d’Enfer, ma una curva in discesa causa la caduta di Romain Gregoire (Francia), che rientra in gruppo apparentemente illeso. Forte accelerazione in gruppo prima della seconda ascesa alla Côte de Saint-Romain-de-Lerps. È il Belgio ad alzare ancora il ritmo con Steff Cras, mettendo il gruppo in fila indiana e mietendo la prima vittima illustre: a 109km dal traguardo è infatti Jonas Vingegaard (Danimarca) a staccarsi, visibilmente in difficoltà, da un gruppo ancora numeroso.

La corsa esplode allo scollinamento, dove allungano Remco Evenepoel (Belgio) e Pavel Sivakov (Francia): reagisce subito Tadej Pogačar (Slovenia), incollandosi alla ruota del belga e del francese, poi Paul Seixas (Francia), Juan Ayuso (Spagna), Mattias Skjelmose (Danimarca) e Rui Costa (Portogallo). Lungo la discesa riescono a rientrare Matej Mohorič (Slovenia), Junior Lecerf (Belgio) e Igor Arrieta (Spagna) ma il gruppo, guidato da Alberto Bettiol (Italia), chiude lo svantaggio di 20" accumulato su questo gruppetto. La situazione si infiamma di nuovo sulla Côte du Val d’Enfer: allunga Gianmarco Garofoli (Italia), che lancia letteralmente Evenepoel, sulla cui ruota sono reattivi Pogačar, Seixas, Jan Christen (Svizzera) e Christian Scaroni (Italia). Il bicampione olimpico accelera ancora, rimanendo solo con Pogačar e Seixas e riportandosi sulla testa della corsa a 90km dal traguardo.
Rientrano in discesa Scaroni e Sivakov, mentre un altro gruppetto con Skjelmose, Ayuso, Grégoire, Garofoli, Toms Skujiņš (Lettonia), Aurelien Paret-Peintre (Francia) e altri corridori della nazionale francese ricuce sui battistrada a 87km dal traguardo. Si mette quindi in testa il Belgio, con l'aggiunta del compagno di club di Evenepoel Svrček, ma sulla Côte de Saint-Romain-de-Lerps è Pogačar ad attaccare a 76km dal traguardo: lo segue Ayuso, che però entra subito in difficoltà; rientra in progressione Evenepoel che resiste per qualche centinaio di metri prima di staccarsi a sua volta e venire ripreso da Seixas, che sale al doppio della velocità del belga. Prima della fine della salita, rientrano sulla coppia inseguitrice anche Ayuso e Scaroni, e in quattro scollinano a 30" dal battistrada Pogačar. Il gruppetto Skjelmose, invece, perde già 1'21".
Gli inseguitori riescono a recuperare qualcosa su Pogačar nel tratto di discesa e successiva pianura, nonostante la mancanza di collaborazione: Seixas infatti non tira e Scaroni sembra essere a tutta. Dopo aver viaggiato diversi km tra i 20" e i 25" secondi di ritardo, gli inseguitori entrano nel secondo circuito (- 51km) con 40" di svantaggio su Pogačar, che diventano 1'07" allo scollinamento della Montée de Costebelle. Il disaccordo va avanti ancora per qualche km, mentre il gap di Pogačar lievita fino a 1'20", poi un innervosito Evenepoel decide di fare da solo e attacca gli altri tre a 38km dal traguardo. Il campione olimpico e del mondo a cronometro recupera, transitando a 1'04" al penultimo passaggio sulla linea d'arrivo, mentre i più immediati inseguitori sono a 1'33". Il distacco di Evenepoel, tuttavia, non si riduce ulteriormente nella tornata successiva e il ritardo del belga è stabile all'inizio dell'ultimo giro di circuito.

L'azione di Ayuso, Scaroni e Seixas si spegne nel tatticismo, tanto che i tre arrivano a perdere 3'20" e, a 11km dal traguardo, l'ammiraglia deve informare Scaroni del rischio di un recupero da parte di Skjelmose e Skujiņš, che viaggiano a 1'20" dal gruppetto che si può giocare la medaglia di bronzo. Seixas forza il ritmo sull'ultimo passaggio sulla Côte du Val d’Enfer, mettendo in crisi Ayuso: Scaroni salta lo spagnolo e si porta sulla ruota del francese resistendo ai suoi affondi fino allo scollinamento, ma cedendo di schianto sul successivo, micidiale tratto di falsopiano. Seixas può involarsi così verso la medaglia di bronzo, proprio mentre al traguardo sta arrivando Tadej Pogačar, solo e vittorioso. Transita a poco più di 30" l'argento Remco Evenepoel e a 3'41" Paul Seixas, con Christian Scaroni che appare in fondo alla retta conclusiva proprio quando il giovanissimo francese sta tagliando il traguardo. Sorpresa nel finale anche per la quinta posizione, con Toms Skujiņš che riprende e supera Juan Ayuso.

