André Drege © Team Coop-Repsol/Kjetil Birkedal Pedersen
Mondo Continental

Il Colosso di Rodi è norvegese e si chiama André Drege

Il corridore del Team Coop-Repsol è il primo a vincere tutte le prove del trittico di gare dell'isola greca nota per la statua di bronzo, considerata una delle sette meraviglie del mondo classico

20.03.2024 22:10

Settimo appuntamento dell’anno con Mondo Continental. In questa puntata: Tour de Taiwan, African Games, Tour of Rhodes Powered by Rodos Palace, Dorpenomloop Rucphen, GP Slovenian Istria, GP Brda-Collio, Classica da Arrabida-Cyclin’Portugal e André Drege, ormai di casa a Rodi.

Le corse della settimana

Tour de Taiwan

I vincitori delle maglie del Tour de Taiwan
I vincitori delle maglie del Tour de Taiwan © Tour de Taiwan

La scorsa settimana è andato in scena il Tour de Taiwan, corsa a tappe di cinque giorni che rappresenta l’unica prova del calendario UCI a disputarsi sull’isola asiatica. Quest’anno al via erano presenti ventiquattro squadre: sei ProTeams, diciassette Continental e una selezione nazionale taiwanese.

La prima tappa era lunga solo 83 km ed era completamente priva di difficoltà altimetriche. Il prevedibile sprint di gruppo ha premiato Itamar Einhorn, che ha superato il romagnolo Matteo Malucelli (JCL Team Ukyo) e lo spagnolo Manuel Peñalver (Polti Kometa). Le prime tre posizioni della classifica generale hanno ricalcato fedelmente l’ordine d’arrivo di tappa.

La seconda frazione prevedeva un finale molto accidentato, con la strada che spianava nell’ultimo chilometro. Le asperità di giornata hanno selezionato un gruppo di una ventina di corridori, dal quale, a circa 1500 metri dal traguardo, sono usciti Mason Hollyman e Iván Cobo, con il britannico che ha avuto facilmente ragione del corridore della Kern Pharma, precedendolo di 1” sul traguardo. A 8” Joseph Blackmore ha vinto la volata per il terzo posto. Con i velocisti fuori gioco, Hollyman ha conquistato la maglia di leader.

La terza tappa presentava una salita di 11 km a metà percorso e un finale non troppo impegnativo. La giornata si è rivelata buona per la fuga, con sette corridori che hanno beffato il gruppo. Lo sprint fra gli attaccanti ha premiato l’australiano Bentley Niquet-Olden (CCACHE x Par Küp), abile a precedere Davide De Cassan (Polti Kometa) e Antoine Debons (Corratec-Vini Fantini). Mason Hollyman ha conservato la testa della classifica, resistendo per soli 4” alla rimonta di Yuma Koishi (JCL Team Ukyo), uno dei fuggitivi di giornata.

La quarta frazione prevedeva una salita di 19 km, la cui cima era situata non troppo lontano dal traguardo. Cinque uomini si sono presentati in testa sul rettilineo finale, con dodici inseguitori che sono riusciti a riaccodarsi a soli 300 metri dal traguardo. La volata ha visto Carter Bettles (Roojai Insurance) mettere in fila Valentin Darbellay (Corratec-Vini Fantini) e Joseph Blackmore. Mason Hollyman non faceva parte del gruppo di testa e, così, Iván Cobo si è impossessato della maglia di leader.

L’ultima tappa presentava le principali asperità nella prima parte, con la seconda metà che era, invece, molto meno impegnativa. Una trentina di corridori ha preso il largo e il leader Iván Cobo si è fatto sorprendere ed è rimasto staccato. Gli attaccanti hanno resistito fino alla fine, giocandosi la vittoria in volata e l’ordine d’arrivo è stato lo stesso della prima frazione, con Itamar Einhorn vincitore davanti a Matteo Malucelli e Manuel Peñalver.

Grazie agli abbuoni conquistati nell’ultima giornata di gara, Joseph Blackmore ha conquistato il successo finale con 4” su Yuma Koishi, consolatosi con la maglia di miglior asiatico, e 5” su Carter Bettles. Matteo Malucelli si è imposto nella classifica a punti, Antoine Debons si è laureato re degli scalatori e la JCL Team Ukyo si è aggiudicata la graduatoria a squadre.

African Games

Alexander Mayer vince la prova in linea degli African Games
Alexander Mayer vince la prova in linea degli African Games © 13th African Games Accra 2023

Ad Accra, capitale del Ghana, si stanno disputando gli African Games, delle piccole Olimpiadi riservate agli atleti del continente africano. Il programma del ciclismo maschile, che si è già concluso, prevedeva quattro prove: le classiche corsa in linea e cronometro individuale, la cronometro a squadre e il criterium.

La prima gara in programma è stata la corsa in linea: cinque uomini sono stati più forti della concorrenza nei 137 km di gara e si sono giocati il successo allo sprint. La volata ha premiato il mauriziano Alexandre Mayer, tesserato con la Saint Piran Uskis Development, formazione di sviluppo della Continental britannica Saint Piran. La medaglia d'argento è andata al sudafricano Dillon Geary, con l'eritreo Merhawi Kudus (Terengganu) che si è dovuto accontentare del bronzo. L’algerino Azzedine Lagab (Madar) e l’altro eritreo Dawit Yemane (BIKE AID) hanno concluso ai piedi del podio. Dillon Geary ha conquistato il titolo under 23, davanti al mauriziano Aurelien De Comarmond e all’eritreo Nahom Zerai (Q36.5 Continental), entrambi staccati di 1’24”.

In seguito si è disputata la prova criterium, che ha visto una doppietta eritrea: Nahom Zerai ha conquistato il titolo davanti a Merhawi Kudus. Il terzo posto è andato ad Aurelien De Comarmond. Il corridore della Q36.5 Continental ha ovviamente vinto anche il titolo under 23 davanti a De Comarmond e al sudafricano Blaine Kieck. 

La terza prova è stata la cronometro a squadre, che ha portato ad un’altra medaglia d’oro per l’Eritrea. Il quartetto composto da Merhawi Kudus, Dawit Yemane, Nahom Zerai e dal giovanissimo Milkias Maekele ha preceduto di 5” il Sudafrica (Blaine Kieck, Dillon Geary, Brandon Downes e Daniyal Mathews) e di 1’44” la nazionale mauriziana (Alexandre Mayer, Aurelien De Comarmond, Christopher Rougier-Lagane e Hanson Matombe).

Il programma si è concluso con la cronometro individuale, che ha regalato uno storico titolo all’Uganda. Charles Kagimu, già vincitore della prova contro il tempo ai Campionati Africani di ciclismo dello scorso anno, ha beffato i sudafricani, precedendo di soli 11 centesimi Dillon Geary e di 34” Brandon Downes. Dillon Geary si è aggiudicato la vittoria tra gli under 23, superando di 1’26” l’etiope Kiya Rogora e di 2’27” Aurelien De Comarmond.

Tour of Rhodes Powered by Rodos Palace

Il podio del Tour of Rhodes
Il podio del Tour of Rhodes © Astana Qazaqstan/Nassos Triantafyllou

Con il Tour of Rhodes Powered by Rodos Palace, corsa a tappe di quattro giorni, si è concluso il trittico di gare greco che ha caratterizzato il mese di marzo. Hanno preso il via ventiquattro squadre: quindici Continental, sette formazioni dilettantistiche e le selezioni nazionali di Grecia e Cipro. 

La gara si è aperta con un cronoprologo di 3,8 km interamente in salita. Il norvegese André Drege (Coop-Repsol) ha fatto segnare nettamente il miglior tempo. La coppia del Team Vorarlberg composta dal tedesco Lukas Meiler e dallo svizzero Colin Stüssi ha completato il podio di giornata: entrambi i corridori della formazione austriaca hanno accusato un ritardo di 7”.

La prima tappa proponeva due salite a metà percorso: la prima era più lunga, mentre la seconda era più dura. Davanti sono rimasti circa cinquanta uomini e, vista l’assenza di grandi difficoltà nella seconda parte della gara, sono stati loro a giocarsi il successo: la vittoria è andata a Scott McGill (Project Echelon), che ha battuto Patryk Stosz (Felt Felbermayr) e Gustav Wang (Airtox-Carl Ras). Ottavo al traguardo, André Drege ha conservato la maglia di leader.

Come nella prima frazione, anche nella seconda le principali difficoltà erano localizzate a metà percorso, ma in seguito era prevista un’altra salita e anche gli ultimi 1200 metri tendevano a salire, con una pendenza del 6%. Sull’erta finale c’è stata una volata di gruppo e il più veloce è stato Alessandro Romele (Astana Qazaqstan Development), bravo a mettersi dietro Patryk Stosz e il leader della classifica André Drege.

La principale asperità dell’ultima tappa era la salita di Profitis Ilias (4,4 km all’8%), già affrontata nella prima frazione. La cima era situata a poco più di 35 km dal traguardo ed è stata un buon trampolino di lancio per i corridori più forti in salita. Diciotto uomini sono arrivati a giocarsi la tappa allo sprint e l’ha spuntata nuovamente Alessandro Romele, che ha avuto la meglio su Gustav Wang e Tyler Stites (Project Echelon).

André Drege ha conquistato il successo finale, con 12” di margine sul miglior giovane della corsa Alessandro Romele e 14” su Colin Stüssi. Samuel Boardman (Project Echelon) ha dominato la classifica degli scalatori, Bodi Del Grosso (Giant Store Assen-NWVG) si è laureato re degli sprint intermedi e l’Astana Qazaqstan Development si è imposta nella graduatoria a squadre.

Dorpenomloop Rucphen

Johan Dorussen vince la Dorpenomloop Rucphen
Johan Dorussen vince la Dorpenomloop Rucphen © Dorpenomloop Rucphen

Nel weekend si è disputata la Dorpenomloop Rucphen, corsa neerlandese entrata nel calendario UCI nel 2011, ma la cui prima edizione risale al 1974. Al via si sono schierate quindici compagini di terza divisione, accompagnate da otto formazioni dilettantistiche, da una selezione nazionale statunitense e da un ProTeam (la TDT-Unibet), per un totale di venticinque squadre. 

Nonostante un percorso privo di difficoltà altimetriche, spesso, in passato, la corsa non si è conclusa in volata. Quest’anno, invece, la gara ha seguito il copione più classico, con oltre cento corridori a comporre il gruppo di testa nei chilometri finali. Diverse squadre hanno cercato di preparare un treno per il proprio velocista e alla fine è stata la Development DSM-Firmenich a scegliere il tempo giusto.

Johan Dorussen ha finalizzato al meglio il lavoro dei compagni di squadra, andando a conquistare il successo. Il ventenne, che non era mai entrato nella top ten in corse UCI, ha avuto la meglio su Huub Artz (Wanty-ReUz) e sul campione europeo under 23 Henrik Pedersen (Uno-X Mobility Development). Ai piedi del podio hanno concluso Davide Bomboi (TDT-Unibet) e Vlad Van Mechelen (Development DSM-Firmenich), che ha tirato nel migliore dei modi la volata al vincitore. Solo sesto Jensen Plowright (Alpecin-Deceuninck), unico corridore WorldTour al via, in gara con la formazione di sviluppo del suo team.

GP Slovenian Istria e GP Brda-Collio

Marcin Budziński vince il GP Brda-Collio
Marcin Budziński vince il GP Brda-Collio © Mazowsze Serce Polski/Mario Stiehl

Dopo le gare croate della scorsa settimana, si è disputata un’altra corsa in Istria, ma nella parte slovena: il GP Slovenian Istria, corsa di un giorno, con partenza e arrivo ad Izola, giunta all’undicesima edizione. Al via si sono schierate ben trenta squadre: un ProTeam (la VF Group-Bardiani), ventuno Continental, sette formazioni dilettantistiche e una selezione nazionale turca.

La corsa prevedeva un percorso abbastanza ondulato, con quattro giri di un circuito di poco più di 30 km ad inizio gara e quattro di un altro di 7 km nel finale. La gara si è accesa a circa 50 km dal traguardo, quando, in un tratto di salita, sei corridori si sono avvantaggiati sul gruppo. Ai -30 solo Max van der Meulen (CTF Victorious) e Riccardo Zoidl (Felt Felbermayr) hanno risposto ad un attacco di Marcin Budziński (Mazowsze Serce Polski) e a 4 km dall’arrivo anche l’austriaco ha alzato bandiera bianca. 

Nel finale i due battistrada si sono attaccati a vicenda, ma alla fine si sono giocati la vittoria in volata: Budziński, già protagonista della gara lo scorso anno, ha battuto nettamente Van Der Meulen, cogliendo la prima affermazione in carriera a livello UCI. Alle loro spalle, con 7” di ritardo, Zoidl è riuscito a salvare il terzo posto dal rientro del gruppo, che ha chiuso a 11” ed è stato regolato da Anže Skok (Adria Mobil) su Sebastian Putz (Tirol KTM).

Due giorni dopo, sempre in Slovenia, ma non nella penisola istriana, è andata in scena un’altra corsa di un giorno, il GP Brda-Collio. Anche in quest’occasione le squadre al via erano trenta, ma con alcune differenze rispetto al GP Slovenian Istria: quattro delle Continental presenti nella corsa precedente sono state sostituite da tre formazioni di terza divisione e una dilettantistica.

Il percorso prevedeva un circuito di circa 15 km da ripetere per dieci volte, caratterizzato dalla salita di Medana, lunga poco più di 2 km. Il traguardo non era fissato in cima, ma dopo settecento metri di ascesa (al 6%). Max Walker (Astana Qazaqstan Development), già all’attacco al GP Slovenian Istria, ha provato ad andarsene da solo, ma la sua azione è terminata a meno di 2 km dal traguardo.

Un gruppetto di una trentina di uomini è arrivato a giocarsi il successo e ad uscire vincitore dalla volata è stato ancora una volta Marcin Budziński che, al sesto anno nella categoria Continental, è riuscito finalmente a sbloccarsi con due affermazioni in tre giorni. Al secondo posto si è piazzato un altro polacco, Patryk Stosz (Felt Felbermayr), mentre terzo ha concluso un giovane italiano, Thomas Capra (CTF Victorious). Si sono dovuti accontentare di un piazzamento ai piedi del podio, invece, lo sloveno Tilen Finkšt (Adria Mobil) e l’altro azzurro Simone Buda (Solme-Olmo).

Classica da Arrabida - Cyclin’Portugal

Joseba López vince la Classica da Arrabida
Joseba López vince la Classica da Arrabida © UVP - Federação Portuguesa de Ciclismo

Nel weekend, in Portogallo, è andata in scena la Classica da Arrabida, corsa di un giorno giunta quest’anno alla settima edizione. Al via si sono schierate sedici squadre: un ProTeam (Caja Rural-Seguros RGA), dodici Continental (le nove portoghesi, la spagnola Illes Balears Arabay, la polacca Lubelskie Perła Polski e la tedesca Storck-Metropol) e tre formazioni dilettantistiche locali.

Il percorso era abbastanza semplice nei primi 120 km, per poi proporre una serie di strappi, l’ultimo dei quali coincideva con l’arrivo. La corsa si è accesa a poco più di 20 km dal traguardo, quando quattro uomini sono usciti dal gruppo e si sono riportati sui fuggitivi della prima ora. I contrattaccanti hanno poi staccato i tre superstiti del primo attacco e si sono involati verso l’arrivo, dove si sono giocati il successo in volata.

Sullo strappo finale lo spunto migliore è stato quello di Joseba López, che ha regalato alla Caja Rural-Seguros RGA il quarto successo nelle ultime cinque edizioni, conquistando, contestualmente, il primo successo UCI in carriera. Alle spalle dello spagnolo si sono piazzati il giovane Alexandre Montez (Credibom/LA Alumínios) e il danese Mathias Bregnhøj (Sabgal/Anicolor). Joaquim Silva (Efapel) si è dovuto accontentare del quarto posto. Se gli attaccanti fossero stati ripresi, la Caja Rural-Seguros RGA sarebbe stata comunque coperta: Eduard Prades, infatti, ha regolato il primo gruppo inseguitore, giunto a 23”, davanti al compagno di squadra Thomas Silva.

Le Continental tra i big

Emmanuel Morin (a destra) sul podio della Classic Loire Atlantique
Emmanuel Morin (a destra) sul podio della Classic Loire Atlantique © Classic Loire Atlantique

Le quattro Continental “pure” francesi hanno partecipato al GP de Denain-Porte du Hainaut: il migliore al traguardo è stato Maxime Jarnet, che ha chiuso in sesta posizione. Per il corridore della Van Rysel-Roubaix, però, l’ottimo risultato non nasconde il sapore della beffa: è stato, infatti, staccato dai due uomini che si sono giocati la corsa solo nell’ultimo settore di pavé e le sue possibilità di podio sono sfumate proprio negli ultimi metri. 

La formazione nordista ha fatto benissimo anche nelle corse del weekend, grazie ad Emmanuel Morin, terzo alla Classic Loire Atlantique e settimo allo Cholet Agglo Tour. Anche le altre Continental francesi hanno ottenuto buoni risultati: la St.Michel-Mavic-Auber 93 ha colto un buon quinto posto alla Classic Loire Atlantique con il solito Alexandre Delettre, mentre Maël Guégan ha regalato alla CIC U Nantes Atlantique il decimo posto allo Cholet Agglo Tour.

La Bredene Koksijde Classic ha dato spazio alla belga Tarteletto-Isorex e alla neerlandese VolkerWessels. Come spesso accade nelle corse fiamminghe, il miglior esponente del ciclismo di terza divisione è stato Timothy Dupont: l’esperto velocista della Tarteletto-Isorex ha chiuso all’ottavo posto, dimostrando ancora una volta di essere un corridore di categoria superiore. Il trentaseienne è arrivato nella top ten anche allo Cholet Agglo Tour, che ha concluso in nona posizione.

In settimana c’è stata anche qualche novità di ciclomercato: l’ex campione del mondo degli juniores Julius Johansen, non confermato dalla Intermarché, con cui aveva corso negli ultimi due anni, ha trovato squadra. Il danese ha firmato con la Sabgal/Anicolor: nella formazione portoghese andrà a sostituire Antwan Tolhoek, sospeso per una positività ad un test antidoping e licenziato dal team.

Nonostante la stagione sia iniziata ormai da un paio di mesi, l’UCI ha registrato una nuova squadra sul proprio database: si tratta della UM Tools-Caffè Mokambo. La formazione diretta da Massimo Codol ha confermato un solo membro del roster 2023, il giovane Gabriele Cosma Rausa. Fra i nuovi arrivi spiccano i nomi del figlio e fratello d’arte Luca Collinelli (ex Technipes #inEmiliaRomagna), di Edoardo Martinelli e di Andrea Mearelli (entrambi provenienti dalla MG.Kvis-Colors for Peace). C’è curiosità, inoltre, per la presenza di un corridore afghano, Fasihulla Rahmani, classe 1999.

Il ritratto della settimana: André Drege

André Drege vince la prima tappa del Visit South Aegean Islands
André Drege vince la prima tappa del Visit South Aegean Islands © Team Coop-Repsol/Nassos Triantafyllou

Sull’isola di Rodi, nel giro di due settimane si sono disputati Visit South Aegean Islands, Rhodes GP by Culture & Sports Organization e Tour of Rhodes Powered by Rodos Palace e Andrè Drege ha assunto lo status di leggenda locale, sfiorando il clamoroso en-plein: il norvegese ha vinto entrambe le tappe e la classifica del Visit South Aegean Islands, una tappa e la generale del Tour of Rhodes, mentre al Rhodes GP si è dovuto inchinare allo statunitense Tyler Stites, conquistando comunque un ottimo secondo posto

Il ventiquattrenne è diventato comunque il primo corridore a vincere tutte le prove del trittico perché due anni fa si era imposto nella gara che gli è sfuggita di un soffio quest’anno. Il feeling tra il corridore del Team Coop-Repsol e Rodi è innegabile: oltre ad aver ottenuto sull’isola sei delle sette vittorie UCI in carriera, anche lo scorso anno, quando non ha vinto nessuna delle prove, ha saputo essere protagonista, concludendo sul podio il Tour of Rhodes e conquistando la maglia di miglior scalatore al Visit South Aegean Islands.

Quando ha cominciato ad andare in bici, André Drege non poteva certamente essere considerato un predestinato: iniziò ad andare in bici con frequenza a quattordici anni, conquistando la prima vittoria due anni dopo, ma solo nel 2017, al secondo anno fra gli juniores cominciò a gareggiare seriamente, ottenendo un paio di top ten in corse norvegesi.

L’anno successivo esordì tra gli under 23 con la maglia della Lillehammer SK, ottenendo il suo miglior risultato alla Roserittet, una corsa a tappe dilettantistica, che riuscì a chiudere in sesta posizione. Disputò anche le sue prime corse internazionali, ma non entusiasmò: si ritirò da tutte le corse UCI a cui prese parte, con le uniche eccezioni rappresentate dal campionato nazionale a cronometro e dall’Hafjell GP (altra prova contro il tempo).

Nel 2019 il norvegese conquistò una tappa alla Ronde van Vestkant, una corsa dilettantistica, e portò a termine le prime corse UCI non a cronometro, cogliendo anche un non disprezzabile ventesimo posto al GP Himmerland Rundt, in Danimarca. L’anno successivo, con la stagione dimezzata dalla pandemia, continuò a fare dei piccoli passi in avanti: fu undicesimo all’Hafjell TT, dodicesimo al Gylne Gutuer e tredicesimo al campionato nazionale a cronometro.

Nel 2021 disputò l’ultima stagione da under 23, sempre in maglia Lillehammer CK, proseguendo bene il suo percorso di crescita: fu settimo sia al GP Himmerland Rundt che al Gylne Gutuer e nono al Rent Liv Løbet Skive. Si guadagnò anche la possibilità di partecipare ad una corsa importante come l’Arctic Race of Norway (con la maglia della nazionale) e fu ingaggiato come stagista dal Team Coop, che lo schierò al via di un paio di corse in Belgio.

Lo stage convinse i dirigenti del Team Coop ad assumerlo a tempo pieno e Drege dimostrò di meritare l’occasione, centrando subito un ottimo quarto posto nel prologo del Tour of Rwanda. Dopo la trasferta africana, andò a correre sull’isola di Rodi, dove diede inizio alla sua epopea, vincendo il Rhodes GP davanti al compagno di squadra Andreas Stokbro. Prese parte sia al Tour of Norway che al Tour of Denmark, mettendosi in luce con diverse fughe, e chiuse la stagione conquistando il secondo successo UCI in carriera, il Gylne Gutuer.

Lo scorso anno ha cominciato la stagione a Rodi, dove si è tolto delle soddisfazioni, pur non alzando le braccia al cielo: ha conquistato la maglia di miglior scalatore al Visit South Aegean Islands, ha aiutato il compagno Eirik Lunder a vincere il Rhodes GP e ha chiuso al terzo posto l’ultima tappa e la classifica finale del Tour of Rhodes. In seguito ha ottenuto un bel terzo posto di tappa al Tour of Qinghai Lake, ha disputato una buona Arctic Race of Norway e ha concluso in nona posizione il Gylne Gutuer. A fine stagione ha vinto il Memorial Fred De Bruyne, gara del calendario nazionale belga.

Terminate le tanto amate corse a Rodi, André Drege si è spostato nei Paesi Bassi per l’Olympia’s Tour, corsa a tappe cominciata oggi, che terminerà domenica.

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