Wout van Aert e Mathieu van der Poel durante l'ultimo Mondiale di Ciclocross © Jumbo-Visma
Professionisti

Boonen a Van Aert: "A nessuno frega del cross, devi vincere le classiche!". E Wout risponde a tono

In un'intervista doppia a Het Nieuwsblad sia Tom che Patrick Lefevere hanno parlato tra le altre cose della "fissa" di WVA con l'offroad. La replica del RollingStone di Herentals è giunta oggi su Strava

21.02.2023 14:13

Wout van Aert ha disputato questo inverno 14 gare di ciclocross: 9 le ha vinte, le altre 5 volte è arrivato secondo. Uno score impressionante, di quelli a cui il fuoriclasse belga ci ha abituato negli anni. Dall'altra parte c'è Mathieu van der Poel che di gare offroad ne ha vinte 7 sulle 15 disputate. Quello che però è rilevante è che le cinque sconfitte di Van Aert sono giunte tutte proprio per mano di Van der Poel, e tra queste spicca il Campionato del Mondo di Hoogerheide, in cui il Fenomeno olandese ha messo nel sacco Wout in maniera quasi incredibile.

Sicuramente Tom Boonen, grande spirito guida del ciclismo delle classiche fiamminghe, avrà pensato anche all'epilogo della prova iridata per alcune riflessioni che ha consegnato al giornale belga Het Nieuwsblad: “Van Aert subisce Van der Poel, ogni volta che c'è un testa a testa gli succede qualcosa, è come se Mathieu riportasse Wout a un passato di sconfitte: ai Mondiali di Ciclocross Mathieu ha fatto per due volte uno sforzo incredibile, che quasi lo faceva vomitare, ma alla fine è stato Wout a crollare”. L'errore marchiano di Van Aert nell'interpretazione del finale di gara e della volata è rimasto impresso a tutti, non essendo peraltro il primo quando di fronte WVA ha MVDP (do you remember Fiandre 2020?…).

E Boonen non va per il sottile in merito al cross: “Che Van Aert vinca 20 gare di ciclocross in una stagione non importa a nessuno, quest'anno compirà 29 anni e deve vincere delle classiche su strada se vuole veramente lasciare il segno. Non voglio mancargli di rispetto anche perché è un corridore incredibile che ha vinto corse in maniera fenomenale, ma ha raggiunto un livello mai visto, tanto che mi chiedo che senso abbia spendere tante energie nei cross di inizio anno”.

In realtà anche in Jumbo-Visma, il club di Van Aert, è emersa la necessità di incidere maggiormente nelle classiche del nord, non a caso è stato ingaggiato per il 2023 un certo Dylan van Baarle, vincitore della Roubaix 2022 chiamato a fare da spalla (o da co-capitano?) a Van Aert sul pavé.

LEGGI ANCHE: Jumbo-Visma, missione pavé per Van Baarle e Van Aert

Le parole di Tom Boonen sulla convivenza Wout van Aert-Dylan van Baarle

Ma anche su questo tema Boonen ha qualcosa da eccepire: “Van Baarle toglierà vittorie a Van Aert, perché le gare in cui Dylan può aiutare Wout sono le stesse che può vincere in prima persona. Alla Jumbo va bene perché fare le classiche con più di un leader può aumentare le possibilità di successo”. Il grande Tom parla per esperienza personale, e anche se non lo esplicita traspare evidente il ricordo amaro di quel paio di Giri delle Fiandre persi per mano del suo luogotenente Stijn Devolder: “Hanno ingaggiato Van Baarle per fargli fare il forcing sul Kwaremont. Ma controllate quante volte proprio su quel muro parte l'azione vincente: Dylan lo sa bene, per questo è andato alla Jumbo!".

Quello che Boonen intende è che forzare sul Vecchio Kwaremont può spesso portare a vincere il Giro delle Fiandre: dal punto di vista di Van Aert, l'eventuale forcing di Van Baarle sarebbe finalizzato al suo (di Wout) successivo affondo vincente; dal punto di vista di Van Baarle, quel forcing potrà benissimo produrre una vittoria in proprio.

La risposta di Wout van Aert su Strava

Che Van Aert (e tutto quello che fa) sia un argomento torrido in Belgio lo conferma il fatto che anche il grande vecchio Patrick Lefevere, general manager della Soudal-Quick Step, da una vita formazione di riferimento del ciclismo fiammingo, non si è fatto pregare per dire la sua, in particolare sulla sua “fissa” per il ciclocross: “Più di una volta ho tentato di ingaggiarlo quando era più giovane”, ha detto Lefevere a Het Nieuwsblad, “ma poi ci ho rinunciato in quanto ogni volta lui diceva nelle interviste che avrebbe voluto restare un crossista, che cercava un team che gli lasciasse questa libertà”. Lefevere, come Boonen, ha dei dubbi su questo tipo di approccio: “Temo che Van Aert sia rimasto crossista troppo a lungo", ha detto il noto brontolone fiammingo.

E poteva Wout restare indifferente a tutte queste sollecitazioni? Ovvio che no! Il RollingStone di Herentals è al momento in ritiro a Tenerife per uno stage di duro training insieme ai compagni Edoardo Affini e Koen Bouwman, e ieri ha pubblicato su Strava la sua uscita: 165 km con oltre 4000 metri di dislivello per più di sei ore in sella. In pratica una tappa da grande giro per il terzetto della Jumbo-Visma.

E sapete come il buon Van Aert ha intitolato quest'uscita? “L'allenamento del crossista”. Una risposta tanto piccata quanto pungente da parte di chi non sente, in coscienza, di dover rendere conto a nessuno (nemmeno a una leggenda come Boonen) delle proprie scelte: come dire, “potete definire semplicisticamente ‘un crossista’ un corridore che in bici fa cose del genere?”.

Criterium du Dauphiné 2023 - Analisi del percorso
Fulmine a ciel sereno alla Strade Bianche: forfait di Tadej Pogacar