Le squadre 2022: INEOS Grenadiers
Trovare difetti nello squadrone britannico è quasi impossibile, soprattutto per quanto riguarda il fronte dei grandi giri. Con Viviani tornano gli sprint, curiosità per Ganna nelle classiche
Con la stagione ciclistica appena avviata, ci occupiamo di presentarvi gli organici delle 19 formazioni World Tour 2022, viene ora il turno della INEOS Grenadiers. Lo squadrone inglese che ha letteralmente rivoluzionato il ciclismo dell'ultimo decennio è pronto ad affrontare una missione che ha già più volte portato a termine: vincere e ancora vincere. Nella sua relativamente giovane storia (la fondazione risale infatti al 2010) il team è passato dalla sponsorizzazione Sky all'attuale INEOS (colosso britannico del settore chimico), non risentendo in alcun modo della transizione e anzi, per quanto possibile, rinforzandosi sempre di più, potendo contare sulla salda guida del manager inglese insignito anche del titolo di Sir, Dave Brailsford.
"Se una persona riesce a migliorare anche solo dell'1% in specifiche aree, noterà che la somma di questi piccoli miglioramenti darà come risultato un notevole miglioramento". È questo motto, il cui inventore è lo stesso Brailsford che riassume alla perfezione la filosofia con la quale il team Sky ha portato a trionfare sui grandi palcoscenici del ciclismo mondiale prima Bradley Wiggins, poi Chris Froome, infine Geraint Thomas (Egan Bernal fa già parte dell'epoca INEOS). Tutti corridori che prima di allora non avrebbero neppure sognato di ottenere i risultati che sono poi arrivati in abbondanza. Indubbiamente un progetto pressoché perfetto, fatto di attenzione maniacale al dettaglio, un approccio dichiaratamente scientifico e che non lasciava nulla a discrezione del corridore, che si doveva semplicemente attenere ai piani elaborati dai tecnici del team. Sembrava perfetto anche il treno di uomini che scortava il capitano di turno sulle grandi salite quando tutti gli altri arrancavano nelle retrovie, e che ha attirato antipatia da parte di una buona fetta di pubblico per la monotonia e la manifesta superiorità della squadra inglese. Non sono mancate controversie come la positività al salbutamolo dello stesso Froome alla Vuelta 2017, terminata poi con l'assoluzione dello stesso. Le cose da allora sono un po' cambiate, diverse squadre hanno preso spunto da questo metodo e nuovi fenomeni sono esplosi, i leader venuti dopo Froome non hanno più avuto le sue caratteristiche e la squadra ha abbandonato la rigidità del metodo che l'ha caratterizzata, ma non ha certo abbandonato l'abitudine a vincere.
Anche il 2021, così come buona parte delle stagioni precedenti, è stato costellato di successi di assoluto livello. Egan Bernal vince il Giro d'Italia, nel quale il preziosissimo luogotenente Daniel Martínez è quinto; Richard Carapaz è terzo al Tour de France ed Adam Yates quarto alla Vuelta, con lo stesso Bernal che conclude la corsa spagnola in sesta posizione. Nelle corse di una settimana arrivano ben 4 successi finali ad opera di altrettanti corridori: Adam Yates vince la Volta a Catalunya, Geraint Thomas trionfa al Tour de Romandie, Richie Porte conquista il Delfinato mentre Richard Carapaz (destinato a diventare campione olimpionico con la maglia della nazionale ecuadoriana) si prende il Tour de Suisse. Per le corse di un giorno risultati notevoli sono la vittoria di Dylan Van Baarle alla Dwars door Vlaanderen (lo stesso olandese conclude poi al secondo posto il mondiale in linea di Leuven) mentre un ottimo Gianni Moscon termina al quarto posto una rocambolesca e sfortunata Parigi-Roubaix, che lo vedeva in testa in solitaria fino a pochi chilometri dal termine. Infine Filippo Ganna si conferma campione del mondo a cronometro conquistando 6 vittorie nell'arco della stagione, tra cui spiccano entrambe le cronometro del Giro d'Italia.
IL MERCATO
Potendo contare su una squadra pressoché perfetta non erano richiesti grandi interventi sul mercato, nonostante ciò alcune situazioni in entrata ed uscita verificatesi nel corso degli ultimi mesi sono degne di nota. A conti fatti il bilancio è in perfetto equilibrio con 7 partenze ed altrettanti arrivi. Da segnalare indubbiamente gli addii di Rohan Dennis, Gianni Moscon ed Iván Sosa. Corridori con caratteristiche ben diverse ma tutti di indubbio valore, che lasciano il team per trovare più spazio e con il desiderio di mostrare con più continuità quanto di buono fatto in carriera. Tra gli arrivi spicca il ritorno di Elia Viviani, che dopo cinque anni passati tra Deceuninck e Cofidis torna con i gradi di sprinter di primissimo piano, arrivano anche un solido gregario come Ómar Fraile e un ottimo prospetto come Ben Tulett. Completano il reparto acquisti ben 4 neoprofessionisti: Magnus Sheffield, Ben Turner, Kim Heiduk e Luke Plapp, a conferma dell'attenzione del team per i migliori prospetti in vista del futuro, scelta che regolarmente in questi ultimi anni ha ripagato le aspettative e l'investimento.
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Andrey Amador (Crc, 1986)
Dylan van Baarle (Ola, 1992)
Egan Bernal (Col, 1997)
Richard Carapaz (Ecu, 1993)
Jonathan Castroviejo (Spa, 1987)
Laurens De Plus (Bel, 1995)
Eddie Dunbar (Irl, 1996)
Ómar Fraile (Spa, 1990)
Filippo Ganna (Ita, 1996)
Tao Geoghegan Hart (Gbr, 1995)
Kim Heiduk (Ger, 2000)
Ethan Hayter (Gbr, 1998)
Michal Kwiatkowski (Pol, 1990)
Daniel Martínez (Col, 1996)
Jhonatan Narváez (Ecu, 1997)
Thomas Pidcock (Gbr, 1999)
Luke Plapp (Aus, 2000)
Richie Porte (Aus, 1985)
Salvatore Puccio (Ita, 1989)
Brandon Rivera (Col, 1996)
Carlos Rodríguez (Spa, 2001)
Luke Rowe (Gbr, 1990)
Magnus Sheffield (Usa, 2002)
Pavel Sivakov (Rus, 1997)
Ben Swift (Gbr, 1987)
Geraint Thomas (Gbr, 1986)
Ben Tulett (Gbr, 2001)
Ben Turner (Gbr, 1999)
Elia Viviani (Ita, 1989)
Adam Yates (Gbr, 1992)
Cameron Wurf (Aus, 1983)
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L'ANALISI
CORSE A TAPPE: Visto il grande numero di leader di spessore a disposizione del team per le grandi corse a tappe partiamo da chi, purtroppo, per buona parte di quest'anno sicuramente non vedremo in gara. Si tratta ovviamente di Egan Bernal, trionfatore di Giro e Tour che ha recentemente avuto un terribile incidente in allenamento in Colombia, e a cui va il nostro augurio di buona guarigione. Le alternative di certo non mancano a partire dal campione olimpico Richard Carapaz, attualmente designato come capitano al Giro d'Italia ma che potrebbe essere dirottato altrove vista proprio l'assenza di Bernal. Altro leader affidabile e di ottimo valore è sicuramente Adam Yates, mentre i britannici Tao Geoghegan Hart e Geraint Thomas, il primo vincitore del Giro 2020 e il secondo del Tour 2018 devono riscattarsi dopo un anno opaco. Di alto spessore, anche se probabilmente spesso a servizio dei propri capitani saranno sicuramente i vari Richie Porte, Pavel Sivakov e Daniel Martínez. Mentre giovani già in bella mostra e in continua crescita sono lo spagnolo Carlos Rodríguez e l'inglese Ben Tulett; sicuramente vedremo entrambi molto presto ad altissimi livelli.
VOLATE: Dopo qualche anno in cui il reparto sprint era relegato a ruolo secondario, con l'arrivo di Elia Viviani torna ad avere una certa importanza, seppur sovrastato dall'immensa quantità di scalatori della squadra. Il veronese dovrà essere bravo e sfruttare la propria grande esperienza per cogliere risultati quando avrà sufficiente libertà. Tra gli altri uomini con ottimo spunto veloce in squadra c'è sicuramente Ethan Hayter, che sarebbe sbagliato incasellare come velocista. Il giovane inglese vincitore, tra le altre cose, del Giro dell'Appennino 2021, è corridore decisamente completo e uno dei prospetti più interessanti di tutto il World Tour. Citiamo infine Ben Swift, che ha raccolto qua e là in carriera buoni piazzamenti, e che vista la grande esperienza accumulata dovrebbe essere ultimo uomo proprio di Elia Viviani.
CLASSICHE: C'è enorme curiosità per vedere il nostro Filippo Ganna, che oltre a puntare alla prima maglia gialla al Tour sarà al via per la prima volta della Parigi-Roubaix, corsa che sulla carta sarebbe adatta alle sue caratteristiche ma si sa che dalle parti di Roubaix tra il dire e il fare... Le alternative in squadra per le classiche sul pavé di certo non mancano, a partire dall'olandese Dylan Van Baarle oppure dal campione del mondo di ciclocross Tom Pidcock, che partirà dalla Milano-Sanremo, passando per il Giro delle Fiandre per puntare con più forza alle classiche delle Ardenne nelle quali dovrà però dividere la leadship con Adam Yates e Michal Kwiatkowski. Lo stesso Pidcock esordirà poi nel mese di maggio al Giro d'Italia. Sarebbe infine bello ritrovare ad alti livelli il belga Laurens de Plus, fino ad un paio di stagioni fa in grande crescita ma da allora oggetto misterioso per via di numerosi problemi fisici. Starà nella bravura dei vari direttori sportivi oltre al senso tattico dei corridori stessi il raggiungimento dei grandi obiettivi, in particolar modo nelle corse di un giorno, sfruttando la molteplicità di soluzioni e non subendola.