Corse

Presentato il percorso ufficiale del Tour of the Alps 2026

Rimane il format tradizionale: 5 giornate in montagna, nessuna delle quali trascendentale e con pochissimi trasferimenti; ottima per la preparazione dei big

13.11.2025 19:07

Il concept proposto dall'ex Giro del Trentino nel corso di questi anni rimane ben saldo: 5 giornate tutte mediamente impegnative in cui mettere alla prova gli scalatori, ma senza stressarli troppo in vista dei veri obiettivi di ciascuno. Così anche il Tour of the Alps 2026, che si correrà dal 20 al 24 aprile, presenta un percorso fatto di frazioni tutte dure ma mai durissime, anche se mediamente più cattive rispetto all'anno passato. Anche stavolta si sono minimizzati i trasferimenti tra le tappe, sempre nell'ottica di creare una gara “a misura di allenamento” che possa attirare l'attenzione di tutti. Caratteristica centrale del percorso di quest'anno era la valorizzazione dei capoluoghi provinciali in occasione del decennale della corsa; in mezzo a questi si inseriscono Arco, sede della storica società organizzatrice, e la Val Martello, buona per offrire l'arrivo in salita di questa edizione.

 

Le tappe nel dettaglio

Lunedì 20 aprile - 1a tappa: Innsbruck - Innsbruck (141.8 km)

Altimetria 1a tappa

Sicuramente la frazione più semplice è quella che apre la corsa e potrebbe anche chiudersi con una volata a ranghi abbastanza compatti. La corsa vive di due circuiti i quali offrono anche le due ascese più importanti della giornata, entrambe da ripetere due volte: l'Altopiano di Meiming (6.2 km al 3.7%, max 8%) e, soprattutto, Gotzens (4 km al 7%, con 1.5 km in doppia cifra poco prima del GPM). Dopo quest'ultima un tratto mosso porta fino ad Axams, dove il secondo passaggio offrirà secondi di abbuono. Al termine della discesa restano 16 km prevalentemente pianeggianti, ma con lo strappo di Hotting (800 metri al 7%) a complicare le cose ad appena 4 km dalla fine.

 

Martedì 21 aprile - 2a tappa: Telfs - Val Martello (147.5 km)

Altimetria 2a tappa

Non è la tappa più dura nel suo complesso, ma è l'unica ad arrivare in salita, per di più con un'ascesa piuttosto arcigna. Dopo le prime ondulazioni si sale il tosto Piller Höhe: formalmente sono 9.2 km al 6%, ma nei fatti sono 16.7 km al 5%, molto irregolari; si sottolineano gli ultimi 2.5 km al 9%, max 13%. Dopo una ripida e tecnica discesa, l'ingresso nel territorio italiano avviene attraverso il pedalabilissimo Passo Resia (16 km al 3.2%, max 9%), dopo il quale si scende in Val Venosta con pendenze sempre blande. Si arriverà velocemente all'ingresso in Val Martello per affrontare la salita finale: l'arrivo sarà posto presso il centro visite, alle porte del paese di Transacqua, dunque molto più in basso del traguardo che abbiamo in mente per il Giro d'Italia 2014; sono 6.5 km di salita al 7.6%, con un tratto finale di 4 km scarsi al 9.3% (max 12%). La salita termina in verità a poco meno di 1 km dall'arrivo: dopo 500 metri di discesa la strada tornerà a salire fin sul traguardo.

 

Mercoledì 22 aprile - 3a tappa: Laces - Arco (174.5 km)

Altimetria 3a tappa

È la frazione più lunga del TOTA 2026, anche se la disposizione in decrescendo delle difficoltà la rende complicata da interpretare. Dopo 25 km di fondovalle a scendere inizia la salita al Passo Castrin, forse la più dura di queste 5 tappe, di 24.4 km al 5.6% (il GPM è posto prima della galleria in vetta, quindi la salita è formalmente molto più corta): dopo un primo troncone di 6.5 km al 7.2% (max 11%), la strada scende per 3 km e torna a salire in modo pedalabile per altri 6 prima dell'impennata finale di circa 9 km all'8.5% (max 13%). Alla lunga discesa in Val di Non, seguono alcune ondulazioni nell'attraversamento della valle, in particolare con strappi verso Cles e Terres, senza mai affrontare tratti di vera pianura. Alla fine dell'ultimo segmento di discesa inizia subito la salita verso Andalo, di 12.8 km al 5.8% (ignorando il dato ufficiale visto che il GPM è posto 2 km pianeggianti) con i primi 8 km piuttosto arcigni (6.9% di media, max 9%). La discesa sarà spezzata da numerosi tratti da pedalare, per cui tutto si deciderà in modo esplosivo sulle ultime più semplici asperità: il Passo del Ballino nasconde nei dati complessivi (9.5 km al 3.7%) tre segmenti di salita vera al 7/8% (max 9%); nel corso della discesa con un breve circuito si inserirà la salita pedalabile di Tenno (5.1 km al 4.6%), dopo la quale si riprenderà la discesa precedente per tornare in pianura a meno di 7 km dall'arrivo. Si segnala a circa 5 km dall'arrivo un altro dente di 500 metri al 5% in località Varone.

 

Giovedì 23 aprile - 4a tappa: Arco - Trento (167.8 km)

Altimetria 4a tappa

La 4a tappa è la frazione regina, per quantità di salite e metri di dislivello (praticamente 4000), ma un po' come la precedente si trasforma da tappa di montagna in tappa di collina col passare dei km. Si parte in salita per raggiungere il Passo San Giovanni (circa 4.5 km al 3%), subito dopo il quale si imbocca la salita a Passo Bordala (14.8 km al 6.9%, max 13%). Dopo una lunga discesa, interrotta da una lieve contropendenza presso il Lago di Cei, si sale a Vigolo Vattaro (9 km al 5.8%, max 12%) dov'è posto un traguardo volante a dir poco sarcastico. Pochi km dopo (con uno strappo da Pergine a Masetti e poi 2 km di salita pedalabile al 4%) si incontra l'altra importante salita del giorno, al Passo del Redebus (12.9 km al 6.8%, max 10%), posta però ad oltre 80 km dall'arrivo. Si compie adesso un ampio giro, scendendo in Val di Cembra per poi risalirla con una sequenza di ascese brevi e pedalabili (in particolare circa 3 km al 5% a Segonzano) prima del ben più arcigno strappo di Brusago (4.8 km al 6.9%, con pendenze in doppia cifra nei primi 2.3 km al 9.5%, max 12%), che a circa 45 km dall'arrivo potrebbe essere il momento decisivo. Tornati in Valsugana, la discesa su Trento viene interrotta prima dall'analoga salita, breve ma ripida, di Sant'Agnese (2.9 all'8.2%, max 13%), quindi dallo zampellotto da Civezzano alla “Tagliata” (800 metri all'8%, max 11%) e infine dalla salitella di Povo (1.6 km al 6.6%). Saranno in pianura solo gli ultimi 4.5 km.

 

Venerdì 24 aprile - 5a tappa: Trento - Bolzano (128.6 km)

Altimetria 5a tappa

In teoria non è la tappa più dura, ma sarà senz'altro la tappa decisiva, quella più adatta agli scalatori veri. Subito dopo il via si sale a Palù di Giovo, per scollinare il Passo Croce dopo 7.9 km al 5% (ma con punte al 13%). Dopo la discesa si respira per quasi 30 km, prima di salire l'Alta di Caldaro (ben più lunga dei 4.4 km formali; 7.3 km al 5.9%, max 10%) - ovvero attraversare il paese fino al bivio per il Passo della Mendola - e poco dopo incontrare lo strappo verso San Paolo di Appiano (circa 900 metri all'8%). Si respira per altri 15 km prima di imboccare, subito dopo essere transitati dal traguardo una prima volta, la dura salita di Montoppio: sono 12.7 km al 7%, divisi in due tronconi da un tratto pressoché pianeggiante di circa 1.5 km e per questo in realtà ricca di tratti in doppia cifra (max 12%). Dopo il GPM si incontrano 4 km ondulati fino a San Genesio, dove inizia la discesa vera e propria, a metà di questa però anziché terminare la picchiata su Bolzano si tiene la sinistra per affrontare nuovamente gli ultimi 9.2 km della salita (media del 6.6%, sempre falsata dal tratto di falsopiano), scollinando ad appena 16 km dal traguardo. Dopo aver ripercorso i 4 km ondulati fino a San Genesio inizia una volta per tutte la discesa su Bolzano, che termina a soli 2.5 km dalla fine.

“Dobbiamo fare qualcosa”: l’Atlante degli incidenti in bici raccontato dai suoi ideatori
Gadget indispensabili per i ciclisti che percorrono lunghe distanze
Francesco Dani
Volevo fare lo scalatore ma non mi è riuscito; adesso oscillo tra il volante di un'ammiraglia, la redazione di questa testata, e le aule del Dipartimento di Beni Culturali a Siena, tenendo nel cuore sogni di anarchia.