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Cees c'è, che spavento per MVDP

20.03.2019 17:14

Nokere Koerse, il neopro' Bol regala il primo successo stagionale al Team Sunweb. Tante cadute, giù l'iridato del ciclocross che se la cava senza fratture


Era l'unica squadra World Tour a non ancora vinto una corsa in questo 2019 e hanno dovuto attendere fino alla seconda metà di marzo, ma finalmente oggi il Team Sunweb è riuscito a sbloccarsi: a festeggiare il primo successo stagionale è stato l'uomo che non ti aspetti, il 23enne neoprofessionista Cees Bol che a sorpresa è riuscito a trovare lo spunto vincente nella volata in salita e sul pavé che caratterizza il finale della Nokere Koerse.

Pensare di vederlo vincitore di una gara tecnicamente molto insidiosa come la Nokere Koers dopo neanche tre mesi come professionista era oggettivamente difficile, ma le qualità di Cees Bol non sono certo uscire fuori oggi all'improvviso: il ragazzo era stato protagonista di un ottimo 2018 con la maglia della SEG Racing con due vittorie in corse UCI e tanti piazzamenti importanti, con il secondo posto alle spalle di Nacer Bouhanni al GP Marcel Kint, gara di categoria 1.1. Bol è dotato di un'ottimo spunto in volata, ma non lo possiamo classifica come uno sprinter puro: sulle strappi regge benissimo, sa vincere anche attaccanndo, nel 2016 ha trionfato nella classifica finale dell'Olympia's Tour davanti a Pavel Sivakov, e probabilmente il suo talento sarebbe potuto esplodere anche prima se non fosse stato per un banale incidente domestico nel marzo 2017 da cui ha riportato una commozione cerebrale che gli ha fatto perdere quasi sei mesi di gare.

Aggiunte insidie al percorso rispetto al passato
Gli anni scorso la Nokere Koerse si era sempre risolta con una volata di gruppo, ma per questa 74esima edizione gli organizzatori hanno disegnato un percorso più impegnativo rispetto al passato con più strappi e più pavé lungo i 195.6 chilometri di gara: tuttavia il punto chiave della corsa era sempre il Nokereberg, una salitella in pavé di 350 metri al 5.7% che i corridori dovevano affrontare ben sette volte con il traguardo posto proprio in cima all'ultimo passaggio. Nonostante le novità nel tracciato, la nomea di corsa per velocisti ha spinto molte squadre ad organizzarsi in tal senso e quando al via si hanno ben nove formazioni World Tour tutte con lo stesso obiettivo diventa assai improbabile riuscire ad inventarsi qualcosa di diverso.

Quale sarebbe stato l'andazzo della storia lo si è capito molto presto: la fuga di giornata era formata da David Boucher (Tartaletto-Isorex), Axel Journiaux (Direct Energie), Yoann Offredo (Wanty-Gobert), Otto Vergaerde (Corendon-Circus) e Mattia Viel (Androni-Sidermec) che hanno guadagnato fino a più di sette minuti di vantaggio, ma alle loro spalle s'è formata una sorta di alleanza in testa al plotone con Bora-Hansgrohe, Cofidis, Deceuninck-QuickStep e UAE Team Emirates tutte nelle prime posizioni con almeno un uomo a tenere la situazione sotto controllo. Speranze quindi ridottissime per i cinque battistrada che a 60 chilometri dall'arrivo si sono ritrovati con appena 3'15" di margine sugli inseguitori.

Van der Poel prova la gamba tra nervosismo e cadute
A quel punto la corsa è entrata in una fase estremamente nervosa, anche perché la stradine strette e tortuose, unite alle indisioe di salitelle e pavé, spingevano tutte le squadre a voler stare davanti. Una prima caduta a 53 chilometri dall'arrivo ha visto coinvolti diversi corridori (Haas, Tulik, De Wulf...) e ha spezzato il gruppo in due tronconi: un paio di chilometri più avanti proprio mentre gli attardati stavano per riaggarciarsi, s'è verificata un'altra caduta con Doull, Biermans, Hindley, Egholm e Kochetkov tra coloro che hanno assaggiato l'asfalto o, nel caso di Egholm, l'acqua del canale a bordo strada. Ai meno 45 chilometri, un altro contatto ha costretto Van Goethem e ancora Kochetkov a mettere piede a terra.

Tutti questi incidenti stavano comunque a significare che la corsa era prossima ad entrare in una fase importante. A 46 chilometri dalla conclusione, sul primo dei due passaggi sulla salita di Lange Ast (400 metri al 5.2%), Mattia Viel e Axel Journiaux hanno perso contatto dalla fuga, ma è nel gruppo principale che ci sono stati i movimenti più interessanti: i più determinati a fare corsa dura sono sembrati Mathieu van der Poel e Lars Boom, con il primo in particolare che ha provato a dare qualche sgasata ai meno 40, ai meno 37 e ai meno 28 chilometri. La Nokere Koerse di oggi segnava anche l'esordio da professionista in Belgio del giovane fenomeno Remco Evenepoel: mentre gli appassionati di ciclismo applaudivano la grinta di Van der Poel, anche lui ha provato a farsi vedere con una potente accelerazione a 23 chilometri dalla conclusione, dopo che in precedenza era rimasto leggermente attardato quando il gruppo s'era spezzato per le cadute.

Canola attacca ma finisce a terra
Nonostante tutte queste accelerazioni, il gruppo è sempre rimasto compatto e a 25 chilometri dall'arrvio anche David Boucher, Yoann Offredo e Otto Vergarde sono stati definitivamente costretti ad arrendersi: in più occasione sembrava sul punto di formarsi un interessante gruppo di contrattaccanti, ma come già detto erano troppe le squadre che puntavano ad arrivare allo sprint con il gruppo compatto e così ogni minima azione è stata annullata nel volgere di poche pedalate o al massimo un paio di chilometri. Un po' di spazio in più lo hanno avuto i francesi Clément Carisey (Israel Cycling Academy) e Clément Russo (Team Arkéa-Samsic) che sono rimasti in avanscoperta tra i meno 21 ed i meno 12 chilometri con un vantaggio massimo di 25".

Nel finale si sono registrate altre piccole cadute in serie: prima Jonny Brown, Maxime Vantomme ed Erik Baska, poi Michael Rice, quindi anche Edward Planckaert. Purtroppo a terra è finito anche il vicentino Marco Canola che aveva attaccato da solo sul pavé a circa 6 chilometri dall'arrivo: pedalando sul ciglio della strada, il corridore della Nippo-Vini Fantini-Faizanè ha perso l'equilibro per una lievissima sbandata della ruota anteriore che ha pizzicato un po' di terra. Ai 4500 metri finale c'è stato l'ultimo tentativo di evitare la volata da parte di Lars Boom, ma Pieter Serry e ha chiuso su di lui ed a quel punto non c'era più spazio per fare qualcosa: l'alta velocità ed il gruppo estremamente allungato, rendevano anche impossibile tornare in gioco per lo sprint a chi era rimasto un po' indietro.

Bol supera Ackermann, Van der Poel cade
All'ultimo chilometro è stato il treno del Team Sunweb a fare capolino in testa al gruppo, ma puntualissima all'inizio del Nokereberg è arrivata davanti la Bora-Hansgrohe con il tedesco Rüdiger Selig a lanciare lo sprint del compagno e connazionale di squadra Pascal Ackermann: il campione nazionale di Germania sembrava imbattibile a quel punto, ma dalla sua ruota è sbucato fuori Cees Bol che l'ha prima affiancato e poi superato negli ultimi metri. In testa posizione si è piazzato il belga Jasper Philipsen, autore di una bella rimonta negli ultimi metri che gli ha fatto agguantare almeno il podio. La top10 è stata quindi completata nell'ordine da Boy van Poppel, Hugo Hofstetter, Jonas van Genechten, Justin Jules, Bram Welten, Jens Debusschere e Lawrence Naesen.

Purtroppo la volata è stata condizionata anche da una brutta caduta avvenuta proprio all'inizio del tratto in pavé agli ultimi 300 metri: il primo a finire a terra è stato il tedesco Max Walscheid che si stava rialzato dopo aver lavorato per Cees Bol e che ha perso l'equilibrio dopo una leggera spallata di Szymon Sajnok che cercava spazio per guadagnare posizioni. Purtroppo nella caduta è finito poi a terra in maniera rovinosa anche Mathieu van der Poel: il corridore della Corendon-Circus, attesissimo in vista della campagna delle classiche del nord, è stato caricato sulla barella e trasportato in ambulanza in ospedale. Dopo i timori iniziali, il responso dei medici ha fatto tirare un sospiro di sollievo al campione del mondo di ciclocross, alla squadra e anche a molti appassionati: nessuna frattura, solo abrasioni e contusioni che non dovrebbero alterare il programma della prima parte di stagione su strada.
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