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E Dumoulin uscì di crash-sifica

14.05.2019 19:26

Tom cade e dice addio ai sogni di gloria nella 4a tappa del Giro d'Italia in cui Primoz Roglic guadagna ma non affonda il colpo sui rivali


La quarta tappa del Giro d'Italia 2019 poteva presentare qualche insidia nel finale visti gli ultimi due chilometri in leggera salita verso Frascati, una bella sfida tra i velocisti più resistenti ed i finisseur ma sulla carta niente che potesse sconvolgere la classifica della corsa rosa: e invece, lo sappiamo bene, il ciclismo è imprevedibile e anche nella giornata più scontata può accadere qualcosa all'improvviso in grado di cambiare l'economia di un'intera gara. Il fatto di oggi è stata la caduta innescata da Salvatore Puccio a 6.5 chilometri che ha visto coinvolti diversi corridori e che ha spezzato il gruppo in più parti: a farne le spese è stato anche uno dei principali favoriti per la maglia rosa, Tom Dumoulin, che ferito e dolorante al ginocchio sinistro ha dovuto dire addio oggi al sogno di riprendersi il Trofeo Senza Fine che aveva conquistato già nel 2017.

Dopo la caduta Tom Dumoulin ha cambiato bici ed è ripartito con accanto tutti i suoi compagni di squadra del Team Sunweb, ma ha capito subito che c'era qualcosa che non andava: il dolore era talmente forte da non riuscire neanche a piega il ginocchio sanguinante e questo voleva dire non riuscire ad imprimere forza sui pedali per provare a limitare i danni. Al traguardo il distacco di Dumoulin è stato di 4'04" che si è tradotto in 4'30" dalla maglia rosa Primoz Roglic in classifica generale, decisamente troppo per sperare di ribaltare il Giro d'Italia, soprattutto con qualche acciacco fisico. La notizia positiva per Tom è che gli esami radiografici effettuati in ospedale hanno dato esito negativo, non è stata riscontrata alcuna frattura e stanotte proverà a dormirci su per valutare poi domani mattina se provare a prendere il via o no nella quinta tappa, Frascati-Terracina: in teoria potrebbe ancora lottare per qualche vittoria di tappa, ma dopo una botta simile i tifosi lo capirebbero se decidesse di ritirarsi per recuperare e presentarsi poi al 100% al via del Tour de France.

Roglic guadagna ma non ne approfitta fino in fondo
Ma c'è anche chi da questa giornata caotica è riuscito ad uscirne vincitore e con un po' di secondi guadagnati su tutti i rivali: si tratta della maglia rosa Primoz Roglic che sembra attraversa uno di quei periodi in cui tutto gira per il vero giusto anche quando in realtà si fa poco o nulla per indirizzare la fortuna dalla propria parte. Dopo la caduta lo sloveno della Jumbo-Visma è stato l'unico uomo di classifica a ritrovarsi nel ristretto gruppo di testa ed al tempo stesso ha trovato squadre come la Groupama-FDJ, la Bora-Hansgrohe e la UAE Team Emirates che avevano l'interesse a tenere altissima l'andatura per favorire i loro capitani di giornata in ottica vittoria di tappa: Roglic ha potuto così restare passivo a ruota e senza spendere troppo ha guadagnato almeno 16" su tutti.

Per come lo avevamo visto al Tour de Romandie, ad un certo punto ci saremmo aspettati che Primoz Roglic potesse anche provare a portare a casa il successo ed i relativi 10" di abbuono, ma nelle ultime centinaia di metri è rimasto passivo tagliando poi il traguardo in sesta posizione con addirittura 2" di ritardo rispetto al vincitore Richard Carapaz. Difficile valutare il finale del corridore sloveno che di suo non è certo uno dei più espressivi del gruppo: la gamba poteva non essere particolarmente brillante oggi ma, ascoltando anche le sue prime dichiarazioni dopo l'arrivo, l'impressione è che non abbia voluto approfittare fino in fondo di una situazione "casuale" per rispetto dei suoi avversari. Ma se fosse così, vorrebbe dire che Roglic si sente attualmente fortissimo ed estremamente convinto delle proprie possibilità. Di certo resta che ora Simon Yates è a 35", Vincenzo Nibali a 39" e Miguel Ángel López a 44", distacchi che nessuno avrebbe pronosticato dopo sole quattro tappe.

Aumenta il distacco di Mikel Landa
Nel gruppo di 14 corridori che è stato classificato con 18" di ritardo rispetto a Richard Carapaz c'erano praticamente tutti gli altri uomini di classifica principali con Miguel Ángel López che ha messo in mostra ancora una volta una bella gamba tagliato per primo il traguardo tra questi inseguitori: da segnalare che erano qui anche Formolo e Majka della Bora, Mollema della Trek, Zakarin della Katusha, Jungels della Deceuninck, Geoghegan Hart della Ineos che si è ripreso dopo le due cadute di ieri, ma anche il colombiano Esteban Chaves che se riuscirà a ritrovarsi diventerà un gregario estremamente prezioso per le ambizioni di classifica di Simon Yates.

Notizie invece poco positive per i corridori baschi, ad iniziare dall'atteso Mikel Landa. Il corridore della Movistar è stato coinvolto in una caduta di poco successiva a quella di Dumoulin e sul traguardo ha perso 44" dal compagno di squadra Caparaz: adesso Landa ha 1'49" di ritardo in classifica e soprattutto nel confronto casalingo sembra stare meno bene rispetto all'ecuadoriano che, nonostante il tempo perso ieri, lo precede di 28". Ma il distacco nella generale potrebbe a questo punto essere un piccolo alleato di Landa che in qualche tappa di montagna potrebbe avere la libertà di fare ciò che gli riesce meglio, attaccare sulle grandi salite. Rimanendo nella regione basca, registriamo i dieci minuti e mezzo persi da Ion Izagirre che forse qualche ambizione di piazzamento ai piani alti ce l'aveva pur partendo come gregario di Miguel Ángel López: adesso per l'Astana si riduce un po' il ventaglio di possibili strategie offensive, anche se resta sempre Pello Bilbao che oggi è giunto a 36" dai primi.
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